Bob Dylan: “The death of Emmett Till”
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L’histgeobox, 2 agosto 2013 (trad.ossin)
Bob Dylan: “The death of Emmett Till”
Emmett Till nasce a Chicago il 25 luglio 1941.
Qualche anno prima sua madre era emigrata dalla contea di Tallahatchie, nel Delta del Mississippi (1), e si era trasferita a Windy City. Alleva da sola il suo unico figlio, dopo la morte del marito nel 1943.
Nell’estate del 1955, durante le vacanze, decide di affidare Emmett a suo fratello, Moses Wright. Bobo, come lo chiama affettuosamente sua madre, ha allora 14 anni. Scopre a casa dei cugini un universo del quale non sospettava l’esistenza.
Emmett “Bobo” Till e la madre
Già a Chicago ha dovuto fare i conti con gravi difficoltà economiche. Nella grande metropoli del Nord vige una stretta segregazione socio-spaziale, i Neri sono confinati in sordidi ghetti come South e West Side. Nonostante ciò, l’adolescente vi frequenta una scuola integrata ed è in contatto quotidiano con dei bianchi.
Nel vecchio Sud, i rapporti inter-razziali sono completamente diversi. Nel contesto di una società sudista segregazionista, l’ossessione delle comunità bianche è quella di “rimettere i Neri al posto loro”. Come sottolinea J.P. Levet, “Qualunque atteggiamento, interpretato come manifestazione di affermazione identitaria e dunque come un atto potenzialmente sovversivo, è suscettibile per un Nero di una punizione che poteva giungere fino al linciaggio”.
I rapporti quotidiani tra Bianchi e Neri sono disciplinati da una rigida etichetta, Per esempio, un Nero non deve guardare negli occhi un Bianco, non deve rivolgergli la parola per primo, non deve rispondergli a voce alta, non deve guardare una donna bianca o semplicemente non deve avere un’aria accigliata. Queste regole non scritte, ma da tutti conosciute, disciplinano tutte le relazioni inter-razziali. La loro messa in discussione sembra impensabile.
Mentre in tutto il resto del paese la pratica del linciaggio tende a sparire, nel Delta del Mississippi continua a far parte della cultura locale fino agli inizi degli anni 1950.
Carolyn Bryant
La sera del 24 agosto 1955, Emmett Till e i suoi cugini si stipano in una Ford per andare nella borgata di Money, buco sperduto di 200 anime nella contea di Leflore, nel Mississippi. C’è una discussione animata, gli adolescenti si provocano. Uno dei cugini di Till lo accusa di essere bravo solo a parlare quando si vanta di frequentare delle ragazze bianche. Punto nel vivo, il ragazzo decide di reagire.
Entra allora nella drogheria del villaggio. Cosa succede? Impossibile da dire con certezza. Carolyn Bryant, la titolare bianca del negozio, afferma che l’adolescente gli rivolge delle parole inopportune, le fa un fischio di apprezzamento, e si rivolge a lei con un “Ciao, cara”.
La ragazza si impaurisce, esce dal negozio e va a procurarsi un’arma.
Bobo e i cugini scappano terrorizzati.
Agli occhi dei segregazionisti non v’è alcun dubbio, Emmett Till ha violato il tabù supremo: la rigida interdizione verso la donna bianca, firmando in tal modo la sua condanna a morte.
La settimana successiva, alle due del mattino un pick-up si ferma dinanzi alla fattoria di Moses Wright. Ne scendono due bianchi: Roy Bryant, marito della giovane droghiera “oltraggiata”, e il suo fratellastro J.W.Milam.
Uno dei due batte alla porta e grida: “Predicatore Moses! Sono Bryant! A casa tua c’è un ragazzo di Chicago?” Lo zio del ragazzo tenta di interporsi. Invano. Emmett Till viene trascinato fino al camion. Comincia il suo calvario.
Tre giorni dopo un pescatore scorge una cosa informe che galleggia sulle acque della Tallahatchie. E’ un cadavere mutilato. Il corpo, zavorrato con un ventilatore da ginnatrice di cotone di 25 chili, è in uno stato di avanzata decomposizione. Numerosi sono i segni delle violenze subite: un orecchio è stato mozzato, il cranio è pieno di tracce di colpi, un occhio è fuoriuscito dall’orbita…
Giunto sul posto, lo sceriffo della contea, H.C. Stridersi fa di tutto per procedere velocemente all’identificazione, per inumare il corpo al più presto. Convoca Moses Wright e lo informa della macabra scoperta. Il vecchio riesce a identificare l’adolescente solo grazie ad un anello. Strider ordina allo zio di seppellire subito il corpo. Se così fosse stato, questo linciaggio sarebbe rimasto null’altro se non un numero in più nelle statistiche. Solo che Mamma Till-Mobley non ne vuole sapere e pretende che il corpo venga trasportato a Chicago. Per dissuaderla, le autorità del Mississippi chiedono 3000 dollari, una somma enorme per le scarse risorse economiche della madre disperata. Entra allora in scena la National Association for the Avancement of Colored People (NAACP) e organizza una colletta per finanziare il trasporto delle spoglie. Quindi la signora Till ottiene quanto voleva.
Nel frattempo, Medgar Evers, la responsabile dell’organizzazione a Jackson (Mississippi), convinta che le autorità avrebbero fatto di tutto per insabbiare la vicenda, va sul posto per fare una inchiesta personale. Quindi, insieme a due compagni, batte la campagna in cerca di testimoni. Devono muoversi con grande prudenza in quanto, dopo la decisione Brown vs Board of Education of Topeka, strappata alla Corte Suprema nel 1954, i membri del NAACP sono braccati dai fautori della supremazia bianca (2).
Le foto pubblicate dalla rivista Jet provocano grande emozione
Nelle intenzioni dei militanti della NAACP, il massacro di Emmett Till deve essere conosciuto da tutti e deve ottenere una importante diffusione mediatica. Già all’annuncio dell’omicidio, infatti, grandi manifestazioni di protesta vengono organizzate nelle metropoli del Nord. A Chicago si assiste a un braccio di ferro tra il signor Rayner, l’impresario delle pompe funebri, che ha promesso alle autorità del Mississippi di suggellare la bara, e Mamma Till, che pretende che tutti vedano quello che ha visto lei. Alla fine Emmett Till avrà diritto a un funerale a bara aperta. Nella cappella Cottage Grove, a Chicago sud, quasi 50.000 persone si inginocchiano davanti alla bara ricoperta da una lastra di ghiaccio, che consente di vedere lo stato del cadavere. Le foto pubblicate sulla stampa immortalano il volto mostruoso del suppliziato, suscitando una immensa emozione.
Come un gioco di specchi, questa faccia informe riflette l’orrore tranquillo del Sud razzista.
In questo clima di forte presenza mediatica, un processo viene aperto il 19 settembre 1955. Roy Bryant e J.W.Milam, rispettivamente marito e cognato della droghiera, vengono processati per rapimento e omicidio. Il processo si svolge a Sumner, a soli quaranta chilometri da Money, la roccaforte dei presunti assassini di Till. Che è come dire che gli avvocati della difesa giocano in casa. La popolazione bianca del Mississippi serra i ranghi a difesa dei due imputati, e organizza una colletta che raccoglie 10.000 dollari. La reazione dominante dei bianchi della contea di Tallahatchie è una incomprensione totale dell’idea che questi uomini possano essere giudicati e rischiare la testa per avere difeso il loro onore oltraggiato. Ebbene, sono proprio questi redneck locali, tutti originari della stessa contea di Bryant e Milam, a formare la giuria.
Bryant, Milam e le loro compagne, in posa per i fotografi
L’atmosfera nel tribunale è opprimente. I testimoni dell’accusa devono aprirsi un passaggio in mezzo a una folla ostile per potere entrare in tribunale.
All’interno la temperatura raggiunge i 48 gradi, i ventilatori sul soffitto non fanno che agitare l’aria soffocante!
L’aula d’udienza offre uno spettacolo surrealista. Nei posti migliori siedono la giuria e il pubblico bianco, mentre la madre della vittima e gli avvocati dell’accusa sono relegati in fondo alla sala. Durante il processo lo sceriffo Strider non fa nulla per assicurare il regolare andamento del giudizio, ma si preoccupa di far rispettare la segregazione nell’aula! Investito del dovere di trovare i testimoni e di raccogliere le prove, ha dispiegato tutto il suo zelo per insabbiare la vicenda. Intervistato da uno dei numerosi reporter corsi a seguire il processo, afferma: “Qui da noi non c’è nessun problema, salvo quello dei negri del Sud che vengono al Nord. La NAACP monta loro la testa e dopo quelli ritornano qui. Se quelli della NAACP non mettessero il naso nei nostri affari, sarebbe più semplice far rispettare la legge della contea di Tallahatchie e del Mississippi”.
I giurati durante il processo
“In questo processo – ha confidato Whitten qualche anno più tardi – noi ci siamo battuti meno contro i Neri che contro i colpi di mano del Nord”.
Nonostante le apparenze, il processo non viene celebrato nel chiuso della cittadella razzista di Deep South. Le grandi catene televisive lo seguono coi loro inviati speciali. L’Associated Press ritrasmette le informazioni ai media stranieri. La vicenda Till fa sensazione nel mondo intero.
Sulla scia di Medgar Evers e della NAACP, qualche giornalista, nauseato da quella parodia di giustizia, se ne va anch’egli in giro alla ricerca di testimoni. Però i Neri della contea si chiudono in un muro di silenzio, ben consapevoli di rischiare grosso a prendere posizione in favore della vittima. Alla fine un giovane mezzadro, di nome Willie Reed – che ha visto Till sulla piattaforma posteriore del camion di Milam, poi ha sentito le sue grida – accetta di testimoniare a rischio della vita.
Ma il testimone chiave resta Moses Wright. Egli ha visto distintamente gli uomini venuti a cercare il nipote a casa sua. Si tiene nascosto fin dalla notte del rapimento e ha ricevuto minacce di morte. Incoraggiato da Evers, accetta tuttavia di presentarsi al banco dei testimoni. Quando il giudice gli chiede se riconosca nell’aula gli autori del rapimento, la tensione è al culmine. Coraggiosamente Moses Wright si alza e punta il dito accusatore in direzione di Milam e Bryant. Il gesto ha dell’incredibile. Qui, nel Mississippi, un Nero ha osato accusare dei Bianchi!
Ma, dopo le deposizioni, Reed e Wright, che rischiano grosso, sono costretti a allontanarsi definitivamente dal Mississippi. La NAACP si fa carico di trovare loro una sistemazione nel Nord del paese.
Da sinistra a destra: Roy Bryant, Milam e le loro compagne esultano alla lettura del verdetto
Mamie Till conferma che il cadavere che gli è stato restituito è proprio quello di suo figlio. Nel corso del contro-interrogatorio gli avvocati della difesa non le risparmiano niente. Uno di loro conclude: “E’ vero che questa storia l’avete inventata insieme lei e la NAACP? Siete venuti qui insieme, avete dissotterrato un corpo e sostenuto che si tratta di quello di suo figlio. E’ vero che suo figlio si trova a Detroit da suo nonno?”
Quindi, senza un corpo, non può esservi il delitto.
In verità i due imputati ammettono di avere portato con loro Emmett Till, ma affermano di averlo lasciato libero subito dopo. Secondo l’accusa, l’omicidio non è stato perpetrato da Bianchi, ma “da agenti di un gruppo sinistro che tenta di distruggere l’ordine sociale del Sud e approfondire il fossato tra i Bianchi e la gente di colore negli Stati Uniti”. Ovviamente si fa riferimento alla NAACP.
Dopo 5 giorni di dibattimento, l’avvocato della difesa, John C. Whitten, termina la sua arringa con queste parole: “I vostri padri si rivolteranno nella tomba se (Milam e Bryant) saranno dichiarati colpevoli e io sono certo che l’Anglo-Sassone che è in voi troverà il coraggio di liberare questi uomini dalla pressione che li opprime”.
Il gesto di Moses Wright che leva il dito accusatore contro due bianchi, presa di nascosto dall’inviato di Life Magazine, fa il giro del mondo
“Questo negro maledetto aveva le suole di para”
Pochi mesi dopo l’assoluzione, nel gennaio 1956, le confessioni dei due assassini vengono pubblicate dalla rivista Look, col titolo “Approved Killing in Mississippi”. Al riparo del divieto legislativo di un secondo processo per gli stessi fatti, Bryant e Milam vendono la loro storia per 4000 dollari. L’autore dell’articolo terribilmente efficace, Wiliam Bradford Huie, va a Money e incontra Milam e Bryant. Il giornalista raccoglie le loro terrificanti confessioni. J.W. Milam racconta: “Io non sono un tiranno, non ho mai fatto del male a un Nero in tutta la mia vita. Amo i Neri – quando stanno al posto loro – e so farli lavorare. Ma ho deciso che era tempo di richiamarne qualcuno all’ordine. Finché vivrò, farò in modo che i Neri restino al posto loro. I Neri non devono votare. Non devono andare a scuola coi miei figli. E se qualcuno di loro farà delle proposte ad una donna bianca, vuol dire che è stanco di vivere e io l’ucciderò. Io e i miei cari ci siamo battuti per questo paese e abbiamo alcuni diritti. Allora, gli ho detto: ‘Ragazzino di Chicago, ne ho abbastanza del fatto che ci mandano dei tipi come te per fare storie. Io farò di te un esempio, perché tutti sappiano come la pensiamo, io e i miei’.
E prosegue: “Lo abbiamo preso solo per frustarlo, per riportarlo alla ragione. Ho una rimessa nel retro di casa mia. Due stanze di 4 metri per 4. Li dentro, a turno, lo abbiamo colpito alla testa col 45. Prima mio fratello e poi io. Lo abbiamo poi rimesso nel pick-up. Sapevamo cosa fare. C’è un posto a 2 chilometri e mezzo dal ponte dove l’argine cade a picco. Era perfetto. Ho preso la pistola. Ho sparato, ma il ragazzo si è dimenato, il proiettile lo ha colpito all’orecchio. Gli abbiamo legato i piedi con del fil di ferro e abbiamo fatto rotolare il corpo sotto 6 metri di acqua fangosa. Per tre ore quella mattina abbiamo tenuto acceso un gran fuoco. Quel maledetto negro aveva le suole di para. Bruciano malissimo”.
Huie conclude: “La maggioranza, non tutti, ma la maggioranza della popolazione bianca del Mississippi o approva ciò he ha fatto Big Milam, o non la disapprova a tal punto da prendersi il rischio di dare soddisfazione al suo nemico con una accusa”.
Nonostante tute le istanze presentate dalla NAACP e da Mamie Till (3), il dossier non viene riaperto per decenni. Sono state alla fine le ricerche effettuate da Kenneth Beauchamp, nel corso della realizzazione di un film-documentario, a riaprire il caso. Il regista afferma che almeno 14 persone (5 dei quali ancora in vita all’epoca) sarebbero stati coinvolti nel linciaggio. Riesce inoltre a raccogliere nuove testimonianze. Nel 2004 la giustizia statunitense decide allora di riaprire le indagini. Il corpo di Emmett Till viene riesumato e sottoposto ad esame autoptico, smentendo definitivamente la tesi dell’errore di cadavere.
Però, a causa dell’avvenuto decesso dei principali protagonisti, l’indagine si conclude con un nulla di fatto.
Quali conclusioni trarre da questa sordida storia?
Si tratta in apparenza di una vittoria del Sud razzista, ma solo in apparenza.
- Intanto la vittoria ha un gusto amaro per Bryant e Milam. La drogheria del primo, boicottata dai Neri dopo il processo, va rapidamente in rovina. Diventati persone non gradite nella loro stessa comunità, finiscono per trasferirsi in Texas nel 1957.
- Soprattutto, questo linciaggio costituisce una tappa cruciale nella lotta per i diritti civili negli Stati uniti. Un anno dopo la messa fuori legge della segregazione scolastica, questo episodio conferma fino a quel punto la lotta si annuncia aspra nei bastioni sudisti come l’Alabama e il Mississippi.
Inoltre, e per la prima volta, la grande stampa nazionale si interessa al linciaggio di un Nero nel Vecchio Sud. Le foto del cadavere di Till riempiono di stupore molti Statunitensi che pensavano che i linciaggi fossero definitivamente spariti.
Il processo e il suo esito hanno galvanizzato il movimento per i diritti civili. Prova ne sia che, solo cento giorni dopo l’omicidio, Rosa Park rifiuterà di cedere il suo posto a un bianco in un bus di Montgomery (Alabama). Racconterà poi che, di fronte alla rabbia dei passeggeri bianchi, si era data coraggio pensando al povero Till…
- Infine il linciaggio suscita una viva emozione nelle giovani generazioni.
Bob Dylan, che è nato lo stesso anno di Till, ha 21 anni quando decide di dedicare una canzone al suo assassinio. Giunto da poco al Greenwich Village, ha conosciuto Suze Rotolo. La ragazza lavora come segretaria al CORE (Congress of Racial Equality: una organizzazione di lotta per i diritti civili). Tutte le sere racconta al suo amante delle storie sulla lotta per i diritti civili, contribuendo in tal modo al risveglio della coscienza politica del cantautore.
Nel gennaio 1962, alla vigilia della sua partecipazione ad un converto di beneficenza organizzato dal CORE, il cantautore compone “The Ballad of Emmett Till”, prima di una lunga serie di protest songs, registrate tra il gennaio 1962 e l’ottobre 1963.
In seguito Dylan si è impegnato a distruggere la sua immagine di cantante di protesta e ha guardato con occhio assai critico le canzoni che lo hanno reso celebre. Ha definito per esempio The Ballad of Emmett Till una “canzone stupida”… Ma non credetegli
The death of Emmett Till
'Twas down in Mississippi not so long ago
When a young boy from Chicago town stepped through a Southern door
This boy's dreadful tragedy I can still remember well
The color of his skin was black and his name was Emmett Till
Era nel Mississippi, non molto tempo fa
Che un ragazzo di Chicago ha fatto ingresso al Sud
Io ho sempre in mente l’orribile fine del ragazzo
Il colore della sua pelle era nero, il suo nome Emmett Till
Some men they dragged him to a barn and there they beat him up
They said they had a reason, but I can't remember what
They tortured him and did some things too evil to repeat
There where screaming sounds inside the barn, there was laughing sounds out on the street
Degli uomini lo hanno trascinato in un granaio e pestato a sangue
Loro dicevano di avere le loro ragioni, ma quali siano non so
Lo hanno torturato e gli hanno fatto cose troppo orribili da raccontare
Nel garage si urlava, per strada si rideva
Then they rolled his body down a gulf amidst a bloody red rain
And they threw him in the waters wide to cease his screaming pain.
The reason that they killed him there, and I'm sure it ain't no lie,
Was just for the fun of killin' him and to watch him slowly die.
Hanno rotolato il suo corpo fino a un burrone, con una scia di sangue
E lo hanno gettato in un fiume perché cessassero le sue grida di dolore
La ragione per la quale lo hanno ucciso, e sono sicuro che è proprio questa,
è il semplice piacere di ucciderlo e di vederlo morire lentamente
And then to stop the United States of yelling for a trial,
Two brothers they confessed that they had killed poor Emmett Till.
But on the jury there were men who helped the brothers commit this awful crime,
And so this trial was a mockery, but nobody seemed to mind.
E poi per impedire che si celebrasse un vero processo
Hanno fatto confessare a due fratelli l’uccisione del povero Emmett Till
Ma tra i giurati c’erano uomini che erano stati complici dell’atroce crimine
Il crimine è stato dunque una commedia e nessuno si è commosso
I saw the morning papers but I could not bear to see
The smiling brothers walkin' down the courthouse stairs.
For the jury found them innocent and the brothers they went free,
While Emmett's body floats the foam of a Jim Crow southern sea.
Ho guardato I giornali del mattino, ma non ho potuto sopportare la vista
del sorriso dei due fratelli che scendevano lungo le scale del palazzo di giustizia
Perché la giuria li assolti e i fratelli sono usciti liberi
Mentre il corpo galleggiante di Emmett è ormai schiuma del mare di un Sud segregazionista
If you can't speak out against this kind of thing, a crime that's so unjust
Your eyes are filled with dead men's dirt, your mind is filled with dust
Your arms and legs they must be in shackles and chains, and your blood it must refuse to flow
For you let this human race fall down so God-awful low!
Se non potete denunciare questi crimini, la loro ingiustizia e tutto il resto
È che i vostri occhi sono pieni della terra del cadavere, la vostra testa è piena di polvere
E’ che le vostre braccia e le vostre gambe sono sicuramente prigioniere e il vostro sangue rifiuta di fare anche solo un giro
Perché la specie umana la fate cadere tanto in basso
This song is just a reminder to remind your fellow man
That this kind of thing still lives today in that ghost-robed Ku Klux Klan
But if all of us folks that thinks alive, if we gave all we could give
We could make this great land of ours a greater place to live
Questa canzone è solo un monito perché ci si ricordi
Che questi fatti animano ancora le tuniche dei fantasmi del Ku Klux Klan
Ma se tutti quelli di noi che la pensano allo stesso modo ci impegnassimo come possiamo
Faremmo del nostro bel paese un posto migliore per vivere
Note:
1. J.P.Levet precisa: “Il Delta non ha niente a che vedere, come di primo acchito viene da pensare, con lo sbocco del Mississippi nel mare; è una vasta pianura tra il Mississippi a ovest, lo Yazoo River a est, Vicksburg a sud e Clarcksdale a nord
2. Dopo la guerra, la NAACP prosegue la sua lotta sul piano giudiziario, La decisione Brown vs Board of Education of Topeka, strappata alla Corte Suprema nel 1954, dichiara la segregazione scolastica anticostituzionale. Ma negli Stati del “deep Souyh”, l’imposizione giuridica resta lettera morta
3. Mamie Till va a Washington per chiedere la riapertura del processo. Nonostante diverse migliaia di lettere di protesta contro le autorità del Mississippi, il presidente Eisenhower e il direttore del FBI, J.E.Hoover, non accettano di aprire una inchiesta federale. Il primo non si degna nemmeno di rispondere al telegramma di Mamie Till,