Il grande scoop di Seymour Hersh sul sabotaggio del Nord Stream da parte degli USA
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Le schede di ossin, 22 febbraio 2023 - Seymour Hersch ha pubblicato questo articolo scoop nel quale descrive con precisione l'operazione progettata e portata avanti dalla CIA, con l'aiuto della Norvegia per sabotare i gasdotti Nord Stream 1 e 2, provocando danni ingentissimi all’Europa...
seymour hersh substrack, 8 febbraio 2023 (trad.ossin)
Il grande scoop di Seymour Hersh sul sabotaggio USA del Nord Stream
Seymour Hersh
Seymour Hersch è un punto di riferimento indiscusso del giornalismo investigativo statunitense. Vincitore del Premio Pulitzer nel 1970, le tante storie che ha rivelato durante la sua carriera – dal massacro di My Lai nel 1968 al vero modo in cui è avvenuta l'eliminazione di bin Laden e le vere ragioni della guerra in Siria – ne fanno un uomo immensamente rispettato nei media e nei circoli politici oltre Atlantico. La sua forza è avere fonti di qualità e i suoi articoli sono sempre fondati e molto seri. Questo giornalista esperto, che non indulge mai in congetture gratuite, ha pubblicato questo articolo scoop nel quale descrive con precisione l'operazione progettata e portata avanti dalla CIA, con l'aiuto della Norvegia per sabotare i gasdotti Nord Stream 1 e 2, provocando danni ingentissimi all’Europa
Il New York Times lo ha definito un "mistero", ma in realtà si tratta di un’operazione marittima sotto copertura realizzata dagli Stati Uniti, che è stata tenuta segreta fino ad oggi.
L’U.S. Navy’s Diving and Salvage Center si trova in un luogo oscuro come il suo nome, su quella che una volta era una strada di campagna nella rurale Panama City, una fiorente località turistica del sud-est della Florida occidentale, 100 miglia a sud del confine con l'Alabama. Il complesso centrale è indescrivibile quanto la sua posizione: una squallida struttura in cemento del dopoguerra, che ricorda un liceo professionale nella periferia occidentale di Chicago. Una lavanderia a gettoni e una scuola di danza si trovano dall’altro lato di quella che ora è una strada a quattro corsie.
Da decenni il centro addestra sommozzatori altamente qualificati che, una volta assegnati alle unità militari statunitensi in tutto il mondo, sono in grado di eseguire immersioni tecniche per fare il bene - utilizzando esplosivi C4 per liberare porti e spiagge da detriti e ordigni inesplosi - e il male - come far saltare in aria piattaforme petrolifere straniere, intasare gli ingressi delle centrali elettriche sottomarine, distruggere le chiuse di canali di navigazione vitali. Il centro di Panama City, che ospita la seconda piscina coperta più grande d'America, era il luogo ideale per reclutare i migliori, e i più taciturni, diplomati della scuola di immersione, che sono riusciti l’estate scorsa a fare quello che erano stati autorizzati a fare a 260 piedi sotto la superficie del Mar Baltico.
Lo scorso giugno, sommozzatori della Marina, operando sotto la copertura di un'esercitazione NATO di mezza estate ampiamente pubblicizzata, nota come BALTOPS 22, hanno piazzato gli esplosivi azionati a distanza che, tre mesi dopo, hanno distrutto tre dei quattro gasdotti del Nord Stream, secondo una fonte che ha conoscenza diretta della pianificazione operativa.
Due di questi gasdotti, noti come Nord Stream 1, hanno rifornito la Germania e gran parte dell'Europa occidentale di gas naturale russo a buon mercato per più di un decennio. Una seconda coppia di gasdotti, chiamata Nord Stream 2, era stata costruita ma non era ancora operativa. Quando le truppe russe si sono ammassate al confine ucraino e incombeva la guerra più sanguinosa in Europa dal 1945, il presidente Joseph Biden ha ritenuto che questi gasdotti fossero un modo, per Vladimir Putin, di sfruttare il gas naturale a vantaggio delle sue ambizioni politiche e territoriali.
Alla richiesta di un commento, Adrienne Watson, una portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato in una e-mail: "Questa è una bugia ed è completamente inventata". Anche Tammy Thorp, portavoce della Central Intelligence Agency, ha scritto: "Questa affermazione è completamente e assolutamente falsa".
La decisione di Biden di sabotare i gasdotti è arrivata dopo più di nove mesi di dibattiti top secret, all'interno della comunità della sicurezza nazionale di Washington, sul modo migliore per raggiungere tale obiettivo. Per la maggior parte di questo tempo, la questione non era se portare a termine la missione, ma come portarla a termine senza che si avesse la minima idea di chi ne fosse il responsabile.
C'era un motivo burocratico essenziale per affidarsi ai diplomati della scuola di immersione del centro di Panama City. I sommozzatori appartengono solo alla Marina e non dipendono dal Comando delle forze speciali statunitensi, le cui operazioni segrete devono essere comunicate al Congresso ed essere oggetto di segnalazione preventiva ai vertici del Senato e della Camera dei Rappresentanti - la famigerata Banda degli Otto. L'amministrazione Biden stava facendo tutto il possibile per evitare fughe di notizie, mentre la pianificazione si svolgeva alla fine del 2021 e nei primi mesi del 2022.
Il presidente Biden e il suo team di politica estera - il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, il segretario di Stato Tony Blinken e Victoria Nuland, sottosegretario di Stato per la politica – sono stati sempre espliciti nella loro ostilità nei confronti dei due oleodotti, che si estendono fianco a fianco per quasi 1000 km sotto il Mar Baltico con partenza da due diversi porti della Russia nord-orientale, vicino al confine estone, passando vicino all'isola danese di Bornholm prima di raggiungere la Germania settentrionale.
Questa rotta diretta, che evita qualsiasi transito attraverso l'Ucraina, era stata una benedizione per l'economia tedesca, che beneficiava di un'abbondanza di gas naturale russo a buon mercato, sufficiente per far funzionare le sue fabbriche e riscaldare le sue case, consentendo ai distributori tedeschi di vendere il gas in eccesso, con profitto, in tutta l'Europa occidentale. Un'azione attribuibile all’amministrazione USA avrebbe costituito una violazione della promessa di ridurre al minimo il conflitto diretto con la Russia. La segretezza era essenziale.
Fin dai suoi primi giorni, il Nord Stream 1 è stato visto da Washington e dai suoi partner NATO anti-russi come una minaccia al dominio occidentale. La holding dietro il progetto, Nord Stream AG, è stata costituita in Svizzera nel 2005 in partnership con Gazprom, società quotata in Russia che genera enormi profitti per i suoi azionisti ed è dominata da oligarchi noti per essere sotto l'influenza di Putin. Gazprom controlla il 51% della società, con quattro società energetiche europee - una in Francia, una nei Paesi Bassi e due in Germania - che si dividono il restante 49% e hanno il diritto di controllare le vendite a valle di gas naturale a buon mercato ai distributori locali in Germania ed Europa occidentale. I profitti di Gazprom sono stati condivisi con il governo russo, e gas di Stato ed entrate petrolifere si stima che, in alcuni anni, abbiano costituito ben il 45 per cento del bilancio annuale della Russia.
I timori politici degli USA erano reali: Putin avrebbe potuto contare su entrate aggiuntive ed essenziali, e la Germania e il resto dell'Europa occidentale sarebbero diventati dipendenti dal gas naturale a basso costo fornito dalla Russia, riducendo al contempo la dipendenza europea dagli USA. In effetti, è esattamente quello che è successo. Molti Tedeschi vedevano il Nord Stream 1 come parte della realizzazione della famosa Ostpolitik dell'ex cancelliere Willy Brandt, che permise la rinascita della Germania del dopoguerra e delle altre nazioni europee distrutte durante la seconda guerra mondiale, utilizzando, tra l’altro, gas russo a buon mercato per alimentare un mercato e una fiorente economia commerciale nell'Europa occidentale.
Il Nord Stream 1 era già di per sé abbastanza pericoloso, secondo la NATO e Washington, ma il Nord Stream 2, la cui costruzione era stata completata nel settembre 2021, se approvato, avrebbe raddoppiato la quantità di gas a basso costo disponibile per la Germania e l'Europa occidentale. Il secondo gasdotto avrebbe anche fornito gas sufficiente per oltre il 50% del consumo annuo della Germania. Di qui la progressiva crescita delle tensioni tra Russia e NATO, rafforzate dall'aggressiva politica estera dell'amministrazione Biden.
L'opposizione al Nord Stream 2 è divampata alla vigilia dell'insediamento di Biden nel gennaio 2021, quando i repubblicani del Senato, guidati da Ted Cruz del Texas, hanno ripetutamente sollevato la questione del gas naturale russo a buon mercato, durante l'udienza di conferma di Blinken come Segretario di Stato. A quel punto, un Senato bipartisan aveva varato una legge che, come disse Cruz a Blinken, "ha bloccato [l'oleodotto] nel suo percorso". Vi sarebbero state enormi pressioni politiche ed economiche da parte del governo tedesco, allora guidato da Angela Merkel, perché il secondo gasdotto entrasse in funzione.
Biden avrebbe tenuto testa ai tedeschi? Blinken ha risposto di sì, ma ha aggiunto di non aver discusso i dettagli con il futuro presidente. "So che crede fermamente che Nord Stream 2 sia una cattiva idea", ha detto. "So che vorrebbe che usassimo ogni strumento di persuasione a nostra disposizione per convincere i nostri amici e partner, compresa la Germania, a non andare avanti con questo progetto".
Pochi mesi dopo, mentre la costruzione del secondo gasdotto si avvicinava al completamento, Biden cedette. A maggio, con una sorprendente inversione a U, l'amministrazione revocava le sanzioni contro Nord Stream AG, e un funzionario del Dipartimento di Stato ammetteva che il tentativo di fermare l'oleodotto attraverso sanzioni e diplomazia era "sempre stato un azzardo". Dietro le quinte, secondo quanto riferito, i funzionari dell'amministrazione premevano sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che è stato poi minacciato di invasione dalla Russia, a non criticare la mossa.
Le conseguenze furono immediate. I repubblicani del Senato, guidati da Cruz, annunciavano un blocco immediato di tutti i candidati alla politica estera di Biden e hanno ritardato di mesi, fino all'autunno, l'approvazione del disegno di legge annuale sulla difesa. Politico in seguito ha descritto il voltafaccia di Biden sul secondo gasdotto russo come "l'unica decisione, probabilmente più del caotico ritiro militare dall'Afghanistan, che ha messo a repentaglio l'agenda di Biden".
L'amministrazione era in difficoltà, nonostante una tregua nella crisi a metà novembre, quando i regolatori tedeschi dell'energia sospendevano l'approvazione del secondo gasdotto Nord Stream. I prezzi del gas naturale sono aumentati dell'8% in pochi giorni tra i crescenti timori in Germania e in Europa che la sospensione del gasdotto e la crescente possibilità di una guerra tra Russia e Ucraina potessero portare a un inverno freddo molto indesiderato. La posizione di Olaf Scholz, il nuovo cancelliere tedesco, non era chiara a Washington. Pochi mesi prima, dopo la caduta dell'Afghanistan, Scholtz aveva pubblicamente sostenuto l’appello del presidente francese Emmanuel Macron in favore di una politica europea più autonoma nel corso di un discorso pronunciato a Praga – suggerendo chiaramente una minore dipendenza da Washington e dalle sue imprevedibili iniziative.
Nel frattempo, le truppe russe continuavano ad ammassarsi in modo preoccupante ai confini dell'Ucraina, e alla fine di dicembre più di 100.000 soldati erano posizionati per colpire dalla Bielorussia e dalla Crimea. Cresceva la preoccupazione a Washington, e Blinken in particolare stimava che questi numeri avrebbero potuto essere "raddoppiati in breve tempo".
L'attenzione dell'amministrazione si è rivolta ancora una volta al Nord Stream. Finché l'Europa fosse rimasta dipendente da questo gasdotto per il gas naturale a buon mercato, Washington temeva che paesi come la Germania sarebbero stati riluttanti a fornire all'Ucraina il denaro e le armi di cui aveva bisogno per sconfiggere la Russia.
È stato in questo momento di incertezza che Biden ha autorizzato Jake Sullivan a convocare un gruppo interagenzia per elaborare un piano.
Tutte le opzioni dovevano essere messe sul tavolo. Ma solo una sarebbe stata scelta.
Pianificazione
Nel dicembre 2021, due mesi prima che i primi carri armati russi entrassero in Ucraina, Jake Sullivan convocò una riunione di una nuova task force - uomini e donne del Joint Chiefs of Staff, della CIA, del Dipartimento di Stato e del Dipartimento del Tesoro - e chiese raccomandazioni su come rispondere all'imminente invasione di Putin.
Sarebbe stato il primo di una serie di incontri top-secret, in una stanza sicura all'ultimo piano dell'Old Executive Office Building, adiacente alla Casa Bianca, che era anche la sede del President's Foreign Intelligence Advisory Board (PFIAB). Ci sono stati i soliti scambi di idee che alla fine sono culminati in una cruciale domanda preliminare: la raccomandazione che il gruppo doveva trasmettere al presidente doveva riguardare atti reversibili – ad esempio, un nuovo round di sanzioni e restrizioni monetarie – o irreversibili – come azioni con effetti non revocabili?
Ciò che è stato chiaramente detto ai partecipanti, secondo quanto riferito dalla mia fonte con conoscenza diretta della vicenda, è che Sullivan voleva che il gruppo presentasse un piano per distruggere i due gasdotti Nord Stream e che soddisfacesse i desideri del presidente.
Nelle riunioni successive, i partecipanti hanno discusso le opzioni di attacco. La Marina si è offerta di utilizzare un sottomarino recentemente commissionato per attaccare direttamente l'oleodotto. L'Air Force pensava di sganciare bombe a orologeria che potevano essere attivate a distanza. La CIA sosteneva che, qualunque soluzione fosse stata scelta, doveva restare segreta. Tutti i soggetti coinvolti hanno capito il problema. "Non era una cosa da bambini", ha detto la fonte. Se l'attentato avesse potuto essere attribuito agli Stati Uniti, "sarebbe stato un atto di guerra".
A quel tempo, la CIA era guidata da William Burns, un mite ex ambasciatore in Russia che aveva servito come assistente segretario di Stato nell'amministrazione Obama. Burns autorizzò rapidamente una task force dell'Agenzia tra i cui membri v’era qualcuno che – per puro caso - conosceva le capacità dei sommozzatori della Marina a Panama City. Nelle settimane successive, i membri della task force della CIA iniziarono a sviluppare un piano per un'operazione segreta che avrebbe utilizzato sommozzatori per innescare un'esplosione lungo l'oleodotto.
Un simile progetto era stato già realizzato in precedenza. Nel 1971, l'intelligence statunitense aveva appreso da fonti ancora sconosciute che due importanti unità della Marina russa stavano comunicando attraverso un cavo sottomarino sepolto nel Mare di Okhotsk, sulla costa orientale della Russia. Il cavo collegava un comando navale regionale al quartier generale continentale a Vladivostok.
Una squadra selezionata di agenti della Central Intelligence Agency e della National Security Agency si riunì da qualche parte nell'area di Washington DC, in gran segreto, ed escogitò un piano, che utilizzava sommozzatori della Marina, sottomarini modificati e un veicolo di soccorso in acque profonde, che dopo molti tentativi ed errori riuscì a individuare il cavo russo. I sommozzatori posizionarono sul cavo un sofisticato dispositivo di ascolto che riuscì a intercettare e registrare con successo le comunicazioni.
La NSA aveva appreso che alti ufficiali della marina russa, convinti della sicurezza della loro linea di comunicazione, chattavano coi loro colleghi senza crittografia. Il dispositivo e il supporto di registrazione dovevano essere sostituiti mensilmente e il progetto continuò allegramente per un decennio finché non fu compromesso da un tecnico civile della NSA di quarantaquattro anni, Ronald Pelton, che parlava correntemente il russo. Pelton venne poi tradito da un disertore russo nel 1985 e condannato al carcere. I russi gli pagarono solo $ 5.000 per le sue rivelazioni sull'operazione, oltre a $ 35.000 per altri dati operativi che non sono mai stati resi pubblici.
Questo successo sottomarino, nome in codice Ivy Bells, è stato innovativo e rischioso e ha fornito informazioni preziose sulle intenzioni e sulla pianificazione della Marina russa.
Tuttavia, il gruppo interagenzia inizialmente non condivideva l'entusiasmo della CIA per un attacco segreto in alto mare: troppe domande restavano senza risposta. Le acque del Mar Baltico sono scrupolosamente pattugliate dalla Marina russa e non ci sono piattaforme petrolifere in grado di servire da copertura per un'operazione di immersione. I sommozzatori avrebbero dovuto recarsi in Estonia, appena oltre il confine dalle banchine di carico del gas naturale della Russia, e lì addestrarsi per la missione? "Sarebbe un gran casino", si pensava.
Durante "tutto questo complottare", ha detto la fonte, "alcuni della CIA e del Dipartimento di Stato dicevano: 'Non bisogna farlo. È una cosa stupida e, se avrà successo, ne verrà fuori un incubo politico".
Tuttavia, all'inizio del 2022, la task force della CIA ha riferito al gruppo interagenzia di Sullivan: "Abbiamo un modo per far saltare in aria i gasdotti".
Quello che seguì fu sorprendente. Il 7 febbraio, meno di tre settimane prima dell'apparentemente inevitabile invasione dell'Ucraina da parte della Russia, Biden incontrava nel suo ufficio della Casa Bianca il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che, dopo qualche esitazione, era ormai saldamente nella squadra statunitense. Alla conferenza stampa che ne è seguita, Biden ha detto in modo provocatorio: "Se la Russia invade l'Ucraina, non ci sarà più Nord Stream 2. Porremo fine a questa storia".
Venti giorni prima, il sottosegretario Nuland aveva trasmesso essenzialmente lo stesso messaggio nel corso di una conferenza stampa del Dipartimento di Stato, con scarsa copertura mediatica. "Voglio essere molto chiara oggi", ha detto in risposta a una domanda. "Se la Russia invade l'Ucraina, in un modo o nell'altro, il Nord Stream 2 non andrà avanti".
Molti di coloro che erano coinvolti nella pianificazione della missione del gasdotto rimasero sconvolti da quello che appariva come un riferimento indiretto all'attacco.
"È stato come mettere una bomba atomica a terra a Tokyo e dire ai giapponesi che l'avremo fatta esplodere", ha detto la fonte. "Il piano prevedeva che l’azione avrebbe seguito l'invasione e non doveva essere annunciata pubblicamente. Biden semplicemente non lo capiva o lo ignorava".
L'indiscrezione di Biden e Nuland, se tale era, potrebbe aver provocato frustrazione in alcuni dei pianificatori. Ma ha anche paradossalmente semplificato le cose. Secondo la fonte, alcuni alti funzionari della CIA hanno stabilito che, a questo punto, far saltare in aria l'oleodotto "non poteva più essere considerata un'opzione segreta, perché il presidente l’aveva appena annunciata".
Il piano per far saltare in aria il Nord Stream 1 e 2 è improvvisamente passato da un'operazione segreta che richiedeva l'informazione al Congresso ad un'operazione di intelligence altamente riservata con il supporto militare degli Stati Uniti. In tal modo, secondo la legge (spiega la fonte), "non c'era più l'obbligo legale di denunciare l'operazione al Congresso. Tutto quello che adesso restava da fare era solo farlo, ma doveva comunque essere mantenuto il segreto. I Russi esercitano una sorveglianza eccezionale sul Mar Baltico".
I membri della task force dell'Agenzia non avevano contatti diretti con la Casa Bianca ed erano ansiosi di sapere se il presidente si rendeva conto di quello che aveva detto, cioè se la missione era stata lanciata. La fonte ricorda: "Bill Burns è tornato e ha detto: 'Andate avanti'".
L'operazione
La Norvegia era il luogo perfetto come base per la missione.
Negli ultimi anni di crisi est-ovest, l'esercito statunitense ha notevolmente ampliato la sua presenza all'interno della Norvegia, il cui confine occidentale si estende per 2.100 km lungo l'Oceano Atlantico settentrionale e si incontra al di sopra del circolo polare artico con la Russia. Il Pentagono ha creato posti di lavoro e contratti ben retribuiti, pur suscitando qualche controversia locale, investendo centinaia di milioni di dollari per modernizzare ed espandere le strutture della Marina e dell'Aeronautica degli Stati Uniti in Norvegia. È importante sottolineare che l’azione richiedeva l’installazione di un avanzato radar ad apertura sintetica, situato all'estremo nord, in grado di penetrare in profondità nella Russia e di entrare in linea proprio mentre la comunità dell'intelligence statunitense perdeva l'accesso a una serie di siti di ascolto a lungo raggio in Cina.
Una base sottomarina statunitense recentemente ristrutturata, in costruzione da anni, era diventata operativa e un maggior numero di sottomarini statunitensi era adesso in grado di lavorare a stretto contatto con i loro colleghi norvegesi per monitorare e spiare un importante fortino nucleare russo a est, sulla penisola di Kola. Gli Stati Uniti avevano anche notevolmente ampliato una base aerea norvegese nel nord del paese e consegnato alla Norwegian Air Force una flotta di aerei da pattuglia P8 Poseidon, costruiti da Boeing, per rafforzare la sua spia a lungo raggio di tutto ciò che riguarda la Russia.
In cambio, nel novembre precedente, il governo norvegese aveva suscitato le ire dei liberal e di alcuni moderati in Parlamento, approvando l'accordo supplementare di cooperazione per la difesa (SDCA). In base al nuovo accordo, il sistema legale statunitense ha giurisdizione in alcune "aree concordate" del Nord per i soldati statunitensi accusati di crimini commessi fuori dalla base, nonché per i cittadini norvegesi accusati o sospettati di interferire con il lavoro della base.
La Norvegia è stata uno dei primi firmatari del trattato NATO nel 1949, all'inizio della Guerra Fredda. Oggi, il comandante supremo della NATO è Jens Stoltenberg, un convinto anticomunista, che ha servito come primo ministro norvegese per otto anni prima di assumere il suo incarico di vertice della NATO, con il sostegno degli Stati Uniti, nel 2014. È un intransigente su tutto ciò che riguarda Putin e la Russia, e ha collaborato con i servizi di intelligence statunitensi sin dalla guerra del Vietnam. Da allora, ci siamo fidati completamente di lui. "È il guanto che si adatta alla mano statunitense", ha detto la fonte.
Tornati a Washington, i pianificatori sapevano che dovevano andare in Norvegia. "Odiano i Russi, e la marina norvegese è piena di superbi marinai e sommozzatori che hanno generazioni di esperienza nell'esplorazione altamente redditizia di petrolio e gas in acque profonde", ha detto la fonte. Ci si poteva fidare di loro anche per mantenere segreta la missione. (I Norvegesi potrebbero aver avuto anche altri interessi. La distruzione del Nord Stream - se gli Statunitensi avessero avuto successo - avrebbe permesso alla Norvegia di vendere molto più del proprio gas naturale all'Europa).
A marzo, alcuni membri della squadra si sono recati in Norvegia per incontrare i servizi segreti e la marina norvegesi. Una delle domande chiave era dove esattamente, nel Mar Baltico, fosse il posto migliore per posizionare gli esplosivi. I Nord Stream 1 e 2, ciascuno con due serie di tubi, erano separati da poco più di un chilometro per la maggior parte del percorso, diretti al porto di Greifswald nell'estremo nord-est della Germania.
La marina norvegese trovò rapidamente il posto giusto, nelle acque poco profonde del Mar Baltico, a pochi chilometri dall'isola danese di Bornholm. Le condutture sono distanti più di un miglio, lungo un fondale oceanico profondo solo 260 piedi. I sommozzatori, che avrebbero operato da un minehunter norvegese di classe Alta, si sarebbero immersi con una miscela di ossigeno, azoto ed elio che fuoriesce dalle loro bombole e avrebbero collocato carichi di C4 sui quattro gasdotti con coperchi di protezione in cemento. Sarebbe stato un lavoro noioso, dispendioso in termini di tempo e pericoloso, ma le acque al largo di Bornholm avevano un altro vantaggio: non c'erano grandi correnti di marea, che potevano rendere molto più difficile il compito di immergersi.
Dopo alcune ricerche, gli Statunitensi furono d'accordo.
Fu allora che entrò in gioco l'oscuro Navy Deep Diving Group di Panama City. Le Panama City Deep Diving Schools, i cui tirocinanti partecipavano agli Ivy Bells, sono poco apprezzate dai diplomati d'élite dell'Accademia Navale di Annapolis, che generalmente cercano la gloria di un’assegnazione nelle forze speciali come piloti di caccia o sommergibilisti. Se uno deve diventare una "scarpa nera" - cioè un membro meno importante del comando di una nave di superficie – tanto vale farlo su un cacciatorpediniere, un incrociatore o una nave anfibia. La guerra dei sommozzatori è la meno affascinante di tutte. Non compaiono mai nei film di Hollywood, né sulle copertine delle riviste popolari.
"I migliori subacquei qualificati per immersioni profonde formano una comunità selezionata, e solo i migliori furono reclutati per l'operazione e venne detto loro di prepararsi per essere convocati alla CIA a Washington", ha detto la fonte.
Ora Norvegesi e Statunitensi avevano una base e degli uomini, ma c'era un'altra preoccupazione: qualsiasi attività subacquea insolita nelle acque di Bornholm avrebbe potuto attirare l'attenzione delle marine svedesi e danesi, che potevano segnalarla.
Anche la Danimarca è stata uno dei primi firmatari della NATO ed è nota nella comunità dell'intelligence per i suoi legami speciali con il Regno Unito. La Svezia aveva presentato domanda di adesione alla NATO e aveva mostrato grande abilità nella gestione dei suoi sistemi di sensori magnetici e sonori sottomarini che seguivano con successo i sottomarini russi che occasionalmente spuntavano nelle acque lontane dall'arcipelago svedese e venivano costretti a emergere.
Norvegesi e Statunitensi concordarono sulla possibilità di informare alcuni alti funzionari di Danimarca e Svezia, in termini generali, della possibilità di attività subacquee nella zona. In questo modo, qualcuno più in alto avrebbe potuto bloccare eventuali rapporti informativi. "Quello che è stato loro detto e quello che sapevano era volutamente diverso", mi ha detto la fonte (l'ambasciata norvegese, invitata a commentare questa vicenda, non ha risposto).
I Norvegesi hanno svolto un ruolo chiave nel superare altri ostacoli. Si sa che la Marina russa dispone di una tecnologia di sorveglianza in grado di individuare e innescare mine sottomarine. Gli ordigni esplosivi statunitensi dovevano essere mimetizzati in modo che il sistema russo li percepisse come parte dell'ambiente naturale, che richiedeva l'adattamento alla specifica salinità dell'acqua. I Norvegesi avevano una soluzione.
I Norvegesi avevano anche una soluzione alla questione cruciale di quando l'operazione avrebbe dovuto aver luogo. Ogni giugno, negli ultimi 21 anni, la sesta flotta statunitense, la cui nave ammiraglia ha sede a Gaeta, in Italia, a sud di Roma, organizza un'importante esercitazione NATO nel Mar Baltico, coinvolgendo dozzine di navi alleate di tutta la regione. L'esercitazione in questione, prevista per giugno, aveva il nome di Baltic Operations 22, o BALTOPS 22. I Norvegesi suggerirono che questa fosse la copertura perfetta per piazzare le mine.
Gli Statunitensi fornirono un contributo essenziale: convinsero i progettisti della Sesta Flotta ad aggiungere al programma un'esercitazione di ricerca e sviluppo. L'esercitazione, come pubblicizzato dalla Marina, avrebbe coinvolto la Sesta Flotta, che avrebbe collaborato coi "centri di ricerca e guerra" della Marina. L'evento in mare si sarebbe svolto al largo dell'isola di Bornholm e avrebbe coinvolto squadre di sommozzatori della NATO che posano mine, con squadre in competizione che utilizzano la più recente tecnologia subacquea per trovarle e distruggerle.
Era sia un esercizio utile che una copertura geniale. I ragazzi di Panama City avrebbero fatto le loro cose e gli esplosivi C4 sarebbero stati collocati al termine di BALTOPS22, con un timer di 48 ore. Tutti gli Statunitensi e i Norvegesi sarebbero stati lontano alla prima esplosione.
I giorni passavano. "Il tempo stringeva e stavamo per completare la nostra missione", ha detto la fonte.
E poi: Washington ha cambiato idea. Le bombe sarebbero state ancora piazzate durante i BALTOPS, ma la Casa Bianca temeva che una finestra di soli due giorni per la loro detonazione sarebbe stata troppo prossima temporalmente alla fine dell'esercitazione, e sarebbe stato ovvio che gli USA erano coinvolti.
Quindi la Casa Bianca ha fatto una nuova richiesta: "I ragazzi sul campo possono trovare un modo per far saltare in aria gli oleodotti con un dispositivo a distanza?"
Alcuni membri del team di pianificazione erano furiosi e frustrati dall'apparente indecisione del presidente. I sommozzatori di Panama City si erano ripetutamente esercitati a posizionare il C4 sui gasdotti, ma ora il team in Norvegia doveva trovare un modo per dare a Biden ciò che voleva: la possibilità di dare un ordine di esecuzione quando avesse deciso di farlo.
Un cambiamento di ordini dell'ultimo minuto era qualcosa con cui la CIA era abituata ad avere a che fare. Ma questo tentennamento ha anche riacceso le preoccupazioni di alcuni circa la necessità, e la legalità, dell'intera operazione.
Gli ordini segreti del presidente richiamano i dilemmi della CIA ai tempi della guerra del Vietnam, quando il presidente Johnson, di fronte al crescente sentimento contro la guerra, ordinò all'Agenzia di violare il suo statuto - che interdice espressamente qualsiasi operazione all'interno degli Stati Uniti - spiando i leader contro la guerra per capire se fossero controllati dalla Russia comunista.
L'Agenzia alla fine acconsentì e per tutti gli anni '70 divenne chiaro fino a che punto fosse disposta a spingersi. In seguito agli scandali del Watergate, i giornali hanno rivelato che l'Agenzia ha spiato cittadini statunitensi, ha partecipato all'assassinio di leader stranieri e ha minato il governo socialista di Salvador Allende.
Queste rivelazioni portarono a una serie di drammatiche udienze a metà degli anni '70 al Senato, guidate da Frank Church dell'Idaho, che chiarirono che Richard Helm, all'epoca direttore dell'Agenzia, aveva accettato gli ordini del presidente, anche quando comportavano la violazione delle leggi.
In una testimonianza a porte chiuse inedita, Helms spiegò mestamente che "hai quasi di fronte un'Immacolata Concezione, quando fai qualcosa" agli ordini segreti di un presidente. "Giusto o meno che sia, [la CIA] lavora secondo regole diverse rispetto a quelle valide per gli altri funzionari del governo". Fondamentalmente stava dicendo ai senatori che lui, come capo della CIA, aveva capito di aver lavorato per la Corona, non per la Costituzione.
Gli Statunitensi al lavoro in Norvegia la pensavano allo stesso modo e quindi hanno diligentemente lavorato a risolvere il nuovo problema: come far esplodere a distanza gli esplosivi C4 quando Biden avesse dato l’ordine. Era una missione molto più impegnativa di quanto la gente di Washington pensasse. La squadra in Norvegia non aveva modo di sapere quando il presidente avrebbe premuto il pulsante. Dopo poche settimane, diversi mesi, dopo sei mesi o più?
Il C4 collegato alle condutture sarebbe stato attivato da una boa sonora lanciata da un aereo con breve preavviso, ma occorreva prevedere una avanzatissima tecnologia di elaborazione del segnale. Perché altrimenti, una volta installati, i dispositivi di temporizzazione collegati a uno dei quattro gasdotti avrebbero potuto essere attivati accidentalmente dal complesso mix di rumori del fondo oceanico nel trafficato Mar Baltico: navi vicine e lontane, trivellazioni sottomarine, eventi sismici, onde e persino creature marine. Per evitare ciò, il sonobuoy, una volta posizionato, avrebbe dovuto emettere una sequenza di suoni unici a bassa frequenza, molto simili a quelli emessi da un flauto o da un pianoforte, che sarebbero stati riconosciuti dal cronometro e avrebbero fatto scattare gli esplosivi con un ritardo preimpostato. (“Occorre un segnale abbastanza robusto, in modo che nessun altro segnale possa accidentalmente inviare un impulso capace di attivare l'esplosione” mi ha spiegato il Dr. Theodore Postol, professore emerito di scienza, tecnologia e politica di sicurezza nazionale al MIT. Postol, che è stato consulente scientifico del capo delle operazioni navali del Pentagono, ha affermato che il problema che il gruppo in Norvegia doveva risolvere a causa delle esitazioni di Biden era una questione di probabilità: "Più a lungo gli esplosivi rimangono in acqua, più cresce la probabilità che un segnale casuale faccia esplodere le bombe").
Il 26 settembre 2022, un aereo di sorveglianza P8 della Marina norvegese ha eseguito un volo apparentemente di routine e ha sganciato una boa sonar. Il segnale ha viaggiato sott'acqua, prima verso il Nord Stream 2 e poi verso il Nord Stream 1. Poche ore dopo, gli esplosivi C4 ad alta potenza sono esplosi e tre dei quattro gasdotti sono stati messi fuori servizio. In pochi minuti, le sacche di gas metano ancora nei tubi distrutti erano visibili sulla superficie dell'acqua e il mondo apprese che era accaduto qualcosa di irreversibile.
Le conseguenze
Subito dopo l'esplosione dell'oleodotto, i media statunitensi lo hanno presentato come un mistero. La Russia è stata ripetutamente citata come probabile colpevole, incoraggiata da fughe di notizie gestite dalla Casa Bianca, ma senza che mai fosse indicato un motivo chiaro che giustificasse un tale atto di autosabotaggio, oltre la semplice vendetta. Pochi mesi dopo, quando è emerso che le autorità russe avevano tranquillamente ottenuto stime del costo della riparazione dei gasdotti, il New York Times ha definito la notizia come "qualcosa che rendeva più complicata l’individuazione degli autori" dell'attentato. Nessun grande quotidiano statunitense ha ricordato le precedenti minacce di Biden e del sottosegretario Nuland di mettere fuori gioco gli oleodotti.
Sebbene non sia mai stato chiaro il motivo per cui la Russia avrebbe cercato di distruggere il proprio lucroso gasdotto, la giustificazione più eloquente per l'azione del presidente è venuta dal Segretario di Stato Blinken.
Interrogato in una conferenza stampa lo scorso settembre sulle conseguenze dell'aggravarsi della crisi energetica nell'Europa occidentale, Blinken ha descritto il momento come potenzialmente favorevole:
"Questa è una straordinaria opportunità per eliminare una volta per tutte la dipendenza dall'energia russa e, quindi, per privare Vladimir Putin dell'arma energetica come mezzo per portare avanti i suoi disegni imperiali. Questo è molto significativo e offre una straordinaria opportunità strategica per gli anni a venire, ma nel frattempo siamo determinati a fare tutto ciò che è in nostro potere per garantire che le conseguenze di tutto questo non siano a carico dei cittadini dei nostri Paesi o, se è per questo, del mondo intero".
Più di recente, Victoria Nuland ha espresso la sua soddisfazione per la chiusura del più recente dei gasdotti. Testimoniando a un'udienza della commissione per gli affari esteri del Senato alla fine di gennaio, ha detto al senatore Ted Cruz: "Come te, lo sono, e penso che l'amministrazione sia molto contenta di sapere che Nord Stream 2 è ora, come ti piace dire, un mucchio di metallo in fondo al mare".
La fonte ha avuto una visione molto più ravvicinata della decisione di Biden di sabotare più di 2.000 km di gasdotti Gazprom con l'avvicinarsi dell'inverno. "Bene", ha detto del presidente, "devo ammettere che questo tizio ha le palle. Ha detto che lo avrebbe fatto, e lo ha fatto".
Quando gli è stato chiesto perché pensa che i Russi non abbiano reagito, ha risposto cinicamente: "Forse vogliono la possibilità di fare le stesse cose che hanno fatto gli Stati Uniti".
"È stata una grande cover story", ha continuato. "Dietro c'era un'operazione segreta che ha impegnato esperti e attrezzature utilizzati in modo segreto".
"L'unico difetto è stata la decisione di farla".
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