"I trafficanti testano la determinazione dei governi"
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Afrique Asie, luglio 2010
"I trafficanti mettono alla prova la determinazione dei governi"
Intervista di Augusta Conchiglia
Ghana. Accra non è risparmiata dal traffico nell'Africa dell'Ovest. Ma è più che mai determinata a smantellare le reti. Con qualche bel successo, spiega Yaw Akrasi-Sarpong, direttore esecutivo del Narcotics Control Board
Dottore in farmacia, questo attivista politico fin dai primi giorni della rivoluzione di Jerry Rawlings del 1982, ha in seguito ricoperto diversi incarichi, come quello di governatore della Eastern Region o di membro della direzione del National Democratic Congress, il partito che ha appena vinto nuovamente le elezioni. Dal 2005 al 2008, come osservatore del processo elettorale nei paesi della regione, su mandato della Comunità economica degli Stati dell'Africa dell'Ovest (CEDEAO), Yaw Akrasi-Sarpong ha potuto misurare i rischi che i narcotrafficanti fanno correre alle giovani democrazie dell'Africa occidentale.
Domanda: L'Africa occidentale è assalita dai narcotrafficanti. Come si difende il Ghana da questo flagello?
E' vero che tutta la regione ne è seriamente colpita. In Ghana, dopo il caso della nave MV Benjamin, nel 2006, che trasportava un importante carico di cocaina con la complicità di note personalità - alcune delle quali rilasciate - e l'arresto di poco successivo di un deputato dl NPP (New Patriotic Party, il partito al potere all'epoca dei fatti) per traffico di eroina, l'opinione pubblica ha preso coscienza della gravità del fenomeno. Questi due incidenti hanno rivelato l'esistenza di complicità ad alto livello, tanto nella polizia che nell'amministrazione e nella classe politica. Uno dei candidati alle ultime elezioni presidenziali è stato citato nel corso delle inchieste sul traffico di cocaina.
Dopo l'alternanza del 2008, sono stati messi in campo mezzi supplementari a disposizione dei servizi incaricati di combattere il narcotraffico. C'è una maggiore determinazione a parlare di filiere e denunciare i baroni locali. Ma i narcotrafficanti latino-americani continuano a prendere d'assalto la regione e il Ghana non è risparmiato.
Ci sono dei paesi che sono presi in ostaggio dai narcotrafficanti, come la Guinea-Bissau, con conseguenza che sono state e restano tuttora drammatiche. Il caso della Guinea Conakry ci preoccupa da molto tempo. Lo Stato in questo paese è in stato comatoso, anzi si tratta di uno spazio non governato. E' quello di cui i trafficanti hanno bisogno. Se poi possono anche giovarsi della complicità di persone influenti come il figlio del capo dello Stato, quando era Lansana Conté, si può bene immaginare quale impatto il traffico può avere sul paese e le sue deboli istituzioni. I trafficanti tastano il polso ai regimi, per verificare la reale determinazione dei governi, studiano le reazioni della polizia e disegnano una strategia di penetrazione.
Domanda: Il Ghana attualmente è quello che si difende meglio contro questa offensiva?
Il nostro Stato è incomparabilmente più forte, ma non abbiamo mezzi sufficienti e abbiamo bisogno della cooperazione internazionale.
Sul piano interno, noi abbiamo intensificato la repressione degli spacciatori e soprattutto di coloro che fanno parte delle reti che organizzano il traffico verso l'Europa. Abbiamo avuto a che fare con molti casi di "muli" che trasportavano importanti quantità di cocaina. Si tratta talvolta di gente che appartiene allo showbiz o al mondo della moda. Ci sforziamo d'altra parte di stigmatizzare, agli occhi dell'opinione pubblica, le persone coinvolte e soprattutto i giovani che sono attirati da questo traffico lucrosissimo. Ciò in quanto i trafficanti locali tendono ad esibire le loro ricchezze e talvolta diventano popolari.
Nel passato, alcuni quadri della polizia sono stati seriamente sospettati di avere avuto a che fare con questi commerci illeciti, ma il governo dell'epoca non ha preso in considerazione certe prove. Non ci sono state né sanzioni né licenziamenti. Tuttavia, in un caso, sono sparite considerevoli quantità di cocaina custodite nei locali della polizia. E, secondo alcuni testimoni, i responsabili erano ben conosciuti dall'amministrazione Kufuor (2000-2008). Se il governo avesse mostrato l'intenzione di agire con determinazione, le cose non sarebbero arrivate fino a quel punto. Oggi i regolamenti della polizia sono molto più severi.
Noi siamo più che mai determinati a rendere la vita difficile ai narcotrafficanti. Intendiamo equipaggiarci con materiali sofisticati e formare meglio i nostri uomini. Il presidente vigila perché le condizioni del lavoro si adeguino alla sfida lanciata da questo traffico. Ma abbiamo ancora tanta strada da fare.
Grazie alla cooperazione regionale, abbiamo riportato qualche successo. Uno dei leader del cartello colombiano, che era riuscito a fuggire dal Ghana, è stato arrestato alla frontiera tra il Benin e il Togo, riportato in Ghana e trasferito negli Stati Uniti, che avevano spiccato un mandato d'arresto contro di lui.
Nel 2009, grazie alla collaborazione con gli Usa, gli inglesi e con l'Interpol, abbiamo sequestrato 164 Kg di cocaina a bordo di una nave battente bandiera panamense e con marinai di nazionalità filippina. L'Inchiesta si svolge in Brasile.
Domanda: Con quali paesi collaborate a livello regionale?
Operiamo soprattutto in stretta collaborazione col Togo e la Nigeria. Con quest'ultimo Stato dividiamo molte informazioni. La Nigeria è molto impegnata in questa lotta. Ha formato del personale molto qualificato. Il defunto presidente Umaru Yar'Adua ha fatto molto per attrezzare il paese contro il traffico di droga. Sono certo che il suo successore proseguirà lungo questa strada.
Il Ghana vorrebbe per altro diventare un centro di formazione regionale. C'é già una scuola di formazione in Togo, creata sotto l'egida del Cedeao, ma è insufficiente. Noi abbiamo suggerito all'organizzazione regionale di creare un altro centro in Ghana che porterebbe benefici a tutta la regione, come gli USA hanno cominciato a fare in Camerun.
Domanda: Voi lottate anche contro la produzione di cannabis?
Sì, noi aiutiamo i produttori locali di cannabis, che qui vengono chiamati "wee", a impegnarsi in altro tipo di colture il più remunerative possibile. La cannabis è un prodotto tradizionale in tutta questa regione dell'Africa. Noi abbiamo calcolato la superficie coltivata - sparpagliata in tutte le regioni del paese, soprattutto nelle zone di savana - in 120.000 ettari. Il commercio produce circa 30 milioni di dollari all'anno. Si estrae anche dell'olio, che è esportato clandestinamente e viene usato mescolato al tabacco. Come per la maggior parte delle droghe, sono i rivenditori, soprattutto nelle città e all'estero, a fare i maggiori profitti. I contadini non si arricchiscono con la cannabis. Si possono proporrre loro progetti alternativi. Ma talvolta è difficile perché questi piccoli produttori sono soggetti a forti pressioni da parte dei trafficanti perché continuinino a produrre cannabis.
Domanda: Siete attrezzati a contrastare le operazioni finanziarie di riciclaggio dei capitali sporchi?
Desideriamo rafforzare l'arsenale legislativo esistente, ma dobbiamo anche evitare di dare l'impressione di volere perseguitare i ricchi - un'accusa spesso rivolta al NDC (National Democratic Congress, al potere).
La legge vigente è stata redatta dal NPP (il partito dell'ex presidente Kufour) ed è considerata come "business friendly" (favorevole al commercio). Dovremo imporre ulteriori restrizioni. Così il Serious Fraud Office (ufficio delle frodi gravi) è in via di riorganizzazione per superare gli ostacoli che ne impediscono una buona operatività. Stiamo per creare una Financial Intelligence Unit proprio per consentire le inchieste sul riciclaggio.
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