ProfileLe guerre in Medio Oriente, 4 febbraio 2024 - Il Washington Post si fa servilmente megafono di una bufala della propaganda isreliana, per poi autocensurarsi (nella foto, il ministro della difesa di Israele, Yoav Gallant, indossa una maglietta del Washington Post)     

 

The GrayZone, 3 gennaio 2024 (trad.ossin)
 
Il Washington Post prende atto che la storia degli stupri di Hamas è una bufala
Wyatt Reed
 
Una nota che spiega le ragioni della cancellazione della storia secondo cui i militanti di Hamas avevano ordini dettagliati che addirittura indicavano “quale comandante doveva violentare quali soldati” dimostra che il giornale si è auto-censurato per volere del governo israeliano
 
 
Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant indossa una maglietta del compiacente (e complice) Washington Post
 
 
Il Washington Post ha disinvoltamente rimosso la stravagante affermazione del ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant secondo cui i piani di battaglia di Hamas includevano istruzioni specifiche di violentare i soldati israeliani durante l'incursione del 7 ottobre.
 
Nell’articolo originale, pubblicato il 12 novembre e presentato come “esclusiva” del Washington Post, si cita Gallant che avrebbe dichiarato al quotidiano: “Sappiamo dagli interrogatori che Hamas aveva dettagliatamente pianificato il suo attacco, individuando perfino quale comandante avrebbe dovuto stuprare quali soldati in luoghi diversi”.
 
Il giorno dopo, l’accusa è scomparsa dal pezzo, che era stato modificato con la seguente “correzione”:
 
“Una versione precedente di questo articolo comprendeva una citazione del ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant la cui pubblicazione non era autorizzata. La citazione è stata rimossa".
 
L’atto di autocensura sembra sia stato notato per primo da un utente di social media, secondo cui l’imbarazzante incidente era una conseguenza di ciò che è stato definito “il modo israeliano” di propaganda: “Mentire privatamente a un giornalista per forgiare il suo articolo, per poi correggere la cronaca quando il giornalista abbia  accidentalmente pubblicato le bugie che gli sono state dette in confidenza.
 
 
 
 
Finora, nessuna presunta vittima di quelli che un titolo dell'Associated Press ha definito “crimini sessuali 'diffusi' da parte di Hamas” il 7 ottobre si è fatta avanti per testimoniare pubblicamente sulle accuse. Ma ciò non ha impedito agli alti funzionari dell’amministrazione statunitense di accettare per oro colato la propaganda israeliana.
 
Il presidente degli Stati Uniti Joseph Biden ha condannato come “spaventose” quelle che ha descritto come “notizie di donne stuprate – ripetutamente stuprate – e di loro corpi mutilati mentre erano ancora in vita – di cadaveri di donne profanati, di terroristi di Hamas che hanno inflitto quanto più dolore e sofferenza possibile a donne e ragazze, e poi ucciderle.
 
Ma, come ha rivelato The Grayzone , molte delle accuse più sconvolgenti di violenza sessuale sembrano essere state inventate da soldati israeliani o da membri di “organizzazioni di soccorso” ultra-ortodosse che ne hanno immediatamente sfruttato l’eco mediatica per raccogliere milioni di dollari in donazioni.
 
Inoltre, molti residenti dei kibbutz in prima linea e molti partecipanti al festival musicale Nova sono stati uccisi dalle forze israeliane.
 
 
 
 
Ora, in quella che i media israeliani descrivono come “la più grande richiesta di risarcimento mai presentata in Israele contro un ente statale per negligenza”, una rappresentanza di 42 sopravvissuti chiede quasi 55 milioni di dollari di risarcimento danni all’esercito, ai servizi segreti e alla polizia israeliani per non aver impedito l’attentato del 7 ottobre e non avere avvisato gli organizzatori del festival Nova degli scontri in corso.
 
"Sarebbe stato sufficiente che i citati in giudizio avessero chiamato gli organizzatori responsabili [della festa] perché interrompessero il festival, si legge nella citazione. Che conclude: “È incomprensibile che i citati in giudizio non abbiano ordinato l’immediato scioglimento del festival”.
 
 
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