Le primarie napoletane del PD e la delegittimazione delle classi dirigenti
- Dettagli
- Visite: 8500
La Repubblica Napoli, 11 marzo 2016
Le primarie napoletane del PD e la delegittimazione delle classi dirigenti
Nicola Quatrano
Seggio 62, Scampia, lotto T. L’uomo è pratico, efficiente. Mostra a due votanti il cartellone coi nomi dei candidati e indica quello di Valeria Valente: “Questa qua, vedi? Devi solo mettere la croce su questo nome qua… no Bassolino, no quest’altro… è una femmina, si chiama Valeria”. Altra scena: l’uomo di prima accompagna al seggio una signora, un altro gli chiede: “Ce lo sai spiegare (che cosa deve fare)?” Stando alla didascalia, aggiungerebbe: “Adesso te lo devo spiegare (‘mparà)”, ma ascoltando l’audio sinceramente si sente: “pavà” (pagare). Seggio 46 Villa San Giovanni: qualcuno sembra chiedere 10 euro per votare. Seggio 58 Piscinola, anzi all’esterno del seggio: strane manovre con l’elenco degli elettori. Seggio 61 Scampia: scambi di denaro sospetti. Idem al seggio 45 San Giovanni.
Sono scene delle primarie napoletane del PD: “alta affluenza ai seggi”, annunciavano i giornali del giorno dopo, e forse oggi se ne comprende la ragione. Contrariamente a quanto stabilito dagli organi di controllo del PD, cinque episodi sospetti in soli “due minuti e mezzo di video” possono costituire un dato statistico assai preoccupante. Non stiamo parlando di reati, per carità! Ma, se lo fossero, basterebbe molto di meno ad un PM per sostenere che “la disinvoltura con cui i protagonisti condizionavano il comportamento degli elettori, il loro modus operandi e la tolleranza compiacente dei preposti alle operazioni elettorali sono dimostrativi di abitualità piuttosto che di casualità, sintomatici di un vero e proprio sistema di organizzazione del voto”.
Si tratta in ogni caso di uno spettacolo per niente gradevole. Vero è che, secondo la diabolica definizione datane da Ambrose Bierce, la parola “candidato” ha la stessa radice di "candito", derivando "dall'antico costume secondo il quale l'aspirante a cariche politiche distribuiva dolciumi”. E tuttavia in nessuna scena del video di Fanpage compaiono dei canditi, monete sì.
Speriamo non sia questo l’esordio della “nuova classe dirigente” annunciata dalla vincitrice della competizione subito dopo lo spoglio.
Ed è così che Napoli, pur se periferica e irrilevante, con questa storia dà il suo contributo alla completa e definitiva delegittimazione delle sue élite. E, almeno in questo, non si dimostra affatto marginale. Negli Stati Uniti, il successo devastatore di Trump il sovversivo comincia seriamente a gettare nel panico l’establishment. A Parigi un panico di uguale natura serpeggia nella casta dirigente, oramai coperta di improperi, e perfino insultata, ogni qualvolta osi uscire dal palazzo. La cancelliera Merkel si mangerebbe la lingua per quella frase dal sen fuggitale, con cui invitava un milione di profughi siriani (o finti tali) a invadere l’Europa per raggiungere la Germania. L’hanno ascoltata, e adesso il suo governo è crollato nei sondaggi.
Una crisi di fiducia travolge le classi dirigenti dell’Occidente, in particolare quella politica, accusata di essere responsabile del disastro economico e sociale in cui siamo piombati: la disoccupazione giovanile, la demolizione del welfare, lo strapotere della finanza, lo svuotamento della democrazia e le guerre “umanitarie” che hanno prodotto solo caos e alimentato le follie omicide del Califfato. Una classe politica diventata insopportabile per la sua incompetenza, la sua fatuità, l’indifferenza per i veri problemi delle persone e l’eccessiva sensibilità alle esigenze dei più forti, quell’1% che, da solo, detiene una ricchezza superiore a quella di tutti gli altri abitanti del pianeta messi insieme. Non è un caso che una delle ragioni del successo di Donald Trump, ma anche di Bernie Sanders, sia stato il loro rifiuto di accettare i cospicui contributi elettorali dei Paperoni di Wall Street.
Per quanto piccolo, l’episodio di Napoli contribuisce ad alimentare questo sentimento di rifiuto. E allora come ci si può meravigliare che i popoli dell’Occidente, oramai ridotti a plebe, votino finalmente con soddisfazione per gente come Trump, Le Pen, Farange, Grillo e via dicendo, per chiunque, insomma, non assomigli a “quelli là”?