Crisi Siriana
Washington confessa di essere impotente a cacciare Assad
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Al-Manar, 18 maggio 2013 (trad. ossin)
Washington confessa di essere impotente a cacciare Assad
Sami Kleib (*)
Le consultazioni Stati Uniti-Russia puntano al dialogo col regime siriano, senza pretendere che Assad lasci il potere prima della scadenza del mandato.
Duro colpo per gli oppositori, che parlano ormai di un cambiamento di rotta da parte di Washington nei confronti della Siria. Un ex diplomatico francese, impegnato in diversi dossier regionali, non se ne meraviglia. “Non mi sorprenderebbe minimamente se gli USA finissero col mollarci, perché ci sono abituati”! “Il nostro errore sarebbe stato di avere consegnato la Siria a takfiriti, qaidisti e al Fronte al-Nosra”.
Ma è reale il mutamento di rotta di Washington?
Secondo le informazioni in nostro possesso, almeno tre paesi europei (la Germania, il Belgio e l’Italia) hanno stabilito segreti contatti con Damasco. Essi non vogliono consegnare armi ai ribelli avendo paura che il terrorismo potrebbe abbattersi, in un prossimo futuro, sui loro paesi. Pensano che Hollande dovrà agire al più presto per limitare i danni che la politica del suo predecessore ha provocato, mentre l’opposizione in Francia continua a denunciare i legami stretti tra l’Eliseo e il Qatar, sponsor del takfirismo in Nord Africa, in Africa e in Siria.
La Siria ha elaborato una lista di 28 paesi, arabi e non arabi, i cui terroristi sono attivi in Siria e l’ha presentata all’ONU, cosa che ha reso inquieti gli europei. Questa lista comprende nomi statunitensi, francesi, begli, tedeschi, danesi, olandesi. Questi terroristi non possono essere controllati senza uno stretto coordinamento tra i servizi di informazione dei paesi europei, da una parte, i Siriani, i Libanesi, gli Iraniani e i Russi dall’altra, che già cooperano d’altra parte, in forma discreta e lontano dalle telecamere.
Le informazioni provenienti da Washington parlano di un semaforo verde USA al mantenimento di Assad al potere fino alla scadenza del suo mandato. Gli Stati Uniti si trovano in una posizione difficile in Siria. Hanno con chiarezza comunicato ai Russi di non essere in grado di mutare rapidamente e radicalmente la loro posizione e di avere quindi bisogno di tempo.
(*) giornalista libanese, specialista della Siria e conduttore della televisione arabofona al-Mayadeen