Venezuela : autopsia di un colpo di Stato ridicolo
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Moon of Alabama, 3 maggio 2019 (trad.ossin)
Venezuela : autopsia di un colpo di Stato ridicolo
Moon of Alabama
Martedì, il ridicolo tentativo di colpo di Stato in Venezuela è fallito. L’amministrazione Trump si è fatta turlupinare. Dovrà cambiare tattica, o accantonare la questione. Il consigliere per la Sicurezza Nazionale, John Bolton, preme per una guerra contro il Venezuela.
Il Pentagono e i paesi vicini al Venezuela si oppongono all’uso della forza militare, ma è Bolton però a parlare all’orecchio del presidente. La pianificazione di una guerra sembra fare progressi rapidi.
" Lucas Tomlinson @LucasFoxNews – ore 00:18 del 3 maggio 2019
Il segretario di Stato Mike Pompeo e il consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton hanno da poco lasciato il Pentagono, dopo un colloquio con il segretario ad interim della Difesa, Patrick Shanahan, in una sala conferenze blindata chiamata «The Tank», per discutere delle opzioni militari in Venezuela, secondo un alto responsabile della Difesa ".
Un incontro dello stesso tipo si era tenuto mercoledì 1° maggio alla Casa Bianca.
Il capo dello US Southern Command ammette che i piani sono pronti, ma minimizza le probabilità di una guerra:
" L’ammiraglio Craig Faller ha insistito sul fatto che gli Stati Uniti auspicano un passaggio pacifico di poteri, ma ha dichiarato che le truppe sono pronte per qualsiasi scenario. Ha aggiunto che lo stato maggiore militare ha messo a punto un piano «Day Now» per essere pronto ad un cambio di potere immediato, mentre il capo dell’opposizione, Juan Guaido, tenta di rovesciare Maduro.
«Lo chiamiamo Day Now, perché verrà il giorno in cui il governo legittimo prenderà il potere e succederà quando meno ce lo aspetteremo – potrebbe anche essere adesso», ha dichiarato Faller. Ma Faller, capo del Southern Command in America Latina, ha insistito: «I nostri comandanti sono stati chiari: essa deve essere, dovrà essere, prima di tutto una transizione democratica» ".
AGGIORNAMENTO (5 maggio) :
In modo decisamente insolito, lo US Southern Command (SOUTHCOM) ha diffuso una dichiarazione alla stampa sulla riunione del Pentagono:
" Ieri il segretario alla Difesa, Patrick M. Shanahan, ha chiesto al comandante dello US Southern Command (SOUTHCOM) di trattenersi a Washington DC per fornire una valutazione aggiornata della situazione in Venezuela e lo stato di pianificazione delle opzioni militari
...
Lo US Southern Command (SOUTHCOM) sta con il popolo del Venezuela che sta soffrendo per mano dell'illegittimo regime di Maduro e rimane pronto a sostenere tutte le opzioni, a richiesta degli alti responsabili ".
E’ stato chiesto a US Southcom di trattenersi, ma mi sembra più una tattica intimidatoria, che una seria pianificazione della guerra. Poi ancora, l'ultima frase è un po' ambigua. A quali "alti responsabili" si fa riferimento? Quelli statunitensi o gli aspiranti leader Guaidó / López? Dato che Guaidó è riconosciuto come "presidente ad interim" dagli Stati Uniti, potrebbe chiedere alle forze armate statunitensi di aiutarlo a "ripristinare la democrazia", cioè chiedere un'invasione? Sarebbe un modo per Trump di evitare il voto del Congresso?
Politico sembra confermare che l'attuale discorso sulla pianificazione militare è fuorviante:
" Due funzionari degli Stati Uniti hanno detto a POLITICO che queste azioni servono più a mettere in agitazione Maduro - e i capi militari venezuelani che sono stati una fonte primaria di sostegno per lui - che a prefigurare uno sforzo militare americano in Venezuela ".
Non si può "mettere in agitazione Maduro" con parole severe. Ha avuto una vita difficile e una formazione operaia e sindacale. Persino la minaccia di una portaerei al largo di Caracas, come pretende il folle senatore Lindsay Graham, non lo scuoterebbe.
Ma anche se gli attuali discorsi minacciosi e la pianificazione militare sono solo per la scena, cosa succederà quando la Casa Bianca si renderà conto che non producono alcun effetto? Quale sarà la prossima tappa?
Fine aggiornamento
Il Venezuela non è un bersaglio facile. Il colonnello in pensione Larry Wilkerson, ex capo di gabinetto del segretario di Stato Colin Powell, scrive:
" Conosco l’esercito venezuelano. Ho addestrato alcuni di loro...
La maggior parte di loro, se l’esercito USA invaderà il Venezuela, si rifugerà nelle colline – colline formidabili con fondali simili a una giunga – e faranno azioni di disturbo, uccideranno, faranno prigionieri di tempo in tempo e resisteranno per sempre o fin quando i «gringos» se ne saranno andati. Ricordiamoci quello che hanno fatto i Nord-Vietnamiti e i Talebani; ebbene i Venezuelani faranno lo stesso ".
L’opposizione si mantiene cauta sull’intervento statunitense:
" Molti pensano che l’intervento delle truppe statunitensi potrebbero innescare dei conflitti tra l’esercito venezuelano, le forze irregolari legate a Maduro e alcuni cartelli criminali. Un intervento contraddirebbe anche la pretesa di Guaidó di essere un leader espressione del popolo, confermando invece che è esattamente quello che dice Maduro: un fantoccio degli Stati Uniti.
Un intervento militare statunitense comporterebbe più problemi che soluzioni, ha dichiarato Carlos Valero, sostenitore di Guaidó all’Assemblea Nazionale...
L’analista politico Felix Seijas, direttore dell’agenzia demoscopica Delphos di Caracas, afferma che meno del 20% dei Venezuelani che ha intervistato quest’anno gradiscono un intervento militare. Le percentuali sono solo leggermente aumentate dall’inizio dell’anno ".
Ci sono stati nuovi avvertimenti da parte della Russia, durante una telefonata tra Trump e Putin oggi:
" Nel corso di uno scambio di vedute sulla situazione venezuelana, il Presidente russo ha sottolineato che solo i Venezuelani da loro stessi hanno il diritto di decidere del loro futuro, e che le ingerenze straniere negli affari interni del loro paese e tentativi di cambiare il governo di Caracas con la forza compromettono le prospettive di una soluzione pacifica della crisi ".
La pianificazione e la decisione della prossima fase dell’attacco statunitense contro il Venezuela richiederanno del tempo.
Nel frattempo possiamo continuare ad analizzare le ragioni per le quali il colpo di Stato statunitense è fallito in modo tanto devastante.
Per organizzare il tentativo di colpo di Stato, l’amministrazione USA e i suoi burattini venezuelani, Juan Guaidó e Leopoldo López, hanno avuto contatti con molti alti responsabili venezuelani, civili e militari. Hanno alternato offerte e minacce e tentato di concludere accordi. C’era anche un documento scritto in quindici punti. La maggior parte dei funzionari e degli ufficiali sembrava avere accettato, ma solo per fare poi un voltafaccia e informare i superiori gerarchici.
Parlando con tante persone, i cospiratori hanno fatto molto rumore. Il governo venezuelano sembra essere stato bene informato del complotto. Era probabilmente convinto che un colpo di Stato sarebbe fallito e li ha lasciati fare per creare imbarazzo ai loro burattinai. Questo lasciar fare avrebbe anche consentito di scoprire i traditori e le spie presenti nelle strutture di governo.
Tra le tante persone che i cospiratori si sono illusi di aver convinto, solo una è rimasta loro fedele. E’ Manuel Christopher Figuera, direttore del servizio nazionale di informazione SEBIN, che ha ordinato la liberazione del capo dell’opposizione, Leopoldo López, sottoposto alla sorveglianza dei suoi agenti.
Estratto di un nuovo articolo medico-legale di Bloomberg :
" L’amministrazione Trump e la squadra di Guaido continuano a cercare di capire che cosa è andato storto...
La liberazione clandestina di Lopez dagli arresti domiciliari da parte del potente e temibile servizio di informazioni SEBIN era solo una tappa di una complessa transizione negoziata coi principali collaboratori di Maduro, che non si erano accordati tra loro, secondo fonti di Washington e Caracas, bene informate ma che hanno voluto mantenere l’anonimato.
E, in poche ore, l’accordo tra l’opposizione e i collaboratori di Maduro è morto. Alla fine, Lopez si è rifugiato nella residenza dell’ambasciatore spagnolo a Caracas. E’ uscito solo per un breve tempo giovedì per parlare con dei giornalisti. Le autorità statunitensi si sono adirati con i Venezuelani vicini a Maduro che, secondo loro, le avevano ingannate.
Secondo persone informate, le persone prescelte dal consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton, vale a dire il ministro della Difesa, il presidente della Corte Suprema e il capo della Guardia presidenziale, sarebbero state a capo di una importante fazione che ha discusso del rovesciamento di Maduro e del riconoscimento di Guaido come presidente ad interim.
Lopez è stato liberato perché il capo dei servizi di informazione SEBIN, il generale Manuel Christopher Figuera, era pienamente coinvolto, ha dichiarato il nostro informatore. Nell’ambito dell’accordo, la moglie di Figuera era volata negli Stati Uniti per mettersi al sicuro. Martedì sera, dopo che Figuera ha pubblicato una lettera con la quale rendeva nota la sua decisione, Maduro l’ha rimosso dal comando dei servizi di informazione. Figuera ha lasciato il Venezuela, secondo due responsabili dell’opposizione, che hanno peraltro precisato di non sapere dove fosse andato ".
E’ sempre stato Figuera, il capo del SEBIN, che ha fatto in modo che altri soldati si aggiungessero ai venticinque mercenari che Guaidó aveva messo insieme:
" Alcuni dei soldati di Guaidó hanno colto la prima occasione per fare defezione, affermando che erano stati tratti in inganno. Uno di loro ha spiegato come alcuni ufficiali gli avessero consegnato delle armi a Helicoide, il quartier generale del SEBIN, annunciando che sarebbero andati a liberare tutti i prigionieri. "
Il Jim Dore Show ha pubblicato un video del soldato che spiega come lui e i suoi camerati siano stati tratti in inganno.
Figuera potrebbe essere stato anche la fonte di un «dossier segreto» divulgato dal New York Times. Questo dossier afferma senza alcuna prova che Tareck El Aissami, ex vice presidente e attualmente ministro dell’industria del Venezuela, avrebbe fornito passaporti ad elementi di Hezbollah libanese coinvolti nel traffico di droga. Tareck El Aissami è di origine siriana:
" Il dossier, fornito al New York Times da un ex alto responsabile dei servizi di informazione venezuelani e confermato in modo indipendente da un altro, riporta testimonianze che accusano il sig. El Aissami e suo padre di reclutare elementi di Hezbollah per dare una mano nella realizzazione di reti di spionaggio e traffico di droga nella regione ".
La qualità del dossier è probabilmente buona quanto quella dell’ex agente del MI6, Christopher Steele, a proposito di Donald Trump [sul Russiagate, NdT].
Ritorno all’articolo di Bloomberg:
" «Molti tra noi pensavano, con lo scorrere delle settimane, che era incredibile che Maduro non l’avesse ancora scoperto, ma che forse dipendeva dal fatto che erano in tanti ad essere interessati alla riuscita del complotto», ha dichiarato una persona che ha familiarità con la questione. «Pensano che Maduro abbia cominciato a capire quanto stava accadendo il 29 et che è stato costretto ad agire il 30, sennò sarebbe tutto crollato».
….
Altre ipotesi riguardano il ministro della Difesa Vladimir Padrino Lopez che, secondo una persona informata, avrebbe partecipato ai negoziati tenendo informati Maduro e i suoi alleati russi e cubani delle discussioni. Il ministro della Difesa era con Maduro quando quest’ultimo ha pronunciato un discorso all’accademia militare di Caracas giovedì.
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Ma può darsi che molti altri si siano fermati. Secondo una persona informata, c’era una gran confusione su chi avrebbe dovuto fare il primo passo. Può darsi che fossero tanti i partecipanti [al complotto], che una mano non sapeva che cosa faceve l’altra.
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Elliott Abrams, inviato speciale del Dipartimento di Stato per il Venezuela, ha dichiarato mercoledì ad un’emittente venezuelana: «Una maggioranza dell’alto comando discuteva con la Corte Suprema e con Juan Guaido di un cambio di governo con l’estromissione di Maduro e garanzie per i militari».
Ha detto che i negoziati hanno prodotto un documento in quindici punti che prevedeva un’ «uscita dignitosa» per Maduro e il riconoscimento di Guaido, da parte dell’Alta Corte, quale presidente ad interim con elezioni da tenersi entro un anno. Si dava per scontato che Leopoldo Lopez, ex sindaco di un ricco quartiere di Caracas, sarebbe stato un candidato di rilievo ".
L’insieme sembra estremamente amatoriale, Perché coinvolgere tanta gente? Perché non concentrarsi sul piccolo numero che conta davvero? Perché non pretendere garanzie da loro? Il capo del SEBIN, che appoggiava il colpo di Stato, non aveva scelta perché sua moglie si trovava negli Stati Uniti e poteva essere usata come ostaggio. Perché non ci sono state intese simili con altri funzionari?
Già a marzo, gli Stati Uniti hanno ritirato tutto il personale dalla loro ambasciata a Caracas. Questo avrà ridotto le capacità della CIA sul terreno. Sembra anche che gran parte del coordinamento sia stato assicurato da Elliot Abrams e da altri alla Casa Bianca. Erano evidente guidati da un pio desiderio piuttosto che da un’analisi realista del Venezuela e della sua leadership.
E’ abbastanza assurdo pensare che Leopoldo López possa vincere in un’elezione democratica in Venezuela. Ha tentato di rovesciare il governo sei volte. Ha diretto la brutale repressione del 2014 ed è conosciuto come uomo di destra spietato. Il suo partito, Voluntad Popular, si presenta come socialdemocratico progressista, ma nella migliore delle ipotesi è brutale, nella peggiore fascista. Ha solo 14 dei 163 seggi dell’Assemblea Nazionale.
López è al momento uscito di prigione, ma è isolato:
" Giovedì, un tribunale di Caracas ha spiccato un mandato di arresto nei confronti di Lopez, revocando gli arresti domiciliari e condannandolo a passare gli otto anni di prigione che gli restano da scontare – dei tredici comminati – nella prigione militare di Ramo Verde; è accusato di incendio doloso e di incitamento alla violenza nel corso di manifestazioni antigovernative da lui organizzate. Il ministro spagnolo degli Affari esteri ha detto sul suo sito Internet che Lopez non sarà in alcun caso consegnato alle autorità venezuelane ".
López può restare nell’ambasciata. Ma, finché vi resterà, la Spagna non gli consentirà di svolgere alcun ruolo politico:
" «La Spagna non permetterà a Lopez, né a chiunque altro, di trasformare la propria ambasciata in un centro di attività politica», ha dichiarato il ministro spagnolo degli affari esteri, Josep Borrell, a margine di una conferenza a Beirut. ...
«Lopez non ha fatto richiesta di asilo politico giacché, secondo quanto prevede la nostra legislazione, essa può essere presentata solo nel corso di un soggiorno sul territorio spagnolo», ha dichiarato il sig. Borrell, aggiungendo che, finché resterà nell’ambasciata, le sue attività politiche saranno soggette a restrizioni ".
La delusione dei golpisti della Casa Bianca risulta evidente nel loro ultimo delirio:
" Gli Stati Uniti sottolineano l’ampiezza del complotto abortito come prova del fatto che, per quanto la situazione sia attualmente grave, i giorni di Maduro restano contati, col paese piombato nel caos e l’economia in uno stato disastroso. «Questa non è che la punta dell’iceberg», ha dichiarato un alto responsabile dell’amministrazione che ha chiesto di restare anonimo. Molti uomini vicini a Maduro hanno partecipato alla fase finale, ha dichiarato il responsabile. La fretta che mostrano di vederlo fare i bagagli dimostra fino a qual punto Maduro sia isolato ".
La logica non è particolarmente rispettata: «Molti ci hanno detto di essere dalla nostra parte, ma si sono schierati con Maduro. Ciò dimostra che Maduro ha perso e che noi abbiamo vinto».
Purtroppo i grandi media statunitensi presentano un’identica analisi stupida:
" I colloqui tra i capi dell’opposizione e gli alti responsabili di Maduro rivelati questa settimana suggeriscono che vi sono stati dei tradimenti all’interno del cerchio ristretto di Maduro. E, nonostante le iniziative di Guaidó, né i procuratori, né la Corte Suprema, schierati don Maduro, hanno spiccato alcun mandato d’arresto contro di lui - un segno, secondo i suoi alleati, della debolezza di Maduro ".
Ci sono stati un sacco di inganni nella cerchia ristretta di Maduro. Ma è l’opposizione e i suoi partigiani che ne hanno fatto le spese, non Nicolas Maduro.
Imprigionare Guaidó ne farebbe solo un martire. Gli Stati Uniti se ne servirebbero per continuare l’opera di denigrazione. Guaidó in stato di libertà continua a mostrarsi come una marionetta.