ProfileLe guerre dell'Impero in declino, 18 febbraio 2023 - Ora si comincia a capire che la guerra in Ucraina è la guerra degli Stati Uniti contro la Russia (nella foto, distruzioni in Ucraina)    

 

 
Adesso che la nebbia della guerra comincia a diradarsi…
Éric Denécé
 
A fine luglio 2022, in un intervento dedicato alla manipolazione dell’informazione in tempo di guerra [1], dichiarai che era difficile analizzare con la necessaria accuratezza il conflitto in corso in Ucraina, le sue vere cause e identificare formalmente gli autori di crimini di guerra, perché so per esperienza, come ex analista dell'intelligence, che i fatti riportati dai media e dalla maggior parte degli osservatori in tempo reale sono sempre parziali, approssimativi o faziosi, che i vari belligeranti fanno a gara l'uno con l'altro nella disinformazione e che le spiegazioni vere compaiono solo dopo, alla fine del conflitto... o a volte addirittura mai!
 
 
Ne abbiamo oggi un esempio, perché nuovi fatti – vale a dire eventi che erano “invisibili” in tempo reale agli analisti, se non ad alcuni dei belligeranti – vengono a poco a poco portati a nostra conoscenza, a un anno dall'inizio di questo deplorevole conflitto. Ovviamente bisogna stare attenti anche se le fonti sono attendibili e sono già in parte verificate. Tuttavia, queste rivelazioni ci sembrano sufficientemente fondate per poterle prendere in considerazione. Da esse è quindi possibile ricavare una nuova lettura degli eventi e dare senso a fatti e decisioni di cui prima non avevamo colto la logica.
 
Le due recenti rivelazioni che modificano il quadro sono:
 
– le concordanti dichiarazioni dell'ex primo ministro israeliano Naftali Bennett, dell'economista statunitense Jeffrey Sachs [2] e dei mediatori turchi [3], secondo cui il governo ucraino sarebbe stato molto vicino, a fine marzo 2022, a firmare un accordo con la Russia per porre fine al conflitto;
 
– l'articolo di Seymour Hersh che descrive come gli Stati Uniti hanno proceduto a condurre l'operazione di sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 e le conclusioni di un pubblico ministero tedesco incaricato delle indagini.
 
La rottura delle trattative 
 
Nel marzo 2022, pochi giorni dopo il lancio dell'offensiva russa in Ucraina, sono stati avviati dei negoziati a iniziativa di Israele. In una lunga intervista rilasciata a Canale 12 il 4 febbraio 2023 [4], l'ex primo ministro dello Stato ebraico, Naftali Bennett [5], ha rivelato molti dettagli dei retroscena di questa mediazione.
 
 
Ha spiegato che Mosca e Kiev erano allora pronte a fare importanti concessioni e che una tregua sembrava possibile: "Io sostengo che c'erano buone possibilità di raggiungere un cessate il fuoco", ha spiegato, aggiungendo che Putin aveva accettato di abbandonare le richieste di "denazificazione" e disarmo per l’Ucraina, mentre Zelensky acconsentiva a non chiedere più l'adesione dell'Ucraina alla NATO. Inoltre, durante il suo incontro con Vladimir Putin, Bennett gli chiese: "Hai intenzione di assassinare Zelensky?"». Il capo di Stato russo gli promise allora che non avrebbe eliminato il suo omologo ucraino.
 
"Tutto quel che ho fatto è stato coordinato con Stati Uniti, Germania e Francia", ha spiegato l'ex capo del governo israeliano. Prima di fare questo passo, aveva infatti contattato Joe Biden, il suo segretario di Stato Antony Blinken, il suo consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, nonché il cancelliere tedesco Olaf Scholz per proporre loro di essere un "canale di comunicazione" tra Putin e Zelensky. Bennett ha aggiunto che la mediazione di Israele "è stata coordinata nei minimi dettagli con Stati Uniti, Francia e Germania", che alla fine hanno preso le decisioni definitive. Afferma che i negoziati sono stati interrotti dai paesi occidentali che hanno "bloccato" il processo, anche se Bennett "sentiva che entrambi [Zelensky e Putin] volevano un cessate il fuoco".
 
Queste rivelazioni sono particolarmente importanti e ci permettono di capire che Zelenskyj non contava niente, che ha accettato che le sue decisioni fossero dettate dall'Occidente, e che è stato quest'ultimo a rifiutarsi di firmare un cessate il fuoco. Unico neo, Bennett sembra dare a Francia e Germania un'importanza che non siamo sicuri abbiano avuto in questo conflitto [6], il cui impulso e la cui direzione sono chiaramente statunitensi.
 
Anche i Britannici furono ovviamente coinvolti in questa decisione. Secondo l'ex primo ministro israeliano, Boris Johnson propugnava le misure più drastiche. Macron e Scholz erano più pragmatici. E Biden sosteneva entrambi gli approcci". Alla fine, egli osserva che ha prevalso la posizione più radicale, cioè quella dei Britannici.
 
Non si è dunque trovata alcuna via d'uscita a causa della "decisione dell'Occidente di continuare a colpire Putin", di non negoziare e di lanciare un messaggio ad altri Stati "canaglia" nel mondo, compresa la Cina per le sue intenzioni nei confronti Taiwan, ha detto Bennett.
 
Israele non è stato l'unico Stato ad aver tentato una mediazione tra le due parti, anche la Turchia si è impegnata a mantenere un dialogo tra Mosca e Kiev. E dopo un inizio difficile delle trattative [8], sembra che, anche in questo caso, si sia giunti molto vicini ad un buon risultato dei colloqui.
 
Il 20 marzo il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, assicurò che Russia e Ucraina “sono vicine a un accordo" e Ibrahim Kalin, portavoce della presidenza turca, dichiarò in un'intervista al quotidiano Hurriyet che le due parti negoziavano su sei punti: la neutralità dell'Ucraina, il disarmo e le garanzie di sicurezza, la "denazificazione", la rimozione degli ostacoli all'uso della lingua russa in Ucraina, lo status della regione separatista del Donbass e lo status della Crimea [9].
 
Il 29 marzo le delegazioni russa e ucraina si incontrarono a Istanbul per un nuovo round di negoziati [10]. Il Cremlino definì “significativi” i colloqui tra i due paesi [11]. Lo stesso giorno, il vice ministro della Difesa russo Alexander Fomin annunciava ufficialmente il ritiro, a partire dal 1° aprile, delle forze russe dalla regione di Kiev e dal nord dell'Ucraina. Mosca presentava questo ritiro come un segno di buona volontà nel contesto dei colloqui con Kiev. Sempre il 29 marzo, Zelensky riconosceva di vedere segnali "positivi" nei negoziati russo-ucraini in Turchia, ma dichiarava che il suo Paese non aveva intenzione di allentare i suoi sforzi militari.[12].
 
Il 30 marzo, nonostante le riserve del campo occidentale, il capo negoziatore ucraino riteneva che le condizioni fossero ormai “sufficienti” per un incontro al vertice tra Putin e Zelensky [13]. L'Ucraina si diceva pronta ad adottare uno status neutrale in cambio di garanzie sulla sua sicurezza, proposta apparentemente ben accolta da Mosca che confermava la riduzione delle sue attività militari intorno a Kiev. Ma in serata tutto cambiò: il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, dichiarò di ritenere che i negoziati non avessero portato a "nessun progresso" [14], e non si riusciva a capire a quale dei due schieramenti fosse da imputare questa impasse.
 
Jeffrey Sachs [15] ha recentemente rivelato il ruolo essenziale svolto da Biden e dalla piccola cellula di neoconservatori che lo circonda – soprattutto Victoria Nulland (sottosegretario di Stato per gli affari politici), Jake Sullivan (consigliere per la sicurezza nazionale) e Anthony Blinken (segretario di Stato) – in questa decisione, pregna di conseguenze di vasta portata per il popolo ucraino. Afferma che Russi e Ucraini erano giunti alla settima o ottava versione di un documento finale da firmare tra le due parti, quando i negoziati furono improvvisamente interrotti da un voltafaccia di Zelensky.
 
Secondo Sachs, è stata la visita di Biden in Europa del 23 marzo – per partecipare a tre vertici internazionali alla NATO, al G7 e all'Unione Europea – poi in Polonia il 26 [16 ], a suonare la campana a morto per i negoziati e spiega il cambio di posizione di Zelensky. Da Varsavia il presidente statunitense si mostrò particolarmente intransigente nei confronti di Mosca e sferrò violenti attacchi verbali contro Putin [17], definendolo un "macellaio”, dichiarando "non può restare al potere” e ribadendo il suo incrollabile sostegno all'Ucraina [18] .
 
I Russi avrebbero allora capito che gli occidentali non volevano permettere loro di approfittare di una vittoria quasi acquisita e che avrebbero dovuto affrontare una lunga guerra, che probabilmente non era nei loro piani iniziali. È stato per questo motivo che hanno preso la decisione di ritirare le loro forze dal nord dell'Ucraina e di ridistribuirle nel Donbass o è stato davvero un gesto di buona volontà nei confronti di Kiev nel quadro dei negoziati? Nessuno lo sa. Tuttavia, dopo che i negoziati sotto gli auspici israeliani e turchi sono stati bloccati dall'Occidente, ogni dialogo sarà definitivamente interrotto quando Kiev accuserà Mosca – a torto o a ragione – delle atrocità di Boutcha [19 ].
 
Il sabotaggio dei gasdotti 
 
Seymour Hersch è un punto di riferimento indiscusso del giornalismo investigativo statunitense. Vincitore del Premio Pulitzer nel 1970, le tante storie che ha rivelato durante la sua carriera – dal massacro di My Lai nel 1968 al vero modo in cui è avvenuta l'eliminazione di bin Laden e le vere ragioni della guerra in Siria [20] – ne fanno un uomo immensamente rispettato nei media e nei circoli politici oltre Atlantico. La sua forza è avere fonti di qualità – attori coinvolti nel cuore del conflitto o vicini ai centri decisionali – e i suoi articoli sono sempre fondati e molto seri. Questo giornalista esperto non indulge mai in congetture gratuite. L'articolo da lui recentemente pubblicato merita quindi tutta la nostra attenzione [21].
 
Hersh descrive con precisione l'operazione progettata e portata avanti dalla CIA, con l'aiuto della Norvegia [22] per sabotare i gasdotti Nord Stream 1 e 2. Nel giugno 2022, durante un'esercitazione navale della NATO nel Mar Baltico, sommozzatori norvegesi hanno installato esplosivi sui gasdotti utilizzando un dispositivo di accensione a distanza. Fu un aereo da pattugliamento marittimo norvegese a innescare l'esplosione, tre mesi dopo, il 26 settembre, facendo cadere una boa sonora. Seymour Hersh afferma che la decisione di sabotare i gasdotti, un atto di guerra, è stata presa in segreto dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e dal suo entourage senza coinvolgere in alcun modo il Congresso, al fine di impedire a Mosca di guadagnare miliardi di dollari dalla vendita di gas naturale all'Europa.
 
Ovviamente le autorità statunitensi hanno smentito con forza l'articolo di Seymour Hersh. La portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Adrienne Watson l'ha definito una "totale bugia" e la CIA "completamente e assolutamente falso". Da parte sua, il ministero degli Esteri norvegese ha dichiarato: "Queste affermazioni sono false". A rigor di logica, la reazione delle autorità statunitensi e norvegesi non poteva che essere una smentita [23]. Ma è poco convincente perché le informazioni fornite dal giornalista nel suo articolo sono particolarmente precise e plausibili, ed è difficile capire chi altri, se non Washington, avesse interesse a questo sabotaggio, tanto più che un procuratore tedesco ha appena confermato che non ci sono prove contro la Russia [24].
 
Nuova luce sugli eventi 
 
Se, come crediamo, queste informazioni sono vere, esse gettano nuova luce sugli eventi passati e sulle rispettive responsabilità degli attori coinvolti in questo conflitto. Formuliamo quindi le seguenti ipotesi che dovrebbero essere confermate o invalidate:
 
– L'“operazione speciale” russa ha in un primo momento raggiunto il suo obiettivo: mettere in ginocchio il regime di Kiev. Nonostante contrattempi militari localizzati e perdite non trascurabili, si può ritenere che essa sia stata un successo durante le prime cinque settimane del conflitto, perché ha costretto gli Ucraini a negoziati immediati che erano prossimi alla conclusione. Questo mette in discussione le analisi di molti esperti e media occidentali che l'hanno qualificata frettolosamente come un fallimento, o di chi ha cercato di far credere – come la Polonia – che si trattasse di un'invasione dell'Ucraina… preludio di quella dell'Europa!
 
Tutto si capovolge durante il viaggio di Biden in Europa a fine marzo 2022. Gli occidentali - vale a dire gli Statunitensi e i Britannici - spingono Zelensky a continuare una guerra che sarebbe invece potuta finire in fretta, certo alle condizioni dei Russi, allora limitate alla neutralità dell'Ucraina, del Donbass e della Crimea (all'epoca non si parlava di Karkiv, Kherson o Zaporija; queste nuove richieste di Mosca furono formulate in seguito al voltafaccia ucraino).
 
– Ciò dimostra indiscutibilmente che gli Stati Uniti sono veramente responsabili della continuazione della guerra con la complicità del governo Zelensky, che è solo una pedina nella loro strategia. L'"eroe" di kyiv, sostenuto dalla frangia ultranazionalista del regime, non ha esitato a sacrificare la propria gente e il futuro del proprio Paese per compiacere i suoi mentori occidentali.
 
Così, dall'aprile 2022, stiamo effettivamente assistendo a una guerra russo-statunitense per ucraini interposti, che è stata rilanciata da Washington per cercare di indebolire – senza successo – la Russia, e in cui gli Stati europei si sono lasciati trasportare da russofobia, servilismo o stupidità.
 
– Questa è una nuova dimostrazione dell'insignificanza degli europei e della loro totale sottomissione a Washington a scapito dei propri interessi. Se la Francia si vede relegata a un ruolo di comparsa in questa crisi, nonostante le patetiche gesticolazioni del suo presidente, è soprattutto la Germania che paga il più caro prezzo di questo conflitto. È stata infatti vittima di un vero e proprio atto di guerra da parte del suo alleato e protettore statunitense con il sabotaggio dei gasdotti. Ma nonostante questa operazione abbia avuto conseguenze disastrose per l'economia d'oltre Reno, né il governo di Berlino, né i parlamentari, e neppure i media o la popolazione hanno battuto ciglio, letteralmente sdraiandosi davanti a Washington, che ha così raggiunto uno dei suoi obiettivi: staccare definitivamente la Germania dalla Russia provocando una rottura insanabile tra i due Stati; e ridurre la crescente influenza di Berlino in Europa e il suo peso economico all'interno del campo occidentale.
 
Questo cambia molte cose in termini di percezione di questo conflitto e responsabilità degli attori. Questo porta alla luce la doppia dimensione della trappola machiavellica tesa dai neoconservatori statunitensi:
 
– rendere insopportabile per la Russia la pressione sul Donbass per spingerla ad intervenire militarmente in Ucraina [25], onde screditarla internazionalmente e tagliarla fuori dall'Europa occidentale;
 
– non permettendole di ottenere la vittoria dopo i successi iniziali e trascinandola in una lunga guerra per indebolirla definitivamente.
 
Rifiutando un'uscita negoziata dal conflitto a favore di Mosca nel marzo 2022, gli Statunitensi hanno prolungato e aggravato il conflitto. Questo, tuttavia, si è evoluto in una direzione che non avevano previsto, perché avevano scommesso su un collasso economico della Russia. Ma ciò non è accaduto, non più della sconfitta sul campo dell'esercito russo o dell'unanime cacciata di Mosca da parte della comunità internazionale. Peggio ancora, si sta mettendo in atto un nuovo sistema economico e finanziario, che minaccia l'egemonia politica e monetaria di Washington.
 
Ancora una volta, gli Statunitensi si stanno dimostrando poveri strateghi e veri apprendisti stregoni. La loro strategia di indebolire la Russia si è trasformata in una guerra esistenziale per mantenere il loro dominio sul mondo. La trappola che hanno teso potrebbe chiudersi su di loro.
 
 
Note:
 
 
[2] Consulente speciale del Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres ; è più volte stato inserito nelle classifiche delle personalità più influenti nel mondo di Time Magazine.
 
 
 
 
[5] Come diversi suoi predecessori, Naftali Bennett è un ex ufficiale delle forze speciali, avendo prestato servizio nel sayeret Matkal e Maglan.
 
[6] In effetti, dopo le dichiarazioni di Angela Merkel (dicembre 2022) confermate da François Hollande, oramai sappiamo che gli Europei, su richiesta di Washington, non si sono mai augurati il rispetto degli accordi di Minsk che avevano firmato nel giugno 2014.
 
 
 
 
 
 
 
 
[12] AFP, 29 marzo 2022.
 
 
 
 
 
 
 
[19] A onta delle dichiarazioni accusatorie di molti media, i risultati delle inchieste internazionali – cui hanno partecipato anche gendarmi francesi dell’ Institut de recherche criminelle de la Gendarmerie nationale (IRCGN) – per l’individuazione degli autori di questi orribili crimini di guerra non sono state ancora rese pubbliche.
 
[20] The Killing of Osama Bin Laden, Verso, 2016.
 
 
[22] Ricordiamo che l’attuale segretario generale della NATO è Jens Stoltenberg, un ex primo ministro norvegese e che Oslo è il primo concorrente della Russia nei mercati europei del gas …
 
[23] Ovviamente, Hersh si è visto subito definire un « teorico del complotto » sulla sua pagina Wikipedia !
 
 
[25] Eric Denécé, « Ukraine : la guerre des Spin Doctors américains », Éditorial n°58, février 2022, (https://cf2r.org/editorial/ukraine-la-guerre-des-spin-doctors-americains/).
 
 
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