Sindaco sceriffo alla marocchina



di Azazello


I cattivi esempi sono sempre i preferiti. Dopo le ordinanze dei sindaci "sceriffi" italiani, che hanno vietato di tutto e di più ai marginali e agli irregolari, ecco un seguace in Marocco, nella città di Fès, una delle più grandi e industrializzate del paese. Si tratta di Hamid Chabat, presidente del Consiglio comunale, aria da decisore, appartenente al partito dell'Istiqlal (di maggioranza relativa nel paese), ma preoccupato di guadagnare voti islamisti in vista delle prossime elezioni legislative del 2012. Questo ennesimo "uomo del fare", si è addirituura inventato un'ordinanza che vieta la vendita di bevande alcoliche in città e, come se non bastasse, dispone la chiusura dei locali dove si fuma il narghilé, di quelli dove si pratica il gioco d'azzardo e dei nigth club. Sullo sfondo, la proposta di gemellare Fès alla città santa di Al-Qods.
L'iniziativa ha incontrato la ferma opposizione degli operatori turistici e, sul piano politico, del PAM (il partito dell'autenticità e della modernità, nato da poco più di un anno per volontà del re Mohammed VI e che ha già raccolto intorno a sé buona parte del notabilato delle province), che accusa Chabat di populismo e di voler fare concorrenza al PJD (Partito della giustizia e dello sviluppo, il partito islamista), che del divieto di vendita delle bevande alcoliche ha fatto il suo cavallo di battaglia elettorale.
Nel corso della seduta del consiglio comunale del 17 febbraio scorso, i consiglieri del PAM hanno contestato l'ordine del giorno presentato dal presidente, sostenendo che riguarda misure che eccedono i poteri del consiglio; due di essi hanno tentato l' ostruzionismo, ma sono stati aggrediti da militanti dell'Istiqlal e uno è finito in ospedale. Di seguito una denuncia contro il sindaco e il ricorso alla wilaya (prefettura) di Fès. Quest'ultima si è dimostrata la mossa vincente, perché la wilaya ha inviato una lettera al sindaco, ricordandogli che né la concessione, né il ritiro delle licenze di vendita degli alcolici rientrano nelle competenze del consiglio comunale e che, se lo ritine necessario, egli può al massimo sollevare il problema davanti alle autorità competenti.
Dunque una tempesta in un bicchiere... di vino! Chabat, che andava proclamando tronfiamente: "Chi vuol bere l'acol, lo faccia da un'altra parte, non a Fès", oggi dice di voler solo sensibilizzare le autorità competenti sui pericoli che derivano dalla presenza in città di esercizi di tal genere.
Tutto finito come meritava, almeno a Fès. L'unica cosa positiva del regime autoritario e centralista marocchino é che non lascia spazio ai populismi elettoralisti dei sindaci "sceriffi". 

 

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