Crisi Siriana
Attacchi occidentali contro la Siria. Chi ha vinto?
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Crisi siriana, 17 aprile 2018 - In fin dei conti, gli istigatori dei falsi attacchi con armi chimiche, gli Stati Uniti e i loro complici hanno fatto più male a loro stessi, di quanti ne abbiano fatti alla Siria (nella foto, un pompiere siriano senza protezione tra le rovine del presunto centro di stoccaggio di armi chimiche di Barzeh)
Moon of Alabama, 14 aprile 2018 (trad. ossin)
Attacchi occidentali contro la Siria. Chi ha vinto?
Moon of Alabama
Ieri sera la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco illegale contro la Siria e hanno bombardato diversi siti militari e civili all’interno del paese. Dicono che si tratti di una vendetta o una punizione per un presunto « attacco chimico » che vi sarebbe stato la settimana precedente
L’« incidente chimico » del 7 aprile a Duma è stato fabbricato ad arte per indurre Trump a revocare la decisione ritirare l’esercito USA dalla Siria. I « ribelli » salafiti di Duma, finanziati dai Sauditi, hanno recuperato dei cadaveri di bambini morti in altre occasioni, e li hanno accatastati in un appartamento per girare dei video falsi su un « attacco chimico » che hanno bugiardamente attribuito al governo siriano. (non è la prima volta che accade, leggi qui)
Trump ha fatto finta di prendere questi video per oro colato e ha twittato minacce contro la Siria e la Russia. La Russia ha minacciato di rispondere con fermezza se un attacco degli Stati Uniti avesse colpito i suoi soldati o i suoi interessi in Siria.
Il Regno Unito e la Francia che, come gli Stati Uniti, hanno da poco ricevuto la visita del principe ereditario saudita e sono stati inondati di miliardi di euro sauditi, hanno colto la palla al balzo. La Francia ammette oggi che le sue « informazioni » sull’incidente di Duma si basano unicamente sui video YouTube, falsi in modo evidente, e sulle affermazioni di organi di propaganda finanziate dall’occidente che cooperano con i jihadisti.
Ieri, il ministero russo della Difesa ha accusato la Gran Bretagna di avere fabbricato di sana pianta l’« incidente chimico » :
« Oggi il dipartimento militare russo dispone di nuove prove della partecipazione diretta della Gran Bretagna alla messa in opera di questa provocazione nella Ghuta orientale.
La Russia sa che, tra il 3 e il 6 aprile, Londra ha chiesto ai Caschi Bianchi di mettere rapidamente in opera questa provocazione, già preparata in precedenza.
I Caschi Bianchi sono stati informati che i militanti di Jaysh al-Islam avrebbero effettuato una serie di pesanti bombardamenti di artiglieria su Damasco dal 3 al 6 aprile.
Questo avrebbe provocato una risposta delle truppe governative e tale risposta avrebbe dovuto essere sfruttata dai Caschi Bianchi per mettere in opera la provocazione del presunto attacco chimico »
I Caschi Bianchi sono finanziati dal governo britannico e sono al comando di un « ex » ufficiale del Servizio di informazioni militare britannico. Le accuse dirette della Russia contro la Gran Bretagna hanno forse giocato un ruolo nella precipitosa decisione di attaccare ieri sera. E anche l’arrivo di tecnici dell’Organizzazione per il bando delle armi chimiche (OPCW) a Damasco. Questi ultimi indagheranno oggi sul presunto incidente di Duma e constateranno probabilmente che non c’è stato. Il fatto che i tre paesi non abbiano nemmeno atteso i risultati preliminari dell’inchiesta è in realtà una ammissione di colpa. Sanno bene che l’attacco chimico non c’è stato.
L’esercito USA temeva uno scontro diretto con la Russia. La settimana scorsa vi sono stati negoziati intensi tra il Pentagono e il ministero russo della Difesa. Si pensa che il segretario alla Difesa abbia dissuaso Trump dal realizzare un attacco più potente. La terza guerra mondiale è stata evitata.
La note scorsa qualcosa come 107 missili e missili da crociera sono stati lanciati contro due siti di ricerca e otto aeroporti militari in Siria dalle forze statunitensi, francesi e britanniche. Le forze russe e siriane sono state avvertite. Persone e attrezzature sono state evacuate. Le forze russe non hanno reagito perché le loro zone in Siria erano fuori tiro. La difesa aerea siriana è riuscita ad abbattere o a deviare 71 missili, prima che raggiungessero il bersaglio. Il Pentagono sostiene che nessuno dei suoi missili è stato distrutto o deviato dal suo obiettivo. Un noto media siriano di opposizione non è d’accordo con il Pentagono:
« L’Osservatorio siriano dei diritti umani è riuscito a documentare l’intercettazione da parte delle forze del regime di decine di missili che avevano come bersaglio le loro posizioni e le loro basi militari sul territorio siriano; parecchie fonti incrociate hanno confermato all’Osservatorio siriano che il numero di missili abbattuti supera i 65… »
Una percentuale di successo dal 60 al 70% per la difesa aerea contro i missili in entrata è stupefacente. La maggior parte di essi sarebbero stati distrutti dai sistemi Pantsir-S1 forniti alla Siria dalla Russia. Tutti gli aeroporti militari siriani sono oramai protetti da questi sistemi a corta gittata e, sebbene otto di essi fossero stati tra i bersagli, solo uno è stato colpito.
Uno dei bersagli che è stato colpito era il Centro di ricerca scientifica di Barzah, non protetto, nei pressi di Damasco. Il Pentagono sostiene che esso fabbrichi e stocchi armi chimiche. Questa affermazione è una menzogna evidente:
• Nel 2013, la Siria ha aderito alla Convenzione sulla guerra chimica e ha rinunciato a tutte le sue armi chimiche.
• L’OPCW ha fatto controlli in tutti gli ex siti di armi chimiche accessibili in Siria e ha assistito alla distruzione dei macchinari di fabbricazione
• Ha visitato e ispezionato l’istallazione di Barzeh almeno due volte. L’ultima nel 2017
• Il sito di Barzah era stato abbandonato dopo la distruzione dei macchinari
• Nessuno attaccherebbe un sito con normali bombe se sa che vi sono stoccate armi chimiche. Le bombe determinerebbero la dispersione di prodotti chimici pericolosi e tutti quelli che si trovano sotto vento ne sarebbero seriamente colpiti
• Dopo l’attacco statunitense, si è vista gente camminare tra le rovine. Nessuno era dotato di sistemi di protezione. Sicuramente lì non c’era niente di « chimico ».
Lo stesso vale per le istallazioni di Jaramana colpite dagli attacchi. L’affermazione del Pentagono secondo cui gli attacchi hanno colpito le « istallazioni di produzione e stoccaggio di prodotti chimici » siriani è una menzogna.
Nessuno sarebbe rimasto ucciso nel corso degli attacchi. Secondo il ministero della Difesa russo, tre persone sono rimaste ferite.
Quali saranno le conseguenze degli attacchi?
La pressione dei media, degli interventisti e dei neoconservatori a favore di una guerra più ampia contro la Siria (e la Russia) delle ultime settimane si è calmata. Perfino John McCain, che vuole sempre più guerre, sembra soddisfatto.
Il presidente della Russia, Vladimir Putin, non ha avuto peli sulla lingua:
« Un atto di aggressione contro uno Stato sovrano che è sulla linea del fronte della lotta al terrorismo è stato posto in essere senza mandato del Consiglio di sicurezza dell’ONU e in violazione della Carta delle Nazioni Unite e dei principi del diritto internazionale ».
Anche il governo cinese deplora la violazione del diritto internazionale e della carta dell’ONU.
Ordinando gli attacchi, il presidente Trump ha anche violato la legge statunitense, in particolare la War Powers Resolution.
Una riunione del Consiglio di Sicurezza di svolgerà oggi, ma siccome gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna dispongono del diritto di veto, non vi sarà alcuna conseguenza.
Una delle cose che non devono essere piaciute agli Stati Uniti è il successo che le difese aeree russe hanno riportato ieri sera contro gli attacchi USA. Questo annuncio della dichiarazione del ministero russo della Difesa provocherà loro qualche mal di testa supplementare:
« Deve sottolinearsi che da diversi anni la Russia ha ceduto alla richiesta dei nostri partner occidentali ed ha accettato di non fornire sistemi S-300 AD alla Siria. Tenuto conto del recente incidente, la Russia ritiene di poter riesaminare questa questione, non solo per quanto riguarda la Siria, ma anche altri paesi ».
Molti più paesi possono oramai acquistare sistemi di difesa aerea russa di punta. Le ingerenze degli Stati Uniti e gli attacchi israeliani contro la Siria saranno molto più rischiosi. Quando la Siria disporrà dei sistemi S-300, potrà individuare ed attaccare qualsiasi aereo israeliano sorvoli il Libano. Israele ha spesso utilizzato lo spazio aereo libanese per attaccare bersagli in Siria. Presto non potrà più permetterselo.
La Siria, l’Iran ed Hezbollah hanno tutti pubblicato dichiarazioni che annunciano rappresaglie per l’attacco. Esse avranno probabilmente luogo sul terreno contro bersagli e beni statunitensi in Iraq, in Libano, in Siria e in Israele. Il popolo siriano a Damasco ha constato il successo delle difese aeree e ne è rimasto molto soddisfatto. Risponderà con un accresciuto consenso verso il governo e i suoi piani di liberazione di tutta la Siria.
Trump si è sottratto alla pressione pubblica creata dal falso « attacco chimico » grazie ad un attacco aereo più o meno simbolico. Ha twittato « Missione compiuta ! ». Penso che continuerà ad insistere perché sia posto termine alle operazioni statunitensi in Siria. Chi ha montato il falso attacco chimico non ci ha guadagnato niente.
La reazione di Trump costituisce però un invito agli jihadisti e a chi li influenza a montare operazioni sotto falsa bandiera ogni volta che ciò sembri loro utile.
Il Pentagono ha lasciato la porta aperta a nuovi « attacchi chimici » e ad altri attacchi statunitensi. Ha detto oggi che la Siria dispone ancora di istallazioni di armi chimiche. Se così è, perché gli Stati Uniti non pretendono una ispezione e lo smantellamento di queste istallazioni da parte della OPCW? La Siria ha firmato la Convenzione sulle armi chimiche e sarebbe obbligata ad accettarla.
Il disprezzo evidente degli Stati Uniti per il diritto internazionale e per le organizzazioni internazionali come l’ONU, l’OPCW e l’AIEA avrà gravi conseguenze. Gli Stati Uniti possono adesso dire addio alla speranza di un accordo di disarmo con la Corea del Nord. La Russia, la Cina e altri paesi seguiranno l’esempio degli attacchi della notte scorsa per ignorare il diritto internazionale quando ciò farà loro comodo. Non si faranno più favori, come quello di non vendere i sistemi S-300 ad alcuni paesi o di associarsi alle sanzioni statunitensi contro altri.
In fin dei conti, gli istigatori dei falsi attacchi con armi chimiche, gli Stati Uniti e i loro complici hanno fatto più male a loro stessi, di quanti ne abbiano fatti alla Siria.