La radicalizzazione degli ultra-ortodossi preoccupa Israele
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Al-Oufok, 26 dicembre 2011
La radicalizzazione degli ultra-ortodossi preoccupa Israele
Redazione
La discriminazione contro le donne predicata da taluni ebrei ultra-ortodossi è degenerata in questi ultimi giorni, nella città di Beit Shemesh, vicino a Gerusalemme. Riferisce AFP che lunedì a mezzogiorno vi sono stati degli scontri tra poliziotti israeliani e molte centinaia di ultra-ortodossi che reclamavano fragorosamente una stretta separazione tra uomini e donne. Un poliziotto è rimasto leggermente ferito da una pietra lanciata e molti manifestanti sono stati fermati, secondo quanto riferito dal portavoce della polizia, Michy Rosenfeld.
Secondo testimoni, gruppi di “haredim” (timorosi di Dio) hanno preso di mira poliziotti e giornalisti, molestandoli e intimando loro di “sparire”. Hanno anche lanciato contro di loro delle uova e hanno bruciato della spazzatura. Molti cartelli che invitavano a separare gli uomini dalle donne nella strada principale del quartiere ultraortodosso di Beit Shermesh, che erano stati levati dai poliziotti, sono stati nuovamente affissi dagli abitanti.
Beit Shemesh, una città di quasi 80.000 abitanti, situata a 30 km a ovest di Gerusalemme, è abitata in grande maggioranza da ebrei osservanti, tra cui una importante comunità di ultra-ortodossi in piena espansione. Il signor Rosenfeld ha precisato che una troupe del canale 10 della televisione israeliana, che riprendeva lunedì nel quartiere, ha dovuto chiamare la polizia in soccorso, dopo essere stata circondata da una folla ostile.
La polizia peraltro aveva già ottenuto rinforzi a Beit Shermesh, dove un’altra troupe televisiva era già stata aggredita domenica mentre filmava dei cartelli che intimavano alle donne di non fermarsi davanti ad una sinagoga. Dopo questa aggressione, un abitante del quartiere è stato arrestato.
Una frangia della popolazione religiosa israeliana sembra essersi recentemente radicalizzata, adottando una lettura rigorista della separazione tra uomini e donne, imposta, in taluni casi, dalla legge ebraica, la “halakha”. Nelle strade di Beit Shemesh si possono leggere molte scritte che esortano le donne a vestirsi “modestamente”, con maniche e gonne lunghe. I media hanno riportato nelle ultime settimane notizia di molti incidenti, soprattutto degli attacchi verbali e fisici contro delle donne ultraortodosse e delle tensioni provocate dal rifiuto di talune di sedersi nella parte posteriore degli autobus.
La segregazione è praticata sulle linee dei bus frequentati dai religiosi dalla fine degli anni 1980, ma le prese di posizione delle donne ultra-ortodosse contro questa pratica, recentemente riportate dalla stampa, hanno molto emozionato l’opinione pubblica. Peraltro alcune organizzazioni femministe si sono opposte, con successo, alla tacita pratica di alcuni pubblicitari che evitavano di affiggere immagini di donne nei quartieri a maggioranza religiosa, soprattutto a Gerusalemme, sensibili alle pressioni della comunità ultra-ortodossa”
“Fin dalla nascita, lo Stato di Israele è troppo tollerante nei confronti della intolleranza degli ultra-ortodossi che non riconoscono il diritto all’uguaglianza, e quindi i diritti delle donne, che pure sono iscritti nella legge fondamentale israeliana”, afferma Frances Raday, professore emerito di diritto all?università ebraica di Gerusalemme, specialista dei diritti delle donne. Secondo lei, la tendenza degli ultra-ortodossi è alla “radicalizzazione”. “E lo Stato non fa niente per invertire questa tendenza”, deplora.