Crisi Siriana
Bachar Al Assad, il ribelle
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Analisi, aprile 2013 - (…) Si comincia col fare “come se”, ipotizzando delle situazioni a partire dalle quali si creeranno altre situazioni che, a loro volta, serviranno come basi per ulteriori sviluppi, e così di seguito, verso l’obiettivo finale... (nella foto, Bachar al Assad con la moglie Asma)
Legrandsoir, 9 aprile 2013 (trad.ossin)
Bachar Al Assad il ribelle
AVIC
(…) Si comincia col fare “come se”, ipotizzando delle situazioni a partire dalle quali si creeranno altre situazioni che, a loro volta, serviranno come basi per ulteriori sviluppi, e così di seguito, verso l’obiettivo finale (…) Gli ultimi ritrovati di queste tecniche si stanno applicando alla Siria. Dopo due anni di manipolazioni in cui ogni situazione deriva da quella ipotizzata prima, si sta passando ad una fase ulteriore tendente sempre a eliminare l’ostacolo Assad, in una sorta di piano B o C. Non si contano più
Quali sono i nuovi sviluppi?
Dopo avere creato un popolo siriano virtuale, oppositore di Bachar Al Assad in quanto sempre maltrattato da una dittatura anch’essa virtuale, si realizzano una serie di avvenimenti logicamente derivanti da questa virtualità. Viene creata dal nulla una Coalizione nazionale di opposizione (non tenendo alcun conto dell’opposizione già esistente) per resistere all’oppressione. Per difendersi dai massacri virtuali, la coalizione si dota di un esercito composto da combattenti siriani virtuali (ma in realtà autentici terroristi jihadisti) che mettono la Siria a ferro e fuoco. Come ci si poteva aspettare, questi combattenti, nello scontro con un esercito regolare, cadono come mosche. Ma paradossalmente essi non muoiono mai. Quando cade un jihadista, si trasforma immediatamente in un civile, di modo che si possa dire che l’esercito siriano ammazza masse di civili.
Due anni di conflitto, due anni di virtualità, e la Siria resiste sempre. Tutti gli abituali scenari sono stati tentati, ma invano. Lo scenario all’irachena, coi suoi tentativi di corrompere i generali, non ha avuto esiti. Lo scenario libico, con la defezione di alte personalità, nemmeno. I massacri organizzati alla rumena, ancora meno. Il tutto in un’atmosfera di terrorismo quotidiano come in Pakistan, in Afghanistan e in Iraq, un terrorismo che sembra dire: “noi ci siamo sempre, noi non molleremo mai, abbiamo ancora abbastanza riserva di carne umana per riuscire a piegarvi…”
Siccome tutti gli scenari classici sono falliti, se ne tentano altri, inediti, ma sempre conseguenza di situazioni anteriori. Una coalizione di opposizione già esiste. Essa era stata virtualmente legittimata come opposizione ufficiale fin dalla sua creazione. Trovandosi, è diventata anche rappresentativa di tutto il popolo siriano. Come e in virtù di cosa, questo non interessa, siamo ancora nel virtuale. Col terreno già preparato in questo modo, è facile passare alla tappa seguente.
L’opposizione diventa un governo. Occorreva solo mettervi alla testa un primo ministro. Un paese in pieno caos, senza governo legittimo, accaparrato da un clan, con una coalizione che rappresenta quella parte del popolo che è stata costretta all’esilio, questo paese aveva tutto il diritto di scegliersi un governo. Come si era potuto non pensarci prima?
Un primo ministro, un governo, resta solo da avere dei rappresentati all’estero. Qualche ambasciatore già è presente in alcune capitali degli amici virtuali della Siria. La Lega araba concede il seggio della Siria al governo virtuale. E’ l’ora di andare a cercare la poltrona all’ONU.
Tutte queste manovre hanno una finalità: trasformare un governo virtuale in un governo legittimo e spedire il vero governo legittimo nel nulla e fare come se non fosse mai esistito. Un vero intrigo. Nei giorni o nelle settimane a venire, sarà possibile che si comincerà a parlare dell’esercito siriano come di un esercito di mercenari equipaggiato da Hezbollah, Iran e Mosca. Bachar Al Assad diventerà il capo dei ribelli che terrorizzano i civili innocenti, sulla sua testa sarà forse messa una taglia.
Questo scenario sembra esagerato, e però si è visto di peggio. Chi ricorda perché fu possibile alla Francia di concedere l’ambasciata siriana alla Coalizione? Si rammenta che la Francia aveva respinto l’ambasciatrice siriana dopo i massacri di Hulé, sapendo bene che cosa era realmente avvenuto. Nonostante gli esiti delle successive inchieste (che hanno dimostrato che la strage era stata fatta dai “ribelli” e non dall’esercito regolare, ndt) e nonostante l’evidenza, la Francia non ha cambiato posizione. Infatti una situazione virtuale non ha alcun bisogno do essere credibile. Il suo obiettivo è solo quello di servire come trampolino per altri avvenimenti, in una sorta di corsa sfrenata verso l’obiettivo finale che, nel caso di specie, è “Bachar Al Assad se ne deve andare”. In certi casi è addirittura augurabile che la situazione iniziale non sia credibile, ma essa deve restare abbastanza sfocata da consentire delle prese di posizioni nette su dei fatti non verificabili, cosa che consente di nascondere ogni discussione sulle decisioni prese dagli autori della sceneggiata. Per esempio, ammesso pure che Assad sia un dittatore, in nome di cosa bisogna andare ad ammazzare dei siriani per cacciarlo? Se l’occidente è investito del diritto divino di sopprimere le dittature, perché questo dittatore e non un altro? Se si accetta che migliaia di persone che scendono in piazza siano considerati come rappresentative di un intero popolo, perché non accettare la stessa cosa anche in Spagna, in Francia, in Grecia, in Arabia Saudita e in Bahrein? Sorgono domande come questa ad ogni tappa degli scenari virtuali che ci montano, ma si fa di tutto perché non vi sia modo di porle. Si agisce prima in una sorta di azione riflessa – e dunque facilmente comprensibile – mettendo da parte le questioni complesse per il dopo. E dopo, è mai, perché l’incalzare degli avvenimenti è talmente convulso che non serve più a niente interrogarsi su vicende che sono oramai passate. Ad uno stadio avanzato, altri interrogativi che non siano quelli del momento sono considerati come una cospirazione, un negazionismo, o altri ismi creati per la circostanza.
Nel caso della Siria siamo in uno stato avanzatissimo. Quello che è successo due anni fa? E’ passato oramai. I massacri di Hulé? Un fatto troppo vecchio. Perfino le armi chimiche cominciano a sbiadirsi, quando l’inchiesta su di loro è appena cominciata. Cosa verrà fuori da questo nuovo scenario? Sicuramente niente, come sempre, perché l’ostacolo da superare è sempre là, si rafforza di giorno in giorno: la Russia. Malauguratamente gli aggressori continueranno la loro opera, tanto sono persuasi di poter vincere un giorno. Fino a quando non avranno esaurito tutte le possibilità di virtualizzazione che offre il mondo di oggi, essi continueranno, come un Vil Coyote accanito contro Assad- Bip Bip