Jeune Afrique, 22-28 mai 2011


La nuova vita di Tandja
di Clarisse Juompan-Yakam

Liberato il 10 maggio, l’ex presidente riceve molti nella sua residenza di Niamey. Senza rivelare nulla delle sue intenzioni


Rovesciato e arrestato durante il colpo di stato del 18 febbraio 2010, l’ex presidente nigerino Mamadou Tandja è ormai libero di andare dove gli pare. Almeno finché la Giustizia non provvederà a riqualificare le accuse che gravano su di lui.
La Chambre d’accusation della Corte d’Appello di Niamey ha annullato tutte le imputazioni, ritenendole illegali.  Accusato di concorso in malversazione di fondi , del delitto di favoritismo e di violazione del giuramento coranico per avere convocato un referendum incostituzionale, Mamadou Tandja ha passato i primi undici mesi di detenzione in isolamento alla Villa verde, luogo di potere negli anni Kountché, prima di essere trasferito, nel gennaio scorso, alla prigione civile di Kollo, ad una trentina di chilometri a sud di Niamey.
Il 10 maggio, giorno della sua liberazione, mentre maitre Oumarou Souleye, il suo avvocato, e i suoi amici del Mouvement national pour la société de développement (MNSD)l’attendevano dalle 10 del mattino, l’ex presidente, sereno, ha voluto fare colazione e una piccola siesta, prima di lasciare il luogo dove era agli arresti, alle 16 precise. Un anticipo del tenore di vita da senatore che ormai l’aspetta? Forse.
In ogni caso, da quando è libero, dedica molte ore del giorno alla lettura del Corano e si riposa nella sua casa nel quartiere Plateau, boulevard Mali-Déro, a Niamey. Ma riceva anche visite, circondato dalle sue due mogli e da due dei sette figli, arrivati da Dakar per l’occasione.

“Fare Barka”
Tra i primi a fargli visita già all’indomani della liberazione, il presidente del MNSD, Seini Oumarou, che è stato anche suo primo ministro, e alcuni ex ministri come Aichatou Mindaoudou (Affari esteri) e Ali Lamine Zeine (Economia). Anche tutti i deputati della nuova opposizione si sono recati da lui e, all’interno del paese, numerose delegazioni di uomini politici aspettano di essere invitati per fare “barka”, vale dire felicitarsi.
Resta che Mamadou Tandja non ha ufficialmente rivelato niente delle sue eventuali ambizioni politiche. Dopo una quindicina di mesi passati in isolamento, pensa forse che è troppo presto per svelarlo o precisare quale ruolo conta di svolgere in seno al partito.
Per maitre Oumarou Souleye, già il solo fatto che riceva prioritariamente i membri del MNSD dimostra chiaramente che non è indifferente alla politica”. Non è tuttavia certo che disponga di mezzi sufficienti per ritornare in primo piano. Secondo gli osservatori, l’incontro di un’ora del 12 maggio  col nuovo capo del MNSD, Seini Oumarou, segna la fine politica di Mamadou Tandja. Tutt’al più potrà conservare un ruolo simbolico, come per esempio presidente onorario.
Secondo il suo avvocato, la cosa più urgente, per Tandja, è di organizzare le esequie della madre, morta a metà marzo all’età di 110 anni, mentre egli era detenuto. All’epoca egli rifiutò il permesso di una settimana accordato dalla Corte di Giustizia della Comunità economica degli Stati dell’Africa dell’ovest (Cedeao), non volendo uscire prima che la situazione non fosse chiarita.
Altro impegno in agenda per l’ex presidente, di 73 anni di età, è una visita medica. Se coloro che lo hanno avvicinato testimoniano che sembra in buona forma, dovrà comunque recarsi in Marocco o in Tunisia per degli esami medici. Infine, secondo un dirigente politico nigerino, non è esclusa una visita di Mamadou Tandja in Senegal, tenuto conto delle pressioni esercitate dal presidente Abdoulaye Wade per la sua liberazione.

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