Storie sconvenienti
L’implacabile odio di Israele
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Storie sconvenienti, 24 febbraio 2024 - Una storia non conosciuta, quella delle squadre di vendetta organizzate dagli ebrei per sterminare i loro nemici dopo la Seconda Guerra Mondiale (nella foto, arresto di un bambino palestinese da parte di un soldato israeliano)
Fonte: The Barnes Review (1)
L’implacabile odio di Israele
Philip Rife (*)
Europa, 1945:
"Era un camion coperto che stavamo usando. Per entrare nella parte posteriore, bisognava alzare il telone e infilare prima la testa. Nel momento in cui la testa dell'uomo è apparsa all'interno, uno di noi lo ha afferrato per la gola e lo ha spinto in avanti. Bastava questo di solito per strangolarlo o rompergli l'osso del collo. Ogni uomo moriva senza una parola e spesso senza un grido".
L'agghiacciante resoconto che avete appena letto non è la confessione di un membro delle SS inviato a liquidare gli ebrei. Esattamente il contrario. La vittima in questo caso era un ex SS che viveva nell'Austria del dopoguerra. Il narratore è un esponente della campagna organizzata ebraica di vendetta extragiudiziale nei confronti dei tedeschi dopo la fine della guerra.
All'inizio, i membri di questi squadroni della morte furono segretamente reclutati tra i ranghi di una brigata dell'esercito britannico formata in Palestina durante la guerra. Uno dei "comandamenti" dichiarati dalla brigata nei confronti degli ex nazisti affermava: "Maledetti loro, loro e le loro mogli e i loro figli, i loro beni e tutto ciò che è loro. Maledetti per sempre". (2)
Il loro slogan non ufficiale era Dahm Yisrael Nokeam: "Il sangue di Israele si vendicherà". (3)
La decisione di formare piccole e disciplinate squadre di vendetta fu presa dopo che i membri della brigata ebraica avevano aggredito indiscriminatamente uomini, violentato donne e bruciato case in una città di etnia austriaca nel nord Italia. Rendendosi realisticamente conto della possibilità di atti di rappresaglia di massa, gli inglesi avevano infatti stazionato la brigata in Italia, non in Austria o in Germania. Tuttavia, questa decisione non ha fermato le uccisioni clandestine compiute da singoli membri degli squadroni della morte in tutti e tre i paesi.
I membri del gruppo compilarono liste di bersagli sulla base di informazioni ottenute di nascosto da soldati ebrei statunitensi e britannici che lavoravano per l'intelligence alleata. In alcuni casi, le vittime designate che erano detenute nelle prigioni militari britanniche "fuggirono" con la connivenza delle guardie della brigata ebraica. In altre occasioni, erano pazienti che sono stati rapiti dai loro letti d'ospedale.
Il modus operandi abituale degli squadroni della morte era quello di fingersi poliziotti militari britannici asseritamente incaricati di accompagnare qualcuno per un interrogatorio. Invece, la vittima designata veniva portata in un luogo fuori mano e colpita alla testa. Un membro degli squadroni della morte ha ricordato: "Quando arrivavamo a casa del nostro sospettato, indossavamo elmetti e bracciali della polizia militare [britannica]. Poi entravamo in casa e portavamo via con noi il sospettato, dicendo che lo volevamo per l'interrogatorio. Di solito, ci seguiva senza opporre resistenza". (4)
La scena raccontata all'inizio di questo articolo era uno dei metodi impiegati, quando era richiesta velocità o silenzio.
A volte gli squadroni della morte prendevano misure per assicurarsi che i corpi delle loro vittime non venissero scoperti, come nel seguente resoconto di un omicidio compiuto in Austria: "Lo portammo al grande lago appena fuori dalla città. Lo legammo mani e piedi, lo imbavagliammo, gli legammo una grossa pietra, poi lo gettammo vivo nel lago. Per quanto ne so, nessuno della sua famiglia ha mai saputo cosa gli fosse successo". (5)
Altre vittime sono state impiccate nella speranza che la loro morte passasse per suicidio oppure i loro corpi sono stati collocati al bordo delle strade perché sembrassero vittime di un incidente d’auto. In un caso, un uomo è stato ucciso nel suo letto d'ospedale iniettandogli del cherosene nelle vene.
Nonostante tutti i corpi assassinati che venivano alla luce, e le numerose denunce di scomparsa presentate dai parenti delle vittime, le autorità alleate chiusero un occhio, permettendo alle squadre di assassini di proseguire impunemente il loro macabro lavoro.
Una delle giustificazioni preferite degli ex membri degli squadroni della morte e dei loro difensori è che hanno sempre curato di acquisire precise conferme dell'identità della vittima prescelta prima di ucciderla. Immaginate la sorpresa di una di queste squadre quando Israele annunciò al mondo la cattura del responsabile dei campi di concentramento Adolf Eichmann nel 1960. Quella squadra infatti aveva ucciso un uomo in Austria nel 1946, vantandosi all’epoca che fosse Eichmann. Non scoprirono mai la vera identità dello sfortunato austriaco che avevano ucciso per errore. Eichmann fu localizzato in Argentina da altri membri degli squadroni della morte che accettarono con riluttanza di lasciare che il governo israeliano lo portasse in Israele per un processo farsa e un'esecuzione. Il loro piano originale era quello di torturare Eichmann, sua moglie e i loro figli prima di ucciderli.
I membri degli squadroni della morte non hanno mai espresso alcun rammarico o senso di colpa per le loro azioni, né all'epoca né in seguito. Uno che è diventato generale dell'esercito israeliano ha detto: "La mia vendetta è stata dolce, molto dolce. Sì, ho ucciso più di una volta, e vi dirò questo: se dovesse essere fatto di nuovo, lo farei. Eravamo del tutto giustificati moralmente, e non ho mai provato il minimo senso di rimorso". (6)
Sebbene la maggior parte degli atti di vendetta ebraica si sia verificata in Germania e in Austria, le squadre d'assalto hanno operato per anni in tutto il mondo. Hanno compiuto omicidi in Belgio, Olanda, Francia, Spagna, Italia, Canada, America Latina e Palestina. Secondo una stima, il numero di questi omicidi individuali è di 1.500.
Non contenti di eliminare i loro nemici uno alla volta in omicidi mirati, alcuni ebrei in cerca di vendetta escogitarono piani per uccidere indiscriminatamente uomini, donne e bambini tedeschi su larga scala. Non c'era alcuna indicazione che alcuna delle vittime designate avesse mai fatto del male agli ebrei. A quanto pare il loro unico "crimine" era quello di essere tedeschi.
In un'occasione, uno squadrone della morte indirizzò il suo odio contro un gruppo di giovani locali che si riunivano in una foresta bavarese semplicemente perché sospettavano che fossero neonazisti. L'attacco con armi automatiche e granate causò la morte di tutti i 140 giovani tedeschi. Gli assassini in seguito affermarono che le loro vittime disarmate avevano armi nascoste sott'acqua in un lago vicino, ma questo non è mai stato provato. Gli aggressori se ne erano già andati da tempo quando i genitori in ansia hanno denunciato la scomparsa dei loro figli.
In un'altra operazione, un maggiore ebreo dell'esercito francese fornì ai membri degli squadroni della morte un veicolo, uniformi, documenti d'identità ed esplosivi che usarono per massacrare 200 prigionieri di guerra tedeschi in un campo di Münster.
Nel 1946, un gruppo di ebrei polacchi affiliati agli squadroni della morte della brigata ebraica dell'esercito britannico avvelenò il pane usato per sfamare 36.000 prigionieri di guerra tedeschi detenuti in un campo di internamento vicino a Norimberga. I cospiratori uccisero il guardiano notturno di una panetteria per ottenere l'accesso al pane e lo spennellarono con il veleno. Secondo un articolo del New York Times (7) dell'epoca: "Circa 1.900 prigionieri di guerra tedeschi sono stati avvelenati dall'arsenico nel pane in un campo degli Stati Uniti, e tutti versano in gravi condizioni".
Si ritiene che circa 1.000 prigionieri siano poi morti.
Anni dopo, uno degli avvelenatori di pane ammise che l'obiettivo finale dei cercatori di vendetta era quello di uccidere 6 milioni di tedeschi, uno per ogni ebreo che si presumeva fosse morto nell'"Olocausto". Come altri membri degli squadroni della morte, non fece alcuna distinzione tra ex nazisti e uomini, donne e bambini tedeschi innocenti: "Li ho messi tutti insieme. E ancora oggi non ho cambiato idea. Quando ho letto che la regina madre aveva inaugurato la statua eretta in ricordo di Bomber Harris, responsabile del bombardamento di Dresda, sono stato molto contento". (8)
Altri ebrei in cerca di vendetta presero in seria considerazione l'idea di far saltare in aria il condominio austriaco dove era nato Adolf Hitler (principalmente come gesto simbolico, anche se senza dubbio ci sarebbero state vittime tra la popolazione locale). La possibilità di vittime collaterali, evidentemente, non è mai stata una grande preoccupazione. Un'altra azione sconsiderata presa in esame fu quella di piazzare una bomba nell'aula del tribunale durante il processo per crimini di guerra di Norimberga.
Un altro gruppo a guida ebraica voleva uccidere civili tedeschi su scala davvero industriale. Un'idea era quella di incendiare intere città. Un’altra era di avvelenare le riserve idriche comunali di Berlino, Monaco, Amburgo, Francoforte e Norimberga. Quest'ultimo piano è stato sventato quando l'individuo che trasportava il veleno dalla Palestina in lattine di latte condensato è stato arrestato dalle autorità britanniche a bordo di una nave diretta in Europa.
Il numero esatto delle vittime tedesche e austriache delle uccisioni per vendetta dopo la seconda guerra mondiale probabilmente non sarà mai conosciuto. Le persone che hanno studiato l'argomento sono convinte che il numero delle vittime sarebbe stato molto più alto e che gli squadroni della morte avrebbero operato molto più a lungo se non fosse stato per il fatto che molti degli assassini furono convocati in Palestina per partecipare a una campagna di omicidi e altri atti terroristici contro le autorità britanniche che imponevano la spartizione del territorio tra arabi ed ebrei (tra cui l'assassinio dell'inviato delle Nazioni Unite conte Folke Bernadotte e l'attentato al King David Hotel di Gerusalemme che uccise 91 persone innocenti) ed al conflitto con gli arabi per la creazione di uno Stato interamente ebraico.
Curiosamente, Hollywood – che ha trattato all'infinito ogni altro aspetto dell'esperienza ebraica prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale – non ha mai ritenuto opportuno fare un film veritiero sugli squadroni della morte ebrei del dopoguerra e sui cospiratori del genocidio.
Vi fu anche un piano predisposto dallo Stato per il genocidio postbellico del popolo tedesco, e fu quello ideato da un ebreo statunitense. Il Segretario al Tesoro di Roosevelt, Henry Morgenthau Jr., propose di trasformare la Germania in "un paese principalmente agricolo e pastorale". (9)
Secondo il Segretario di Stato Cordell Hull, i risultati di un tale programma sarebbero stati catastrofici: "Il Piano Morgenthau spazzerebbe via tutto in Germania tranne la terra, e i tedeschi avrebbero dovuto vivere di sola agricoltura. Ciò significava che solo il 60% della popolazione tedesca avrebbe potuto sopravvivere e l'altro 40% sarebbe morto". (10)
Anche l'esperto di soccorsi di guerra ed ex presidente Herbert Hoover si oppose fermamente al piano, dicendo: "Non è realizzabile, salvo che sterminiamo o trasferiamo 25 milioni di persone". (11)
Per metterlo in prospettiva, 25 milioni di morti tedeschi sarebbero stati più di quattro volte la cifra spesso citata (anche se palesemente gonfiata) di 6 milioni di morti ebrei asseritamente vittime dell’“olocausto".
Da parte sua, il Segretario alla Guerra Henry Stimson criticò la motivazione di base di Morgenthau, dicendo che era "prevenuto per via del suo desiderio di vendetta semitico". (12)
Il generale George Patton concordava e sosteneva che Morgenthau si stava prendendo una "vendetta semitica". (13)
Non sorprende che, quando il popolo tedesco venne a conoscenza dei piani postbellici di Morgenthau (per via di una fuga di notizie del 1944 su cui si avventò il ministro della propaganda nazista Josef Goebbels), la loro resistenza si irrigidì. Il capo dell'intelligence statunitense (e futuro direttore della CIA) Allen Dulles descrisse le conseguenze negative della scoperta del piano da parte della Germania: "I soldati al fronte, gli operai nelle fabbriche e gli abitanti delle città bombardate stanno resistendo perché sentono di non avere scelta, e che è in gioco la loro stessa esistenza". (14)
Il genero di Roosevelt, il tenente colonnello John Boettiger, disse che la rivelazione del piano "equivaleva a 30 divisioni in più per i tedeschi". (15)
Il capo di stato maggiore dell'esercito degli Stati Uniti, il generale George Marshall, e il comandante supremo delle forze alleate in Europa, il generale Dwight Eisenhower, incolparono entrambi il piano di Morgenthau per l'aumento della resistenza tedesca sul campo di battaglia.
Una volta che il gatto era stato tirato fuori dal sacco, Morgenthau raccontò allegramente alla radio l’obiettivo che il suo piano si proponeva: "Raderemo al suolo la Germania, la bruceremo e faremo in modo che ogni sopravvissuto non sia altro che un coltivatore di patate". (16)
Come alcuni dei suoi connazionali ebrei nell'Europa del dopoguerra, Morgenthau evidentemente credeva che il genocidio fosse accettabile se commesso dalle persone “giuste”. Il capo di Morgenthau, FDR, doveva essere d'accordo. Era un entusiasta sostenitore del piano, dicendo che il popolo tedesco "dovrebbe avere solo zuppa a colazione, zuppa a pranzo e zuppa a cena". (17)
Il Piano Morgenthau si inseriva perfettamente anche nella visione del dittatore sovietico Josef Stalin per un'Europa postbellica dominata dai comunisti.
Alla fine, prevalsero opinioni più sane e meno vendicative, e il piano draconiano di Morgenthau non fu mai pienamente attuato. Fu sostituito dal Piano Marshall, che era più umanitario (o almeno più consapevole della nuova realtà della Guerra Fredda).
Secondo quanto riferito, Morgenthau si dimise "in fretta" dopo che il successore di Roosevelt, Harry Truman, rifiutò apertamente la sua soluzione finale per la Germania, definendola "un atto di vendetta". (18)
Per Morgenthau, questi pungenti rimproveri potrebbero non essere stati l’unico motivo di rimorso. Avrebbe dovuto infatti rendersi conto che, provocando un prolungamento dei combattimenti, la minaccia del suo piano non solo causò migliaia di ulteriori vittime sul campo di battaglia da entrambe le parti, ma portò anche a innumerevoli morti per malattie tra i detenuti dei campi di lavoro, per lo più ebrei, durante gli ultimi mesi della guerra (tra cui la famosa diarista Anna Frank, che morì di tifo nel marzo 1945), quando i bombardamenti alleati sulle linee ferroviarie impedirono le normali consegne di cibo e medicinali ai campi.
Per ironia della sorte, Henry Morgenthau si ritrovò ad essere un semplice spettatore quando i dollari delle sue tasse hanno contribuito a nutrire e ricostruire la Germania del dopoguerra, l'esatto opposto di ciò che si proponeva il suo piano vendicativo.
NOTE FINALI:
1 The Avengers, Michael Bar-Zohar, Hawthorn Books, 1967.
2 Id
3 www.cwporter.co.uk
4 The Jewish Brigade: An Army With Two Masters by Morris Beckman, Da Capo Press; 1998.
5 The Avengers, Michael Bar-Zohar, Hawthorn Books, 1967.
6 Id.
7 New York Times, 20 aprile 1946.
8 The Observer, 15 marzo 1998.
9 Hitler’s War, David Irving, Focal Point Publications, 1991.
10 Other Losses, James Bacque
11 UN Chronicle, 14 aprile 2008.
12 After the Reich, Giles MacDonogh
13 A Genius for War: A Life of George S. Patton, Carlo d’Este, Harper Perennial; Reprint edition (27 settembre 1996).
14 Grey Wolf: The Escape of Adolf Hitler, Simon Dunstan and Gerrard Williams, Sterling Press, New York,
15 The Conquerors, Michael Beschloss, Simon & Schuster, 2003.
16 The Glenn Miller Conspiracy: The Never Told Story of His Life and Death, Hunton Downs, Creative Book Publishers International, 2009.
17 After the Reich di Giles MacDonogh.
18 Id.
(°) Philip Rife si è laureato in giornalismo alla Penn State University e ha prestato servizio nella U.S. Air Force. Autore di nove libri e numerosi articoli storici, il suo libro più recente è Bones of Contention: Uncovering the Hidden Truth About America's Lost Race.
Ossin pubblica articoli che considera onesti, intelligenti e ben documentati. Ciò non significa che ne condivida necessariamente il contenuto. Solo, ne ritiene utile la lettura |