Crisi Siriana
Siria, al Qaeda di nuovo alla ribalta
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Crisi siriana, 18 gennaio 2018 - Pare che al Qaeda « canale storico » si riposizioni in Siria approfittando dei rovesci subiti da Daesh. Le ultime dichiarazioni sembrano delineare un tentativo di unificazione dei movimenti terroristi nella provincia di Idlib...
Cf2R (Centre Français de Recherche sur le Renseignement), gennaio 2018 (trad.ossin)
Siria, al Qaeda di nuovo alla ribalta
Alain Rodier
All’inizio di gennaio 2018, il comando generale di al Qaeda (“Al-Qaïda central“) ha proposto una « pace dei coraggiosi » tra i diversi movimenti terroristi che combattono in Siria, particolarmente nella provincia di Idlib, per unire le forze contro il comune nemico: le forze filo-Assad. Questo comunicato di due pagine in arabo è stato tradotto in inglese, ma risulta omessa la seguente frase: « Chiedo ai miei fratelli, i soldati di al Qaeda del Levante, di collaborare con tutti i veri mujaheddin ». Ebbene, questa frase è interessante per più di un motivo:
– la sua assenza nel testo in inglese significa che essa è destinata alle sole popolazioni arabe; dunque non si indirizza ai volontari stranieri – soprattutto occidentali, russi o dell’estremo oriente -, e questo sembra escludere Daesh;
– l’espressione « veri mujaheddin » indica gli affiliati ad al Qaeda e ai movimenti più o meno affiliati;
– l’espressione « al Qaeda del Levante » compare senza che si sappia esattamente che ambito abbia.
Torna la « Nebulosa »
Il braccio armato della nebulosa al Qaeda del Levante, composta da « veri mujaheddin », da ottobre 2017 è il Jamaat Ansar Al-Furqan fi Bilad Ash-Cham (Gruppo dei Partigiani di buon senso nei paesi del Levante). Teoricamente è agli ordini di Hamza bin Laden, il figlio minore di Osama bin Laden, anche se niente consente di ritenere ch’egli si trovi di persona in Siria. E’ anche probabile che egli resti al momento al sicuro nelle zone tribali pachistane, ma questo « comando » virtuale gli conferisce una legittimità che gli permetterà di assumere forse in futuro un ruolo di primo piano nella nebulosa, addirittura di diventarne emiro. Al-Zawahiri non è certo eterno!
Il capo operativo del Jamaat Ansar al-Furqan fi Bilad ash-Cham sul campo è Khalid Moustafa Khalifa Al-Arouri – alias Abou Al-Qassam – che ha una storia particolarmente interessante. Nato nel 1967 a Ramallah ma vissuto a Zarqa, è stato amico d’infanzia del fu Abou Moussab Al-Zarqawi. Come lui, ha cominciato una carriera di delinquente giordano, « conosciuto dalla polizia » per delitti comuni, e si è poi orientato verso l’islamismo radicale. E’ stato detenuto contemporaneamente ad Al-Zarqawi nelle galere giordane, dal 1994 al 1999, per aver fatto parte del Bayat Al-Imam (Fedeltà al capo dei credenti), un movimento islamico rivoluzionario fondato dall’ideologo giordano-palestinese Abou Mohamed Al-Maqdisi.
Uscito di prigione, Al-Arouri va in Afghanistan con Al-Zarqawi, dove quest’ultimo aveva fatto il corso di addestramento reclute dal 1990 al 1992 (1). Entrambi organizzano dei volontari soprattutto giordani e palestinesi in un campo di addestramento sito nella provincia di Herat, nel nord ovest dell’Afghanistan. Al-Zarqawi vi fonda il suo primo movimento, il Jund Al-Cham (I soldati del Levante). Al-Arouri, che lo coadiuva, sposa una sua sorella, che si trovava sul posto, ciò che dimostra che Al-Zarqawi aveva lasciato la Giordania insieme ad una parte della famiglia.
Contattato da Saif Al-Adel, un uomo di Osama bin Laden, Al-Zarqawi negozia l’adesione del Jund al-Cham ad Al Qaeda, cosa che gli consente di accedere ai finanziamenti della nebulosa. In seguito all’invasione USA successiva agli attentati dell’11 settembre 2001, il gruppo di Zarqawi, dopo avere combattuto nella regione di Kandahar, preferisce riparare in Iran invece che nel più vicino Pakistan. In quest’epoca Teheran ha accolto molti membri di al Qaeda, compresa una parte della famiglia di bin Laden. E’ possibile che il Jund Al-Cham sia stato fin dalla sua creazione sotto la vigilanza del Servizi Segreti iraniani. In effetti la provincia di Herat era allora loro zona di influenza in Afghanistan. Questo potrebbe spiegare il suo ripiegamento in Iran, dove si sentiva più sicuro.
Ma il ruolo svolto dai mullah nei confronti di al Qaeda resta ancora oggi assai misterioso (2). Infatti, pur mantenendo i suoi attivisti sotto regime di sorveglianza – che poteva andare dall’incarcerazione fino ad arresti domiciliari non troppo rigidi -, Teheran li avrebbe utilizzati. I servizi USA affermano che gli Iraniani hanno assecondato la nebulosa terrorista nel reperimento di finanziamenti e quando hanno avuto bisogno di spostarsi verso zone di guerra. E’ così che Al-Zarqawi sarebbe stato autorizzato ad andare nell’Iraq del Nord nel 2003, poco prima dell’invasione USA. Dove si sarebbe unito ad un gruppo curdo islamico radicale, Ansar Al-Islam (3), creato nel 2001 dal mullah Krekar, un rifugiato curdo iracheno esiliato in Norvegia (4).
E’ possibile che Teheran abbia avuto di che pentirsi di questa tolleranza perché Al-Zarqawi, dopo un breve soggiorno clandestino in Siria e in Giordania, è tornato in Iraq dove, alla testa del suo gruppo Tawhid wal Djihad (Unicità e Jihad), si è scagliato risolutamente contro le popolazioni sciite irachene. Fino ad attirarsi perfino le critiche di Al-Zawahiri, poco prima di essere ammazzato nel 2006.
Al-Arouri, invece, non fu autorizzato a lasciare l’Iran. Si sa poco di quanto abbia fatto, salvo che sarebbe stato in contatto con Saif Al-Adel, anche lui detenuto in Iran. Si sostiene anche che abbia fatto da ufficiale di collegamento per Al-Zarqawi, soprattutto partecipando ad alcune riunione a Teheran col mullah Krekar, quando quest’ultimo era di passaggio nella capitale iraniana. Si sa anche che è stato liberato nel 2015 e si è recato direttamente in Siria. Dove ha deciso consapevolmente di lavorare con al Qaeda e non con Daesh. Bisogna anche dire che spesso si tende a dimenticare che il suo amico Al-Zarqawi, « padre fondatore » di Daesh, non è stato mai ripudiato dalla nebulosa, nonostante i suoi problemi relazionali con al Qaeda centrale.
L’avvio di una unione sacra tra ribelli
« Al Qaeda nel Levante » citata all’inizio di questa nota sembra essere la coalizione guidata da Abou Mohammad Al-Joulani, conosciuto col nome di Hayat Tahrir Al-Cham (HTC), erede diretta del Fronte al Nusra (5), cui si sono aggregati molti gruppi salafiti. Per settimane, essa si è scontrata col suo ex alleato Ahrar Al-Cham, uno dei gruppi ribelli più potenti del paese, per il controllo della provincia di Idlib. Il HTC ha avuto il sopravvento sul Ahrar Al-Cham e Hassan Sufan, il suo nuovo emiro – un ex detenuto della prigione di Sednaya (dal 2005 al 2016), di sinistra reputazione – ha concluso un accordo con questo gruppo che si è rapidamente trasformato in una collaborazione tra i due movimenti.
La dimostrazione di questa collaborazione si è avuta all’inizio di gennaio 2018. La base aerea di Abou al-Douhour, posta nella zona di sud est della provincia di Idlib, caduta il 19 settembre 2015 nelle mani del Fronte al Nusra (6), è stata teatro di violenti combattimenti tra il HTC, coadiuvato da gruppi di Ahrar Al-Cham, e le forze governative che tentavano di riprenderla. Non è impossibile che anche gruppi che si rivendicano di al Qaeda partecipino alla difesa della base.
Conclusioni
Pare evidente che al Qaeda « canale storico » si riposizioni in Siria approfittando dei rovesci subiti da Daesh. Le ultime dichiarazioni sembrano delineare un tentativo di unificazione dei movimenti terroristi nella provincia di Idlib. Al Qaeda non vuole apparire come leader, perché questa organizzazione spera di poter giocare un ruolo in futuro diventando un interlocutore imprescindibile – ma discreto, messo da parte il « marchio » al Qaeda – nella ricostruzione del paese che non mancherà di arrivare.
Tuttavia I terroristi sono costretti ad una unione sacra in quanto la provincia di Idlib è attualmente minacciata da più parti. A nord, la Turchia tenta di dispiegare truppe per potere poi, in seguito, spingersi verso est per isolare il cantone curdo di Efrin dal resto del Rojava (il Kurdistan siriano). Per fare questo, non esita ad appoggiare dei gruppi ribelli « moderati » equipaggiandoli con materiale militare moderno, compresi veicoli blindati. A sud, le forze regolari siriane rosicchiano poco a poco terreno con l’aiuto dell’aviazione russa. Per coronare il tutto, Daesh fa mostra della sua esistenza a tutti gli attori, lanciando azioni offensive nella stessa zona. Una rivendicazione farebbe stato che questa organizzazione partecipa ai combattimenti di Douhour.
Note:
1. E dove sarebbe stato reclutato dal suo maestro Al-Maqdisi. Per contro non è noto che cosa facesse Al-Arouri in quello stesso periodo
2. I servizi iraniani hanno verosimilmente cercato di infiltrarsi in al Qaeda per due ragioni: per raccogliere informazioni (ed è logico), ma anche per utilizzarla come da tempo fanno con Hamas ed il Jihad islamico palestinese (JIP). Abou Moussab Al-Zarqawi, l’ex responsabile di al Qaeda in Iraq, è stato verosimilmente reclutato dai servizi iraniani, ma poi è sfuggito loro, e questo è un classico della guerra segreta
3. In origine, Ansar Al-Islam era affiliato ad al Qaeda, ma è passato con Daesh nel 2014
4. Da notare che il suo status di rifugiato non gli ha impedito di restare estremamente attivo, perché ha soggiornato abbastanza spesso in Iran
5. Movimento che dipendeva direttamente da al Qaeda, ma che poi ha annunciato una rottura (di facciata, ndt) con la nebulosa jihadista nel 2016
6. Che vi hanno assassinato almeno 71 militari