Veterani dei Servizi di informazione ricordano a Trump che l’Iran non è il « principale padrino del terrorismo »
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Consortium News, 21 dicembre 2017 (trad.ossin)
Veterani dei Servizi di informazione ricordano a Trump che l’Iran non è il « principale padrino del terrorismo »
Veteran Intelligence Professionals for Sanity
Il famoso gruppo di ex membri dei Servizi di Informazione statunitensi esorta il presidente Trump a farla finita con le false dichiarazioni del suo governo sul fatto che l’Iran sarebbe lo Stato che più protegge il terrorismo, mentre la realtà è che vi sono alleati degli Stati Uniti, come l’Arabia saudita, che sono nettamente più colpevoli
MEMORANDUM PER : il Presidente
DA : Veteran Intelligence Professionals for Sanity
OGGETTO: L’Iran è « Il principale padrino del terrorismo » ?
Siamo preoccupati per le recenti dichiarazioni pubbliche, stridenti e brutali, di elementi chiave della sua amministrazione che dipingono l’Iran in termini molto allarmisti. Lo Statunitense medio, che non conosce la storia, può facilmente convincersi che l’Iran rappresenti una minaccia imminente e che noi non abbiamo alternative ad un conflitto militare.
Troviamo che questa storia sia sconfortantemente familiare. Dieci anni fa, l’ex presidente George W. Bush prefigurava una guerra contro l’Iran, proprio mentre, nel novembre 2007, gli analisti dei servizi di informazione pubblicavano una valutazione ufficiale della intelligence nazionale (NIE) che smentiva i pregiudizi correnti, vale a dire che l’Iran fosse sul punto di dotarsi di un’arma nucleare. La NIE concludeva che l’Iran aveva smesso di lavorare alla realizzazione di un’arma nucleare dal 2003.
Ricordando questa vicenda nel suo libro di memorie, dal titolo « Decision Points », il presidente Bush scrive che i servizi di informazione gli avevano fermato la mano. Ha aggiunto questa domanda retorica: « Come avrei potuto spiegare l’uso dell’esercito per distruggere le istallazioni militari di un paese che la comunità dei servizi di informazione diceva non avere un programma di armamento nucleare attivo? ».
Noi crediamo che lei si trovi oggi di fronte ad una situazione simile. Ma al posto della falsa affermazione delle armi nucleari possedute dall’Iran, la nuova bufala che deve servire a giustificare la guerra contro l’Iran è l’affermazione che l’Iran continuerebbe ad essere « il più importante Stato del mondo che patrocina il terrorismo ». E’ un’affermazione falsa, come spiegheremo qui sotto.
* * *
Una delle grandi menzogne ricorrenti e bipartisan che si tenta di propinare al pubblico, con l’aiuto entusiasta di media particolarmente compiacenti, è che l’Iran sia il principale committente del terrorismo nel mondo di oggi.
Nella recente presentazione della Strategia di sicurezza nazionale per il 2018 della sua amministrazione, questo paese viene così descritto:
« L’Iran, primo paese al mondo a patrocinare il terrorismo, approfitta dell’instabilità per ampliare la sua influenza attraverso partner e mandatari, proliferazione di armi e finanziamenti. (…) L’Iran continua a perpetuare il ciclo della violenza nella regione, provocando gravi danni alle popolazioni civili ».
Questi sentimenti sono ribaditi da diversi altri paesi del Medio Oriente. Il ministro degli affari esteri dell’Arabia Saudita, Adel al-Jubeir, per esempio, ha dichiarato a ottobre 2015 che l’Iran « è il più grande sponsor del terrorismo nel mondo, e lavora per destabilizzare la regione ».
Il ministro saudita degli Affari esteri, in modo ben calcolato, evita di menzionare che 15 dei 19 terroristi che hanno dirottato gli aerei ed attaccato gli USA, l’11 settembre 2001, erano Sauditi, non Iraniani. E, mentre l’Iran è effettivamente stato un promotore attivo di terrorismo due decenni fa, non è più attualmente la punta del terrorismo mondiale. Ironicamente, questo losco primato va attualmente assegnato proprio agli accusatori dell’Iran, in primo luogo all’Arabia Saudita.
La rappresentazione dell’Iran come « il principale sponsor mondiale del terrorismo » non è supportata dai fatti. Sebbene sia colpevole di avere usato, in altre stagioni, il terrorismo come uno strumento della sua politica nazionale, l’Iran del 2017 non è più l’Iran del 1981. Nei primi giorni della Repubblica Islamica, agenti speciali effettuavano regolarmente attentati con autobombe, rapimenti e assassinii di dissidenti e di cittadini statunitensi. Nonostante le frequenti dichiarazioni rilasciate da funzionari statunitensi, sul coinvolgimenti dell’Iran in atti di terrorismo, ci limitiamo ad osservare che gli episodi registrati ogni anno dal Patterns of Global Terrorism del Dipartimento di Stato raramente contemplano atti terroristi, direttamente o indirettamente, riconducibili all’Iran.
Anche I rapporti dell’Iran con Hezbollah hanno avuto un’evoluzione radicale. Nei primi anni della Repubblica Islamica, Hezbollah operava spesso per conto e per procura dell’Iran. Ma nel corso degli ultimi venti anni, Hezbollah è diventato un’entità e una forza politica a pieno titolo. Nel 2006, nel Sud del Libano ha combattuto contro Israele riuscendo a fermarla, e questo è stato un momento decisivo nella trasformazione di Hezbollah in un esercito convenzionale. Negli anni successivi, anche Hezbollah, che attualmente fa parte del governo libanese, si è allontanata dalla violenza radicale religiosa, che attualmente è appannaggio di estremisti sunniti come lo Stato Islamico.
La risposta asimmetrica dell’Iran
Quando in Iran ha vinto l’Ayatollah, nel 1979, il ruolo che ha svolto in attentati terroristici come il rapimento di ostaggi statunitensi, l’attentato contro l’Ambasciata degli Stati Uniti e una guarnigione dei Marines in Libano, ha alimentato una comprensibile animosità nei suoi confronti. Ma queste azioni non erano motivate da un odio cieco o da un punto di vista religioso radicale. Per l’Iran, il terrorismo era una specie di arma contro nemici ben più potenti, principalmente gli Stati Uniti, che fornivano aiuti militari e di informazione al suo nemico, l’Iraq.
Gli Iraniani si sono anche dimostrati pragmatici, intrattenendo relazioni dirette con Israele. Nei primi giorni della rivoluzione iraniana, i Mullah, contraddicendo le pubbliche denunce di Israele, hanno bene accolto un sostegno militare segreto da parte degli Israeliani. Israele è stata altrettanto pragmatica. I dirigenti israeliani hanno ignorato i Mullah fornendo il loro appoggio per contribuire a contenere la minaccia costituita dal presidente iracheno Saddam Hussein. Un caso classico del “nemico del mio nemico è mio amico”.
L’immagine pubblica dell’Iran come casa dei terroristi fanatici è svanita nel mese di agosto 1998, con gli attentati contro alcune ambasciate statunitensi nell’Africa dell’est, realizzati da Al Qaeda e altre entità radicali sunnite. L’elenco degli attacchi terroristi a partire dal 2001, elenco redatto dal Governo degli Stati Uniti, mostra una riduzione spettacolare degli atti di violenza riconducibili all’Iran e una crescita parallela di atti orribili realizzati da radicali sunniti che non hanno alcun legame con l’Iran. L’ultima edizione del Global Terrorism Index, pubblicato dal Dipartimento per la Sicurezza interna, mostra che sono 4 i gruppi responsabili del 74% dei morti per atti di terrorismo nel 2015 : Boko Haram, al-Qaeda, i Talebani e lo Stato Islamico.
Tredici dei 14 gruppi mussulmani attivamente ostili agli Stati Uniti, individuate dalla comunità dei servizi di Intelligence USA, sono sunniti, non sciiti, e non hanno relazioni con l’Iran :
– Stato Islamico (sunnita)
– Fronte al-Nusra (sunnita)
– al-Qaeda (sunnita)
– al-Qaeda nel Maghreb (sunnita)
– al-Qaeda nella penisola araba (sunnita)
– Boko Haram (sunnita)
– Al-Shabbab (sunnita)
– Il gruppo Khorassan (sunnita)
– I Fratelli Mussulmani (sunniti)
– Il gruppo Abu Sayyaf nelle Filippine (sunnita)
– I Talebani del Pakistan e dell’Afghanistan (sunniti)
– Lashgar i Taiba (sunnita)
– Jemaa Islamiya (sunnita)
– Gli Huthi (sciiti)
L’ultimo importante attacco terrorista riferibile all’Iran, che ha provocato numerose vittime, è stato a luglio 2012, un attentato contro un bus di turisti israeliani in Bulgaria. All’epoca l’Iran decise di abbandonare la sua recente politica di non ricorso al terrorismo, come rappresaglia nei confronti di Israele, considerata responsabile dell’assassinio di cinque scienziati iraniani, impegnati nel programma nucleare iraniano tra gennaio 2010 e gennaio 2012 (le date e i nomi delle vittime sono nell’allegato).
Si potrebbe facilmente immaginare l’indignazione e la sete di vendetta che avrebbero scosso gli Stati Uniti se ritenesse che un paese straniero abbia utilizzato agenti speciali per assassinare gli ingegneri e gli scienziati impegnati in progetti sensibili per la difesa del paese.
Operazioni speciali
L’Iran, per contro, è stata vittima di altri attacchi terroristi, in qualche modo ricollegabili agli Stati Uniti. Sean Naylor, nel libro « Relentless Strike » [Attacchi permanenti], narra dettagliatamente la storia delle operazioni effettuate dal Joint Special Operations Command (JSOC) statunitense nel corso degli ultimi 30 anni, e mette in luce questa inconfutabile verità :
« Elementi dell’ JSOC hanno anche lavorato con Moudjahidin-e-Khalq (MEK) [Mujaheddin de popolo], un gruppo militante iraniano che si è esiliato in Iraq dopo essere entrato in conflitto con gli ayatollah di Teheran. Il Dipartimento di Stato aveva inserito il MEK nella sua lista di organizzazioni terroristiche, ma questo non ha impedito al JSOC di assumere un atteggiamento del tipo “il nemico del mio nemico è mio amico” verso questo gruppo. ‘Sono persone che possono agevolmente passare la frontiera, e che sono pronti ad aiutarci quando vogliamo toccare l’Iran’, ha dichiarato un ufficiale delle operazioni speciali ».
Il MEK fu classificato come gruppo terrorista, ma poi gli Stati Uniti decisero che, fin quando il MEK avrebbe aiutato ad uccidere degli Iraniani invece che degli Statunitensi, esso non sarebbe più stato un gruppo terrorista. La storia terrorista del MEK è abbastanza chiara. Tra più di una dozzina di esempi negli ultimi quattro anni, eccone quattro illustrativi :
Negli anni 1970, il MEK ha assassinato personale militare e civili statunitensi che lavoravano a progetti di difesa a Teheran, e ha sostenuto l’occupazione dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Teheran nel 1979.
Nel 1981, il MEK ha fatto esplodere delle bombe nella sede sociale del Partito della Repubblica islamica e nell’ufficio del Primo Ministro, uccidendo quasi 70 alti responsabili iraniani, compreso il Presidente, il Primo ministro e il ministro della giustizia.
Ad aprile 1992, il MEK ha realizzato attacchi quasi simultanei contro ambasciate e istallazioni iraniane in 13 paesi, dimostrando la capacità del gruppo di realizzare operazioni di grande ampiezza all’estero.
Ad aprile 1999, il MEK, ha preso di mira degli ufficiali dell’esercito e assassinato il capo aggiunto dello stato maggiore generale delle Forze armate iraniane.
Nonostante questa storia, una parata bipartisan di importanti leader politici e militari statunitensi ha esercitato pressioni lobbiste per conto del MEK, venendo per questo ben remunerata.
Una cattiva strategia
Con una definitiva svolta paradossale, la guerra statunitense del 2003 contro l’Iraq ha giocato un ruolo essenziale nel risorgere dell’Iran come potenza regionale. Saddam Hussein è stato sostituito da sciiti che avevano trovato rifugio in Iran da molti anni e le istituzioni baathiste, compreso l’esercito, sono state poste sotto il controllo di Iracheni vicini a Teheran.
L’Iran è stato avvantaggiato dalla vicenda irachena e, con l’accordo sul nucleare del 2015, le relazioni commerciali o di altro tipo dell’Iran sono migliorate con i nostri principali alleati della NATO e con altri importanti attori della scena mondiale, la Russia e la Cina in particolare.
I discorsi ufficiali sulle importanti questioni della sicurezza nazionale devono fondarsi sui fatti. Il ricorso ad iperboli per descrivere attività terroriste iraniane può essere controproducente. Per questa ragione, attiriamo l’attenzione sulla recente dichiarazione dell’ambasciatrice Nikki Haley, secondo cui sarebbe difficile trovare un « gruppo terrorista in Medio Oriente che non sia ricoperto dappertutto di impronte digitali dell’Iran ». La verità è completamente diversa. La maggior parte dei gruppi terroristi della regione non sono né creature, né marionette dell’Iran. Stato Islamico, al-Qaeda e al-Nusra sono i primi più importanti che vengono in mente.
Lei si è presentato come una persona che è pronta a dire verità, anche difficili, pur di fronte alla pressione dell’establishment, e a non accettare lo status quo. Durante la campagna elettorale, lei ha parlato dell’invasione dell’Iraq come di un errore storico di proporzioni epiche. Lei ha anche correttamente colto l’umore di molti Statunitensi stanchi di queste guerre costanti contro terre lontane. Eppure il torrente di avvertimenti di Washington sugli ipotetici pericoli posti dall’Iran e sulla necessità di affrontarli, vengono largamente percepiti come dei passi per invertire il suo impegno a non farsi trascinare in nuove guerre.
La invitiamo a riflettere sul monito che indirizzammo al presidente George W. Bush, quasi 15 anni fa, in un tornante storico simile a questo:
« Dopo avere visto oggi il Segretario Powell, siamo convinti che sarebbe meglio per lei se ampliasse la discussione (…) oltre al cerchio di questi consiglieri chiaramente propensi ad una guerra per la quale noi non vediamo alcuna ragione imperiosa, e della quale prevediamo che le conseguenze mal calcolate siano suscettibili di essere disastrose ».
ALLEGATO
ELENCO DEGLI SCIENZIATI IRANIANI ASSASSINATI IN IRAN
12 gennaio 2010 – Masoud Alimohammadi, fisico iraniano:
Ucciso in un attentato con un’autobomba. L’autore avrebbe confessato di essere stato reclutato dai servizi di informazione israeliani.
29 novembre 2010 – Majid Shahriari, esperto nucleare iraniano :
Ucciso in un attentato con autobomba. Secondo i media tedeschi, Israele sarebbe stato il promotore.
29 novembre 2010 – tentativo di assassinio di Fereydoon Abbasi, scienziato nucleare iraniano:
Ferito nell’esplosione di un’autobomba.
23 luglio 2011 – Dariush Rezaeinejad, ingegnere elettrico iraniano:
Ucciso da sconosciuti a bordo di una moto. Specialista in interruttori ad alta tensione, una componente cruciale delle ogive nucleari. Assassinato dai servizi segreti israeliani, secondo la stampa tedesca.
11 gennaio 2012 – Mostafa Ahmadi-Roshan, scienziato nucleare iraniano:
Ucciso nel laboratorio di arricchimento dell’uranio di Natanz da una bomba magnetica dello stesso tipo di quella usata nelle precedenti uccisioni di scienziati iraniani.
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Firmato da:
Richard Beske, CIA, Operations Officer (a riposo) ;
William Binney, former NSA Technical Director for World Geopolitical & Military Analysis; Co-founder of NSA’s Signals Intelligence Automation Research Center ;
Marshall Carter-Tripp, Foreign Service Officer (a riposo) and Division Director, State Department Bureau of Intelligence and Research ;
Bogdan Dzakovic, Former Team Leader of Federal Air Marshals and Red Team, FAA Security, (a riposo) (associate VIPS) ;
Philip Giraldi, CIA, Operations Officer (a riposo) ;
Larry C. Johnson, former CIA and State Department Counter Terrorism officer ;
Michael S. Kearns, Captain, USAF (a riposo); ex-Master SERE Instructor for Strategic Reconnaissance Operations (NSA/DIA) and Special Mission Units (JSOC) ;
John Kiriakou, Former CIA Counterterrorism Officer and former senior investigator, Senate Foreign Relations Committee ;
Karen Kwiatkowski, former Lt. Col., US Air Force (a riposo), at Office of Secretary of Defense watching the manufacture of lies on Iraq, 2001-2003 ;
Edward Loomis, NSA, Cryptologic Computer Scientist (a riposo) ;
David MacMichael, National Intelligence Council (a riposo) ;
Ray McGovern, former US Army infantry/intelligence officer & CIA analyst (a ripos.) ;
Elizabeth Murray, Deputy National Intelligence Officer for Near East, CIA and National Intelligence Council (a riposo) ;
Torin Nelson, former Intelligence Officer/Interrogator (GG-12) HQ, Department of the Army ;
Todd E. Pierce, MAJ, US Army Judge Advocate (a riposo) ;
Coleen Rowley, FBI Special Agent and former Minneapolis Division Legal Counsel (a riposo) ;
Greg Thielmann — Former director of the Strategic, Proliferation, and Military Affairs Office of the State Department’s intelligence bureau (INR) and former senior staffer on the Senate Intelligence Committee ;
Kirk Wiebe — former Senior Analyst, SIGINT Automation Research Center, NSA ;
Lawrence Wilkerson, Colonel (USA, a riposo), Distinguished Visiting Professor, College of William and Mary (associate VIPS) ;
Sarah G. Wilton, CDR, USNR, (Retired)/DIA, (Retired) ;
Robert Wing — former Foreign Service Officer (associate VIPS) ;
Ann Wright, Col., US Army (ret.); Foreign Service Officer (who resigned in opposition to the war on Iraq.