Linguaggio
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Cubadebate.cu, 17 febbraio 2013 (trad. ossin)
Linguaggio
Edoardo Galeano
In epoca vittoriana, non si potevano menzionare i pantaloni in presenza di una signorina. Oggi non è educato dire certe cose in presenza dell’opinione pubblica: e allora il capitalismo prende l’artistico nome di economia di mercato; l’imperialismo si deve chiamare mondializzazione; le vittime dell’imperialismo vengono più educatamente chiamate paesi in via di sviluppo, che è come chiamare bambini i nani; l’opportunismo si chiama pragmatismo, il tradimento realismo; i poveri si chiamano non abbienti, svantaggiati o persone di scarse risorse.
L’esclusione dei bambini poveri dal sistema educativo è conosciuto col nome di assenteismo scolastico; il diritto del padrone a licenziare senza motivazione o spiegazioni si chiama flessibilità del mercato del lavoro; il linguaggio ufficiale riconosce i diritti delle donne tra i diritti delle minoranze, come se la metà maschile dell’umanità fosse una maggioranza; invece di dittatura militare si parla di processo; la tortura si chiama ammonimento illegale, o ancora pressione fisica o psicologica; quando i ladri sono di buona famiglia, non sono dei ladri ma dei cleptomani, il saccheggio dei fondi pubblici da parte di politici corrotti porta il nome di arricchimento illecito; si chiamano incidenti i crimini commessi dagli automobilisti, per dire cieco si dice non vedente; un nero è un uomo di colore; quando si dice lunga e dolorosa malattia, si legge cancro o AIDS; un dolore improvviso è un infarto; non si dice mai morte, ma scomparsa.
Non sono morti neppure gli esseri umani annientanti nel corso di operazioni militari: i morti in battaglia sono pochi e i civili che restano uccisi senza avervi preso parte sono danni collaterali; nel 1995, quando vi furono le esplosioni nucleari francesi nel Pacifico del Sud, l’ambasciatore francese in Nuova Zelanda ha dichiarato: “Non mi piace questo nome di bomba. Queste non sono bombe. Sono dei congegni che esplodono”, le bande che assassinano in Colombia con la protezione dei militari si chiamano Vivere insieme.
Dignità era il nome di un campo di concentramento della dittatura cilena e Libertà quello della più grande prigione della dittatura uruguayana; si chiamava Pace e Giustizia il gruppo paramilitare che, nel 1997, ha crivellato di colpi la schiena di quarantacinque contadini, quasi tutti donne e bambini, mentre pregavano in una chiesa nel villaggio di Acteal, in Chapas.