Nasce la nuova moneta di riserva globale basata sulle risorse
- Dettagli
- Categoria: Le guerre dell'Impero in declino
- Visite: 2246
Le guerre dell'Impero in declino, 2 aprile 2022 - Si sta affermando una nuova realtà : il mondo unipolare sta irrevocabilmente diventando qualcosa del passato, e sta prendendo forma un mondo multipolare...
Strategic Culture, 31 marzo 2022 (trad.ossin)
Nasce la nuova moneta di riserva globale basata sulle risorse
Pepe Escobar
Si sta affermando una nuova realtà : il mondo unipolare sta irrevocabilmente diventando qualcosa del passato, e sta prendendo forma un mondo multipolare
Bisognava vederlo. Dmitri Medvedev, ex presidente russo, atlantista impenitente, attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha deciso di disaccoppiarsi definitivamente, con una sfuriata all’altezza delle performance del signor Khinzal [Khinzal=una delle nuove armi russe - NdT], che ha provocato uno shock e un palpabile spavento in tutti il NATOstan.
Il signor Medvedev ha dichiarato che le sanzioni occidentali "infernali" non solo non sono riuscite a paralizzare la Russia, ma stanno, al contrario, "ritornando all’Ovest come un boomerang". La fiducia nelle monete di riserva "evapora come la bruma del mattino", e abbandonare il dollaro statunitense e l’euro non è più irrealistico: "Si avvicina l’era delle monete regionali".
Dopo tutto, ha aggiunto, "che lo vogliano o meno, dovranno negoziare un nuovo ordine finanziario (...) E la voce decisiva sarà allora quella dei paesi che hanno un’economia forte e avanzata, finanze pubbliche sane e un sistema monetario affidabile".
Medvedev ha reso pubblica la sua succinta analisi prima ancora del D Day – la data limite fissata per giovedì dal presidente Putin, a partire dalla quale i pagamenti del gas russo da parte delle "nazioni ostili" saranno accettate solo in rubli.
Il G7, come previsto, ha preso una posizione (collettiva) : noi non pagheremo. "Noi" significa i 4 che non sono grandi importatori di gas russo. "Noi", inoltre, è l’Impero delle bugie che detta le regole. Quanto ai 3 che saranno in grandi difficoltà, non solo sono grandi importatori, ma il caso vuole che siano i vinti della Seconda Guerra Mondiale – la Germania, l’Italia e il Giappone, ancora de facto territori occupati. La storia ama giocare tiri mancini.
Il rifiuto non è durato a lungo. La Germania è stata la prima a rompere, prima ancora che gli industriali dalla Ruhr alla Baviera si ribellassero in massa. Scholz, il patetico cancelliere, ha telefonata a Putin, che ha dovuto spiegargli l’evidenza: i pagamenti devono essere effettuati in rubli, perché l’UE ha congelato le riserve valutarie della Russia, in flagrante violazione del diritto internazionale.
Con pazienza taoista, Putin ha anche espresso l’auspicio che ciò non determini un peggioramento delle condizioni contrattuali per gli importatori europei. Gli esperti russi e tedeschi dovranno sedersi a un tavolo e discutere le nuove condizioni.
Mosca sta preparando una serie di documenti per definire il nuovo accordo. Essenzialmente ciò significa: niente rubli, niente gas. I contratti diventano carta straccia quando viene meno la fiducia. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno violato accordi legali imponendo sanzioni unilaterali e, per sovrammercato, hanno confiscato le riserve valutarie di un paese - nucleare - del G20.
Le sanzioni unilaterali hanno reso i dollari e gli euro senza valore per la Russia. Gli attacchi isterici non servono a niente: il problema sarà risolto, ma alle condizioni della Russia. Punto e basta. Il Ministero degli affari esteri già aveva avvertito che il rifiuto di pagare il gas in rubli potrebbe scatenare una grave crisi mondiale di non pagamenti e di fallimenti in serie a livello mondiale, una reazione a catena infernale di transazioni bloccate, congelamenti collaterali di beni e chiusura delle linee di credito.
Quanto accadrà è parzialmente prevedibile. Le imprese della UE riceveranno l’elenco delle nuove regole. Avranno il tempo di esaminare i documenti e assumere le loro decisioni. Quelle che diranno "no" saranno automaticamente escluse dalle forniture dirette di gas russo, con tutte le conseguenze politico-economiche che questo comporta.
Vi saranno ovviamente dei compromessi. Per esempio, un certo numero di paesi dell’UE accetterà di utilizzare i rubli e accrescerà perfino i suoi acquisti di gas per rivendere il surplus ai vicini e realizzare profitti. E alcuni potrebbero anche decidere di comprare il gas disponibile sul mercato dell’energia.
La Russia non impone quindi ultimatum a nessuno. Tutto ciò richiederà tempo – un processo graduale. Con qualche altra azione laterale. La Duma intende estendere il pagamento in rubli ad altri prodotti essenziali - come il petrolio, i metalli, il legno, il grano. Tutto dipenderà dalla voracità collettiva dei chihuahua dell’UE. Tutti sanno che la lo isteria non-stop può provocare una colossale rottura dei canali di approvvigionamento dell’Occidente.
Oligarchi bye bye
Mentre le classi dirigenti europee sono diventate folli, ma restano impegnate nella lotta per impossessarsi di ogni ricchezza palpabile che resta della UE, la Russia mantiene la clama. Mosca è stata infatti piuttosto indulgente, evocando lo spettro di una totale assenza di gas in primavera piuttosto che in inverno.
La Banca centrale russa ha nazionalizzato gli utili in valuta di tutti i grandi esportatori. Non c’è stato default nei pagamenti, Il rublo continua a rafforzarsi – ed è tornato più o meno al valore che aveva prima dell’Operazione Z. La Russia resta autosufficiente sul piano alimentare. L’isteria statunitense sulla Russia "isolata" è ridicola. Tutti i principali attori dell’Eurasia – senza parlare degli altri quattro BRICS e della quasi totalità dei paesi del Sud – non hanno demonizzato e/o sanzionato la Russia.
Come bonus extra, probabilmente l’ultimo oligarca in grado di esercitare una qualche influenza a Mosca, Anatoly Chubais, è sparito. Un’altra superba ironia della storia: l’isteria delle sanzioni occidentali ha smembrato de facto l’oligarchia russa – il sogno di Putin dal 2000. Il risultato sarà un rafforzamento dello Stato russo e il consolidamento della società russa.
Non sappiamo ancora tutto, ma possiamo già affermare che, dopo anni di attenta ponderazione, Putin ha deciso di andare fino in fondo e di spezzare la schiena all’Occidente, usando questa tripletta (imminente attacco ucraino al Donbass, laboratori statunitensi di fabbricazione di armi biologiche, Ucraina al lavoro sulle armi nucleari) come casus belli.
Il congelamento delle riserve all’estero doveva essere previsto, tanto più che la Banca centrale russa aveva accresciuto le sue riserve di buoni del Tesoro statunitensi dallo scorso novembre. C’è poi la seria possibilità che Mosca possa accedere a riserve straniere offshore "segrete" – una matrice complessa costruita con l’aiuto di insider cinesi.
Il passaggio improvviso dal dollaro e dall’euro al rublo è un’azione di judo geoeconomico duro e puro, di livello olimpico. Putin ha stuzzicato l’isteria demente dell’Occidente collettivo perché sanzionasse l’attacco – e lo ha ritorto contro l’avversario con un’unica rapida mossa.
Ed eccoci tutti qui, a tentare di digerire tutte le novità simultanee che mutano il quadro a seguito della militarizzazione degli asset in dollari: rupia-rublo con l’India, il petroyuan saudita, le nuove carte di credito Mir-UnionPay emesse dalle banche russe, lo SWIFT alternativo Russia-Iran, il progetto EAEU-Cina di un sistema monetario/finanziario indipendente.
Senza parlare del colpo da maestro della banca centrale russa, che ha fissato il prezzo di un grammo d’oro a 5 000 rubli – che già vale circa 60 dollari e non cessa di crescere.
Se a tutto ciò si aggiunge il programma "Niente rubli, niente gas", abbiamo una energia di fatto legata all’oro. I chihuahua dell’Unione Europea e la colonia giapponese dovranno acquistare molti rubli in oro, o acquistare molto oro per avere il gas. E c’è di più. La Russia potrebbe riagganciare il rublo all’oro in un futuro prossimo. Si potrebbe passare a 2000 rubli, 1000 rubli, addirittura 500 rubli per un grammo d’oro.
Il tempo della sovranità
Fin dai tempi dei summit dei BRICS negli anni 2000, ai quali partecipavano Putin, Hu Jintao e Lula, il Santo Graal delle discussioni su un mondo multipolare è sempre stato quello di trovare il modo di aggirare l’egemonia del dollaro. Questa soluzione è oggi sotto gli occhi di tutto il Sud, come una apparizione benigna con un sorriso da gatto del Cheshire: il Rublo-oro, o Rublo legato al petrolio, al gas, ai minerali, alle esportazioni di materie prime.
La Banca centrale russa, al contrario della FED, non pratica il Quantitative Easing (1) e non esporta inflazione tossica nel resto del pianeta. Non solo la marina russa garantisce la sicurezza di tutte le linee marittime russe, ma i sottomarini russi a propulsione nucleare sono capaci di affiorare in superficie dovunque nel pianeta all’improvviso.
La Russia è già molto, molto avanti nell’attuazione del concetto di "potenza navale continentale". Dicembre 2015, sul teatro siriano, ha cambiato il quadro strategico. La 4° divisione di sottomarini del Mar Nero è la vedette dello spettacolo.
Le flotte navali russe possono ormai impiegare missili Kalibr in uno spazio che va dall’Europa dell’Est, all’Asia occidentale e l’Asia centrale. Il mar Caspio e il mar Nero, collegati dal canale Don-Volga, offrono uno spazio di manovra comparabile a quello del Mediterraneo orientale e del Golfo Persico messi insieme. 6 000 km di lunghezza. E non c’è nemmeno bisogno di accedere alle acque calde.
Questo spazio copre circa 30 nazioni : la sfera di influenza tradizionale della Russia, le frontiere storiche dell’Impero russo e le sfere di rivalità politica/energetica attuali.
Non meraviglia che Washington sia furioso.
La Russia garantisce il trasporto marittimo attraverso l’Asia, l’Artico e l’Europa, in tandem con la rete ferroviaria "Belt and Road Initiative" in tutta l’Eurasia.
E ultimo, ma non meno importante, non si scherza con un orso nucleare.
Ecco in sostanza che cos’è la politica di potenza dura e pura. Medvedev non si vantava quando ha dichiarato che l’era della moneta di riserva unica è finita. L’avvento di una moneta di riserva mondiale basata sulle risorse significa, in sintesi, che il 13 % del pianeta non dominerà più l’87 % restante.
È di nuovo il NATOstan contro l’Eurasia. Guerra fredda 2.0, 3.0, 4.0 e anche 5.0. Non ha importanza. Tutte le ex nazioni del Movimento dei non allineati (MNA) capiscono da dove soffiano i venti geopolitici e geoeconomici : è giunto il momento di affermare la loro vera sovranità, mentre “l’ordine internazionale fondato sulle regole” morde la polvere.
Ben venga un nuovo sistema mondiale. Il ministro degli affari esteri Sergei Lavrov, in Cina, dopo avere incontrato diversi omologhi di tutta l’Eurasia, non avrebbe potuto descriverlo meglio:
" Si sta affermando una nuova realtà : il mondo unipolare sta irrevocabilmente diventando qualcosa del passato, e sta prendendo forma un mondo multipolare. È un processo obiettivo. È irreversibile. In questa realtà, più di una potenza “governerà” – ci sarà bisogno di negoziare tra tutti gli Stati che hanno oggi un’influenza decisiva sulla politica e sull’economia mondiali. Al contempo, consapevoli della particolarità della loro situazione, questi paesi garantiranno il rispetto dei principi di base della Carta delle Nazioni unite, ivi compreso il principio fondamentale – l’uguaglianza sovrana degli Stati. Nessuno su questa terra dovrà essere considerato un attore di secondo rango. Tutti dovranno essere uguali e sovrani".
(1) NdT : L’allentamento quantitativo, o quantitative easing (QE) in inglese, è uno strumento di politica monetaria non convenzionale. Utilizzato per contrastare i rischi di deflazione e recessione, consiste in interventi delle banche centrali, massicci, generalizzati e prolungati, sui mercati finanziari, di acquisto soprattutto di titoli di debito pubblico dalle banche commerciali o da altri istituti. Tali acquisti massicci determinano una diminuzione dei tassi di interesse.
Ossin pubblica articoli che considera onesti, intelligenti e ben documentati. Ciò non significa che ne condivida necessariamente il contenuto. Solo, ne ritiene utile la lettura |