Transgender a Teheran
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Ratgemni, 15 luglio 2012 (trad. ossin)
Il Diritto di cambiare sesso in Iran
Transgender a Teheran
Oggi l’Iran detiene il record di operazioni di cambio di sesso dopo la Tailandia. Lo Stato iraniano contribuisce per più della metà alle spese chirurgiche dei più bisognosi. Infine la nuova identità sessuale viene riconosciuta nel certificato di nascita
I teologi iraniani non si oppongono alla chirurgia correttiva dei transessuali.
In un paese, che pure vieta – come tutti i paesi mussulmani – l’ omosessualità, Frances Harrison (corrispondente della BBC a Teheran) intervista l’hodjatoleslam (titolo onorifico sciita), Muhammad Mehdi Kariminia, esperto delle questioni poste dalla chirurgia di riassegnazione sessuale (o di cambiamento di sesso). Secondo questo religioso iraniano, cambiare sesso deve essere considerato come uno dei diritti fondamentali dell’uomo. Spiega che “l’islam offre una alternativa agli omosessuali. Se desiderano cambiare sesso, possono farlo” (L’intervista è del 2005).
Si tratta di un religioso, autore di una tesi di dottorato sulle conseguenze della chirurgia di riassegnazione sessuale, dal punto di vista della legge islamica. Nella sua qualità di esperto emerito, ha affrontato tutte le possibili questioni (il marito o la moglie deve ottenere una autorizzazione dal coniuge prima dell’operazione di cambio di sesso? Il loro matrimonio sarà automaticamente annullato e che sarà della dote della moglie o della sua quota ereditaria se diventa uomo?)
Nel 1963 l’ayatollah Khomeini ha scritto un’opera in cui sostiene che la chirurgia della transessualità non contravviene ai precetti dell’islam.
Il cambiamento di sesso è stato legalizzato in Iran all’indomani della Rivoluzione islamica del 1979, dopo l’emanazione di una fatwa (decreto islamico) dell’ayatollah Khomeini favorevole ai “transessuali diagnosticati”. La fatwa di Khomeini è stata poi confermata dall’attuale capo spirituale, Ali Khamenei, ed è condivisa anche da molti altri religiosi iraniani.
“L’ayatollah Khomeini è stato un precursore nell’islam sulla questione del cambiamento di sesso”, ritiene l’hodjatoleslam Kariminia.
Tuttavia, la società iraniana non è ancora preparata ad accettare i transessuali come hanno fatto i capi religiosi del paese, per i quali pure la transessualità è una malattia per la quale l’islam ha disposto una soluzione scientifica, un trattamento chirurgico.
Il dottor Mirjalali – un chirurgo formatosi a Parigi – gode di grande notorietà in Iran, in materia di chirurgia di riassegnazione sessuale. Afferma che in Europa un chirurgo pone in essere una quarantina di operazioni di cambiamento di sesso in 10 anni. Solo lui, in Iran, ne ha fatte ben 320 nel corso degli ultimi 12 anni. “Se li incontrate in strada, avrete difficoltà a capire che un tempo erano del sesso opposto”, aggiunge con una certa soddisfazione.
Lo Stato contribuisce fino alla metà delle spese chirurgiche per i più bisognosi. Infine il cambiamento di sesso viene registrato nel certificato di nascita.