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Una svolta in Siria ?
Crisi siriana, settembre 2016 - Sergueï Lavrov e John Kerry hanno faticosamente concluso un accordo decisivo sulla Siria. E’ la prima volta che la comunità internazionale si trova tanto vicina alla risoluzione del conflitto...
Sputniknews, 10 settembre 2016 (trad. ossin)
Una svolta in Siria ?
Il ministro russo degli Affari esteri Sergueï Lavrov e il Segretario di Stato USA John Kerry hanno concluso un accordo decisivo sulla Siria, all’esito di interminabili colloqui. E’ la prima volta che la comunità internazionale si trova tanto vicina alla risoluzione del conflitto, ma l’attuazione dell’accordo sarà una sfida ancora maggiore, a causa della presenza di un gran numero di parti interessate
Nel corso di una conferenza stampa il 9 settembre, Lavrov ha detto che l’accordo è un pacchetto «importante, pratico e concreto», costituito da cinque documenti che non saranno resi pubblici perché contengono «informazioni piuttosto sensibili e serie». Da parte sua, Kerry ha fatto riferimento al piano come l’«approccio più prescrittivo e di più ampia portata che siamo stati in grado al momento di mettere in campo».
Ecco dunque che cosa Russia e Stati Uniti hanno convenuto.
Una prima tappa prevede un cessate il fuoco nazionale che nessuno, ivi comprese le forze di Damasco e i gruppi di opposizione armati, è autorizzato a violare. Esso comporta la sospensione degli attacchi aerei del governo siriano nelle zone controllate dall’opposizione, detta moderata. Queste regioni sono state indicate «molto dettagliatamente», ha dichiarato Kerry. La cessazione delle ostilità comincerà con un primo periodo di 48 ore, a partire dal tramonto del 12 settembre, e sarà rinnovata di altre 48 ore, se tiene.
«Ciò comporta la cessazione di tutti gli attacchi, ivi compresi i bombardamenti aerei e ogni tentativo di acquisire ulteriori territori a detrimento delle altre parti in conflitto. Comporta inoltre la possibilità di accessi umanitari senza ostacoli a favore di tutti gli assediati, anche quelli più difficili da raggiungere, anche ad Aleppo», spiega Kerry.
Se tutte le parti in causa osserveranno il cessate il fuoco per almeno sette giorni, la Russia e gli Stati Uniti passeranno alla seconda tappa.
Questa comporta la creazione di un centro operativo congiunto per – secondo Kerry - «lavorare insieme all’intensificazione di attacchi militari» contro al-Nusra, il ramo di Al Qaeda in Siria che ha recentemente affermato di avere interrotto i rapporti con l’organizzazione terrorista, e Daesh, il gruppo sanguinario che ancora controlla vasti territori in Iraq e in Siria.
«Tengo a sottolineare che queste misure potranno essere efficaci solo se tutte le parti rispetteranno le rispettive obbligazioni», ha osservato il capo della diplomazia statunitense, aggiungendo che l’accordo non «si basa sulla fiducia», ma piuttosto «su strumenti di monitoraggio e sul rispetto del comune interesse e di altre cose».
Ciò è stato per Mosca anche una fonte di serie preoccupazioni, Lavrov ha avvertito che «nessuno è in grado di garantire al cento per cento» che questo accordo porterà la pace in Siria, perché molte parti, con agende contraddittorie tra di loro, sono «coinvolte in questo rompicapo».
Il signor Lavrov ha menzionato come una «priorità» la «separazione fisica» sul terreno dei terroristi dell’opposizione moderata dagli altri.
La diplomazie russa ha dichiarato che il governo siriano era d’accordo col piano e pronto a onorare i propri obblighi. Da parte sua, Kerry ha dichiarato che l’opposizione «ha detto di essere pronta» a rispettare le «regole che abbiamo fissato», a condizione che Damasco dimostri la serietà dei propri intenti a proposito dell’accordo e che il cessate il fuoco tenga.
Gazeta.ru osserva che l’accordo «potrebbe modificare considerevolmente il conflitto siriano», perché è possibile che la Russia e gli Stati Uniti «realizzino un fronte unito contro i terroristi». Il dottor Theodore Karasik, consigliere capo della Gulf State Analytics, ha avvertito che l’accordo potrebbe tuttavia subire la stessa sorte del primo cessate il fuoco, entrato in vigore a febbraio.
«La situazione sul terreno è in costante evoluzione. Assomiglia ad una torre di Babele dove non è possibile raggiungere un accordo con nessuno. Ciò vuol dire che qualsiasi intesa a lungo termine potrebbe rivelarsi vana», ha-dichiarato al giornale.
Ecco perché sia Lavrov che Kerry hanno insistito con tutte le persone coinvolte perché aderissero al piano. Se così sarà, allora si potrebbe «ridurre la violenza, alleviare il dolore, e permettere la ripresa di un processo di pace negoziata e una transizione politica in Siria, come ha detto Kerry. Noi crediamo che il piano, così come formulato – se sarà applicato e rispettato - potrebbe segnare una svolta, un momento di cambiamento», ha aggiunto.