Intervista al segretario del Partito Comunista Indiano
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Perché queste elezioni dovrebbero cambiare qualcosa?
Il popolo voterà un’alternativa allo schieramento dell’UPA (guidato dal Congresso) e del NDA (guidato dal BJP).
Lei dice che il prossimo governo dovrà per forza essere vicino alla sinistra
Certo, a parte i partiti di estrema destra e i partiti campanilistici come il BJP, il resto dei partiti hanno tutti posizioni vicine alla sinistra.
Perchè pensa che tutti i partiti guardino alla sinistra?
Perché riconoscono che la sinistra è vicina al popolo. La sinistra combatte per il popolo e per gli interessi del paese. Inoltre non è corrotta. Per questo la sinistra è ben vista.
E’ possibile che la sinistra non ce la faccia alle elezioni?
Non credo che il Congresso e il BJP vincano queste elezioni. Loro perderanno voti a favore di altri partiti. Ciò darà spazio alla creazione di un’alternativa.
Come sarà strutturato il nuovo governo?
I partiti di sinistra governano 3 stati. Ci aspettiamo un buon risultato in questi stati. Nel Tamil Nadu i partiti di sinistra sono entrati in colazione con l’AIADMK. Speriamo di allargare il fronte con l’inclusione del PMK nei prossimi giorni. Nell’Andhra Pradesh la sinistra è entrata in coalizione con il Telugu Desam Party (TDP) e il Telangana Rashtra Samiti (TRS). Nel Karnataka abbiamo raggiunto un accordo con il Janata Dal (S). Nell’Assam e nel Manipur abbiamo un accordo con il Nationalist Congress Party (NCP) e con organizzazioni locali come l’Assam United Democratic Front (AUDF). Accordi simili saranno raggiunti in altri stati prima e dopo le votazioni.
In India il centro di gravità si è spostato dai grandi partiti ai piccoli partiti?
Non è successo nulla del genere. I partiti regionali sono sorti a causa dei fallimenti dei grandi partiti, in particolare del Congresso. La sinistra non è riuscita a diffondersi nell’area Hindi in particolare. Noi dobbiamo riconoscere che i partiti regionali esistono.
In che modo questa alternativa si configura diversa dalle precedenti?
L’india è diversa. Simili esperimenti nel passato non avevano delineate linee politiche in materia di politica estera, interna ed economica. Oggi si ha una visione più chiara, anche i nostri partiti sono più maturi e più esperti. Non è più solo una questione di potere, è una questione di potere “per fare cosa” e “per chi”.
Perché avete rotto con il Partito del Congresso?
Noi abbiamo rotto con il Congresso su basi politiche, non in relazione a questioni elettorali. Preferisco sedere all’opposizione che sedere tra le file di un governo guidato dal Congresso che riproporrebbe le stesse politiche del passato.
In cosa sarebbe diverso il vostro governo?
In materia economica, noi abbandoneremmo il tragitto segnato dal capitalismo che ha portato solo danni. La crisi è nata negli USA ma si è estesa ad altri paesi in via di sviluppo, inclusa l’India. Ci concetreremmo sull’agricoltura che è la principale attività indiana. Vorremo creare un mercato interno orientato a favore delle industrie che creano impiego invece di favorire attività ad alta tecnologia o con intenso uso di capitale.
In questi anni una minoranza di pescecani si è arricchita a discapito del resto della popolazione. Le minoranze etniche e i mussulmani sono rimasti fuori dalla sfera decisionale per anni.
Quali cambiamenti nella tassazione?
Il problema è che il governo sta sempre di più basando la propria fiscalità sulle tasse indirette. Le tasse indirette sui beni primari costano maggiormente sulla popolazione normale. Ricordate la lotta di Gandhi contro la tassa sul sale? Egli fu il primo a notare che le tasse indirette sono la radice dello sfruttamento delle masse. Noi abbiamo sempre sostenuto che il governo dovesse rafforzare le tasse dirette per colpire i capitali, i patrimoni, le rendite ecc. La tassa sul petrolio costituisce il 50% del suo prezzo sul mercato.
Traduzione a cura di Ossin
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