La Palestina ha il diritto di difendersi
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Plato's Guns, 13 maggio 2021 (trad.ossin)
La Palestina ha il diritto di difendersi
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Siamo entrati in una nuova era del conflitto israelo-palestinese. I vecchi tempi in cui Israele commetteva crimini di guerra contro i Palestinesi oppressi e incatenati sono finiti. Il mondo non ha fatto niente per porre rimedio al crimine fondamentale commesso da Israele: Il furto di una Nazione. Un crimine arcaico e tribale (come la cultura di Israele, ndt), che può essere definito semplicemente come il crimine di guerra più lungo e feroce della nostra storia moderna. Un crimine che milioni di persone in tutto il mondo considerano addirittura peggiore dell'olocausto. Dopo circa 73 anni di implacabile terrorismo israeliano, furto di terre, negazione culturale e silenzio del mondo, la Resistenza Palestinese ha finalmente preso le cose nelle sue mani e, letteralmente dall'oggi al domani, ha ribaltato la situazione contro Israele. Da questo momento in poi, Israele sarà responsabile di qualsiasi crimine commesso contro i Palestinesi. Da questo momento in poi, tutte le linee rosse fissate da Israele saranno violate a favore dei palestinesi. Da questo momento in poi, la fine di Israele non è più un sogno impossibile. Da questo momento in poi, la Resistenza Palestinese si farà carico del destino della Palestina. E il suo destino è la liberazione totale.
Che per questa liberazione occorra un giorno, una settimana, un mese o un anno, le porte della liberazione sono oramai aperte e nessuno sulla terra può più chiuderle.
La situazione in Terra Santa è attualmente fluida: lanci di missili e razzi proseguono interrottamente da entrambe le parti mentre scrivo queste righe. Non ha senso parlare di vittime e obiettivi in questo articolo che non vuole essere una cronaca giornalistica, ma un breve sguardo alla strategia statunitense in Medio Oriente.
La domanda pertinente qui è la seguente: posto che l'egemonia di Israele è in un evidente stato di profondo declino, gli Stati Uniti abbandoneranno Israele per preservare la loro restante influenza in Medio Oriente? Oppure resteranno stretti a un Israele debole e morente e saranno quindi sfrattati dalla regione insieme ad esso? Sappiamo che sia la Cina che la Russia se ne stanno buoni buoni, in attesa di un'opportunità per strappare agli USA l'influenza nella regione del Medio Oriente. Non rimarrà un vuoto quando Israele crollerà, trascinandosi appresso anche gli Stati Uniti. Cina e Russia otterranno il premio e riempiranno immediatamente il vuoto. Si pone quindi qui una cruciale domanda: gli Stati Uniti sono pronti a perdere contro Cina e Russia, solo per dare una mano a un Israele in grave difficoltà?
Semplicemente, cosa è più importante per gli USA: mantenere la propria superpotenza o sostenere Israele indefinitamente e incondizionatamente?
Questo è un serio enigma strategico per l'attuale Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, per il Pentagono e il Deep State, per non parlare anche della Casa Bianca, e qui occorre ricordare che tutti questi importanti uffici a Washington sono infiltrati e controllati da AIPAC e dalla lobby ebraica. Ora che la causa palestinese è globalmente più popolare che mai, e che la Resistenza Palestinese è una potenza offensiva e difensiva con cui fare i conti, il disgustoso e non democratico slogan statunitense `` Israele ha il diritto di difendersi '' si è trasformato in "La Palestina ha il diritto di difendersi".
In effetti, qualsiasi persona imparziale sosterrebbe il diritto all'autodifesa di un popolo occupato. A proposito, qualsiasi persona amante della giustizia sosterrebbe lo slogan "La Palestina ha il diritto di difendersi".
La storia del sostegno totale e incondizionato degli USA allo Stato di Israele risale alla presidenza di Lyndon B. Johnson (messo alla presidenza dall’omicidio da parte del Mossad di John Kennedy, ndt). Anche prima vi era sostegno per Israele, ma non incondizionato e fanatico. Da circa 58 anni, una per una, tutte le amministrazioni statunitensi hanno aiutato Israele più di qualsiasi altra nazione al mondo, soprattutto più di ogni altra nazione del Medio Oriente. Hanno giustificato questo cieco sostegno utilizzando un Israele guerrafondaio sia come uno showroom per esporre e vendere le proprie armi, sia come un cane da attacco contro il nazionalismo arabo che, all’epoca, era alleato dell'Unione Sovietica. Senza dimenticare che gli ebrei statunitensi di Hollywood hanno inventato anche una ragione "morale" per tale sostegno, manipolando la storia e creando il mito degli Stati Uniti come l'eroe assoluto e il salvatore degli ebrei dall'olocausto, anche se le forze USA sono entrate per ultime nella Seconda Guerra mondiale. E per motivi poco chiari, posso aggiungere.
Ma le tre ragioni principali di cui sopra non sono più valide in questo scorcio di 21 ° secolo. Esaminiamoli uno per uno.
PRIMO Israele come showroom del complesso militare industriale statunitense (MIC) non è più efficace e redditizio, e questo perché, nonostante Israele possieda le armi statunitensi più avanzate nella regione, non ha effettivamente vinto una sola guerra dal 1973 - e anche quella del 1973 è stata vinta per un pelo quando l'Occidente è corso a salvare Israele all'undicesima ora. Possiamo dire qui che la top model è invecchiata e il suo viso è troppo rugoso per poter vendere prodotti di bellezza. Le vendite di armi statunitensi in Medio Oriente non dipendono più dal sedicente eroismo e dalle vittorie di Israele, ma sono alimentati dai conflitti interarabi che vengono istigati e incitati da un Israele infido e sciovinista. Esperti di storia araba vi diranno che le tribù arabe sono oggi in un ciclo di fai-guerra-poi-fai-pace, e non in una permanente posizione di guerra eterna, quale sembra essere il destino dello Stato di Israele. L’analisi degli storici sembra trovare conferma nell'attuale riavvicinamento tra Siria e Arabia Saudita. Dopo un decennio di ostilità e di scontri, questi due nemici arabi stanno ora compiendo uno sforzo concreto verso una vera pace. Se dunque l'Arabia Saudita non ha più bisogno di acquistare miliardi di dollari di armi statunitensi all'anno per difendersi, e se Riyadh offre contemporaneamente anche concessioni di pace all'Iran, il complesso militare industriale statunitense può ancora contare come un tempo sul patrocinio dell'Arabia Saudita? Semplicemente non ci sono più grandi guerre di Arabi contro Arabi e di Arabi contro Iraniani nel prossimo futuro. Questi conflitti ci sono già stati, sperimentati e adesso abbandonati, quindi non c’è più spazio per altri lucrativi contratti di vendita di armi. Per MIC, così come per qualsiasi altra mega società, è la "linea di tendenza" che decide tutto alla fine della giornata. Chiaramente, MIC non può più fare affidamento né sulle vittorie di guerra di Israele, né sulle sue insidiose provocazioni belliche. MIC sta attualmente guardando verso est per realizzare i suoi profitti futuri. Il Medio Oriente è stato già munto fino all'ultima goccia. Il MIC non ha dunque più alcuna ragione per sostenere lo Stato ebraico.
SECONDO, come tutti già sappiamo, l'Unione Sovietica è scomparsa da tempo e una Repubblica Russa ha preso il suo posto. Anche il nazionalismo arabo si è trasformato in qualcosa di più fluido e ingegnoso, altrimenti noto come "La Resistenza". Resistenza contro Israele e le sue pratiche di apartheid, cioè. Resistenza contro la supremazia ebraica e il sionismo razzista. La Resistenza araba oggi sta godendo di più popolarità che mai, nonostante la mancanza di spina dorsale di alcuni leader arabi, e nonostante il falso "Accordo del Secolo" che 4 nazioni arabe hanno firmato - due di loro con riluttanza, posso aggiungere. In realtà, l'accordo del secolo è visto dai cittadini arabi come una truffa ebraico-chabadista, morta sul nascere quando Trump non è riuscito ad ottenere un secondo mandato alla Casa Bianca. Ci sono attualmente diverse centinaia di milioni di cittadini arabi provenienti da tutto il mondo arabo, che restano pienamente impegnati nella Resistenza. Anzi, una parte considerevole di loro è persino pronta al martirio se esso servisse alla Resistenza nella sua guerra contro tutte le forze di occupazione in Medio Oriente, a cominciare e per finire con quella contro il sionismo e i sionisti della regione.
La Palestina, più precisamente la città di Gerusalemme, è il simbolo ultimo e il luogo stesso in cui il nemico deve essere affrontato per primo. La passione araba per la liberazione della Palestina, e in particolare della città di Gerusalemme, non è solo una questione morale, etica e patriottica per loro, ma qualcosa di impresso nel profondo della loro coscienza collettiva: un dovere religioso per la maggioranza degli Arabi, cristiani e musulmani. Nessuna propaganda israeliana o tangente ebraica può diluire o alterare questa passione per Gerusalemme, che agita e continua a crescere nel seno della cittadinanza araba. Gli Israeliani che per primi fondarono lo Stato di Israele con la forza delle armi erano soliti dire con sicurezza dei Palestinesi: "i vecchi moriranno e i giovani presto dimenticheranno". La generazione araba del 1948 che resiste all'iniziale invasione ebraica morirà presto e la generazione successiva dimenticherà la causa dei loro genitori. Evidentemente, gli ebrei qui hanno gravemente sbagliato i calcoli: niente del genere è mai accaduto. Le nuove generazioni di Palestinesi nati dopo il 1948 sono diventate solo più resistenti, più resilienti, più motivate e più attaccate alla loro terra che era stata usurpata dagli ebrei invasori che venivano dall'Europa. Nessun Palestinese ha "dimenticato" il proprio trauma genitoriale: come avrebbero potuto farlo quando la brutalità quotidiana israeliana si è riversata su di loro, ricordando loro ogni giorno l'agonia e la catastrofe dei loro genitori? Nessuno ha dimenticato la pulizia etnica, i numerosi massacri e le ingiustizie commesse contro i loro genitori da ebrei europei razzisti. L'attuale esplosione di violenza tra Israele e la resistenza di Gaza, che solo due notti fa ha bombardato Tel Aviv con un flusso infinito di razzi come mai prima d'ora, mentre contemporaneamente, letteralmente tutti i Palestinesi che vivono all'interno di Israele o sotto l'occupazione israeliana scendevano in piazza per una furiosa protesta: tutto questo è rimarchevole e notevole e carico di tensioni elettriche. Qui emerge un nuovo punto di vista che ci fa comprendere una nuova realtà: l'intera società palestinese, sebbene divisa dai muri dell'apartheid e dalla frammentazione territoriale imposta da Israele, è attualmente unita in una rabbia simultanea e nelle grida di libertà, grida di resistenza, nonostante decenni di divisione politica creata da Israele. Questa attuale e unita resistenza militare e civile palestinese dimostra quanto ho detto prima. La Palestina vive! Non ha "dimenticato" e non è stata dimenticata. Sì, la memoria individuale e collettiva palestinese è insopprimibile e indelebile. Solo la vera giustizia potrà curare questo ricordo incredibilmente doloroso: questo incubo vecchio di 73 anni che gli ebrei hanno inflitto ai nativi palestinesi. I Palestinesi, che sono per lo più commercianti capitalisti, non si sono uniformati ai principi economici delle nazioni sovietiche: l'Autorità Palestinese guidata da Abbas si è conformata al 100% ai desideri e alle prescrizioni dell’Occidente. Per decenni la Palestina è stata allineata e dipendente dalla carità e dagli aiuti materiali occidentali, nonostante il palese sostegno dell'Occidente ai loro occupanti ebrei. Questa scusa del sostegno a Israele dovuto all'allineamento arabo con la Russia sovietica è ora completamente e assolutamente superata. Chiunque, politico o propagandista, citi i sovietici come ragione del sostegno a Israele, dovrebbe essere subito accompagnato fuori dal palco tra le risate generali.
Questo lascia la TERZA giustificazione, "gli USA come i bravi ragazzi che hanno salvato gli ebrei vittime dalla Germania nazista", tutta da approfondire. Senza entrare nei dettagli storici più minuti della Seconda Guerra mondiale, è sufficiente dire qui che gli Arabi sono un popolo completamente diverso dai Tedeschi, e la loro lotta contro lo Stato ebraico dipende dall'occupazione israeliana della terra araba e non ha niente a che vedere con gli ideali nazisti. Inoltre, Israele è una nazione ricca, in possesso di armi nucleari reali, quindi non può essere considerata una "vittima" nel contesto della lotta arabo-israeliana. Negli USA, sono soprattutto Hollywood e la comunità cristiano-sionista a sostenere sinceramente Israele. La maggior parte del Senato e del Congresso è corrotta e sostiene Israele solo per corruzione, ricatti o coercizione, quindi il loro sostegno non può essere considerato autentico. Attualmente Hollywood sta registrando un'emorragia di influenza e potere, proprio come Israele, e non ha più grande presa sulla psicologia del popolo statunitense. E i cristiani-sionisti rimangono delle enclave di minoranze con influenza limitata all'interno delle loro comunità. Fuori di esse, non godono di alcun prestigio e vengono bollati come "fanatici" dal resto della popolazione. A tutti è permesso credere quello che vogliono, ma le questioni di fede non incidono sul processo decisionale dell’Impero. L'Impero, per sopravvivere, deve prendere decisioni intrise di freddo pragmatismo e basate su interessi di sicurezza e prosperità, non su ideologie eteree o superstizioni di gruppo, in particolare superstizioni di minoranze. L'Impero non ha amici permanenti o nemici permanenti. I suoi poteri derivano, soprattutto, dalla sua capacità di prendere decisioni stabili e di lungo respiro che ne assicurino la longevità. Se siano state le truppe statunitensi a salvare o meno gli ebrei, è questione ormai priva di interesse. Il nocciolo del problema è che l'Impero ora si trova a sostenere un cavallo morente sotto le spoglie di Israele, e non ci sono più medicine per il cavallo. Come direbbe qualsiasi allevatore: smetti di abbracciarlo e comincia a scavare una fossa per il tuo amico a quattro zampe. Se gli Statunitensi credono davvero di essere "il bravo ragazzo", allora dovrebbero iniziare a comportarsi di conseguenza e cominciare a organizzare il funerale per Israele prima che la sua pancia morta si gonfi e si infesti al calore del sole.
A coloro che ancora credono che Israele sia onnipotente e dubitano che la fine di Israele si stia avvicinando, dico quanto segue: state leggendo media ebraici ed ebraico-centrici, nei quali nulla di quanto scritto è vero.
Tenuto conto della posizione militare irrisolvibile e negativa in cui si trova Israele oggi: circondato all’esterno da un Asse di Resistenza armato, capace ed eclettico, e infiltrato all’interno da una Resistenza Palestinese armata e capace, nessuna arma statunitense può ora fornirgli una certa misura di sicurezza. Politicamente parlando, Israele si trova nella sua peggiore crisi interna di sempre: con quattro elezioni fallite e una quinta in arrivo in due soli anni. La retorica incendiaria e divisiva tra tutti i partiti ebraici è attualmente lo spirito del tempo e l'ordine del giorno.
L'Occidente può crederci o no, ma nel Levante l'ultimo scambio di razzi e attacchi tra Israele e la Resistenza Palestinese - un combattimento che vede la Resistenza Palestinese violare tutte le linee rosse imposte da Israele; un combattimento che la Resistenza Palestinese sta utilizzando per stabilire una deterrenza contro i crimini israeliani di pulizia etnica ed espulsioni dalle abitazioni – ci dice qualcosa di chiaro e nitido: Israele è al livello di maggiore debolezza in assoluto, e l'Asse della Resistenza è più forte che mai, quindi la fine di Israele è in vista.
La fine di Israele è ora un fatto compiuto, una conclusione scontata.
Ma anche se i lettori non fossero stati ancora convinti da questa realtà nel Levante e dai fatti sul campo, per amore di saggezza e per la stabilità dell'Impero, conviene ancora a tutti gli Statunitensi cominciare adesso a discutere dei pro e i contro del sostegno ad un Israele morente. Questo esame di coscienza aperto dovrebbe concentrarsi su una sola domanda: tutti gli esseri umani hanno il diritto di difendersi, o solo alcuni di noi hanno questo diritto inalienabile?
La mia risposta personale è ovvia. Ognuno ha il diritto di difendersi. Impossibile quindi negare ai Palestinesi occupati il diritto all'autodifesa.
Sì. La Palestina ha il diritto di difendersi.
O è così, o divertitevi a vivere nella vostra fattoria degli animali.
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