Il coprifuoco nella banlieue di Conakry
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Il coprifuoco nella banlieue di Conakry
18 febbraio 2007 – AFP
Minacciati, sottoposti a violenza, derubati: gli abitanti della banlieue di Conakry conservano un doloroso ricordo dell’ultimo passaggio delle forze dell’ordine nel loro quartiere, durante le ore del coprifuoco previsto dallo stato di assedio in vigore.
“Due soldati in uniforme sono venuti giovedì notte nel locale dove pesto il miglio e si sono comportati da briganti”, racconta Kakoro Sambou – 52 anni – un abitante del quartiere di Hafia, mostrando la gamba fasciata. “Ci hanno chiesto perché ci trovavamo fuori casa, noi siamo corsi dentro ma ci hanno inseguito” continua indicando una capanna dal tetto di lamiera ondulata dove è installata una macchina per macinare i cereali. “E’ lì che mi hanno puntato contro i loro fucili, allora io mi sono lasciato fare. Mi hanno picchiato e schiaffeggiato più volte e mi hanno rubato il guadagno della giornata. Poi se ne sono andati”, si lamenta asciugandosi meccanicamente le mani sulla canottiera gialla strappata.
Dopo, questi stessi militari “si sono diretti verso una donna che vendeva arachidi (cacahuètes), ma lei è riuscita a scappare” prosegue Moutega Dieng, 40 anni, un vicino di Kakoro.
La Guinea è in preda dal 10 gennaio a disordini scaturiti da uno sciopero generale e da manifestazioni contro il governo che hanno finora provocato almeno 113 morti. Per tutta risposta il presidente guineano Lansana Conté ha decretato il 12 febbraio uno stato di assedio estremamente severo, che consente la libera circolazione solo dalle 12.00 alle 18.00. Inoltre il decreto presidenziale autorizza le forze di polizia a effettuare arresti e perquisizioni senza limitazioni.
Dopo l’attuazione di questo dispositivo, numerose associazioni per la difesa dei diritti dell’uomo hanno denunciato il verificarsi di estorsioni notturne effettuate dagli uomini in uniforme nella più assoluta impunità.
Thierno Mamadou Diallo, 23 anni, è un venditore ambulante. Sono visibili i segni dei colpi ricevuti alla testa. “Durante la notte due uomini in tenuta militare sono entrati in casa mia mentre stavo in compagnia di un amico. Mi hanno preso il telefono mobile dalle mani, io ho protestato e per tutta risposta mi hanno dato un colpo in testa col calcio del fucile” spiega mostrando un bernoccolo vicino all’orecchio destro. “Sono rimasto stordito ma loro hanno continuato a colpirmi alla schiena. Quando mi sono ripreso, erano già andati via con tutti i miei soldi, circa 100.000 francs (guineani, pressappoco 18 euro) e io ero pieno di dolori alla schiena”, prosegue.
Nel vicino quartiere di Taoyah, Mory Camara, uno studente di 22 anni, è stato sorpreso giovedì ad attingere acqua durante il coprifuoco. Ostenta un largo ematoma all’occhio sinistro. “Un 4x4 pieno di militari è venuto verso di noi. Erano armati e ci hanno inferto colpi di manganello per farci rientrare in casa”, racconta. “Hanno cercato di seguirci, ma noi ci siamo barricati in una casa. Dopo loro hanno cercato di forzare le porte e hanno sparato in aria molte volte per spaventarci”, sospira prima di confessare che “non ha più fiducia nell’esercito”. “L’esercito, secondo lui, non è là per il popolo, ma per proteggere Lansana Conté”.