ProfileKazakhstan, 9 gennaio 2022 - Non è ancora chiaro chi abbia promosso la ribellione in Kazakhstan. Sebbene avessi supposto fosse un'operazione della CIA, potrebbe essere stata esternalizzata all'MI6 britannico. Ma ci sono anche altre possibilità... (nella foto, violenze in Kazakhstan)    

 

Moon of Alabama, 8 gennaio 2020 (trad.ossin)
 
Tutto quello che occorre sapere sulla fallita ribellione in Kazakhstan
Moon of Alabama
 
È ancora un mistero quali siano esattamente le forze che hanno promosso la ribellione in Kazakhstan. Sebbene avessi supposto che fosse un'operazione della CIA, potrebbe essere stata esternalizzata all'MI6 britannico. Ma ci sono anche altre possibilità
 
 
 
 
La dinamica degli ultimi giorni odorava fortemente di rivoluzione colorata, del tipo di quelle tipicamente istigate dagli Stati Uniti. Le bande che hanno attaccato le forze di polizia, dato fuoco agli edifici e preso d'assalto i luoghi in cui erano immagazzinate le armi sembravano molto ben addestrate. Operavano in formazione, ed erano ovviamente sotto il comando di qualcuno. Alcuni di loro sembravano essere cecchini addestrati perché qualche poliziotto è stato colpito a notevole distanza. Tre dei poliziotti uccisi sono stati decapitati, il che fa pensare a una qualche presenza jihadista. Si dice anche che alcuni fossero stranieri, e la loro quantità è stata stimata fino a un massimo di 20.000. Ciò ha fatto pensare che queste persone provenissero dalla Turchia, dove il presidente Erdogan ha utilizzato i jihadisti siriani per i suoi scopi di politica estera. Ma a beneficio di chi lo avrebbe fatto in Kazakhstan?
 
La Turchia è ovviamente un membro della NATO, e alla fine eseguirà gli ordini della NATO. L'ultimatum russo di "tenere la NATO fuori dal confine russo, altrimenti..." potrebbe essere un motivo sufficiente perché Washington DC crei problemi al confine meridionale della Russia. Quando gli Stati Uniti sono fuggiti dall'Afghanistan, hanno cercato di ottenere nuove basi in Asia centrale, ma tutti i governi dell'area le hanno negate. Un cambio di regime in Kazakhstan potrebbe mettere al governo qualcuno disposto ad accogliere le richieste statunitensi. Ma chi potrebbe essere?
 
 
Il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev
 
 
Il presidente Kassym-Jomart Tokayev è stato eletto nel 2019 dopo che il leader Nursultan Nazarbayev è stato costretto a lasciare sotto la pressione popolare, dopo circa trent’anni di regno. Ma Nazarbayev in realtà ha mantenuto il controllo fino a tempi molto recenti. Ha ottenuto il titolo di "Primo Presidente" ed è stato nominato Presidente del Comitato per la Sicurezza Nazionale (KNB). La capitale Astana è stata ribattezzata Nur-Sultan in suo onore.
 
La persona che gestiva gli affari correnti del comitato di sicurezza era Karim Masimov, un fedelissimo di Nazarbayev e un amico d'affari di Joe & Hunter Biden. Sembra che le forze di sicurezza non fossero realmente mobilitate quando le prime bande sono diventate violente. Le forze di guardia all'aeroporto di Almaty, la più grande città del Kazakhstan, pare si apprestassero a smontare quando una banda di circa 50 ribelli ha preso il controllo dell'aeroporto.
 
Il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha ora assunto la guida del Comitato per la sicurezza nazionale. Nazarbayev è fuori. Venerdì è corsa voce che lui e la sua famiglia avessero lasciato il Kazakhstan, ma il suo segretario privato ha dichiarato che Nazarbayev, che non compare in pubblico dalla fine di dicembre, si trova ancora ad Astana/Nur-Sultan.
 
Anche Karim Masimov è stato rimosso e ora è stato arrestato e accusato di tradimento:
 
Le accuse di tradimento fanno pensare che il capo della KNB fosse coinvolto nel tentativo di rovesciare Tokayev e prendere il potere.
 
L’ipotesi pare aver ricevuto una conferma semi-ufficiale il 7 gennaio, quando un noto commentatore ed ex alto funzionario del governo è andato alla televisione di Stato e ha dichiarato di aver ricevuto informazioni secondo cui il Kazakhstan aveva subito una "ribellione armata" che equivaleva a un "tentativo di colpo di Stato".
 
Yermukhamet Yertysbayev, un tempo consigliere di Nazarbayev, è stato soprannominato dalla voce popolare col nomignolo di "usignolo del presidente", perché era la persona che esprimeva i pensieri che Nazarbayev desiderava rendere di pubblico dominio, lasciando a quest’ultimo la possibilità di negarli in caso di necessità.
 
A dimostrazione di quanto affermato, Yertysbayev ha detto a Khabar TV di essere stato informato che era stato dato l'ordine di rimuovere il cordone di sicurezza intorno all'aeroporto di Almaty solo 40 minuti prima che i manifestanti lo occupassero il 5 gennaio. Un ordine del genere poteva venire solo dall'alto.
 
 
L'ex presidente e ancora uomo forte kazako Nursultan Nazarbayev 

 
Tokayev ha sostituito Masimov alla KNB con Yermek Sagimbayev, che in precedenza era il capo del Servizio di protezione dello Stato col compito di garantire la sicurezza del presidente. È l'uomo di Tokayev.
 
I media governativi hanno smesso di usare il nome della capitale Nur-Sultan e ora la chiamano semplicemente "la capitale".
 
Se questo è stato un colpo di Stato interno, è stato Tokayev a rimuovere il clan Nazarbayev e i suoi aiutanti. Oppure i Nazarbayev hanno tentato un colpo di Stato contro Tokayev?
 
Un altro mistero è l'arresto di Wild Arman (Arman Dzhumageldiyev), un giovane boss mafioso che sembra essere stato il leader della ribellione ad Almaty. Wild Arman è popolare sui social media, gestisce enti di beneficenza e gestisce schemi piramidali finanziari. Un uomo abbastanza colorato.
 
Nel gioco c'è anche un’altra simile figura esterna.
 
Mukhtar Ablyazov ha studiato fisica nucleare, ma è diventato un capitalista selvaggio dell'est dopo il crollo dell'URSS. Ha messo le mani su una quota della BTA Bank quando è stata privatizzata dall'allora presidente Nazarbayev. La Banca gli ha fatto guadagnare circa 5 miliardi di dollari per sé stesso, e nel 2009, dopo alcuni problemi con Nazarbayev, è fuggito dal paese. BTA Bank alla fine è fallita con circa $ 10 miliardi di debito. Uno dei suoi maggiori creditori è la Royal Bank of Scotland, che è stata salvata dal contribuente britannico.
 
Come anche altri loschi miliardari dell'ex Unione Sovietica, Ablyazov si è stabilito a Londra e ha ottenuto asilo politico. Ha ingaggiato diverse compagnie con background della CIA, dell'MI6 e del Mossad per ottenere materiale contro Nazarbayev, e per evitare di dover finire in prigione. Ordini di arresto contro di lui sono stati emessi in Ucraina, Russia e Kazakhstan. Diverse cause giudiziarie contro di lui sono state avviate a Londra. Dopo aver sfacciatamente mentito sotto giuramento a un tribunale britannico sulla proprietà della casa da 20 milioni di dollari in cui viveva, un giudice lo ha condannato a 22 mesi di prigione. Ma Ablyazov non sarebbe mai entrato in una prigione britannica, è scomparso (1).
 
In seguito è apparso a Roma e poi in Francia, sempre seguito da processi e avvisi di arresto a suo carico. Ha sempre assunto diversi studi di PR e avvocati per difendersi. Un giudice in Gran Bretagna alla fine ha bloccato la sua estradizione in Russia e, con l’interruzione delle relazioni tra "l'Occidente" e la Russia, alla fine gli è stato permesso di rimanere in Francia.
 
(L'intera storia, molto più lunga, è raccontata in un articolo del fine settimana del Financial Times del 2017 che può essere letto gratuitamente.)
 
Ablyazov è un perfetto esempio di ciò che Chatham House ha recentemente definito il problema della cleptocrazia del Regno Unito :
 
La crescita di Londra come centro di servizi finanziari e professionali ha coinciso con il crollo dell'URSS e l'ascesa delle cleptocrazie post-sovietiche negli anni '90. Da allora questi Stati e le loro élite sono diventati una delle principali fonti di clienti per le società di servizi con sede nel Regno Unito e di investitori in attività britanniche.
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Sulla base di un'ampia ricerca sul riciclaggio di denaro e sulla scadente reputazione delle élite degli Stati post-sovietici, questo documento analizza in dettaglio come il Regno Unito non sia attrezzato per valutare il rischio di corruzione derivante dalla cleptocrazia transnazionale, che ha minato l'integrità di importanti istituzioni nazionali e indebolito lo Stato di diritto. Conclude chiedendo al governo del Regno Unito di adottare un nuovo approccio, incentrato sulla creazione di un ambiente ostile per i cleptocrati del mondo.
Negli ultimi anni Ablyazov è stato accusato di diversi tentativi di cambio di regime in Kazakhstan. Ha fondato e finanziato un partito politico in Kazakhstan che è stato subito messo al bando.
 
Due giorni fa Reuters ha improvvisamente iniziato a riciclare questo bel figuro, definendolo "leader dell'opposizione" del Kazakhstan:
 
L'Occidente deve sottrarre il Kazakhstan all'orbita di Mosca, o il presidente russo Vladimir Putin ingloberà lo Stato dell'Asia centrale in "una struttura come l'Unione Sovietica", ha detto a Reuters un ex ministro che ora è un leader dell'opposizione kazaka.
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Mukhtar Ablyazov, un ex banchiere e ministro del governo, nonché leader di un movimento di opposizione chiamato Scelta democratica del Kazakhstan, ha affermato che l'Occidente deve entrare nella mischia.
"In caso contrario, il Kazakhstan si trasformerà in una nuova Bielorussia e (il presidente russo Vladimir) Putin imporrà sistematicamente il suo progetto: la ricostruzione di una struttura come l'Unione Sovietica", ha detto Ablyazov a Reuters in russo da Parigi. "L'Occidente dovrebbe strappare il Kazakhstan alla Russia".
 
"La Russia è già entrata, ha inviato truppe. CSTO è la Russia. Questa è un'occupazione da parte della Russia", ha detto.
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Ha detto di essere pronto ad andare in Kazakhstan per guidare un governo provvisorio, se le proteste aumenteranno.
 
"Non solo vorrei tornare - le persone continuano a chiedermi quando tornerò e mi rimproverano per non essere tornato a guidare le proteste - ma la gente non capisce quanto sarebbe difficile per me tornare, dato che la Russia mi ha condannato a 15 anni e il Kazakhstan all’ergastolo", ha detto.
 
Ablyazov ha respinto l’ipotesi che sarebbe stato l'Occidente a finanziare le proteste, giudicandola un tentativo di distogliere l'attenzione dal fatto che le radici delle proteste sono interne.
 
"Conosco il cliché sovietico della spia occidentale, ma sarei felice di essere una spia statunitense o europea, perché se vivessimo come le persone negli USA o in Europa, tutti ne riderebbero", ha detto. "Purtroppo l'Occidente non mi aiuta, l'Occidente mi ostacola".
 
 
Il bancarottiere kazako Mukhtar Ablyazov 

Bene, bene bene - "Non credere mai a nulla in politica finché non sarà stato ufficialmente negato".
 
Era stata l'ambasciata statunitense in Kazakhstan ad annunciare i dettagli di una manifestazione organizzata dal partito di Ablyazov, già il 16 dicembre scorso.
 
Ablyazov si troverebbe adesso a Kiev, per chiedere sanzioni "occidentali" contro il Kazakhstan.
 
Ablyazov, con tutti i suoi soldi rubati, avrebbe potuto benissimo finanziare la recente rivoluzione colorata in Kazakhstan. I servizi segreti britannici MI6 (alcuni suoi "ex" agenti hanno lavorato per Ablyazov) potrebbero aver dato una mano. Vladimir Odintsov delinea una linea di collegamento tra Londra ed Almaty, attraverso la Turchia:
 
La nomina nel giugno 2020 di Richard Moore, ex ambasciatore in Turchia, a capo dell'MI6, il servizio di intelligence estero britannico, è stata una mossa per rafforzare la posizione britannica nel teatro dell'Asia centrale. Egli non è solo un fedele russofobo, ma anche un determinato fautore della Grande Turania: cioè il successo dell'aspirazione panturca di creare uno Stato che unisca i popoli di lingua turca dell'Asia centrale, del Caucaso, e anche del resto nelle repubbliche federali russe della regione del Volga, degli Urali e del Caucaso settentrionale. Richard Moore ha coltivato a lungo questo progetto. La chiave dei piani di Londra in questo settore sta ottenendo il sostegno di Erdogan, il presidente della Repubblica Turca, e l'attuale capo dell'MI6 ha lavorato a questa agenda quando è stato ambasciatore in Turchia nel 2014-2018. A tal fine Moore organizzò ripetute visite in Gran Bretagna dove il leader turco incontrò rappresentanti dell’apparato politico-militare; egli ha sempre sostenuto, nelle sue dichiarazioni ufficiali, le politiche di Erodgan per la Turchia e ha sostenuto il suo partito politico.
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Con Moore al timone, l'intelligence britannica ha notevolmente intensificato le sue attività in Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Entrambe le organizzazioni pan-turche hanno messo al guinzaglio i gruppi islamisti, rafforzandoli al fine di neutralizzare l'influenza di Mosca e Pechino nella regione. La parte della Turchia in questo grande gioco è di servire come una specie di ariete per gli interessi britannici.
 
 
Richard Moore, attuale capo del MI6, dopo essere stato per anni ambasciatore britannico in Turchia
 
Uno dei 'manifestanti pacifici' identificati in Kazakhstan ha vissuto fino a poco tempo fa in Turchia. In una foto fa il segno del 'lupo grigio' dei fascisti turchi.
 
Ha perfettamente senso una collaborazione dell'MI6 con Ablyazov, e anche che Reuters lo presenti come il "leader dell'opposizione". Il ruolo della Turchia in questo mix potrebbe benissimo essere stato quello dell’addestramento delle bande e degli elementi jihadisti. Karim Masimov, l'ex capo del comitato di sicurezza ad Astana, potrebbe essere stato corrotto per aiutarli o essere stato compromesso dal suo legame con Biden. Il criminale Wild Arman avrà lavorato per soldi, non importa da parte di chi.
 
Tutto questo lascia però ancora altre domande senza risposta.
 
Per esempio, come faceva la Russia a sapere cosa sarebbe successo? Le forze russe della CSTO erano già in volo, solo 13 ore dopo che Tokayev aveva chiesto aiuto al patto di difesa. Anche una forza di reazione rapida ben addestrata ha bisogno di più tempo per fare le valigie, raggiungere l'aeroporto e partire. Anche le truppe CSTO provenienti da Bielorussia, Armenia e Tagikistan sono state abbastanza veloci. Qualcuno deve aver dato loro un avvertimento.
 
Quelle truppe della CSTO, tra l'altro, non sono attive nelle strade ma stanno a guardia di basi, aeroporti ed edifici governativi. Soccorrono le forze kazake che ora sono libere di combattere le bande. Stamattina si sentivano ancora spari ad Almaty. L'operazione continua.
 
Qual era l'esito atteso di tutta questa vicenda? Bruciare alcuni edifici governativi e uccidere poliziotti non è abbastanza per un colpo di Stato. Bisogna puntare alla testa della bestia, e non siamo informati di alcun tentativo in questa direzione.
 
Per ora sembra che Tokayev sia sicuro di vincere. Non ci saranno sanzioni "occidentali" in quanto diverse grandi società "occidentali" stanno guadagnando bene con il recupero di risorse in Kazakhstan. L’imposizione di sanzioni le costringerebbe a fare le valige, e questa sarebbe una grande vittoria per Russia e Cina.
 
Tutto questo era un risultato abbastanza prevedibile. Ma perché allora lanciare questa operazione?
 
L'unica risposta che ha senso per me è che si trattava di un tentativo di distogliere l'attenzione della Russia dalla minaccia "occidentale". Come tale, è fallita.
 
Nota:
 
1) C’è un risvolto italiano in questa vicenda. Nel maggio 2013, veniva segnalata la presenza in Italia del ricercato Mukhtar Ablyazov, del quale veniva data per possibile la sua presenza in una villa romana. Il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia avvisò la Questura di Roma di verificare la sua presenza e di arrestarlo. L’uomo però, al momento del controllo, non era nell’edificio, in cui vennero trovati una coppia di domestici e una donna con un passaporto diplomatico Centrafricano intestato ad Alma Ayan. Dopo alcuni controlli, il documento risultò contraffatto e alla donna, senza permesso di soggiorno in Italia, venne notificato il decreto di espulsione. 
Si trattava di Alma Shalabayeva, moglie di Ablyazov. L’allora ministro degli esteri Emma Bonino, da molti considerata una “sorosiana” legata alle reti atlantiste dei diritti umani filo-occidentali, ne fece un “caso”, che alla fine ha portato perfino ad un’incomprensibile (e ingiusta) condanna dei poliziotti che avevano eseguito l’operazione. 

 

Ossin pubblica articoli che considera onesti, intelligenti e ben documentati. Ciò non significa che ne condivida necessariamente il contenuto. Solo, ne ritiene utile la lettura

 

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