Crisi Siriana
Le prove della collaborazione tra Israele e Al Qaeda in Siria
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Crisi siriana, giugno 2016 - Un rapporto dell'ONU conferma che, nel Golan, l'esercito israeliano fornisce assistenza militare, logistica e sanitaria ai terroristi di Al Nusra, la filiale siriana di Al Qaeda (nella foto, un ferito di Al Qaeda ricoverato all'ospedale israeliano di Naharia)
Al-Monitor, 13 giugno 2016 (trad. ossin)
Le prove della collaborazione tra Israele e Al Qaeda in Siria
Khaled Attalah*
Fin dall’inizio della crisi siriana, il governo di Damasco ha sempre accusato Israele di indebita ingerenza, da el Quseir, nei pressi di Homs, nel maggio 2013, fino all’avanzata del fronte sud nel settembre 2014. Un rapporto dell’ONU pubblicato in dicembre viene a dargli ragione.
Secondo questo rapporto, relativo al periodo marzo-maggio 2014, la Forza di osservazione delle Nazioni Unite per il disimpegno (UNDOF) ha rivelato l’esistenza di contatti tra i terroristi di Al Nusra (filiale siriana di Al Qaeda) e l’esercito israeliano lungo la linea di cessate il fuoco del Golan, particolarmente durante i duri combattimenti tra l’esercito siriano e i terroristi stessi. Il rapporto conferma anche che le forze dell’ONU hanno localizzato dei terroristi, mentre trasportavano 89 feriti, passando per la linea del cessate il fuoco, verso la zona occupata dagli Israeliani. Le forze dell’ONU hanno anche osservato l’esercito israeliano consegnare due container ai terroristi del versante siriano dell’altopiano del Golan.
I contatti tra i terroristi e l’esercito siriano si sono intensificati con l’apertura, in settembre, del fronte sud a Daraa e a Quneitra, secondo quanto raccontato da Mohammad Qassim, un oppositore di Quneitra che si nasconde dietro uno pseudonimo. Qassim, che aveva attivamente sostenuto le milizie nel corso dell’offensiva di settembre, è stato intervistato via Skype da Al-Monitor. «La battaglia per il controllo di Quneitra, il 27 settembre, è stata preceduta da intese di coordinamento e lo stabilimento di una rete di comunicazioni tra Abu Dardaa, un capo di Jabhat Al-Nusra (la filiale siriana di Al Qaeda), e l’esercito israeliano», dice. «E, secondo un comandante dell’Esercito Siriano Libero (ESL, organizzazione ribelle) che ha parzialmente partecipato alla battaglia, l’esercito israeliano ha fornito ad Abu Dardaa mappe della zona di frontiera e dei posti strategici dell’esercito siriano nella zona sud».
L’attacco lanciato da Al-Nusra, la filiale siriana di Al Qaeda, per il controllo del passaggio di Quneitra, è stata coordinata con l’esercito israeliano, per il tramite di Abu Dardaa, secondo Qassim. «Durante gli scontri, gli Israeliani hanno bombardato massicciamente molte postazioni del governo siriano, costretto ad allontanarsi un aereo da guerra che tentava di arrestare l’avanzata dei terroristi e preso di mira altri apparecchi».
Il 23 settembre, secondo i media, Israele ha abbattuto un MIG-21 siriano sull’altopiano del Golan occupato, mentre si intensificavano i combattimenti tra i terroristi di Al-Nusra e l’esercito siriano. Secondo Qassim, prima degli scontri, Israele aveva fornito ai terroristi materiale di comunicazione ed equipaggiamenti medici. Il testimone ha anche notato che questo materiale ha migliorato le comunicazioni tra i terroristi e consentito di attrezzare quattro nuovi ospedali mobili nel sud e nel sud-ovest.
Sempre secondo Qassim, Israele ha autorizzato l’istallazione di un piccolo campo di rifugiati siriani alla frontiera dell’altopiano del Golan occupato, che «ospita decine di famiglie siriane, circostanza confermata dai rapporti dell’ONU, e fornisce l’assistenza umanitaria necessaria. Questo campo ospita anche i terroristi che si recano frequentemente nella zona israeliana, alcuni dei quali attraversano la frontiera più di tre volte al giorno».
Per quanto riguarda il trasferimento dei terroristi feriti, Qassim spiega che «tutti i terroristi o miliziani seriamente feriti che non possono essere curati negli ospedali da campo, vengono immediatamente trasferiti nella zona israeliana del Golan e, di lì, trasportati a bordo di un’ambulanza civile scortata da una pattuglia dell’esercito israeliano, verso un ospedale per essere curati. In seguito l’esercito israeliano viene contattato dai terroristi per ottenere informazioni».
Anche l’esercito siriano presente in zona ha notato l’assistenza israeliana ai terroristi. Le forze del generale Rami Al-Hasan stazionano alle porte della città di Madinat Al-Baath, nel governatorato di Quneitra. Veicoli blindati, tank e decine di checkpoint sono disposti tutto intorno alla città, che è contigua alle zone controllate dai terroristi. «Il primo risultato della cooperazione tra l’esercito israeliano e i terroristi è apparso evidente a Quneitra, quando questi ultimi hanno preso il controllo del posto di frontiera. Israele appoggia attivamente i terroristi, ospitandoli e ostacolando l’intervento delle forze aeree siriane e abbattendo un loro aereo. Israele ha anche fornito ai terroristi l’equipaggiamento necessario». Secondo il generale, «Israele pretende di esercitare un controllo su tutto il Golan e ha contribuito in modo significativo a intimidire gli osservatori dell’ONU per spingerli a ritirarsi dalla maggior parte delle loro postazioni»
IL 4 ottobre i terroristi di Jabhat Al-Nusra hanno conquistato Tal Al-Hara, a nord-ovest di Daraa, adiacente alla zona di Quneitra. Questa importante vittoria non avrebbe potuto essere conseguita senza l’appoggio di Israele, secondo Ghazwan al-Hourani, oppositore di Daraa (si tratta ancora di uno pseudonimo) che è stato testimone della cooperazione tra Jabhat Al-Nusra e Israele. «L’appoggio fornito da Israele nella battaglia di Tal Al-Hara è stato di alto livello e l’esercito israeliano è stato la testa pensante di questa battaglia, per la quale ha elaborato i piani, la tattica e tutto il resto. Gli strumenti di comunicazione diffondevano precise istruzioni in arabo su quanto i combattenti dovevano fare, momento per momento», dice il testimone a Al-Monitor.
Decine di strumenti di sorveglianza, di radio e di oscuramento, oltre ad un sofisticato equipaggiamento radar, sono stati trovati nel centro di comunicazione del governo a Tal Al-Hara, secondo Hourani, e documenti, carte e telefoni mobili del centro sono stati sistemati in container sistemati su camion e trasferiti verso una destinazione sconosciuta da Jabhat Al-Nusra.
La stazione di ricognizione aerea di Tal Al-Hara, l’ultimo centro di ricognizione governativo operante nel sud della Siria, è stato bombardato da aerei israeliani il 5 settembre, un mese prima di essere conquistato dai terroristi il 7 ottobre. Non può essere considerata una coincidenza, secondo Hassan. «Israele aveva delle buone ragioni per lanciare la sua forza aerea su Tal Al-Hara e dare poi ordine ai terroristi di attaccarla. La stazione radar era stata rinnovata nel 2012-2013, poi di nuovo all’inizio del 2014, con una tecnologia che estendeva il campo di osservazione fino al sud della Palestina occupata, al nord dell’Arabia Saudita e a Cipro, nel Mediterraneo, di cui il ministero siriano della difesa chiedeva la collaborazione, coi suoi partner russi. Israele vuole impedire all’esercito siriano di controllare i suoi movimenti nel Golan occupato e prevenire ogni tentativo di intercettare la sua forza aerea», dice.
Secondo il generale Rami Al-Hassan, a Israele non basta aiutare i terroristi militarmente e dal punto di vista logistico o medico. Li addestra anche nel Golan. «Abbiamo denunciato il fatto alla direzione dell’UNDOF e abbiamo anche minacciato di attaccarli. Però gli osservatori non ci hanno dato risposta e il campo è sempre là».
Qassim e Hourani si sono mostrati reticenti su questo punto sensibile. Hanno interrotto il colloquio, parlando con voce tremante, e hanno interrotto bruscamente ogni comunicazione quando qualcuno li ha informati che sarebbero stati in pericolo se avessero rivelato questi dettagli. Si trovano nella stessa situazione di molti attivisti dell’opposizione, che collaborano coi gruppi ribelli, ma che considerano ogni forma di collaborazione con Israele come un tradimento degli obiettivi rivoluzionari. «Questa cooperazione è un tradimento. Migliaia di persone muoiono, e non muoiono perché qualche decina di altri cospirino col nemico», dice Qassim. E aggiunge: «Noi abbiamo cominciato la rivoluzione e la termineremo senza l’aiuto di nessuno, soprattutto di quelli che ammazzano e continuano ad ammazzare, che hanno sfollato e continuano a sfollare migliaia di persone ogni giorno in Palestina, e che occupano una parte del nostro paese».
*Pseudonimo di un giornalista siriano
Fonte : Al-Monitor