Irib.fr, 20 ottobre 2014 (trad. Ossin)



Un incidente inventato “di sana pianta”

Sadek Belhocine


Cosa vuole il Marocco?

Secondo le autorità marocchine, l’esercito algerino avrebbe sparato alla frontiera tra i due paesi, ferendo un cittadino marocchino. L’Algeria ha minimizzato l’importanza dell’incidente, accaduto sabato 18 ottobre lungo la frontiera col Marocco, accusando il paese vicino di averlo inventato “di sana pianta”.

Attribuendo maggiore importanza di quanto non meritasse ad un incidente trascurabile, il Marocco intende provocare una pericolosa escalation nei rapporti tra i due paesi. O tenta di “trarre profitto” dalla situazione che regna in Algeria? Oppure il Marocco è nel panico a causa dei rapporti internazionali che criticano gli attentati ai diritti dell’uomo nei territori occupati del Sahara Occidentale?

Tutto sembra indicare che il Marocco si presti ad un gioco pericoloso. Dopo le parole, il Marocco è andato oltre: secondo Rabat, un marocchino di 29 anni sarebbe stato ferito dagli spari.

Il Ministro dell’Interno, Mohamed Hassad, ha dichiarato che, mirando agli occhi e al naso della vittima, il soldato algerino aveva intenzione di uccidere il cittadino marocchino. Ha ricordato che non si sarebbe trattato di un atto isolato.

Durissima è stata, sul piano politico, la settimana scorsa per il palazzo reale marocchino: Alcune organizzazioni internazionali si sono recentemente occupate della questione relativa alla situazione dei diritti dell’uomo nei territori saharawi occupati dal Marocco.

I loro rapporti non sono stati teneri nei confronti del nostro vicino di Ovest. A giudizio delle autorità marocchine, il responsabile della “attivazione” di questa organizzazioni è il vicino dell’Est, vale a dire l’Algeria. E’ diventata un’abitudine dei dirigenti marocchini quella di chiamare in causa l’Algeria quando le organizzazioni internazionali criticano la politica del Makhzen in Sahara Occidentale, soprattutto in tema di violazione dei diritti dell’uomo.

Segue una campagna mediatica diretta dagli alti responsabili politici marocchini e dei media che sparano a raffica dichiarazioni e comunicati stampa che sono solo una fuga in avanti che la parte marocchina ricolloca all’ordine del giorno ogni qualvolta il processo di completamento della decolonizzazione del Sahara Occidentale registra qualche progresso.

E’ quanto accaduto lo scorso week end. L’organizzazione non governativa (ONG) Human Rights Watch (HRW) ha invitato le Nazioni Unite ad ampliare il mandato della MINURSO al controllo del rispetto dei diritti dell’uomo nei territori saharawi occupati e nei campi dei profughi saharawi in Algeria, si legge in un rapporto di questa ONG reso pubblico sabato ad Algeri.

Il Sahara Occidentale è un “territorio non autonomo”, e il Marocco è di fatto una autorità “amministrativa”, ha detto mercoledì, da parte sua, il commissario per l’allargamento e la politica europea di vicinato, Stefan Fule. E l’organizzazione statunitense (US-Western Sahara Foundation) ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale perché venga garantito il rispetto dei diritti dell’uomo nel Sahara Occidentale occupato dal Marocco, riferisce l’agenzia di stampa saharawi SPS.

E’ troppo per il Maroco che cerca una diversione per indurre in errore la comunità internazionale: un incidente alla frontiera dei due paesi dovrebbe “occupare” lo spazio dei media e focalizzare l’attenzione sulla “tensione” tra i due Stati. Uno scenario che ha poche speranze di riuscire.

 
 

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