Quella cricca che promuove la guerra
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Le guerre dell'Impero in declino, 16 aprile 2022 - La cricca impunita di neocon e interventisti liberal che ha orchestrato due decenni di fiaschi militari in Medio Oriente sta alimentando adesso una guerra suicida con la Russia...
Consortiumnews, 11 aprile 2022 (trad.ossin)
Quella cricca che promuove la guerra
Chris Hedges
La cricca impunita di neocon e interventisti liberal che ha orchestrato due decenni di fiaschi militari in Medio Oriente sta alimentando adesso una guerra suicida con la Russia
Sempre la stessa banda di esperti guerrafondai, specialisti di politica estera e funzionari governativi, anno dopo anno, debacle dopo debacle, sorvola con aria di sufficienza sui fiaschi militari di cui è responsabile. È gente versatile, segue abilmente i venti politici, si sposta dal Partito Repubblicano al Partito Democratico e poi torna indietro, una volta sono freddi guerrieri, un’altra neoconservatori o interventisti liberal. Pseudo intellettuali, trasudano uno stucchevole snobismo da Ivy League mentre vendono paura perpetua, guerra perpetua e una visione del mondo razzista, secondo cui le razze inferiori della terra sono capaci di comprendere solo la violenza.
Sono magnaccia della guerra, burattini del Pentagono, uno Stato nello Stato, e gli appaltatori della difesa che finanziano generosamente i loro think tank - Project for the New American Century, American Enterprise Institute, Foreign Policy Initiative, Institute for the Study of War, Atlantic Council e Brookings Institute. Come alcuni ceppi mutanti di batteri resistenti agli antibiotici, non possono essere sconfitti. Non importa quanto si sbagliano, quanto assurde siano le loro teorie, quante volte mentano o denigrino altre culture e società come incivili, o quanti interventi militari omicidi vadano male. Sono puntelli inamovibili, i mandarini parassiti del potere che vengono vomitati negli ultimi giorni di qualsiasi impero, compreso quello degli Stati Uniti, saltando da una catastrofe autolesionista all'altra.
Ho trascorso 20 anni come corrispondente estero a raccontare la sofferenza, la miseria e le furie assassine di questi imbonitori di una guerra ingegnerizzata e sovvenzionata. Li ho conosciuti per la prima volta in Centro America. Elliot Abrams — condannato per aver fornito una testimonianza ingannevole al Congresso sull'affare Iran-Contra e successivamente graziato dal presidente George HW Bush in modo da poter tornare al governo per venderci la guerra in Iraq — e Robert Kagan, direttore dell'ufficio di diplomazia pubblica del Dipartimento di Stato per l’America Latina - erano propagandisti dei brutali regimi militari in El Salvador e Guatemala, e anche di quelli stupratori e delinquenti omicidi delle forze canaglia Contra contro il governo sandinista in Nicaragua, che finanziavano illegalmente. Il loro compito era screditare i nostri reportage.
"Come alcuni ceppi mutanti di batteri resistenti agli antibiotici, non possono essere sconfitti"
Loro, e la loro cricca di compari guerrafondai, hanno continuato a spingere per l'espansione della NATO nell'Europa centrale e orientale dopo la caduta del muro di Berlino, violando l’accordo di non estendere la NATO oltre i confini della Germania unificata e inimicandosi sconsideratamente la Russia. Erano e sono sostenitori dello stato di apartheid di Israele, e giustificano i suoi crimini di guerra contro i Palestinesi, confondendo in maniera miope gli interessi di Israele con quelli degli Stati Uniti. Hanno sostenuto gli attacchi aerei in Serbia, chiedendo agli Stati Uniti di "eliminare" Slobodan Milosevic. Sono stati gli autori della politica di invasione dell'Afghanistan, dell'Iraq, della Siria e della Libia. Robert Kagan e William Kristol, con la loro tipica ignoranza, hanno scritto nell'aprile 2002 che "la strada che conduce alla vera sicurezza e pace" è "la strada che attraversa Bagdad".
Abbiamo visto come è andata a finire. Quella strada ha portato alla dissoluzione dell'Iraq, alla distruzione delle sue infrastrutture civili, inclusa la distruzione di 18 dei 20 impianti generatori di elettricità e di quasi tutti i sistemi di pompaggio dell'acqua e sanitari durante i 43 giorni in cui sono piovute 90.000 tonnellate di bombe sul paese, all'ascesa di gruppi jihadisti radicali in tutta la regione e al fallimento di diversi Stati.
La guerra in Iraq, insieme all'umiliante sconfitta in Afghanistan, hanno distrutto l'illusione dell'egemonia militare e globale degli Stati Uniti. Ha anche inflitto agli Iracheni, che non avevano nulla a che fare con gli attacchi dell'11 settembre, l’uccisione massiccia di civili, la tortura e l'umiliazione sessuale dei prigionieri iracheni e l'ascesa dell'Iran come potenza preminente nella regione.
Lavora per la guerra e il regime change
Continuano ancora a chiedere una guerra contro l'Iran, e Fred Kagan afferma che "non c'è niente che possiamo fare se non attaccare, per costringere l'Iran a rinunciare alle sue armi nucleari". Hanno cercato di ottenere il rovesciamento del presidente Nicholas Maduro, dopo aver tentato di fare lo stesso con Hugo Chavez, in Venezuela. Hanno preso di mira Daniel Ortega, la loro vecchia nemesi in Nicaragua.
Sono vittime di un nazionalismo cieco, che impedisce loro di vedere il mondo da qualsiasi prospettiva diversa dalla propria. Non sanno nulla della macchina della guerra, delle sue conseguenze o delle sue inevitabili conseguenze. Non sanno nulla dei popoli e delle culture che prendono di mira coi loro progetti di rigenerazione violenta. Credono nel loro diritto divino di imporre i loro “valori” agli altri con la forza. Fiasco dopo fiasco. Ora stanno alimentando una guerra con la Russia.
"Il nazionalista è per definizione un ignorante", ha osservato lo scrittore jugoslavo Danilo Kiš .
“Il nazionalismo è la linea di minor resistenza, la via facile. Il nazionalista è sereno, sa o crede di sapere quali sono i suoi valori. I suoi, vale a dire quelli nazionali, cioè i valori della nazione a cui appartiene, etici e politici; non è interessato agli altri, non sono fatti suoi, diamine! — si tratta di altre persone (altre nazioni, un'altra tribù). Non ha nemmeno la curiosità di capire. Il nazionalista pensa che gli altri siano uguali a lui, che siano nazionalisti”.
L'amministrazione Biden è piena di questi ignoranti, incluso Joe Biden. Victoria Nuland, moglie di Robert Kagan, è sottosegretario di Stato per gli affari politici di Biden. Antony Blinken è segretario di Stato. Jake Sullivan è consigliere per la sicurezza nazionale.
Provengono tutti da questa cricca di troll etici e intellettuali che include Kimberly Kagan, la moglie di Fred Kagan, che ha fondato The Institute for the Study of War, William Kristol, Max Boot, John Podhoretz, Gary Schmitt, Richard Perle, Douglas Feith, David Frum e altri. Molti una volta erano fedeli repubblicani o, come Nuland, hanno lavorato nelle amministrazioni repubblicane e democratiche. Nuland è stata il principale vice consigliere per la politica estera del vicepresidente Dick Cheney.
Sono uniti dalla richiesta di budget per la difesa sempre più elevati e di un esercito in continua espansione. Julian Benda chiamò questi cortigiani del potere "i barbari dell'intellighenzia che si sono fatti da sé".
Prima inveivano contro la debolezza e la moderazione liberal. Poi sono migrati verso il Partito Democratico piuttosto che sostenere Donald Trump, che non aveva mostrato alcun desiderio di iniziare un conflitto con la Russia e aveva definito l'invasione dell'Iraq un "grande, grosso errore". Inoltre, come si è giustamente sottolineato, Hillary Clinton era amica dei neocon. E i liberal si chiedono come mai quasi metà dell'elettorato, che detesta questi arroganti intermediari del potere non eletti, abbia votato per Trump.
Questi ideologi non vedono i cadaveri delle loro vittime. Io li ho visti. Compresi i bambini. Ogni cadavere che ho visto in Guatemala, El Salvador, Nicaragua, Gaza, Iraq, Sudan, Yemen o Kosovo, mese dopo mese, anno dopo anno, mi rivelava la loro bancarotta morale, la loro disonestà intellettuale e la loro morbosa sete di sangue.
Non hanno fatto il servizio militare. I loro figli non hanno fatto il servizio militare. Ma spediscono con entusiasmo giovani uomini e donne statunitensi a combattere e morire per i loro sogni autodeliranti di impero ed egemonia statunitense. Oppure, come in Ucraina, forniscono centinaia di milioni di dollari in armi e supporto logistico per sostenere lunghe e sanguinose guerre per procura.
Il tempo storico si è fermato per loro alla fine della Seconda Guerra mondiale. Il rovesciamento dei governi democraticamente eletti da parte degli Stati Uniti durante la Guerra Fredda in Indonesia, Guatemala, Congo, Iran e Cile (dove la CIA ha supervisionato l'assassinio del comandante in capo dell'esercito, il generale René Schneider, e del presidente Salvador Allende); la Baia dei Porci; le atrocità e i crimini di guerra che hanno segnato le guerre in Vietnam, Cambogia e Laos; anche i disastri che hanno prodotto in Medio Oriente sono scomparsi nel buco nero della loro amnesia storica collettiva.
“Julian Benda ha chiamato questi cortigiani del potere 'i barbari dell'intellighenzia che si sono fatti da sè'"
Il dominio globale statunitense, affermano, è benigno, una forza positiva, "egemonia benevola". Il mondo, insiste Charles Krauthammer, accoglie con favore il "nostro potere". Tutti i nemici, da Saddam Hussein a Vladimir Putin, sono il nuovo Hitler. Tutti gli interventi degli Stati Uniti sono una lotta per la libertà che rende il mondo un posto più sicuro. Tutti i rifiuti di bombardare e occupare un altro paese sono una riedizione di Monaco del 1938, un patetico ritiro dall'affrontare il male da parte del nuovo Neville Chamberlain. Abbiamo nemici all'estero. Ma il nostro nemico più pericoloso è dentro.
I guerrafondai costruiscono una campagna contro un paese come l'Iraq o la Russia e poi aspettano una crisi - la chiamano la prossima Pearl Harbor - per giustificare l'ingiustificabile.
Nel 1998, William Kristol e Robert Kagan, insieme a una dozzina di altri eminenti neoconservatori, scrissero una lettera aperta al presidente Bill Clinton denunciando il fallimento della sua politica di contenimento dell'Iraq e chiedendogli di entrare in guerra per rovesciare Saddam Hussein. Mantenere un "atteggiamento di debolezza e deriva", avvertivano, significava "mettere a rischio i nostri interessi e il nostro futuro".
Enormi maggioranze al Congresso, repubblicani e democratici, si sono affrettate ad approvare l'Atto di liberazione dell'Iraq. Pochi democratici o repubblicani hanno osato essere considerati deboli in materia di sicurezza nazionale. L'atto affermava che il governo degli Stati Uniti avrebbe operato per "rimuovere il regime guidato da Saddam Hussein" e autorizzava lo stanziamento di 99 milioni di dollari per raggiungere tale obiettivo, alcuni dei quali sarebbero stati utilizzati per finanziare il Congresso nazionale iracheno di Ahmed Chalabi, che sarebbe diventato determinante nella diffusione delle invenzioni e delle bugie usate per giustificare la guerra in Iraq durante l'amministrazione di George W. Bush.
Gli attacchi dell'11 settembre diedero alla banda l’occasione, prima con l'Afghanistan, poi con l'Iraq. Krauthammer, che non sapeva nulla del mondo musulmano, scrisse che:
“il modo per domare le masse arabe non è la pacificazione e la dolce sensibilità, ma l’esercizio brutale del potere e la vittoria... La verità elementare che sembra sfuggire agli esperti ancora e ancora... è che il potere è la sua stessa ricompensa. La vittoria cambia tutto, psicologicamente soprattutto. La psicologia in [Medio Oriente] è ora quella della paura e del profondo rispetto per il potere statunitense. Ora è il momento di usarlo".
La rimozione di Saddam Hussein dal potere, ha cantato Kristol, avrebbe "trasformato il panorama politico del Medio Oriente".
Lo ha fatto, ovviamente, ma non in modi che hanno beneficiato gli Stati Uniti
"Il tempo storico si è fermato per loro alla fine della seconda guerra mondiale"
Sognano una guerra globale apocalittica. Fred Kagan, fratello di Robert, storico militare, scrisse nel 1999 che "gli USA devono essere in grado di combattere l'Iraq e la Corea del Nord, e anche essere in grado di combattere il genocidio nei Balcani e altrove senza compromettere la loro capacità di combattere due grandi conflitti regionali. E devono essere in grado di contemplare la guerra con la Cina o la Russia tra un tempo considerevole (ma non infinito) fin da ora”.
Credono che la violenza risolva magicamente tutte le controversie, anche la palude israelo-palestinese. In una bizzarra intervista subito dopo l'11 settembre, Donald Kagan, il classicista di Yale e ideologo di destra che era il padre di Robert e Fred, chiese, insieme a suo figlio Fred, il dispiegamento delle truppe statunitensi a Gaza in modo da "fare la guerra a queste persone”.
Da tempo chiedono il dislocamento di truppe della NATO in Ucraina, con Robert Kagan che afferma che "non dobbiamo preoccuparci che il problema non sono le ambizioni russe, ma che li stiamo accerchiando". Sua moglie, Victoria Nuland, è stata beccata in una conversazione telefonica intercettata nel 2014 con l'ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, Geoffrey Pyatt, a denigrare l'UE e a complottare per rimuovere il presidente legittimamente eletto Viktor Yanukovich e installare al potere politici ucraini compiacenti, quelli che alla fine lo hanno preso.
Hanno fatto pressioni affinché le truppe statunitensi fossero inviate in Siria per assistere i ribelli "moderati" che cercavano di rovesciare Bashar al-Assad. Invece, l'intervento ha generato il Califfato. Gli Stati Uniti hanno finito per bombardare le stesse forze che avevano armato, diventando di fatto l'aviazione di Assad.
L'invasione russa dell'Ucraina, come gli attacchi dell'11 settembre, è una profezia che si autoavvera. Putin, come tutti gli altri che loro prendono di mira, pensano sia capace di intendere solo la forza. Possiamo, ci assicurano, piegare militarmente la Russia alla nostra volontà.
"È vero che agire con fermezza nel 2008 o nel 2014 avrebbe significato rischiare un conflitto", ha scritto Robert Kagan nell'ultimo numero di Foreign Affairs of Ukraine, lamentando il nostro rifiuto di affrontare militarmente la Russia in precedenza. Ha scritto:
“Ma Washington sta rischiando il conflitto adesso; Le ambizioni della Russia hanno creato una situazione intrinsecamente pericolosa. È meglio che gli Stati Uniti rischino il confronto con le potenze belligeranti quando sono ancora nelle prime fasi dell'ambizione e dell'espansione, non dopo che hanno già consolidato sostanziali conquiste. La Russia può possedere un temibile arsenale nucleare, ma il rischio che Mosca lo utilizzi non è più alto di quanto lo sarebbe stato nel 2008 o nel 2014, se l'Occidente fosse intervenuto allora. Ed è sempre stato un rischio straordinariamente piccolo: Putin non potrebbe raggiungere i suoi obiettivi se distruggesse se stesso e il suo Paese, insieme a gran parte del resto del mondo”.
Insomma, niente paura di entrare in guerra con la Russia, Putin non userà la bomba.
Non so se queste persone siano stupide o ciniche o entrambe le cose. Sono generosamente finanziati dall'industria bellica. Non vengono mai messi da parte per la loro ripetuta idiozia. Vanno in giro, dentro e intorno al potere, parcheggiano in posti come The Council on Foreign Relations o The Brookings Institute, prima di essere richiamati al governo. Sono i benvenuti alla Casa Bianca di Obama o Biden, quanto alla Casa Bianca di Bush.
La Guerra Fredda, per loro, non è mai finita. Il mondo rimane binario, noi e loro, il bene e il male. Non sono mai ritenuti responsabili. Quando un intervento militare va male, sono già pronti a promuovere il successivo. Questi dottor Stranamore, se non li fermiamo, porranno fine alla vita come la conosciamo sul pianeta.
Chris Hedges è un giornalista vincitore del Premio Pulitzer che è stato corrispondente estero per 15 anni per il New York Times , dove è stato capo dell'ufficio del Medio Oriente e capo dell'ufficio dei Balcani. In precedenza ha lavorato all'estero per The Dallas Morning News, The Christian Science Monitor e NPR. È l'ospite della trasmissione The Chris Hedges Report.
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