Crisi Siriana
La Siria e il suo Stato nazionale: una vittoria certa
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Crisi siriana, febbraio 2016 - Nonostante la ferocia della cospirazione e della guerra contro la Siria, che dura da cinque anni, resto assolutamente certo della vittoria dello Stato nazionale siriano
Athabat.net, 10 febbraio 2016 (trad. ossin)
La Siria e il suo Stato nazionale: una vittoria certa
Generale Emile Lahoud (*)
Nonostante la ferocia della cospirazione e della guerra contro la Siria, che dura da cinque anni, resto assolutamente certo della vittoria dello Stato nazionale siriano. Ed ecco che gli sviluppi sul campo confermano la mia speranza
Ho cominciato a cogliere i primi segni della cospirazione contro la Siria fin da quando ho assunto le funzioni di Presidente della Repubblica (del Libano) quando, durante la mia prima tournée araba alla fine del 1998, l’emiro del Bahrein, non ancora proclamato regno, mi sorprese annunciandomi che il presidente Hafez al-Assad ne aveva solo per qualche settimana prima di tornare al Signore e che suo successore sarebbe stato Abdel Halim Khaddam, non il figlio Bachar; ciò in presenza del capo del suo governo che si trovava alla mia sinistra. Io lo assicurai che Al Assad stava bene e che le informazioni che mi forniva erano totalmente infondate.
Poi fu Vedrine, inviato da Jacques Chirac, che mi sorprese dicendomi, mentre lo accompagnavo alla porta del mio ufficio, per evitare che la conversazione fosse registrata, che Hafez al-Assad sarebbe presto morto e che successore sarebbe stato Khadam e non Bachar. Anche in questa occasione, io affermai il contrario.
Nello stesso periodo, fu il turno del deputato Walid Joumblatt di dirmi le stesse cose, salvo ad indicare, come successore di Hafez al-Assad, Hikmat Chehabi.
L’aggressione contro la Siria è stata lanciata quando si sono resi conto di non essere in grado di spezzare la Resistenza in Libano. Una guerra internazionale guidata secondo un piano a lungo termine, iniziata con notevole anticipo e servendosi di ogni possibile ipocrisia; la Turchia simulando amicizia verso Damasco, il Qatar facendo finta di condividere le sue prese di posizione, l’Arabia Saudita corteggiandola, la Francia di Chiarc e poi di Sarkozy avvicinandosene, senza parlare della teste d’uovo negli Stati Uniti…
Cinque o sei anni di tergiversazioni, di ricatti, di complotti, durante i quali hanno preparato il terreno, le associazioni religiose, gli sceicchi di facciata, i media, i sedicenti rappresentati della società civile e difensori dei “diritti umani”, perfettamente e abilmente presi all’amo attraverso i programmi di scambi e di formazione statunitensi, europei e dell’ONU; per la realizzazione del loro progetto devastante (caos creativo) che doveva sfociare nella dissoluzione della Siria.
All’esito di questi cinque anni di fantastica resistenza della Siria, io sono assolutamente certo della vittoria del suo esercito, del suo popolo e del suo governo contro questa nuova guerra coloniale; una vittoria che ci porterà senz’altro verso una nuova tappa. Al Fronte del Rifiuto e all’Alleanza della Resistenza il compito di capire come metterla a profitto perché non si ripetano le esperienze delle nostre vittorie di qualità mostrandoci indulgenti verso i nostri nemici, i quali, dal canto loro, non dimostrerebbero alcuna misericordia, se una qualunque vittoria fosse loro concessa.
(*) Il Generale Émile Lahoud (nella foto a sinistra) è stato Presidente della Repubblica libanese dal 1998 al 2007
Fonte: Al-Thabat (Libano)