L’incredibile storia di Rkia Abouali
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Tighassaline ( provincia di Khénitra)
L’incredibile storia di Rkia Abouali
Rkia Abouali è quella donna di Tighassaline che ha filmato un giudice nudo. E gli ha anche strappato delle confessioni compromettenti per lui e per molti altri giudici. Queste scene, Rkia le ha poi incise su un cd che adesso è al centro di uno scandalo che coinvolge il ministero della giustizia e il corpo giudiziario. E non saranno i soli. Rkia promette altre sorprese riguardo ad altre personalità civili e militari… Tutto è segretamente conservato su altri cd.
L’accusatrice non ne ha più parlato fino ad oggi. Aspetta che la questione prenda il suo corso normale, quello di una istruttoria giusta ed equa, dove – precisa la madre – tutti quelli che ha filmato saranno messi sul banco degli imputati. Rkya c’è già e da poco sta in prigione a Meknès. Non per l’affaire dei cd, ma per un omicidio che avrebbe commesso nel 2004.
Le Reporter ha incontrato a Tighassaline la madre di Rkia e le sue sorelle, ha discusso a lungo coi suoi due fratelli in prigione, ha sentito il parere di quelli che conoscevano la famiglia e ha raccolto a Khenifra la versione dei fatti del giudice che è stato messo a nudo. Tutto per capire la complicata storia di Rkia Abouali… Per potervela raccontare.
Sabato è il giorno del mercato settimanale a Tighassaline. Gli abitanti del piccolo villaggio, situato a 25 km da Khénifra, si mescolano a quelli delle frazioni vicine che vivono raccolti ai piedi delle montagne del Medio Atlas. Tutti vengono a fare la spesa settimanale dai venditori che montano le loro tende non lontano dalla sola grande arteria del piccolo villaggio.
Nelle discussioni degli uni e degli altri e soprattutto delle une e delle altre, risuona spesso un nome: Rkia. Alcuni, impressionati dalla sua storia col suo amante giudice, la definiscono incredibile. Altri la criticano, la considerano interna ad “un sistema di cose che non va bene” e del quale avrebbe profittato il più possibile.
Altri ancora vanno più lontano. Chiedono che sia fatta veramente giustizia in modo che tutti i colpevoli siano puniti a misura delle rispettive responsabilità.
Ma chi è questa Rkia e quale è la sua storia che anima tanto le discussioni? Nessuno meglio della sua famiglia può raccontarla.
Quando si chiede dove si trovi la casa di Rkia, le voci diventano esitanti. “E’ che in questi giorni sono solo poliziotti e giornalisti a chiedere questa indicazione”, confida un abitante di Tighassaline. Ma il villaggio non è più grande di un piccolo quartiere di Casablanca. La casa che cerchiamo può essere facilmente trovata.
L’accoglienza
E’ la sorellastra di Rkia che ci accoglie davanti casa. E’ oramai abituata a riconoscere da lontano i giornalisti. Con sua figlia in braccio, questa ragazza madre chiama subito la madre, che ci conduce nella casa pulita. E’ qui, in un ambiente ordinario, che Rkia ha trascorso una parte della sua vita tumultuosa.
Aiutata dalla figlia Noura, 25 anni, la madre settuagenaria comincia a raccontare la lunga storia di Rkia. Sua figlia, che dice di amare teneramente più di qualsiasi altra cosa al mondo e della quale esalta il coraggio.
Il racconto che segue è tratto, per gran parte, dalle confidenze di questa madre afflitta.
Quando la vita di Rkia si è rivoltata
Rkia Abouali, che oggi ha 35 anni, si è sposata a 14 con un autista della CMT. Da questa unione ha avuto due figli. Ha divorziato nel 1999, dopo undici anni di matrimonio. La separazione non ha gustato i buoni rapporti che ha continuato a intrattenere col suo ex marito. Che gli ha concesso senza problemi l’affidamento dei figli ed ha continuato ad aiutarla finanziariamente.
Tornando a Tighassaline con due bambini, Rkia non poteva contare che su sua madre e suoi tre fratelli per provvedere ai bisogni dei figli. Ha quindi cominciato a prostituirsi, come tante altre ragazze che a Tighassaline si sono guadagnate la fama di “officine del sesso”? Sua madre conferma.
Ha avuto appena il tempo di sistemarsi che subito è diventata oggetto dei desideri di un poliziotto di Lakbab, un piccolo villaggio vicino a Tighasaline. “E’ lui che ha sconvolto la vita di mia figlia” sospira la madre con gli occhi umidi. Come? Le rivelazioni si fanno sconfortanti.
Rkia ha respinto le avances del poliziotto, e lui non ha per niente apprezzato. Quindi si è vendicato. “E’ lui all’origine della prima comparizione di Rkia davanti alla giustizia”, insiste la madre. Dopo che un verbale redatto dalla gendarmeria l’aveva accusato di prostituzione e di vendita di droga.
Al processo è stata condanna e, per la prima volta nella sua vita, è andata in prigione. C’è rimasta quattro mesi.
“E’ stato il colpo più duro che abbiano mai assestato a mia sorella” insiste la sorella minore Noura. E aggiunge: “L’hanno fatta ammalare al punto da farla quasi impazzire”.
Sono seguiti altri processi montati, secondo la famiglia, dallo stesso poliziotto, che se ne sarebbe anche scusato con Rkia, quando è uscita dalla prigione, davanti a testimoni. La famiglia dice di avere una cassetta audio che lo dimostra. L’avrebbe registrata la stessa Rkia durante una discussione confidenziale col poliziotto.
Ma Rkia viene ancora accusata, alla fine del 2000, di prostituzione e di vendita di droga, insieme ai suoi fratelli e sorelle.
La scarcerazione che peggiora le cose
Durante l’istruttoria succede un fatto imprevisto. Il giudice le accorda la libertà provvisoria. Perché? La risposta della famiglia di Rkia è laconica: “Il giudice è rimasto impressionato quando lei, alla domanda se si prostituisse, ha risposto in piena udienza che non poteva rifiutare di offrirsi a qualcuno come lui”.
Il seguito? Il giudice l’ha presa in parola. Ne ha ordinato il rilascio e l’ha aspettata all’uscita del Tribunale di Meknès. A partire da questo momento comincia un’altra storia, che durerà tre anni.
Sesso, confessioni, video e vendetta
Dalla porta del Tribunale, il giudice conduce Rkia, a bordo della sua Mercedes, in un hotel a Meknès. La sistema poi in un primo appartamento. Là il giudice si infastidisce quando si accorge che un collega abita nelle vicinanze e per questo la fa spostare in un secondo, più discreto e anche meglio ammobiliato.
Il giudice le mette a servizio una brava ragazza e prende poi l’abitudine di passare molto tempo con lei, che diventa a poco a poco la sua desiderata maitresse. “E’ arrivato a fare l’amore con me anche quattro volte al giorno”, ha confidato Rkia ad un fratello.
Tutto questo ardore ha provocato dei problemi alla coppia. In tre anni di vita comune, la maitresse è rimasta incinta due volte. E per due volte è stata costretta a interrompere la gravidanza. Tuttavia il giudice le ha fatto credere di averla presa come seconda moglie, firmando un atto e, per provare le sue buone intenzioni, l’ha anche autorizzata ad alloggiare i due figli nell’appartamento.
Quando Rkia scoprirà, informandosi negli uffici dello stato civile, che il documento di matrimonio non è altro che una grande menzogna, decide subito di vendicarsi. Lo fa nella più diabolica delle maniere. Con l’aiuto di una videocamera collocata su di un televisore posto di fronte al letto e nascosta sotto un pezzo di stoffa, comincia a filmare il giudice.
Lo registra una volta nudo, un’altra mentre si veste. Altre volte con lei, sotto la doccia o sul letto mentre fanno l’amore. E molte volte mentre si confida con lei. Nemmeno gli ospiti importanti del giudice sono risparmiati. Ci sono anche loro nei film di Rkia. Ma questa non è la cosa più grave in questa storia.
Con malizia e grande discrezione, la maitresse ribelle ha potuto filmare il suo giudice amante mentre confessava di averla costretta due volte all’aborto. Gli ha talmente sciolto la lingua da fargli dire con precisione le somme spillate ad alcuni imputati per tirarli fuori dai guai. Somme che ha confessato di avere diviso con altri colleghi.
Lo si sente dire, nel video registrato da Rkia, che ha preso in una occasione 15.000 dhirams e di averne dato 2500 ad un collega e 2500 ad un altro. Precisa che gli avevano chiesto di più. E’ a questo punto che la maitresse gli fa confessare di averle offerto 2500 dhirams per il raschiamento.
Nei suoi discorsi con l’amante, Rkia gli ricorda alcuni “clienti” facendone i nomi. E questo farebbe pensare che sia stata lei a intercedere in loro favore. E ancora altre confidenze assai compromettenti a proposito degli ospiti. Che bel mondo!
Dopo aver raccolto un sufficiente numero di scene, Rkia ritorna nel 2003 a casa di sua madre, senza avvertire il giudice.
Nuovo matrimonio di Rkia e scoppio dello scandalo dei cd.
A Tighassaline, Rkia vuole fare il gran gioco. Mantiene il giudice per il naso rivelandogli le famose registrazioni sui cd.
Da questi cd Rkia ricava un potere del quale userà e abuserà a volontà. Alcuni abitanti del piccolo villaggio si ricordano di questa donna che ha cominciato a sfidare i poliziotti e le altre autorità locali, senza problemi. Questa donna della quale tutti gli abitanti di Tighassaline dicevano che aveva le sue entrature nella giustizia.
Il potere di Rkia cresce ancora nel villaggio quando festeggia pubblicamente nel 2004 il suo fidanzamento con un alto grado dell’esercito. Per tutti quelli che la conoscevano era diventata la moglie di un colonnello. Nel frattempo l’affaire dei cd viene divulgato e improvvisamente il giudice coinvolto viene trasferito da Meknès a Khénifra e poi a Souk Larbaà. Attualmente è sospeso dalle funzioni.
Wanted: il cd del giudice
Una mafia locale, secondo la famiglia di Rkia, viene a sapere dell’esistenze dei cd e vuole impadronirsene. Il suo obiettivo: assicurasi l’impunità avendo uno strumento di pressione sui giudici filmati. Per ottenerli, fa rapire il fratello di Rkia, Mohamed. Per liberarlo chiedono i famosi cd più un riscatto.
Tutto inutile, anche se i rapitori erano stati sul punto di uccidere il fratello che tenevano sequestrato in una villa ad Arougo (una località vicina a Tighassaline), il loro piano viene sventato dalla polizia.
“Malgrado tutti questi fatti i rapitori non saranno incriminati”, ricorda con disappunto la madre di Rkia. “Sono stati i miei figli ad avere per il seguito tutti i problemi del mondo con la giustizia a causa dei cd”, si lamenta. Non riuscendo a fare rilasciare i suoi fratelli Mohamed e Mustapha, Rkia comincia a perdere la pazienza.
Nel 2005, in un momento di depressione si fa riprendere nel corso di una serata danzante in cui si era molto bevuto con lo scopo di trasmettere questo messaggio ripetuto più volte: “Mi vendicherò”. E lo farà poco tempo dopo.
Scoppia lo scandalo dei cd
Nel 2006 Rkia fa arrivare ai giornali i cd dove sono registrate le scene del giudice. I primi articoli passano inosservati. Ma a partire dalla pubblicazione di altri articoli, gli avvenimenti prendono una piega diversa.
Rkia sarà interpellata e accusata, con i fratelli Mustapha e Mohamed, di omicidio. Un omicidio risalente al 2004, quando un cadavere era stato scoperto nella diga Ahsenal, località vicina a Zaouiat Cheikh. Secondo le autorità, è stata una lettera anonima ad aprire il caso.
Per difendersi, Mohamed Abouali e suo fratello rivelano in un’intervista accordata a Reporter dalla prigione di Sidi Said a Meknès che l’autore della lettera anonima sarebbe una delle persone che avevano rapito Mohamed. L’istruttoria è cominciata il 4 marzo al Tribunale di 1^ istanza di Meknès e promette ripercussioni ancora più sconvolgenti.