Inchiesta, dicembre 2011 - Per la prima volta, prove alla mano, Hezbollah ha dato conferma a quello che migliaia di persone già sapevano, che le ambasciate degli Stati Uniti nel mondo sono dei nidi di spie, che violano quotidianamente i protocolli internazionali che disciplinano le relazioni tra gli Stati nel mondo. Ma è certo che né Ban Ki Moon, né altri intendano preoccuparsene. Fanno parte del gioco






www.aloufok.net – 10 dicembre 2011


Quando la CIA lavora per conto del Mossad
Fadwa Nassar


Sayyed Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, l’aveva annunciato nel corso del suo discorso in occasione della celebrazione di Ashoura (indica il 10 del mese di muharram che è un evento religioso islamico, ndt), qualche giorno fa: la CIA in Libano è oramai solo un ufficio che lavora per conto del Mossad “israeliano”, ciò che significa chiaramente che l’obiettivo più importante che gli Stati Uniti perseguono nella regione è di mantenere lo Stato sionista al suo posto e assicurargli la dominazione totale, militare e securitaria, sui paesi della regione. E per questo d’altronde che aveva detto, all’inizio del discorso, che gli Stati Uniti sono, come l’entità sionista, nostri nemici. Il ramo securitario degli Stati Uniti, la CIA che opera all’estero, ha come propria mission principale quella di fornire dati allo Stato sionista, attraverso uno dei suoi rami securitari, il Mossad.  E’ quanto confermano i dirigenti della resistenza in Libano che hanno approfondito e analizzato l’attività dell’agenzia più famosa per l’assassinio di dirigenti politici e per la destabilizzazione dei regimi ostili alla presenza USA nel mondo. Per la prima volta nella sua storia, questa agenzia considerata come il top del top dello spionaggio nel mondo, ha appena subito uno dei più duri rovesci della sua storia, provocata dalla resistenza islamica in Libano.


Ambasciata USA. Un nido di spie
La stampa USA non lo nega più, al contrario ha cercato di spiegarlo, prima ancora che Hezbollah rivelasse al pubblico mondiale i veri nomi degli agenti della CIA in Libano, i loro compiti all’interno dell’ambasciata USA, il loro modus operandi e la loro mission. Per la prima volta, prove alla mano, Hezbollah ha dato conferma a quello che migliaia di persone già sapevano, che le ambasciate degli Stati Uniti nel mondo sono dei nidi di spie, che violano quotidianamente i protocolli internazionali che disciplinano le relazioni tra gli Stati nel mondo. Ma è certo che né Ban Ki Moon, né altri intendano preoccuparsene. Fanno parte del gioco.
Se gli agenti della CIA in Libano preferiscono i ristoranti delle catene Mac Donald’s, Pizza Hut e Starbucks (catene che dovrebbero essere boicottate per l’effettivo sostegno allo Stato sionista), per incontrare i loro reclutati, questo ultimi vengono poi invitati nei locali dell’ambasciata per riempire un questionario, prima di essere assunti. Sono poi incaricati di infiltrarsi il più possibile negli ambienti della resistenza, per ottenere tutte le informazioni personali sui membri di Hezbollah, ivi comprese le scuole frequentate dai loro figli. Si muovono, a Beirut, nelle auto civetta dell’ambasciata, per facilitare il loro compito. Inoltre, da alcune informazioni ottenute dalla resistenza, diversi reclutati hanno cambiato di “padrone” in corso d’opera, passando direttamente dalla CIA al Mossad. Chiaramente la CIA recluta degli agenti in Libano per spiare gli Hezbollah e fornisce le informazioni ottenute al Mossad.


Vittoria della resistenza

Sheikh Naim Kassem ha, da parte sua, dichiarato che la scoperta della rete di spie della CIA è cominciata con il lavoro di contro-spionaggio effettuato contro lo Stato sionista, dimostrando con chiarezza la partecipazione della CIA al lavoro del Mossad in Libano, e non in maniera separata. Ha in seguito affermato che le informazioni raccolte dalla resistenza islamica in Libano sono ancora più importanti di quelle che sono state svelate fino ad oggi, e ciò a causa della corruttibilità degli agenti, che possono essere comprati e rivelano una quantità di informazioni.
La scoperta della rete di spionaggio della CIA in Libano è contemporanea al successo iraniano sul drone USA impegnato nello spionaggio del paese, e che è stato abbattuto dall’esercito iraniano, grazie alla sua capacità di dominare l’alta tecnologia. L’esercito iraniano è riuscito ad attirare il drone e farlo atterrare, impedendo che esplodesse, come era programmato. Gli Stati Uniti parlano di una grande perdita, tanto più che l’Iran ha adesso la possibilità di studiare il funzionamento di quest’apparecchio, i dati che ha trasmesso e che è in grado di trasmettere.
Queste vittorie della resistenza nella regione contro l’imperialismo USA dimostrano che quest’ultimo è in difficoltà, nel momento stesso in cui sta per ritirarsi, cacciato dall’Iraq. Certo, ha distrutto e massacrato, certo continua a fomentare rivolte nella regione, certo gode ancora di appoggi nel nostro paese, niente è finito, ma ha appena subito due rovesci in pochi giorni.
Se in Libano lo schiaffo ricevuto da Hezbollah non rischia di provocare effetti importanti sulla classe politica, giacché alcuni ribadiscono il loro sostegno incondizionato agli Stati Uniti, considerati come alleati, lo schiaffo ricevuto dagli Stati Uniti in Iran è assai più importante, perché consente di mettere in guardia gli Stati Uniti e lo Stato sionista, e gli Europei, contro ogni intervento in Iran, paese indipendente e sovrano, che non consentirà agli Stati Uniti di agire a loro piacimento nella regione.
E’ tuttavia certo che la prima grande sconfitta della CIA in Libano da parte della resistenza islamica avrà delle ripercussioni importanti sui popoli della regione, e soprattutto sull’avvenire della resistenza contro il nemico sionista. Quest’ultimo aveva dichiarato qualche anno fa, quando i suoi agenti erano stati scoperti uno dopo l’altro, di essere diventato “cieco”, nonostante l’assistenza ricevuta dalla CIA. E’ vero che tira ancora le fila di altre reti e che i suoi apparati di spionaggio collocati al sud del paese non sono stati ancora tutti scoperti, ma le perdite che ha subito da qualche anno impediscono loro ancora (e speriamo per sempre) di lanciare attacchi mirati e di assassinare dei dirigenti della resistenza.
Inoltre, ogni vittoria della resistenza rafforza la scelta dei popoli della regione, quella di vivere liberi e indipendenti e sbarazzarsi dello Stato coloniale sionista che occupa la Palestina. Ogni sconfitta USA o sionista rafforza la determinazione dei popoli ad andare avanti e ad osare di alzare la voce per gridare, come durante la commemorazione di Ashoura: “Morte agli Stati Uniti, morte a Israele!”

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