Crisi Siriana
El Quseir: la madre di tutte le battaglie siriane
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El Quseir: la madre di tutte le battaglie siriane
Luc Michel (26 maggio 2013)
“Le nostre forze armate continuano a dare la caccia ai terroristi su tre assi a Quseir, a est, a ovest e a sud, e segnano grandi progressi attaccando i loro covi” – TV siriana, sabato scorso
L’esercito ha lanciato domenica l’assalto a questa città che è strategica sia per i ribelli che per il governo siriano, assumendo via via il controllo della parte sud, est e ovest. La città è strategica per il governo siriano perché si trova sulla strada che collega Damasco al litorale, la sua retrovia, e al Libano, con le basi degli alleati di Hezbollah.
Un obiettivo strategico di primaria importanza
Quseir o El Quseir, città di 25.000 abitanti, si trova sull’asse di collegamento tra la capitale e la regione alawita, la minoranza da cui proviene il presidente Assad, sulla litoranea. Da diverse settimane l’esercito tentava di riconquistare questo bastione jihadista. Si tratta di una battaglia capitale per la prosecuzione delle operazioni di ripulitura della Siria. E’ la “madre di tutte le battaglie” siriane.
Una vittoria dell’Esercito Arabo Siriano renderà sicuri i collegamenti tra Damasco e Beirut (Libano) e con la regione costiera alawita e la base navale russa di Tartus. Isolerà la ribellione e preparerà la riconquista completa di Aleppo. Comporterà il taglio delle linee di approvvigionamento del cosiddetto “Esercito siriano libero” e dei katiba jihadisti. In linea di mira, la riconquista totale di Homs.
“Se l’esercito riuscirà a controllare Quseir, cadrà tutta la provincia di Homs”, ha affermato una settimana fa all’AFP Rami Abdel Rahmane, in pieno panico, direttore dello pseudo “Osservatorio Siriano dei diritti dell’uomo” (OSDH), una struttura di propaganda del M16 inglese, col compito di inventare i “fatti quotidiani” sulla Siria ad uso e consumo dei media della NATO, con sede in Inghilterra. Il controllo di Quseir è essenziale per i “ribelli”, perché questa città si trova lungo la più importante via di passaggio dei combattenti e delle armi in provenienza e in direzione del Libano.
Gli jihadisti di Quseir presi nella morsa
In queste ultime ore, gli jihadisti di Quseir sono stati presi nella morsa dall’esercito nel nord della città, precisava venerdì scorso all’AFP un ufficiale responsabile delle operazioni. “Gli uomini armati (terroristi) sono circondati da tutti i lati, e non c’è via di fuga per loro come prima”, aveva affermato l’ufficiale al giornalista dell’AFP al seguito dell’esercito. Infatti la nuova tattica dell’Esercito è di non lasciarsi più scappare i terroristi, errore commesso negli ultimi mesi.
“La battaglia proseguirà fino alla liberazione completa di Quseir. Ci troviamo nella seconda e penultima fase della battaglia”, ha precisato l’ufficiale, segnalando che fino a questo momento “sono stati uccisi 600 ribelli”.
L’esercito siriano è riuscito sabato a penetrare nell’ex aeroporto militare di Dabaa, una posizione chiave nella linea di difesa dei ribelli a nord di Qusseir, ha segnalato una fonte militare siriana. “L’esercito siriano è penetrato all’interno dell’aeroporto di Debaa da nord-ovest, i combattimenti si svolgono oramai all’interno dell’aeroporto dopo che l’esercito ha conquistato la linea di difesa dei ribelli”, ha precisato la stessa fonte.
Questo ex aeroporto si trova a 6 chilometri da Qusseir ed è situato sull’unica strada a nord della città. Secondo l’AFP (ma non ci si deve fidare di queste fonti, perché sono spesso un semplice riassunto delle media menzogne dell’OSDH), sono state le forze speciali dell’esercito ed Hezbollah a realizzare l’assalto.
L’Impegno di Hezbollah
Da una settimana le forze di Damasco non sono più sole. Lo Hezbollah libanese si è infatti impegnato in modo spettacolare in questa battaglia feroce al fianco dell’esercito siriano per la conquista di Qusseir.
“La Siria protegge le spalle della resistenza, sostiene la resistenza. La resistenza non può restare a braccia incrociate quando chi le protegge le spalle è esposto e quando il sostenitore viene distrutto. Se non agissimo, saremmo degli idioti”, ha sottolineato sabato scorso il capo del movimento sciita libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah.