Perché gli Anglo-Sionisti odiano Putin?
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Russia, 6 aprile 2021 - Non è esagerato dire che, nella mitologia dell’Impero anglo-sionista, Putin è qualcosa di simile a Satana o, almeno, una specie di «Sauron», che è l’epitome del male. E tutti abbiamo potuto ascoltare Biden, in un’intervista registrata, dichiarare che Putin è «un assassino» (nella foto, Vladimir Putin)
The Saker, 31 marzo 2021 (trad.ossin)
Perché gli Anglo-Sionisti odiano Putin?
the Saker
Non è esagerato dire che, nella mitologia dell’Impero anglo-sionista, Putin è qualcosa di simile a Satana o, almeno, una specie di « Sauron » (l’Oscuro Signore di Mordor de “Il Signore degli Anelli”, ndt), che è l’epitome del male. E tutti abbiamo potuto ascoltare Biden, in un’intervista registrata, dichiarare che Putin è « un assassino ». Quando gli è stata offerta l’occasione di ammorbidire i toni, Jen Psaki (portavoce presidenziale, ndt) non lo ha fatto. Possiamo dunque concludere che si tratta di una caratterizzazione ufficiale, deliberatamente pianificata, del dirigente russo.
Un simile linguaggio non è mai stato usato dai leader occidentali durante la Guerra Fredda, almeno ai più alti livelli. Allora perché questo odio sviscerato per Putin?
Non è perché viene dal PGU, KGB, SSSR. Yuri Andropov era un ex capo del KGB, e ha fatto tanto per rafforzare il KGB, il suo personale e le sue operazioni. Nessuno però l’ha mai trattato come un assassino. E non è nemmeno a causa della Crimea o del Donbass, almeno non direttamente, perché quando l’URSS invase la Cecoslovacchia e, prima ancora, l’Ungheria, i politici occidentali non hanno mai definito Krusciov o Breznev « assassini ». Non è per l’abbattimento dello MH-17 (i leader occidentali sanno che si tratta di menzogne messe in circolo dai servizi speciali occidentali), perché sono tanti gli aerei di linea civili abbattuti da vari Stati, ma nessuno di tali episodi ha dato il via ad una simile demonizzazione totale dei dirigenti di quegli Stati. Potrei andare ancora avanti, ma è già abbastanza chiaro: anche ad un’analisi puntigliosa di tutte le accuse rivolte contro Putin, dobbiamo concludere che il genere di demonizzazione totale di cui viene fatto oggetto è abbastanza unico nella sua intensità e portata.
C’è un enorme differenza tra i concetti di « causa » e di « pretesto », e tutti gli esempi che ho fatto sono solo pretesti. Vediamo quindi di esaminare le cause reali di un simile odio cieco contro Putin.
Ci imbattiamo allora in un'altra lunga lista di possibili cause: prima di tutto, è indiscutibile che, se Eltsin aveva quasi del tutto distrutto la Russia in quanto paese, Putin ha, da solo, « resuscitato » la Russia in tempi sorprendentemente brevi. Da un paese a brandelli e da una popolazione che si sarebbe accontentata di diventare la prossima Germania o, almeno, la prossima Polonia, Putin ha trasformato la Russia nella maggiore forza militare del Pianeta e ha completamente rimodellato la percezione che i Russi hanno di loro stessi e della Russia. Non solo, ma Putin ha saputo servirsi di tutte le misure prese dall’Occidente (come le sanzioni, il boicottaggio o le minacce) per rafforzare ancor più la Russia (con mezzi quali la sostituzione di talune importazioni, conferenze internazionali e manovre militari). Cosa ancora più importante, Putin ha disancorato la Russia da molte Istituzioni o meccanismi controllati dagli Stati Uniti, un gesto che le ha arrecato grandi vantaggi.
I politici statunitensi hanno parlato di un paese dall’economia « a brandelli » e di una « stazione di servizio che fa finta di essere un paese ». Ma nel mondo reale (zona B), l’economia russa si è comportata molto meglio di quelle occidentali e, quanto alla « guerra per l’energia » tra Stati Uniti, Arabia Saudita e Russia, si è conclusa con una disfatta catastrofica per gli Stati Uniti ed un trionfo per la Russia e, in misura minore, per l’Arabia Saudita.
Poi è arrivato il Covid-19 e il disastro epico dovuto alla cattiva gestione di questa crisi da parte dell’Occidente. Non solo, ma il contrasto tra il modo in cui la Russia (e la Cina !) hanno gestito la crisi e quel che ha fatto l’Occidente non potrebbe essere maggiore. Quanto al fatto che la Russia sia stato il primo paese a creare un vaccino (oramai almeno tre in realtà; la Russia è sul punto di lanciare un altro vaccino, stavolta per proteggere gli animali contro il Covid-19) e, peggio ancora, il paese che ha creato il miglior vaccino del pianeta – è un disastro di pubbliche relazioni per l’Occidente e non c’è nulla che l’Occidente possa fare per attenuare lo shock. Al contrario, le cose continuano a peggiorare, come dimostrano i continui lockdown che si susseguono in Occidente – da confrontare con questa foto dell’allegro Lavrov in Cina con una mascherina su cui è scritto « FCKNG QRNTN » ! [all’inferno la quarantena, NdT]
Ma non è questa la vera causa, come dimostrato dal fatto che l’Occidente detestava già Putin ben prima del Covid-19.
La vittoria « rubata » della Guerra Fredda
In verità, l’Occidente ha una lunghissima lista di ragioni per odiare Putin e tutto ciò che è russo, ma io credo che ve ne sia una che le sopravanza tutte: i dirigenti occidentali credevano davvero di avere battuto l’URSS alla fine della Guerra Fredda (sono state persino coniate delle medaglie per celebrare l’avvenimento) e, col crollo dell’ex Superpotenza e l’arrivo al potere di una marionetta alcolizzata e incapace, il trionfo dell’Occidente era apparso totale. Almeno in apparenza. La realtà, come sempre, essendo molto più complessa.
[Nota a margine: le cause e i modi del crollo dell’Unione Sovietica non sono oggetto di quest’articolo, mi limito dunque a dire che io non credo che l'URSS sia "crollata" ma che sia stata deliberatamente distrutta dall’apparato del PCUS che aveva deciso di dividere il paese perché il Partito e la Nomenklatura restassero al potere. Non alla testa dell'URSS, ma alla guida delle varie Repubbliche ex sovietiche. I leader deboli e le ideologie cui la gente non crede veramente non stimolano le persone a battersi per i loro leader. E’ per questo che la monarchia russa è crollata, ed è per questo che è crollata anche la democrazia massonica di Kerenski, e per questo è crollata anche l’Unione Sovietica (ed è anche una delle ragioni più probabili del futuro crollo degli Stati Uniti in quanto Stato)].
Putin, che non era molto conosciuto in Occidente – ma nemmeno in Russia –, è diventato presidente ed ha subito frenato la corsa verso l’abisso. Si è prima di tutto applicato contro le due minacce più urgenti, gli oligarchi e l’insurrezione wahhabita nel Caucaso. Molti Russi – me compreso – sono rimasti assolutamente stupefatti dalla rapidità e dalla determinazione delle sue azioni. Di conseguenza, Putin si è trovato di punto in bianco ad essere uno dei leader più popolari della storia della Russia. In un primo momento, l’Occidente ha subito una specie di shock, poi è entrata in una sorta di « processo Kübler-Ross » (psichiatra di origine svizzera che ha individuato le cinque fasi della reazione alla prognosi di morte, ndt) e, alla fine, si è infilato in una frenesia russofoba mai vista dai tempi del regime nazista durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per comprendere perché Putin sia diventato l’incarnazione del diavolo, dobbiamo renderci conto che i leader dell’Occidente nel suo insieme avevano davvero pensato che stavolta, dopo un millennio di insuccessi e di disfatte imbarazzanti, l’Occidente aveva finalmente « battuto » la Russia, che sarebbe diventata un territorio senza leader, senza cultura, senza spiritualità e, ovviamente, senza storia, la cui unica utilità sarebbe dovuta essere quella di fornitore di risorse ad un « Occidente trionfante ».
Poi i leader anglo-sionisti dell’Impero hanno messo in campo l’operazione sotto falsa bandiera dell’11 settembre, che ha dato loro il pretesto necessario alla Grande Guerra contro il Terrorismo, ma completamente distolto la loro attenzione dalla sedicente « minaccia russa », semplicemente perché nel 2001 non c’era alcuna minaccia russa. C’era dunque una certa logica in questi movimenti. Ma poi, « improvvisamente » (almeno per i leader occidentali), la Russia « è ritornata » : nel 2013, la Russia ha bloccato il previsto attacco degli Stati Uniti e della NATO contro la Siria (il pretesto stavolta erano le armi chimiche siriane). Nel 2014, la Russia ha appoggiato la sollevazione della Novorussia contro il regime ucraino di Kiev e, nello stesso anno, la Russia ha anche dispiegato il suo esercito per consentire alla popolazione locale di votare in un referendum di unione alla Russia. Infine, nel 2015, la Russia ha stupito l’Occidente con un intervento militare estremante efficace in Siria.
In questa successione di avvenimenti, la Russia ha commesso due tipi di « crimini » assai diversi (dal punto di vista anglo-sionista ovviamente) :
- Il crimine minore di fare quel che la Russia ha effettivamente fatto e
- il crimine molto più grave di non avere mai chiesto all’Impero il permesso di farlo.
L’Occidente ama trattare il resto del pianeta come una specie di partner junior, con un campo d’azione limitatissimo e quasi nessuna autonomia reale (l’esempio migliore è quel che gli Stati Uniti hanno fatto a paesi come la Polonia e la Bulgaria). Se e quando uno di questi paesi « junior » vuol fare qualcosa in politica estera, deve assolutamente chiedere il permesso al fratello maggiore anglo-sionista. Non farlo è sintomo di sedizione o rivolta. In passato, molti paesi sono stati « puniti » per avere osato manifestare delle opinioni o, peggio ancora, per avere osato agire di conseguenza.
Non sarebbe sbagliato riassumere tutto questo dicendo che Putin ha messo un dito nell'occhio dell’Impero e dei suoi leader. E’ stato questo « crimine assoluto » a scatenare davvero l’attuale isteria anti-russa. Immediatamente però i leader (per lo più incapaci) dell’Occidente si sono scontrati con un problema davvero frustrante: mentre l’isteria russofoba aveva ampia eco in Occidente, in Russia essa ha provocato un contraccolpo, come una mossa di « judo » alla Putin : lungi dal tentare di nascondere la propaganda anti-russa dell’Occidente, il Cremlino ha fatto di tutto per renderla ampiamente disponibile (in lingua russa !) attraverso i media russi (ho scritto in proposito qui e qui). Il risultato diretto è stato duplice : in primo luogo l’« opposizione » guidata da CIA/MI6 ha cominciato ad essere fortemente associata ai nemici russofobi della Russia e, in secondo luogo, il grande pubblico russo si è schierato con Putin e le sue posizioni inflessibili. In altri termini, definendo Putin un dittatore e, ovviamente, un « nuovo Hitler », i propagandisti occidentali hanno ottenuto un limitato successo nel pubblico occidentale, ma si sono letteralmente sparati una palla sul piede di fronte al pubblico russo.
Definisco questa come la « fase uno della guerra psicologica strategica anti-Putin ». Quanto ai suoi risultati, direi non solo che essa è quasi completamente fallita, ma penso che abbia avuto in Russia effetti contrari a quelli sperati.
Era urgentemente necessario un cambio di rotta
I nuovi orientamenti delle guerre psicologiche statunitensi contro Putin e la Russia
Devo ammettere di nutrire una pessima opinione della comunità dei servizi di informazione statunitensi e anche dei suoi analisti. Ma persino l’ottuso « specialista della zona Russia » ha alla fine compreso che dire all’opinione pubblica russa che Putin è un « dittatore », un « assassino di oppositori » o un « avvelenatore di esiliati » provocava un insieme tipicamente russo di risate e sostegno al Cremlino. Bisognava dunque fare qualcosa d’altro.
Allora un idiota, da qualche parte in un seminterrato, ha concepito l’idea seguente : è assurdo accusare Putin di cose che lo rendono popolare nel suo paese, quindi individuiamo una nuova lista di accuse accuratamente adatte al pubblico russo.
Chiamiamo questa la « fase due della guerra psicologica anti-Putin ».
Ed è qui che comincia la saga dei « Putin è in combutta con ». Nello specifico, queste sono le accuse che sono state concepite dagli esperti di guerra psicologica statunitensi e da quelli che sono a loro libro paga :
- Putin disarma la Siria
- Putin svende il Donbass
- Putin è un burattino di Israele e, particolarmente, di Netanyahu.
- Putin è un traditore corrotto che non si preoccupa degli interessi nazionali russi.
- Putin autorizza Israele a bombardare la Siria (vedi qui)
- Putin vende le ricchezze della Siberia alla Cina e/o Putin sottomette la Russia alla Cina.
- Putin è corrotto, debosciato e perfino vigliacco.
- Putin è stato battuto da Erdogan nella guerra dell’Alto-Karabakh.
I temi appena accennati sono stati i principali spunti immediatamente approvati e messi in esecuzione dagli esperti di guerra psicologica statunitensi contro la Russia.
Sono stati efficaci ?
In una certa misura, sì. Da un lato, questi argomenti di propaganda anti-russa meglio strutturati sono stati immediatamente ripresi da almeno una parte di quella che potremmo definire « opposizione patriottica interna » (gran parte della quale è in buona fede e non si rende per nulla conto di essere abilmente manipolata). Più nocivo è stato l’emergere di un movimento neo-comunista (o, come spesso lo definisce Ruslan Ostashko, « emo-marxista ») abbastanza vociante (che io personalmente considero una sesta colonna) che ha avviato una campagna di propaganda interna anti-Cremlino centrata sui temi seguenti :
« Tutto è perduto » (всепропальщики) : è la tesi secondo cui niente funziona in Russia, tutto è falso e cattivo, il paese affonda, insieme alla sua economia, la sua scienza, il suo esercito, ecc. E’ solo una specie di disfattismo, niente di più.
« Dall’arrivo di Putin al potere non è stato fatto niente » : è una tesi piuttosto strana, perché occorre una ginnastica mentale davvero spettacolare per negare che Putin ha letteralmente salvato la Russia dalla distruzione totale. Essa non spiega inoltre come mai Putin è tanto detestato dall’Impero (se Putin avesse fatto solo cose sbagliate, come Eltsin, sarebbe adorato dall’occidente, non detestato !)
« Tutte le elezioni in Russia sono state truccate » Su questo punto, la 5* colonna (coordinata da CIA/MI6) e la 6° devono essere in sintonia: secondo entrambe sarebbe assolutamente impossibile che la maggioranza dei Russi abbia appoggiato Putin per tanti anni e che ancora lo appoggi. Senza parlare del fatto che la maggior parte dei sondaggi dimostrano che Putin è stato, ed è tuttora, la personalità politica più popolare della Russia.
Infine, il grande errore della riforma delle pensioni non ha certamente aiutato Putin ad accrescere la sua popolarità. Ha dovuto quindi agire : ha « ammorbidito » le parti peggiori della riforma e, alla fine, è riuscito a mettere da parte alcuni dei peggiori integrazionisti atlantici, compreso lo stesso Medvedev.
Purtroppo alcuni siti web, blog e personaggi sedicenti filo-russi hanno mostrato il loro vero volto, saltando sul treno in corsa di questa seconda campagna strategica di guerra psicologica, probabilmente con la speranza di mettersi in vista, o di ottenere fondi, o entrambe le cose. Di qui tutte le sciocchezze su Russia e Israele o su un Putin « venduto », che abbiamo tante volte visto negli ultimi tempi. Il problema è che questi siti web, questi blog e questi personaggi hanno indotto in errore e turbato alcuni dei migliori amici veri della Russia in Occidente.
Nessuno di loro offre però risposte ad una domanda molto semplice: se Putin è un venduto, e se tutto è perduto, perché mai l’Impero anglo-sionista detesta tanto Putin? In quasi 1000 anni di guerra (spirituale, culturale, politica, economica e militare) contro la Russia, i dirigenti occidentali hanno sempre detestato i veri patrioti russi ed hanno sempre amato gli (ahimè numerosi) traditori della Russia. E adesso, detestano Putin perché sarebbe un pessimo leader?
Tutto ciò non ha assolutamente senso.
Conclusione : una guerra è ormai inevitabile ?
Gli Stati Uniti e la NATO non si impegnano in campagne di guerra psicologica solo perché qualcuno piace o non piace loro. L’obiettivo principale di simili campagne è di spezzare la volontà di resistenza dell’altra parte. E questo era l’obiettivo strategico anche delle due campagne anti-Putin (fase 1 e fase 2). Sono lieto di annunciare che entrambe hanno fallito. Il pericolo sta piuttosto nel fatto che il fallimento non è bastato a convincere i leader dell’Impero che era il caso ci cambiare rotta d’urgenza, accettando la « realtà russa », anche se non gradita.
Da quando si è insediata (illegalmente) l’amministrazione « Biden » (il « Biden collettivo » ovviamente non il vegetale che risponde al nome di Joe Bilden), abbiamo assistito ad una escalation di dichiarazioni anti-russe. Fino all’ultimo « uhu, è un assassino » – non si è trattato dell’errore di un vecchio rimbambito, era una dichiarazione accuratamente predisposta. Peggio ancora, l’Impero non si è limitato alle parole, ha anche effettuato alcuni importanti « movimenti del corpo » per segnalare la propria determinazione a ricercare uno scontro ancora più spinto con la Russia.
Si sono sfoderate molte volte le sciabole in Occidente, soprattutto manovre militari piuttosto stupide in prossimità della frontiera russa. Come ho spiegato un miliardo di volte, si tratta di manovre fallimentari sul piano militare (più si avvicinano alla frontiera russa, più le forze militari occidentali si mettono in situazione di pericolo). Da un punto di vista politico, tuttavia, esse sono molto provocatorie e, di conseguenza, pericolose.
La grande maggioranza degli analisti russi non crede che gli Stati Uniti e la NATO attaccheranno apertamente la Russia, non foss’altro perché sarebbe una mossa suicida (l’equilibrio militare attuale in Europa è fortemente a favore della Russia, anche senza voler contare sulle armi ipersoniche). Ciò che molti temono adesso è che Biden scateni le forze ucraine contro il Donbass, « punendo » sia l’Ucraina che la Russia (la prima per il ruolo avuto nella campagna presidenziale statunitense). Io sono piuttosto d’accordo con entrambe le analisi.
In fin dei conti, l’impero anglo-sionista è sempre stato fondamentalmente razzista, e continua ad esserlo: per i suoi leader, il popolo ucraino è solo carne da cannone, una nazione di terz’ordine irrilevante e non più utile (gli analisti statunitensi capiscono che il piano USA per l’Ucraina si è rivelato un ulteriore fiasco spettacolare, come tutti questi piani deliranti finiscono sempre per rivelarsi, anche se non lo si dice mai pubblicamente). Allora perché non spingere questa gente in una guerra suicida contro, non solo la Repubblica del Donbass, ma contro la stessa Russia? Certamente la Russia vincerà rapidamente e in modo decisivo la guerra militare, ma politicamente sarebbe un disastro in termini di relazioni pubbliche per la Russia, in quanto l’« Occidente democratico » accuserà comunque la Russia, anche se non è stata lei ad attaccare per prima (come accadde in Georgia in data 08.08.08).
Ho già scritto sulla situazione assolutamente disastrosa dell’Ucraina tre settimane fa, e non voglio ripetermi qui. Dirò solo che, da allora, le cose sono ancora peggiorate: basti dire che l’Ucraina ha dispiegato molti blindati pesanti verso la linea di contatto, mentre il regime di Kiev ha adesso vietato l’importazione di carta igienica russa (a dimostrazione di quali la banda al potere consideri misure importanti e necessarie). Se è vero che l’Ucraina è diventata uno Stato totalmente delirante dal colpo di Stato neonazista, si deve oggi constatare una netta accelerazione del crollo, non solo del regime o dello Stato, ma del paese nel suo insieme. L’Ucraina sta crollando così rapidamente che non basterebbe un intero sito web per seguire l’evoluzione di questo orrore, non giorno dopo giorno, ma ora dopo ora. Basti dire che « Ze » si è rivelato peggio dello stesso Poroshenko. L‘unica cosa che Poroshenko ha fatto e che « Ze » non ha fatto (ancora !) è di fare una guerra. A parte ciò, tutto ciò che ha fatto (azioni ed omissioni) non si può che definire come « ancora la stessa cosa, ma in peggio ».
Si può evitare la guerra ?
Non lo so. Putin ha indirizzato agli Ucraini un avvertimento assai severo (« conseguenze gravi per l’Ucraina in quanto tale »). Non credo nemmeno per un secondo che qualcuno al potere a Kiev si preoccupi dell’Ucraina o del suo status di Stato, ma sono abbastanza intelligenti da capire che un contrattacco russo per difendere il Donbass e, più ancora, la Crimea, potrebbe includere attacchi di precisione mirati sulla « leadership » con missili avanzati. I leader ucronazisti farebbero bene a rendersi conto di avere tutti un bersaglio dipinto sulla propria testa. Potrebbero anche riflettere su un altro aspetto : che cosa è capitato a tutti i capi delle gang wahhabite in Cecenia alla fine della seconda guerra di Cecenia ? (Indizio : sono stati tutti ritrovati e giustiziati). Basterà questo a fermarli?
Forse. Auguriamocelo.
Ma tutti dobbiamo ben tenere a mente che in un prossimo futuro vi sono solo due opzioni per l’Ucraina: « una fine orribile o un orrore senza fine » (espressione russa).
Lo scenario migliore per la popolazione ucraina sarebbe una scissione (relativamente pacifica, speriamo) del paese in diverse parti governabili.
L’opzione peggiore sarebbe indubbiamente una guerra su larga scala contro la Russia.
Stando alla retorica che viene da Kiev in questi giorni, la maggior parte dei politici ucraini sostengono fortemente l’opzione n.2, tanto più perché è l’unica accettabile dai loro padroni stranieri. Gli Ucraini hanno anche adottato una nuova dottrina militare (che definiscono « strategia di sicurezza militare dell’Ucraina ») che dichiara la Russia come Stato aggressore e avversario militare dell’Ucraina (vedi qui una traduzione automatica del testo ufficiale).
Potrebbe essere questa la ragione per cui Merkel e Macron hanno avuto di recente una videoconferenza con Putin (« Ze » non era invitato) : Putin potrebbe tentare di convincere Merkel e Macron che una simile guerra sarebbe un disastro per l’Europa. Nel frattempo, la Russia rafforza rapidamente le proprie posizioni lungo la frontiera ucraina, compresa la Crimea.
Ma si tratta di misure che non possono dissuadere un regime privo di potere reale. Le decisioni saranno prese a Washington DC, non a Kiev. Temo che il tradizionale senso di impunità dei leader politici statunitensi possa suggerire loro, ancora una volta, l’impressione che non si correrebbero troppi rischi (per loro personalmente o per gli Stati Uniti) a scatenare una guerra in Ucraina. Le ultime notizie sul fronte statunitenso-ucraino sono la consegna da parte della US Navy di 350 tonnellate di equipaggiamento militare a Odessa. Non abbastanza per essere significativo sul piano militare, ma più che sufficiente per spingere il regime di Kiev ad attaccare il Donbass e/o la Crimea.
In effetti, non mi stupirebbe nemmeno che « Biden » lanci un attacco contro l’Iran mentre il mondo guarda l’Ucraina e la Russia farsi la guerra. Dopo tutto, l’altro paese la cui posizione geostrategica si è fortemente indebolita da quando la Russia è intervenuta in Siria è Israele, l’unico paese che tutti i politici statunitensi serviranno fedelmente a qualsiasi costo (ivi compresi i costi umani per gli Stati Uniti). Gli Israeliani pretendono una guerra contro l’Iran almeno dal 2007, e sarebbe ingenuo sperare che alla fine non otterranno quel che vogliono. Infine, e non è la cosa meno importante, vi è la crisi che quella faccia tosta di Bliken (segretario di Stato USA, ndt) ha fatto scoppiare con la Cina e che, fino ad oggi, ha dato luogo solo ad una guerra economica, ma che potrebbe in ogni momento aggravarsi, specie se si considerino le molte provocazioni recenti anti-cinesi della marina USA.
Attualmente, le condizioni metereologiche nell’Ucraina dell’est non sono propizie ad operazioni militari offensive. La neve si sta sciogliendo e la circolazione stradale è molto difficile per il fango (si chiama « rasputitsa » in russo) che ostacola considerevolmente il movimento delle forze e delle truppe. Tali condizioni sono però destinate a mutare con l’arrivo della stagione calda, e le forze ucraine godranno allora delle condizioni ideali per un attacco.
In altri termini, e salvo qualche importante sviluppo, potremmo trovarci a qualche settimana soltanto da una grande guerra.
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