Il costo di un visto di ingresso
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Africa: le procedure “kafkiane” per il rilascio di un “visa” di ingresso in Francia
Procedure “opache”, decisioni non motivate, informazioni insufficienti, domande intrusive, sentimento di umiliazione, “favoritismi eletti a rango di motivazioni diplomatiche”, corruzione… La Cimade, servizio ecumenico di solidarietà, ha svolto un’inchiesta di diversi mesi sulle pratiche dei servizi consolari francesi in 6 paesi (Algeria, Senegal, Mali, Turchia, Ucraina e Marocco) in materia di rilascio di “visti”. E i risultati sono schiaccianti. L’associazione di aiuto agli stranieri dipinge, nel suo ultimo rapporto, pubblicato giovedi 8 luglio, un quadro “kafkiano” del modo in cui la Francia accoglie e tratta gli stranieri che desiderano fare ingresso sul suo suolo.
Cécile Poletti ha guidato la missione della Cimade in Mali. Racconta l’atmosfera irreale che regna davanti al consolato di Francia a Bamako, trasformata in una cittadella inespugnabile.
Costretti a presentarsi diverse volte al consolato senza alcuna garanzia di poter depositare la loro domanda, invischiati in una procedura che può richiedere diversi mesi, numerosi Maliani fanno appello ai “coxeur”, intermediari clandestini che gironzolano intorno all’edificio:
Seimila euro per essere certi di ottenere un “visa”. I più determinati non esitano a fare il grande salto. Per gli altri, sarà necessario comunque pagare, senza alcuna garanzia di successo. La procedura legale è diventata infatti a pagamento nel 2003. Ciascun richiedente, che ottenga o meno il visto, deve pagare 60 euro per un visto turistico e 99 euro per un visto di lunga durata. Considerando inoltre tutte le altre spese (attestazione di ingresso, assicurazione, biglietto aereo, prenotazione dell’hotel…), la Cimade valuta il costo medio della procedura in Mali sui 144.000 franchi CFA (220 euro), a fronte di un salario medio di 61 euro, e ciò senza alcuna garanzia di accoglimento (27,20% di rigetti in Mali). Di che scoraggiare i turisti più entusiasti e gettare i migranti più risoluti nelle braccia del “passeur”(trasportatori clandestini, ndt).
Secondo un rapporto del senatore UMP Adrien Gouteyron, le spese richieste ai richiedenti sarebbero anche superiori al costo reale della istruttoria dei dossier. La Cimade stima che circa due milioni di richiedenti il visto hanno versato 130 milioni di euro ai consolati di Francia nel 2008. Tra loro, il 10% di coloro che hanno ottenuto un rifiuto hanno generosamente versato 13 milioni… per niente.