La guerra contro l’Iran si farà
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The Unz Review, 17 novembre 2017 (trad.ossin)
La folle guerra contro l’Iran si farà
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Israele e l’Arabia saudita fissano le condizioni preliminari per una guerra contro Hezbollah – un’analisi critica
SouthFront ha pubblicato un’analisi interessantissima nel video qui sotto, che dà conto della possibilità di una guerra che potrebbe coinvolgere il Libano, l’Arabia Saudita e, eventualmente, la Siria, l’Iran e Israele. Ciò significa ovviamente che anche Russia e Stati Uniti vi sarebbero trascinati. Cominciate col guardare il video.
Propongo di passare in rivista le implicazioni di un simile scenario.
Il contesto: un fallimento anglosionista su tutti i fronti
Per capire il contesto, conviene prima di tutto riassumere brevemente che cosa è successo in Siria e in tutto il Medio Oriente negli ultimi anni.
Il piano anglosionista iniziale era di rovesciare Assad e sostituirlo coi folli takfiri (Daesh, al-Qaeda, al-Nusra, ISIS – chiamateli come volete). Realizzarlo avrebbe assicurato i seguenti obiettivi:
• Distruggere uno Stato laico forte e, allo stesso tempo, la sua struttura politica, il suo esercito e i suoi servizi di sicurezza;
• Provocare in Siria un tale caos ed orrore, da giustificare la creazione da parte di Israele di una « zona di sicurezza », non solo nel Golan, ma anche oltre, verso nord;
• Scatenare una guerra civile in Libano, lanciando i folli takfiri contro Hezbollah;
• Fare in modo che i takfiri e Hezbollah si dissanguassero vicendevolmente e poi creare una « zona di sicurezza », ma questa volta in Libano;
• Impedire la creazione di un asse sciita Iran–Iraq–Siria–Libano;
• Dividere la Siria lungo linee etniche e religiose;
• Creare un Kurdistan, che avrebbe potuto essere utilizzato contro la Turchia, la Siria, l’Iraq e l’Iran;
• Consentire a Israele di diventare la potenza incontestabile del Medio Oriente e costringere il Regno dell’Arabia Saudita, il Qatar, Oman, il Kuwait e tutti gli altri a rivolgersi ad Israele per qualsiasi progetto di gasdotto o oleodotto;
• Progressivamente isolare, minacciare e, alla fine, attaccare l’Iran con una grande coalizione di forze;
• Eliminare qualunque centro di potere sciita in Medio Oriente.
Era un piano ambizioso, ma gli Israeliani confidavano sul fatto che il loro Stato vassallo statunitense avrebbe fornito le risorse necessarie per realizzarlo. E adesso tutto il piano è crollato a causa della grande efficacia di un’alleanza informale, ma temibile, tra Russia, Iran, Siria e Hezbollah.
Dire che gli Israeliani ribollono di rabbia e sono in uno stato di panico totale sarebbe un eufemismo. Pensate che esageri? Allora guardate i fatti dal punto di vista israeliano:
1. Lo Stato siriano ha resistito e le sue forze armate sono oggi molto più forti di quanto non lo fossero prima della guerra (ricordate che, all’inizio, avevano quasi perduto? I Siriani hanno dovuto riprendersi, fare tesoro di qualche lezione assai dura, ma secondo tutti i rapporti hanno fatto enormi progressi e, mentre in un momento critico erano l’Iran ed Hezbollah a « tappare i buchi », letteralmente, delle linee di fronte siriane ed a « spegnere i fuochi » nei punti caldi, i Siriani fanno oggi un lavoro eccellente nella liberazione di grandi parti del paese, comprese tutte le città della Siria) ;
2. Non solo la Siria è più forte, ma gli Iraniani ed Hezbollah sono dovunque nel paese, cosa che riempie gli Israeliani di rabbia e di panico ;
3. Il Libano è forte come una roccia, anche l’ultimo tentativo dell’Arabia Saudita di rapire Hariri le si è rivoltato contro;
4. La Siria resterà unita e il Kurdistan non si farà. Milioni di rifugiati ritorneranno a casa;
5. Israele e gli Stati Uniti appaiono totalmente idioti e, peggio ancora, hanno assunto il ruolo di perdenti senza più alcuna credibilità.
E’ un disastro completo per gli Anglosionisti, che tornano ai loro comportamenti abituali di quando hanno a che fare con la resistenza: se non possiamo controllarla, distruggiamola.
Il piano: costringere gli Stati Uniti ad attaccare l’Iran
Quelle che seguono sono solo mie speculazioni e niente di più. Io non ho alcun modo di conoscere quello che l’Asse del Bene (Stati Uniti-Israele-Arabia Saudita) ha in mente, ma penso di poter formulare un’ipotesi intelligente.
Da un lato, e non si tratta di una novità, i Sauditi e gli altri Stati del Golfo hanno già parlato in passato di un loro intervento in Siria, e sappiamo che i Sauditi sono intervenuti in Bahrein e in Yemen. Quanto agli Israeliani, l’elenco dei loro interventi armati (totalmente illegali) è tanto lungo che è facile supporre, senza rischi di smentita, che qualsiasi piano malvagio di devastazione della regione li vedrà coinvolti.
Il problema principale per i Sauditi e gli Israeliani è che hanno eserciti non buoni. Eserciti costosi, sì. Tecnologicamente avanzati, sì. Il loro principale problema è che il loro unico campo di eccellenza è il massacro di civili indifesi, e in questo sono davvero degli esperti. Ma quando si tratta della guerra reale, in particolare contro nemici davvero temibili come gli Iraniani o Hezbollah, i sionisti-wahhabiti (che combinazione!) non hanno alcuna speranza e lo sanno (anche se non lo confessano).
Immaginate quanto debba essere frustrante: alla base controllate gli Stati Uniti, dei quali avete fatto uno Stato vassallo, spendete miliardi e miliardi di dollari per equipaggiare e addestrare le vostre ridondanti forze armate, ma alla fine gli sciiti si fanno una risata. E, per una ragione o per l’altra, ogni volta che cercate di « impartire loro una lezione », siete voi a dovervene tornare a casa strisciando, per leccarvi le ferite e cercare di far passare la vostra grande disfatta sotto silenzio. Tutto questo fa male, malissimo. Bisognava quindi escogitare un piano per farla pagare agli sciiti. Ecco quale sarà, secondo me.
Prima cosa, l’obiettivo non sarà quello di sconfiggere in qualche modo Hezbollah o l’Iran. Con tutta la loro retorica razzista e la loro arroganza, gli Israeliani sanno di non possedere, e i Sauditi ancor meno, quello che servirebbe per minacciare seriamente l’Iran o anche Hezbollah. Ma il loro piano, credo, è molto più rudimentale : provocare un grave conflitto per costringere gli Stati Uniti a intervenire.
Ho scritto molti articoli per spiegare che l’esercito statunitense non ha i mezzi per vincere una guerra contro l’Iran. Ed è forse questo il problema : i comandanti statunitensi lo sanno e quindi fanno tutto il necessario per dire ai neocon : « Impossibile, ci dispiace ! » (è l’unica ragione per la quale non c’è ancora stato un attacco contro l’Iran).
Dal punto di vista israeliano, questo è assolutamente inaccettabile e la soluzione è semplice: costringere gli Stati Uniti ad una guerra che veramente non vogliono. Dopo tutto, chi se ne frega di quanti goyim (non ebrei) statunitensi moriranno. Quanto agli Iraniani, l’obiettivo di un attacco USA contro di loro, provocato dagli Israeliani, non mirerebbe a sconfiggerli ma solo a far loro male, molto male. E’ il vero obiettivo. Per quanto riguarda gli Israeliani, non solo se ne fregano di quanti non ebrei moriranno (l’etica ebraica insegna che tutti i non ebrei meritano molto probabilmente di morire, in ogni caso) finché ciò vada a vantaggio della loro Razza di Signori. Insomma, per loro, noi siamo solo degli strumenti, capaci di pensare, ma pur sempre strumenti. E’ in questo modo che anche i neocon ci vedono, ovviamente. Riesco infatti a immaginare la gioia degli Israeliani nel vedere mussulmani sciiti e sunniti ammazzarsi tra di loro. Gettare qualche cristiano nella mischia, non può che migliorare le cose.
Dunque tutto è semplice: se i Sauditi attaccano il Libano e/o l’Iran, stare a guardare come perdono, poi lanciare la macchina di propaganda a tutto gas e spiegare al telespettatore goy (non ebreo ) medio che l’Iran è una minaccia per la regione ed è l’aggressore, che i Sauditi non fanno che difendersi contro l’aggressione iraniana. E se non basta, gridare « oy gevalt ! » (che violenza !) al Congresso USA e chiedere ai prostituti del Campidoglio di spiegare al popolo statunitense che gli Stati Uniti devono « guidare il Mondo libero » per « difendere l’unica democrazia del Medio Oriente » contro « l’aggressione iraniana », che hanno la « responsabilità » di impedire agli Iraniani di « impadronirsi dei campi petroliferi sauditi », ecc., ecc., ecc.
Sarebbe una vittoria doppia per gli Israeliani fin quando non venissero colti in flagrante delitto di manipolazione. Ma possiamo sempre contare sui nostri cari siomedia (media sionisti) perché nessuna di queste accuse « antisemite » venga mai pronunciata, anche se dappertutto ci sono impronte digitali israeliane.
Moon of Alabama ha pubblicato un articolo interessante dal titolo « I Sauditi pronti a vendere la Palestina a Israele in cambio di una guerra contro l’Iran », che mi sembra plausibile e che conferma la mia tesi che l’obiettivo è di ottenere che gli Stati Uniti attacchino l’Iran. Ovviamente, l’idea stessa che i Sauditi potrebbero abbandonare la Palestina implicherebbe due circostanze assolutamente non vere: primo, che il Regno dell’Arabia Saudita non abbia già venduto i Palestinesi più volte e, poi, che essi potrebbero in qualche modo « consegnare » la Palestina all’entità sionista. Raccomando però la lettura di questo articolo che contiene molte rivelazioni interessantissime sulla natura e le intenzioni vere del regime saudita.
Quanto agli Israeliani, offrono la condivisione di informazioni (leggi : indicare i bersagli) coi Sauditi. E’ commovente vedere come questi regimi medioevali, retrogradi e in generale sbagliati, siano desiderosi di lavorare insieme. Almeno entrambi mostrano adesso il loro vero volto, orribile !
Il contro-piano
Gli Iraniani non hanno davvero molta scelta. Il meno peggio è di fare quello che fa Putin nel Donbass : restare esteriormente passivi, a rischio di vedere i meno intelligenti accusarli di non fare niente. Poco importa, se il piano del vostro nemico non è di vincere, ma di perdere, rifiutarsi di affrontarlo è perfettamente sensato, almeno sul piano strategico, e provvisoriamente.
Io non suggerisco affatto agli Iraniani di non rispondere sul piano tattico. Perfino la forza di intervento russa in Siria ha ordini ufficiali di difendersi in caso di attacco. Io parlo del piano strategico.
Fondamentalmente, per quanto la tentazione possa essere forte, gli Iraniani devono trattenersi dal rispondere all’Arabia Saudita o a Israele. Paradossalmente, l’Iran non può fare quello che fece Hezbollah nel 2006, e la ragione è molto semplice: nel momento in cui i primi missili di Hezbollah hanno cominciato a piovere su Israele, gli Israeliani avevano già toccato il loro punto più alto di escalation (la loro abituale campagna perfida per far pagare il prezzo ai civili). Ma nel caso dell’Iran, l’Impero anglosionista potrebbe portare il livello di violenza molto al di là di quanto Sauditi e Israeliani potrebbero fare da soli.
La potenza combinata di Israele e dei Sauditi è niente rispetto al genere di potenza di fuoco che gli Stati Uniti (CENTCOM + NATO) potrebbero scatenare contro l’Iran. E’ dunque cruciale che gli Iraniani non forniscano alcun pretesto agli Stati Uniti per unirsi all’attacco. Invece di distruggere il regime di Riyadh, gli Iraniani dovrebbero lasciare, o addirittura aiutare, il regime di Riyadh a distruggersi da se stesso. Io penso che i Sauditi abbiano ancora meno resistenza degli Stati Uniti o degli Israeliani, non è dunque necessario forzare per una rapida conclusione di una guerra tra Iran e Arabia Saudita.
Inutile dire che, se l’Impero anglosionista si unisce e scatena tutta la sua potenza contro l’Iran – possibilità che io considero molto reale – allora non c’è altra scelta e l’Iran dovrà rispondere, con una serie completa di risposte simmetriche e asimmetriche, compresi degli attacchi contro Israele e i Sauditi, e persino contro le basi del CENTCOM in tutta la regione. Una simile situazione, però, avrebbe conseguenze catastrofiche per l’Iran e dovrebbe essere evitata se possibile.
In fin dei conti, la più grande speranza per il mondo è che un patriota statunitense sventi questo complotto che in modo tanto evidente mira a « smuovere il cane », e dica ai sionisti-wahhabiti: « Non è una mia responsabilità », come fece l’ammiraglio Fallon nel 2007 (quest’uomo d’onore otterrà un giorno il riconoscimento storico che merita, diciamo con una premio Nobel per la pace? Forse mai in questo mondo, ma nel Giudizio finale sarà chiamato « figlio di Dio » [Matteo 5:9]).
Da soli, gli Israeliani e i Sauditi sono solo una banda di teppisti medioevali che perfino Hezbollah può atterrire e costringere a fuggire. Il loro unico potere è quello che hanno nel Congresso e nei siomedia (media sionisti) statunitensi: il potere di corrompere, la capacità di mentire, di ingannare e tradire.
Io so per certo che vi sono molti ufficiali a tutti i livelli nelle forze armate USA che vedono chiaro, pure attraverso la cortina fumogena sionista, e la cui lealtà va agli Stati Uniti e non alla cattiva piccola entità sionista in Palestina.
Ho studiato e lavorato con patrioti di questo tipo e molti di loro fanno oggi parte della Comunità del Saker. Non dico che dovremmo contare sul fatto che qualche comandante superiore statunitense si rifiuti di eseguire un ordine presidenziale (come suggerisce questo articolo). La verità è che chiunque abbia servito nell’esercito, soprattutto in posti di alto comando (Pentagono, CENTCOM), sa che vi sono molti modi creativi di fare in modo che qualche cosa non accada.
Infine, non ho perso del tutto la speranza che Trump possa fare la cosa giusta. Sì, è un uomo debole, sì, adesso è messo alle strette e non ha più alleati ma, di fronte alle spaventose conseguenze di un attacco contro l’Iran, potrebbe ancora dire « no » e ordinare al suo staff di proporre un altro piano. Trump potrebbe anche comprendere che rifiutarsi di fare la guerra all’Iran sarebbe la sua migliore vendetta contro gli uomini che l’hanno infangato e che, a quanto sembra, stanno cercando di metterlo sotto accusa.
Conclusione : l’attacco ci sarà?
In breve, probabilmente sì. La verità è che i regimi folli al potere in Israele e in Arabia Saudita sono messi alle strette e disperati. La crescita di potenza dell’Iran negli ultimi dieci anni è stata immensa e irresistibile. Il recente fallimento dei sionisti-wahhabiti nel tentativo di piegare perfino il minuscolo Qatar dimostra la straordinaria erosione del potere e della credibilità che ha colpito questi regimi insani. Credo che i recenti viaggi di Bibi Netanyahu, e anche del re saudita, a Mosca facciano parte di un tentativo sionista-wahhabita di valutare una eventuale risposta russa ad un attacco contro l’Iran.
Nota a margine:
Anche se non sapremo mai che cosa si sono detti a porte chiuse, la mia ipotesi è che Putin abbia fatto chiaramente capire ai sionisti-wahhabiti che la Russia non si farà da parte e non consentirà loro di attaccare l’Iran. In verità la Russia ha ben poco da scegliere. A meno che il personale russo non venga direttamente attaccato, la Russia non può semplicemente entrare in guerra in modo aperto e formale, sarebbe troppo pericoloso, specialmente contro gli Stati uniti. Ma la Russia potrebbe enormemente (e molto rapidamente) rafforzare le capacità iraniane di difesa aerea, schierando i suoi aerei (A-50, MiG-31) in Iran, o addirittura inviarli dalla stessa Russia a effettuare voli di sorveglianza. Può fornire agli Iraniani informazioni che vanno molto al di là di quelle che potrebbero raccogliere da soli. Allo stesso modo, i Russi potrebbero tranquillamente dispiegare alcuni dei loro sistemi di guerra elettronica in posizioni chiave all’interno dell’Iran. Gli Statunitensi scoprirebbero rapidamente tutto questo, ma la Russia avrebbe quanto meno una possibilità di « plausibile smentita » a livello politico. Infine i Russi potrebbero fare per l’Iran quello che hanno fatto per la Siria e integrare tutte le capacità di difesa aerea iraniane e russe in un’unica rete, accrescendo in tal modo enormemente le capacità iraniane, attualmente molto modeste ma che migliorano rapidamente.
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In questo momento è abbastanza chiaro che si stia preparando un attacco contro l’Iran, e che esso è possibile o addirittura probabile. Ma non è ancora cosa fatta. In primo luogo, i Sauditi e gli Israeliani hanno una lunga tradizione di vuote minacce e entrambi i regimi amano atteggiarsi e fare demagogia. E, con tutte le loro spacconate, si rendono anche conto che l’Iran è un avversario temibile e molto sofisticato. Probabilmente ricordano anche quello che successe quando gli Iracheni, con il pieno aiuto e sostegno degli Stati Uniti, dell’Unione Sovietica, della Francia, della Gran Bretagna e praticamente di tutto il mondo, attaccarono l’Iran nel momento in cui era più debole.
Dopo una lunga e orribile guerra, gli Iraniani sono oggi più forti che mai, Saddam è morto e gli Iraniani hanno più o meno il controllo dell’Iraq. Semplicemente, L’Iran non è il paese buono da attaccare, soprattutto senza una visione chiara di cosa debba rappresentare una « vittoria ». Dunque bisognerebbe essere pazzi per attaccare l’Iran. Il problema è, naturalmente, che Sauditi e Israeliani sono pazzi, lo hanno dimostrato in più occasioni. Quindi le nostre migliori speranze sono che possano essere solo « pazzi », ma non « pazzi fino a questo punto ». Non è granché come speranza, ma è quanto abbiamo di meglio.