43 anni dopo i test nucleari in Algeria

La Francia riconosce i suoi crimini

L’Expression – 27 novembre 2008


Circa 30.000 Algerini sarebbero interessati a questa misura che sarà sottoposta al voto dell’Assemblea francese il prossimo gennaio


E’ il primo passo verso il riconoscimento dei crimini commessi dall’esercito coloniale francese? La Francia si propone di indennizzare le vittime civili dei test nucleari compiuti nel 1961 nel Sahara algerino. Nel corso di una intervista accordata al giornale Le Parisien, il ministro francese della Difesa, Hervé Morin, ha dichiarato espressamente che “dobbiamo riconoscere le vittime degli esperimenti nucleari”.
Come primo passo, il massimo responsabile dell’esercito francese ha annunciato che un progetto di legge per il risarcimento delle vittime dei test nucleari sarà sottoposto, nel mese di gennaio, al voto dell’Assemblea francese. “Se questo progetto sarà approvato dall’Assemblea nel primo trimestre del 2009 – riporta il giornale apparso ieri - risarciremo i civili ed i militari che siano rimasti esposti durante gli esperimenti nucleari. Abbiamo definito una lista di malattie prodotte dalla radioattività”.
L’intervistato dal giornale Le Parisien ha detto che la legge riguarderà le popolazioni locali che siano state esposte alle radiazioni. Il ministro, però, non cita l’Algeria. “Abbiamo creato a Tahiti, nel 2007,  un centro medico di controllo. Gli ex lavoratori polinesiani dei siti di sperimentazione e le popolazioni delle isole e degli atolli vicini possono consultare un medico militare, per una diagnosi medica individuale…”
Quello che nell’intervista sorprende è che il ministro francese non abbia fatto alcun riferimento all’Algeria. Preferendo parlare piuttosto di Tahiti, della Polinesia, territori francesi, e delle “popolazioni delle isole e degli atolli vicini”.
Eppure il Sahara algerino è stato teatro dei primi esperimenti nucleari francesi. Il 13 febbraio 1960 la 5° Repubblica, sotto la presidenza del generale De Gaulle, ha sviluppato il primo esperimento nucleare nel Sahara algerino, vicino a Reggane. E non è stato l’ultimo perché, secondo le valutazioni dei ricercatori, la Francia avrebbe effettuato una serie di 17 test nucleari tra il 1960 ed il ritiro definitivo dell’esercito francese dalla regione, nel 1967. Bisognerebbe interrogarsi sull’ <> del ministro francese per quanto riguarda l’Algeria.
E’ stato piuttosto il giornale francese che, nella presentazione dell’intervista,  ha fatto riferimento agli esperimenti avvenuti nei siti del Sahara algerino.
“Hervé Morin, ministro della Difesa – ha aggiunto il giornale -  presenterà in gennaio un progetto di legge che permetterà di risarcire i 100.000 militari del contingente, il personale civile dell’esercito e le popolazioni dell’Algeria e della Polinesia, che hanno subito le radiazioni dei test nucleari”.
Il Ministro ha precisato che la Francia, in caso di approvazione del progetto, non sarà il primo paese a riconoscere le sue responsabilità. “Dobbiamo oggi riconoscere queste vittime – ha precisato - Lo hanno già fatto quasi tutti gli Stati, la Francia non deve derogare a questa regola”.
Scendendo in dettaglio, ha fatto sapere che “il Ministero della Difesa ha conservato nei suoi archivi i risultati delle misurazioni della radioattività raccolte all’epoca nei differenti siti, così come i nominativi del personale. Intendiamo dunque introdurre nel decreto applicativo una soglia di esposizione a partire dalla quale le domande saranno prese in considerazione”.
Alla domanda se questi indennizzi riguardino tutti i veterani dei test nucleari, Morin ha risposto: “Potremo negare il risarcimento in tutti i casi in cui la malattia sia legata ad altri rischi, come l’alcol o il tabacco. Vogliamo stabilire il principio di risarcimento delle vittime, ma solo per quelle che siano rimaste esposte durante gli esperimenti”.
La Francia ha sempre rifiutato di riconoscere i crimini contro l’umanità da essa commessi nelle sue colonie, soprattutto in Algeria.
Nel 2006 la Repubblica francese era stata categorica. Aveva rifiutato di riconoscere i crimini dei test nucleari effettuati nel Sahara algerino e poi in Polinesia tra il 1960 ed il 1996.
Tali esperimenti hanno avuto conseguenze sulla salute di 100.000 militari del contingente, del personale civile, come anche della popolazione dell’Algeria e della Polinesia, luoghi dove sono stati effettuati i test.
Non si è mai stabilito il numero degli Algerini colpiti da malattie varie, in conseguenza di questi esperimenti nucleari. Una cosa tuttavia è certa: il numero aumenta sempre di più, nel silenzio. Ciò soprattutto  per l’assenza  di diagnosi e di archivi sanitari. Gli effetti nefasti di questi esperimenti non hanno interessato solo gli abitanti dei siti coinvolti, ma anche le popolazioni limitrofe.
Tuttavia Mohammed Abdelhak Bendjeb-bar, presidente dell’associazione delle vittime degli esperimenti nucleari, aveva stimato, nel corso di una intervista, che le vittime algerine di questi esperimenti nucleari potessero essere quantificate in 30.000. Secondo alcuni studiosi algerini, la Francia avrebbe effettuato in tutto 17 esperimenti nucleari in Sahara, dal 1960 al ritiro definitivo dell’esercito francese dalla regione nel 1967.
Prendiamo atto che la Francia ha manifestato la sua “volontà” di aprire il dossier delle vittime di questi test.
L’ex ambasciatore di Francia in Algeria, Bernard Bajolet, ha confermato, in una dichiarazione, l’arrivo in Algeria di una équipe di esperti sui luoghi delle esplosioni, per investigare sui danni causati all’ habitat. Ha altresì chiarito che il governo francese assumerà le sue decisioni in base ai risultati delle inchieste.

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