La chiusura dello stretto di Hormuz è la vera atomica iraniana
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The saker, 6 gennaio 2020 (trad.ossin)
La chiusura dello stretto di Hormuz è la vera atomica iraniana
Pepe Escobar
Su un territorio estero, dove erano ospiti, gli Stati Uniti hanno assassinato un inviato diplomatico la cui missione era stata richiesta dagli stessi Stati Uniti
La notizia-bomba è stata data, domenica, dal primo ministro iracheno ad interim, Adil Abdul-Mahdi, durante una storica sessione straordinaria del Parlamento a Baghdad.
Il Magg. Generale Qasem Soleimani era volato a Baghdad su un normale volo aereo, con un passaporto diplomatico. Era stato inviato da Teheran per consegnare di persona una risposta a un messaggio di Riyadh sulla de-escalation in Medio Oriente. Tali trattative erano state richieste dall'amministrazione Trump.
Quindi Baghdad stava mediando ufficialmente tra Teheran e Riyadh, per volere di Trump. E Soleimani era un messaggero. Adil Abdul-Mahdi avrebbe dovuto incontrare Soleimani alle 8:30, ora di Baghdad, venerdì scorso. Ma poche ore prima dell'orario stabilito, Soleimani è stato ucciso per ordine di Trump all'aeroporto di Baghdad.
Tenetelo bene a mente – per gli annali della diplomazia del 21 ° secolo. Lo ripeto: poco importa se l'ordine di assassinio sia stato dato dal presidente Trump, dal Deep State degli Stati Uniti o dai soliti sospetti - o quando. Dopotutto, il Pentagono da tempo considerava Soleimani un bersaglio, ma non ha mai voluto colpirlo, temendo conseguenze devastanti.
Ora, il fatto è che il governo degli Stati Uniti - in terra straniera, come nazione ospite - ha assassinato un inviato diplomatico che era in missione ufficiale, a richiesta dello stesso governo degli Stati Uniti.
Baghdad denuncerà formalmente questo comportamento alle Nazioni Unite. Tuttavia, non c’è da aspettarsi che le Nazioni Unite mostrino indignazione per l'uccisione, da parte degli Stati Uniti, di un inviato diplomatico. Il diritto internazionale era morto anche prima dello Shock and Awe del 2003.
L’esercito di Mahdi è tornato
In queste circostanze, non c'è da meravigliarsi che il Parlamento iracheno abbia approvato una risoluzione non vincolante che chiede al governo iracheno di espellere le truppe straniere, annullando la richiesta di assistenza militare rivolta agli Stati Uniti.
Traduzione: Yankee vai a casa.
C’è da prevedersi che gli Yankee non accoglieranno la domanda. Trump: “Se ci chiedono di andarcene, se non lo facciamo in modo molto amichevole, imporremo loro sanzioni come non hanno mai visto prima. Faranno sembrare quelle contro l’Iran alquanto addomesticate”.
Le truppe statunitensi sono già destinate a rimanere illegalmente in Siria - per "prendersi cura del petrolio". L'Iraq, con le sue straordinarie riserve energetiche, è un caso ancora più grave. Lasciare l'Iraq significherebbe, per Trump, i neocon statunitensi e lo Stato profondo, perdere il controllo, direttamente e indirettamente, del petrolio per sempre. E, soprattutto, perdere la possibilità di interferire incessantemente contro l'asse della resistenza - Iran-Iraq-Siria-Hezbollah.
A parte i curdi - acquistati e pagati – i dirigenti iracheni, di ogni orientamento politico, sono in sintonia con l'opinione pubblica: questa occupazione è finita. Compreso Muqtada al-Sadr, che ha riattivato l'esercito del Mahdi e vuole che l'ambasciata statunitense venga chiusa per sempre.
Quando l'ho visto operativo all'epoca, l'Esercito del Mahdi era il nemico giurato del Pentagono, specialmente intorno al 2003-04. L'unico motivo per cui l'Esercito del Mahdi venne messo in riserva fu perché Washington offrì a Sadr l’esecuzione sommaria e senza processo di Saddam Hussein, l'uomo che aveva ucciso suo padre. Nonostante tutte le sue incoerenze politiche, Sadr è immensamente popolare in Iraq.
Soleimani psyop
Il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Nasrallah, in un discorso molto dettagliato, punta dritto al significato dell'assassinio di Soleimani.
Nasrallah racconta come gli Stati Uniti abbiano individuato il ruolo strategico di Soleimani in ogni campo di battaglia: Gaza, Libano, Siria, Iraq, Yemen, Afghanistan, Iran. Racconta come Israele considerasse Soleimani una "minaccia esistenziale", ma "non abbia mai osato ucciderlo. Avrebbe potuto ucciderlo in Siria, dove i suoi movimenti erano pubblici. "
Quindi la decisione di assassinare Soleimani in pubblico, secondo Nasrallah, è stata un’operazione di guerra psicologica. E la "giusta punizione" sta "ponendo fine alla presenza militare statunitense nella nostra regione". Tutto il personale militare USA dovrà tenersi in guardia, guardarsi le spalle a tempo pieno. Questo non ha nulla a che fare con i cittadini statunitensi: "Non sto parlando di prendersela con loro, e per noi è vietato".
Con un solo colpo, l'assassinio di Soleimani è riuscito a unire non solo gli iracheni, ma anche gli iraniani, e in effetti l'intero asse della resistenza. A vario titolo, Soleimani potrà essere ricordato come il Che Guevara persiano del 21 ° secolo: gli Statunitensi hanno fatto in modo che si trasformasse nel Che della Resistenza musulmana.
Guerra del petrolio
Nessuno tsunami dei mediocri media mainstream statunitensi sarà in grado di mascherare questo enorme errore strategico - per non parlare dell'ennesimo palese assassinio illegale.
Eppure questo potrebbe anche essere stato un errore intenzionale. Uccidere Soleimani dimostra che Trump, lo Stato profondo e i soliti sospetti concordano tutti sull'essenziale: non deve esserci riavvicinamento tra Arabia Saudita e Iran. Divide et impera rimane la norma.
Michael Hudson fa luce su quella che è in effetti una prolungata guerra petrolifera "democratica": "L'assassinio aveva lo scopo di accrescere la presenza statunitense in Iraq per mantenere il controllo sulle riserve petrolifere della regione e sostenere le truppe wahhabite dell'Arabia Saudita (Isis, Al Qaeda in Iraq, Al Nusra e altre divisioni di quella che in realtà è la legione straniera statunitense), così assicurando il controllo statunitense del petrolio del Vicino Oriente come contrafforte del dollaro USA. Questa rimane la chiave per comprendere questa politica, e capire perché sta intensificandosi, piuttosto che ridursi".
Né a Trump, né allo Stato profondo poteva sfuggire che Soleimani era la risorsa strategica chiave che l'Iraq aveva per rivendicare il controllo della sua ricchezza petrolifera, sconfiggendo progressivamente la galassia wahhabita / salafita / jihadista. Quindi doveva essere eliminato.
"Opzione nucleare"
Nonostante tutto il chiasso che accompagna la decisione irachena di espellere le truppe statunitensi e l'impegno iraniano di reagire all'assassinio di Soleimani al momento giusto, non c'è modo di farsi ascoltare dai padroni imperiali senza un colpo finanziario.
Pensiamo al mercato mondiale dei derivati, che tutti i principali attori sanno che è un’arma di distruzione di massa finanziaria.
I derivati vengono utilizzati per drenare un trilione di dollari all'anno dal mercato in profitti manipolati. Questi profitti, ovviamente, sono protetti dalla dottrina "troppo grandi per essere perseguiti a norma di legge".
È ovviamente tutto parassitario e illegale. Il bello è che può essere trasformato in un'opzione nucleare contro i padroni imperiali.
Ne ho scritto ampiamente. I miei contati a New York mi hanno detto che tutti i miei articoli sono finiti sulla scrivania di Trump. Ovviamente lui non legge nulla, ma il messaggio era lì, e anche consegnato di persona.
Lo scorso venerdì, due fondi statunitensi tradizionale, di taglia media, hanno avuto gravi problemi perché trattano i derivati legati ai prezzi del petrolio.
Se Teheran decidesse di chiudere lo Stretto di Hormuz - chiamiamola opzione nucleare - ciò innescherebbe una depressione mondiale appena esplodesse la bolla dei trilioni di dollari di derivati.
La Banca dei regolamenti internazionali (BRI) calcola circa $ 600 miliardi di derivati. Non proprio. Fonti svizzere affermano che ci sono almeno 1,2 quadrilioni e alcuni parlano di 2,5 quadrilioni. Ciò comporterebbe l’esistenza di un mercato dei derivati di un valore pari a 28 volte il PIL mondiale.
A Hormuz, la riduzione del 22% nella fornitura mondiale di petrolio non potrebbe essere compensata. Farebbe esplodere la bolla e causerebbe un crollo del mercato infinitamente peggiore della Germania di Weimar del 1933.
Il Pentagono ha vagliato ogni possibile scenario di una guerra contro l'Iran - e i risultati sono preoccupanti. I generali validi - sì, ce ne sono alcuni - sanno che la Marina degli Stati Uniti non sarebbe in grado di tenere aperto lo Stretto di Hormuz: dovrebbe immediatamente allontanarsi o, come un’anatra seduta, esporsi all’annientamento totale.
Trump minaccia di distruggere 52 siti iraniani - incluso un patrimonio culturale inestimabile - è un bluff. Peggio ancora: sono vanterie degne di un barbaro dell’ISIS. I talebani hanno distrutto i Bamiyan Buddha. L'ISIS ha quasi distrutto Palmira. Trump Bakr al-Mar-a-Lago vuole unirsi alla compagnia come distruttore della cultura persiana.
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