Il trionfo di Bouteflika



di Nasséra Merah


Abbiamo chiesto a Nasséra Merath, militante femminista algerina, sociologa, ricercatrice delle lotte politiche delle donne in Algeria, un commento sulle recenti elezioni presidenziali, che hanno visto il conferimento di un terzo mandato a Bouteflika. Così ci ha risposto:


Tento di rispondere alle tue domande sulla base di una analisi personale della situazione. Queste domande mi tormentano perché da tempo in Algeria siamo rimasti completamente senza una vera opposizione, con la sparizione totale della sinistra. I partiti che si definiscono democratici si sono autoproclamati tali in quanto fin dalla loro creazione, nel 1989, si sono collocati in opposizione al FLN e agli islamisti. Si è continuato a considerarli tali, di fronte al terrorismo e alle tendenze islamiste degli anni’90. In realtà non hanno affatto mostrato, e meno che mai dimostrato, alcun attaccamento alla democrazia. Non si sono mai pronunciati apertamente sulle questioni dei diritti reali né affermato posizioni chiare. Si sono limitati ad opporsi al regime in modo ambiguo. Si sono compromessi col regime, perdendo ogni credibilità nei confronti della società civile.
Un esempio: il 12 novembre 2008 l’Assemblea nazionale ha modificato la Costituzione per alzata di mano. Tutti questi partiti che oggi denunciano il mandato a vita, si sono limitati a denunciare a fior di labbra quello che stava succedendo. Perché non hanno assunto alcuna iniziativa allora? Non bisognava denunciare, dimettersi da questa assemblea che era stata male eletta con una partecipazione al voto (ufficiale) di solo il 36% dell’elettorato? Al contrario, hanno piegato la schiena, solo perché poco prima il Potere aveva loro fatto “votare” un aumento delle indennità dei deputati, di circa 30 volte superiore al salario minimo garantito!
Dopo un simile comportamento, che credibilità, quale consenso possono raccogliere questi partiti di opposizione tra una popolazione in preda ad una miseria crescente e, soprattutto, incomprensibile?
Dalla loro elezione, nel marzo del 2007, questi deputati non hanno proposto niente ai giovani. Gli harraga sono per loro senza importanza e considerano i giovani come un’azienda commerciale e le donne come una campana da fare suonare nelle campagne elettorali.
E non è più credibile il partito FFS (Front de Forces socialistes) di Ait Ahmed, dal momento che si limita a proporre il boicottaggio e non c’è altro da attendersi da lui. E comunque come può un  capo di partito che vive a Losanna dare agli algerini sicurezza e prospettive politiche?



Le domande

Cifre e percentuali di partecipazione al voto
- I partiti e i candidati sconfitti parlano di frodi massicce; ma dal momento che hanno accusato per mesi l’amministrazione di avere intenzioni fraudolente, che cos’altro potrebbero dire oggi? Se i numeri sono stati veramente truccati, occorre anche segnalare che le liste elettorali sono state revisionate ed, essendo diminuito il numero degli iscritti, giocoforza le percentuali di partecipazione sono aumentate.
- D’altronde nessuna accusa si è tradotta in denunce formali, né sembra supportata da prove tangibili.
- I candidati non sono sostenuti da militanti o simpatizzanti. Lo Stato ha pagato i “controllori” delle elezioni designati dai candidati, che hanno anche chiesto un aumento del budget. Quale credito accordare a questo genere di accuse in un simile contesto?
- Ancora un’altra aberrazione dei partiti sedicenti di opposizione, di estrema sinistra, che hanno  gridato alla futura frode, pur prestandosi al gioco del controllo delle elezioni, solo perché vi era del denaro da guadagnare!
C’è un altro elemento da considerare, ed è l’appello al boicottaggio. Prima di tutto gli argomenti a sostegno non erano solidi e in più erano mal posti.
Gli argomenti erano inconsistenti, tipo Bouteflika è stato imposto dall’esercito. Ma lo dicono con dieci anni di ritardo, visto che è presidente dal 1999. Le critiche al regime sono altrettanto antiquate e portate avanti da gente che ha partecipato a tutti gli intrallazzi. Hanno fatto una campagna contro la persona, senza  proposte né prospettive, cosa assolutamente improduttiva in politica. Un altro errore grave è stato commesso dalla RCD (Raggruppamento nazionale democratico), che ha sostituito la bandiera nazionale con un drappo nero. In Algeria non si gioca in questo modo, perfino in Kabylie (regione abitata in prevalenza da berberi, ndt) hanno preso le distanze dal gesto e dalle parole d’ordine del partito.
Quello che i candidati e tutti gli avversari del presidente hanno trascurato è la statura e la forza del personaggio. Non hanno saputo apprezzare quello che è, ciò che rappresenta e, soprattutto, il suo percorso e la sua esperienza.


Gli altri candidati
Sconosciuti o poco credibili. La loro campagna è stata inconsistente, sempre gli stessi discorsi, le stesse denunce.  Non hanno proposto programmi ma si sono limitati a lamentarsi del fatto che non avevano gli stessi mezzi del presidente, che era sostenuto dall’amministrazione. In questo modo si può mai reggere il confronto? Gli Algerini non credono alle promesse elettorali, sono già stati abbondantemente ingannati. Gli islamisti hanno loro promesso il paradiso ed hanno creato l’inferno.


Le ragioni del trionfo di Bouteflika
Io non credo che vi siano state particolari ragioni sociali per questo trionfo dal momento che la situazione economica è peggiorata. Ma è proprio sul piano politico che il presidente ha distanziato gli altri candidati. Sa fare dei discorsi ed il popolo ha bisogno di speranze, di credere che le cose possono cambiare.
Io non so se sia già successo anche altrove, ma mi sembra che il popolo abbia punito l’opposizione. Mentre prima ci si lamentava del potere e della sua incapacità di proporre qualsiasi cosa, in questi ultimi anni, si rimprovera all’opposizione la sua inconsistenza, la sua compromissione e la sua incapacità.


Gli eredi della rivoluzione

Vi sono diverse categorie di persone tra gli eredi della guerra di indipendenza.  Ci sono quelli che si sono allineati col regime e si godono i frutti del loro impegno. Quelli che, dopo l’indipendenza, si sono ritirati a vita privata. Quelli che hanno mantenuto il loro impegno ma senza potere, militanti con gli Algerini senza mezzi, ecc.
C’è la nostra generazione, impregnata di principi, che rifiuta di compromettersi, ma è emarginata ed esclusa da ogni spazio di decisione, senza alcuna possibilità di agire.

La sinistra in Algeria?
Non esiste più. Uno dei partiti troschisti, l’OST (Organisation socialiste des travailleurs) a tendenza lambertista, è diventato PT (Partito dei lavoratori) e sostiene e difende il programma del presidente. Per fare “opposizione” la sua Segretaria Generale, candidata alle presidenziali,  critica i ministri che applicano questo stesso programma.
L’altro partito, PST (parti socialiste des travailleurs) è insignificante dal punto di vista numerico e del consenso. Per niente convincente, la sua proposta politica non ha registrato alcuna evoluzione dalla notte dei tempi. Giustificando l’insuccesso con la mancanza di mezzi, ha partecipato al “controllo” delle elezioni, perché era pagato!
I comunisti non esistono da almeno trent’anni. Sperando di ricostituirsi, hanno cambiato sigla perché non sono ascoltati.
Dunque è la loro inconsistenza a rispondere alla domanda: che cosa conta di fare la sinistra?
Forse, prima di tutto esistere.


E’ brutto finire con una nota pessimistica, ma io nutro la speranza che le crisi creano delle rotture e che la situazione sia talmente grave che non possa che migliorare in futuro.
Ti mando un articolo che avrei voluto pubblicare prima delle elezioni per spiegarti lo stato in cui ci troviamo.
 
 

Non voto o boicottaggio?

Il boicottaggio è un atto politico al quale si deve aderire con convinzione, in quanto portatore di prospettive di cambiamento. Non si fa appello all’insurrezione popolare senza una precisa valutazione delle forze. Ebbene, quelli che oggi invitano al boicottaggio non hanno mai affrontato le urne, ma si appropriano delle disillusioni popolari.


Fin dalle prime elezioni pluraliste, il popolo è accusato di tradimento perché non ha votato secondo i desideri degli uni o degli altri.
Nel 1990-91, nei confronti della religione
Durante il decennio ’90, dall’esercito o dal terrorismo
Gli anni 2000, pro o contro il progetto di riconciliazione
Nel 2009, votare o non votare significa ancora tradire.


Il popolo ha rinunciato a tutte le libertà e le speranze. Può ancora pretendere libertà di coscienza, votare o non votare secondo coscienza? Ritrovarsi in una cabina elettorale senza colpevolizzare né tradire alcuno?
Il boicottaggio responsabile può essere accettabile davanti alla Storia. Inammissibile è il non voto, la smobilitazione generale e il fallimento di un’opposizione che si compiaccia del disinteresse elettorale.

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Sarà bene precisare la definizione di quelle espressioni che oggi tanto si sprecano e che sono sconosciute. Secondo il Larousse:
Democrazia: regime politico nel quale il popolo esercita la sua sovranità
Cittadino: membro di uno Stato e perciò titolare di doveri e diritti politici
Voto: atto attraverso il quale i cittadini di un paese esprimono le loro opinioni
Boicottaggio: cessazione volontaria di ogni relazione con un individuo, una impresa o una nazione.

Dunque la democrazia non dà diritti, permette però di battersi per conquistarli.
Le donne,che in effetti non sono cittadine a pieno titolo, affermano e rivendicano questa cittadinanza. Se avessero aspettato di ottenere tutti i loro diritti prima di esprimersi, gli emendamenti del Codice della famiglia e l’articolo 31 bis non avrebbero ancora visto la luce.


La storia dimostra che i popoli devono strappare con la lotta il diritto di voto, i Neri di America e dell’Africa del Sud. Gli Algerini si sono ribellati contro il diniego di cittadinanza. Hanno sempre difeso  il voto. Dall’indipendenza il popolo si giova di questo diritto. Perfino i candidati unici del partito unico dovevano essere eletti.
L’esercizio di questo diritto, per gli Algerini, è sacro. Deve essere difeso. Fragile, ci è stato sottratto nel 1990, sostituito con quello esercitato col libretto di famiglia, che permetteva ad un uomo di votare al posto di 5 donne. E la cosa non ha scandalizzato nessuno degli attuali autoproclamatisi depositari esclusivi della democrazia. Le donne hanno dovuto combattere da sole questa lotta,  e alla fine questo articolo è stato abrogato.


L’attuale impasse politica, dovuta tanto alle restrizioni delle libertà che all’atteggiamento compromissorio delle opposizioni, fa temere, da parte degli uni e degli altri, il disinteresse e la partecipazione degli elettori.


La frode elettorale non è uno scoop, essa viene evocata ad ogni elezione. Se essa deve essere denunciata, non è invece ammissibile che si tenti di volgere la smobilitazione a profitto dei boicottatori. E’ troppo facile confortare quelli che restano in silenzio,  attribuendo loro buona coscienza ed un significato politico. Il boicottaggio non deve essere assenza di opinione, al contrario deve essere un atto politico fortissimo, che deve tendere ad un cambiamento radicale grazie ad una mobilitazione generale della società. E’ assai lontano da una incoscienza collettiva.
In assenza di prospettive e di argomenti politici, si sono trasformate delle elucubrazioni in analisi politiche.


Triste constatazione dopo 20 anni di pluralismo politico!


Gli elettori sono scoraggiati per l’assenza di credibilità delle opposizioni. Qualsiasi cosa gli uni o gli altri auspichino, nessun cambiamento potrà venire dalla propaganda per l’immobilismo. Le elezioni non si preparano durante una campagna elettorale.

Chi vuole e che cosa si vuole boicottare, l’uomo o il sistema?
Il boicottaggio richiede cause, argomenti, una meta e degli obiettivi politici.
Le cause: il mercato del voto. Scoop 2009? Prima delle elezioni la frode non è un’analisi politica, ma un processo alle intenzioni. Se essa è inevitabile, perché tutti i partiti , anche quelli che scelgono il boicottaggio, accettano di farsi pagare per partecipare al controllo delle elezioni?
Gli argomenti: votare vuol dire sostenere il presidente. Quale disprezzo nei confronti degli elettori considerati incapaci di discernere
Il popolo chiede delle soluzioni al problema del: costo della vita, impoverimento, abusi di potere, limitazioni delle libertà, reati di stampa, la giustizia ingiusta, le condanne dei giovani harraga, suicidi per disperazione, le condanne delle donne che denunciano abusi sessuali, ecc (la lista è infinita).
La finalità: discreditare il presidente eletto. E l’Algeria, il popolo, quelli che si battono per la democrazia, per il cambiamento, quale posto viene loro accordato? A chi giova il discredito di un paese?
Gli obiettivi:   l’opinione e gli osservatori internazionali. Chi crede ancora alla loro credibilità? Dopo le missioni in Israele, Sahara occidentale, Afghanistan e altrove? Sperano di riprodurre uno scenario all’irachena?
Siamo seri, gli stranieri non si interessano che alle ricchezze che possono ricavare.


Più sento i boicottatori, più la povertà dei loro discorsi mi convince ad andare a votare.  Per chi? Preferisco non ascoltare i candidati, se no….


Nasséra Merah :
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