Gaza è meglio di Auschwitz, ma solo un poco
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Unz review, 18 maggio 2021 (trad. ossin)
Gaza è meglio di Auschwitz, ma solo un poco
Israel Shamir
Come un’adolescente, rapita e rinchiusa in una cantina da un pedofilo maniaco, gli graffia l’orribile volto lascivo con le sue unghie affilate, Gaza lancia i suoi razzi fatti in casa su Tel Aviv. Non possono provocare molti danni; sono solo pezzi di ferro arrugginito, pericolosi nell'improbabile caso di un colpo andato a segno, ma hanno risvegliato la bestia nel mostro. Ha accuratamente tolto dalla sua portata qualsivoglia oggetto appuntito, l’ha affamata per anni tentando di renderla docile e compiacente, si è assicurato che non avesse alcuna possibilità di vedere o ottenere la libertà, e all'improvviso un dolore così terribile, graffi così profondi ! Ho il diritto all'autodifesa – grida - mentre scatena i suoi jet F-16 per ridurla con le sue bombe all'età della pietra; e il suo scagnozzo, il senile presidente degli Stati Uniti, ripete: ha diritto all'autodifesa! Finché continua a graffiare, lui può e deve prenderla a schiaffi! Nessun cessate il fuoco finché non è ridotta all'obbedienza; e gli Stati Uniti hanno posto il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza sostenuta da 15 membri su 16. Per esserne certa, la Casa Bianca ha approvato la vendita di armi precise a Israele per la somma di 735 milioni di dollari, in modo che possano fare un 11 settembre in qualsiasi grattacielo di loro scelta, non solo a New York. E hanno usato le armi con grande effetto.
La risoluzione che ha subito il veto diceva che cosa si sarebbe dovuto subito fare. Israele dovrebbe cessare di bombardare Gaza, astenersi dall'irrompere nei luoghi santi, smettere di impossessarsi di case e terre palestinesi. Gli Stati Uniti hanno rifiutato di approvarla. Anche se era tutt’altro che sufficiente: la ragazza violentata dovrebbe essere liberata e dovrebbe poter uscire dalla cantina. Cioè, ai Palestinesi dovrebbe essere consentito di muoversi liberamente nella propria terra. L'esercito israeliano dovrebbe lasciare la terra palestinese. Il blocco di Gaza dovrebbe essere rimosso. Un goy e un ebreo dovrebbero avere gli stessi diritti, come negli Stati Uniti. Tutte le leggi sull'apartheid dovrebbero essere annullate. Rispetto della dignità umana. E poi anche la ragazza dovrebbe poter vivere in pace. Terre e case rubate restituite ai legittimi proprietari; i profughi dovrebbero poter ritornare, dovrebbero essere indette libere elezioni. Ma siamo molto lontani da tutto questo.
Ebrei esultano pensando che la moschea di Al Aqsa sia in fiamme
I miei amici e colleghi pensavano che i Palestinesi di Gaza potessero sconfiggere Israele, o almeno fare al maniaco molto male. Ahimè, non ancora. I Palestinesi stanno migliorando la loro capacità di risposta. Durante la Prima Intifada (1987), hanno usato pietre contro l'esercito; nella Seconda Intifada (2001), hanno usato armi da fuoco; in questa Terza Intifada (2021) usano i razzi. Ma vengono sconfitti ogni volta e la loro vita peggiora ad ogni sconfitta. Prima della prima Intifada, i Palestinesi potevano muoversi liberamente; prima della Seconda Intifada, avevano la loro autonomia in Cisgiordania; ora non hanno niente degno di questo nome; e vedremo cosa sarà loro tolto dopo l'attuale fase di lotta. Ecco perché, sebbene la posizione palestinese sia piuttosto orribile, i Palestinesi della Cisgiordania non sono così entusiasti di intraprendere una lotta armata contro il formidabile nemico. Ma giovani disperati, che non hanno un futuro degno di essere vissuto, si impegnano invece in questa lotta. E Gaza, questo prigioniero che amministra un carcere a cielo aperto, si è infilata nella breccia. Per gli abitanti di Gaza, c'è poca differenza tra una vita che è un inferno vivente e una morte che potrebbe essere migliore. Vengono severamente puniti per la loro azione coraggiosa.
Gli Ebrei d'Israele non hanno sofferto molto, anche se più di quanto si aspettassero. La loro famosa intelligence li ha delusi di nuovo. Lo Shabak, il servizio di intelligence interno, ha predetto che Gaza non si sarebbe spinta oltre le proteste contro l'accaparramento di terre a Gerusalemme e l'invasione della moschea di al-Aqsa. Avevano torto. Lo Shabak era certo che Gaza non avesse missili in grado di raggiungere Tel Aviv o, nella peggiore delle ipotesi, ne avesse solo pochi. Si sbagliava di nuovo. Lo Shabak non si aspettava che i Palestinesi completamente addomesticati di Israele, i cittadini di seconda classe dello Stato ebraico, si sarebbero ribellati. Ma è successo.
Il centro di questa sollevazione è Lydda (Lod), la città di San Giorgio; il santo è sepolto qui, nella bellissima e antica chiesa ortodossa. Con la risoluzione di partizione delle Nazioni Unite del 1947, questa città palestinese avrebbe dovuto diventare parte dello Stato palestinese, ma gli Ebrei l'hanno occupata, massacrato i suoi abitanti, espulsi i sopravvissuti e l’hanno ripopolata con ebrei nordafricani appena importati. Tuttavia, una considerevole minoranza palestinese è sopravvissuta e si è aggrappata alle proprie case. Dopo anni di terribili discriminazioni, si sono ribellati contro i loro padroni ebrei, per la prima volta dal 1948. Lo stesso è accaduto a Giaffa e Acri, città con una storia simile.
Le bande di militanti ebrei armati, assistite dalla polizia, hanno organizzato un classico pogrom anti-arabo, sullo stile di quelli che facevano i Cosacchi contro gli Ebrei all'inizio del ventesimo secolo.
Hanno rotto finestre, bruciato negozi, incendiato appartamenti arabi; hanno assalito gli Arabi per strada. Pogrom di questo tipo vi sono stati dappertutto in Israele, anche nell’ebraica Bat Yam, dove per anni un Arabo aveva avuto una gelateria. L’hanno completamente distrutta. Un bambino arabo è stato ustionato (non mortalmente) da una molotov lanciata da un militante ebreo. I pogrom si facevano più di cento anni fa in Ucraina (per inciso, mai nella Russia vera e propria), ma poi gli scrittori russi si sono lamentati ed hanno espresso la loro solidarietà agli Ebrei sofferenti. Ora, quasi nessuno scrittore ebreo ha espresso il proprio dolore o si è schierato con gli Arabi. Gli Arabi israeliani, cioè i Palestinesi con cittadinanza israeliana, sono scesi oggi (martedì) in sciopero nazionale a sostegno dei loro fratelli diseredati. E anche la Cisgiordania si sta svegliando.
Centinaia di martiri palestinesi hanno suscitato un'enorme ondata di empatia per le loro sofferenze. Ci sono state manifestazioni di massa a New York, Parigi, Londra e altrove. Anche gli Arabi nei paesi arabi hanno manifestato ovunque fosse loro permesso. A dire il vero, a Israele non importa niente delle dimostrazioni all'estero; sono abituati alle condanne. È una parte dell'esperienza ebraica, da condannare per ottime ragioni. Agli Ebrei piace affermare che non c'è nessuna ragione, solo "antisemitismo", ma questa affermazione suona vuota di fronte ai bambini assassinati di Gaza. Gli Ebrei vengono condannati perché meritano la condanna.
Solo un rabbioso antisemita direbbe che Gaza è peggio di Auschwitz. No, è meglio, ma solo un poco. E la storia è andata avanti più a lungo, anno dopo anno, senza che se ne intravveda la fine.
E questa guerra ha finalmente risvegliato l'empatia del mondo: questa è stata una delle ragioni principali dell'audace attacco di Gaza. Ora ripercorriamo rapidamente gli avvenimenti. Sembra che gli eventi attuali abbiano avuto inizio più di una settimana fa, quando il tribunale israeliano (probabilmente la più immorale delle istituzioni ebraiche) ha deciso di espellere alcune famiglie palestinesi dalle loro case a Gerusalemme est e di darle al Ku Klux Klan ebraico. I manifestanti sono stati picchiati dalla polizia e dalla gendarmeria; tra i picchiati c'era un parlamentare (membro del Parlamento / Knesset) del Partito Comunista, ebreo di origine, che appoggiava i Palestinesi.
Poi, durante gli ultimi giorni del Ramadan, la polizia e l'esercito israeliani hanno invaso la moschea di al-Aqsa. Hanno lanciato centinaia di granate sui fedeli; queste granate hanno prodotto una pioggia di scintille. Alcuni alberi nel complesso della moschea hanno preso fuoco. Nel frattempo, migliaia di militanti ebrei erano radunati presso il Muro del Pianto in fondo ad al-Aqsa. Quando hanno visto fuoco e fumo alzarsi dal cortile, pensando che la moschea fosse in fiamme, si sono abbandonati ad acclamazioni e canti trionfali, invocando la vendetta del loro dio sui goy.
Quello è stato il momento in cui il governo di Gaza (gli Israeliani preferiscono chiamarlo "Hamas", con il nome del partito più grande; allo stesso modo potremmo chiamare il governo israeliano "il regime del Likud") ha lanciato il suo ultimatum: arrestate l’assalto alla moschea, o lanceremo i nostri missili sulle vostre teste. Gli Israeliani hanno riso, Gaza ha risposto e la mini-guerra è iniziata. Si potrebbe dire che Gaza è stata troppo avventata nell’affrontare il mostro: non ha difesa aerea e l'aviazione israeliana potrebbe uccidere centinaia di persone e distruggere le loro case.
Ma questa è la cronaca dei micro eventi; ma adesso riduciamo lo zoom ed esaminiamo la situazione nel suo insieme. Trump e Kushner hanno costretto gli Stati arabi a "normalizzare" le loro relazioni con Israele, creando una totale disconnessione tra la questione palestinese e gli Stati arabi. I Palestinesi hanno dovuto lottare per tornare all'ordine del giorno. Altrimenti sarebbero stati dimenticati. L'attacco ebraico ad al-Aqsa ha fornito loro una buona apertura per entrare in guerra e riportare la loro causa all'ordine del giorno. Questa è stata una decisione presa per evitare che i Palestinesi venissero dimenticati. Sì, la gente sussurrava "Lo sai che questo maniaco tiene un'adolescente rinchiusa nella sua cantina come schiava sessuale?" e le si rispondeva: “Storia vecchia! Lo sanno tutti ma è da tanto tempo, magari lei si è abituata e non vuole più uscire!
Ma allarghiamo ancora di più il campo. L'unica forza in grado di influenzare radicalmente gli eventi è l'Iran. È l'unico forte Stato di Resistenza rimasto. L'Iraq è stato distrutto dall'invasione statunitense del 2003, la Siria è stata distrutta dalla primavera araba nel 2011, Hezbollah non è abbastanza forte da far pagare ad Israele i suoi peccati. L'Iran è l'unico; e l'Iran è governato da un'amministrazione neo-liberale e filo-occidentale. Attualmente l'Iran sta negoziando con gli Stati Uniti, a Vienna, per il ripristino dell'accordo sul nucleare e per la rimozione delle sanzioni. A giugno in Iran ci saranno le elezioni. Pur con molte limitazioni, l'Iran è una democrazia, e i voti delle persone contano e vengono contati, al contrario per esempio dell'Arizona. Se i negoziati di Vienna avranno successo, l'Iran lascerà il fronte della Resistenza e i liberali vinceranno le elezioni, riportando la Pax Americana in Medio Oriente.
Tuttavia la guerra di Gaza ha rivelato che i moderati iraniani sono deboli agenti stranieri che non possono / non vogliono difendere al Aqsa. Costerà loro l'elezione. Se i moderati perdono, vinceranno gli intransigenti. Ahmadinejad o simili saliranno al potere. L'Iran riprenderà il posto centrale nella Resistenza. Gli Statunitensi perderanno il Medio Oriente. Nel prossimo scontro, l'Iran entrerà nella mischia.
Ora spostiamo il quadro e consideriamo l'arena interna palestinese. Le ultime elezioni palestinesi si sono svolte nel 2006; Hamas ha vinto lealmente, ma il governo di Fatah ha rifiutato di cedere il potere. Solo Gaza, essendo separata dal resto della Palestina, ha registrato un cambio di guardia. Ora il vecchio presidente Mahmud Abbas ha promesso di indire le elezioni nel maggio 2021, ma poi le ha rinviate ancora. Il motivo: Israele non consente a 300.000 Palestinesi di Gerusalemme di votare. Se questa ragione svanisse, se Israele permettesse ai Palestinesi di Gerusalemme di votare, ci sono buone possibilità che Hamas vinca. Non è una cosa sicura: i Palestinesi dovrebbero scegliere tra Fatah che collabora con Israele e Hamas che combatte Israele. La vita, con Fatah che collabora, è migliore e più facile che con la belligerante Hamas. Ma bisogna rinunciare alla speranza di ottenere dignità e libertà. I sondaggi di opinione sono estremamente inaffidabili; tuttavia, Fatah e Mahmud Abbas temono di perdere le elezioni. In un eventuale accordo di cessate il fuoco tra Gaza e Tel Aviv, la questione delle elezioni sarà un punto spinoso. Gaza insisterà perché siano consentite le elezioni a Gerusalemme est. Se Israele accetta, ci sono buone possibilità che vinca Hamas, meno incline alla resa in Cisgiordania. Se Israele libererà Marwan Barghouti dalla prigione (è detenuto da anni per la sua partecipazione alla Seconda Intifada), quest’ultimo ha buone possibilità di vincere le elezioni come un Mandela palestinese.
Hamas ha fatto dei calcoli elettorali quando è entrato in azione? Di sicuro; è normale e giusto. Hamas ha sempre difeso i diritti dei Palestinesi, anche con la lotta armata. Anche Fatah ne ha fatti, ma ha perso. Quindi i Palestinesi potranno davvero fare una scelta, naturalmente se le elezioni avranno mai luogo.
Passiamo ora alla scena israeliana. Per Netanyahu, questa guerra è buona. È scoppiata nel momento giusto per silurare la formazione di un governo alternativo, che lo avrebbe visto all’opposizione e probabilmente in prigione. Tuttavia, un governo israeliano alternativo non sarebbe migliore per i Palestinesi. Naftali Bennett, un leader politico che certamente rivestirebbe un ruolo di primo piano nel governo alternativo, è ancora più assetato di sangue di Netanyahu, e ha invitato Bibi a "continuare a combattere finché Gaza non sarà distrutta".
A proposito, Covid è finito in Israele. Per la prima volta in un anno, le notizie di Covid sono scomparse dalle più importanti news israeliane. Quando ci sono problemi reali, le persone non si preoccupano molto del maledetto virus.
E ora, per un quadro ancora più ampio, la Russia ha espresso il suo sostegno alla causa palestinese. Putin ha detto che la Palestina non è una terra lontana e remota per i Russi; La Russia chiede a Israele di cessare il fuoco e di rispettare gli accordi e le risoluzioni, comprese quelle sulla sicurezza dei luoghi santi (leggi: al Aqsa). Gli avversari di Putin, in Russia, sono forti sostenitori di Israele. Gli anti-Putinisti liberali filo-occidentali sono ebrei o in parte ebrei, e parteggiano per Israele. Anche i Russi etnico-nazionalisti anti-Putinisti (a volte descritti come nazisti, "Piccoli nazisti") sostengono Israele e il suo "diritto" di contrastare gli odiati negri. A loro non importa che i Palestinesi non siano più scuri né più leggeri degli Ebrei israeliani, non importa che i cristiani palestinesi sostengano pienamente la lotta palestinese e che il massimo leader dei cristiani palestinesi, l'arcivescovo Theodosius Atallah Hanna (per dirla tutta: è lui che ha battezzato me e la mia famiglia) ha detto che la lotta per al-Aqsa è la lotta per il Santo Sepolcro, e cristiani e musulmani stanno combattendo la stessa guerra come fossero della stessa famiglia e della stessa nazione. I nazisti sono stupidi.
Quel che è peggio per Putin, è che i suoi alleati nei media, Ebrei per Putin (Dugin li chiama la Sesta Colonna) come l'emittente popolare Soloviev, sono tutti dalla parte di Israele. Si potrebbe fare affidamento su di loro per spazzare via gli Ucraini o per sottolineare la doppiezza europea, ma quando si tratta di Israele, puntano i piedi. La TV di stato russa è un proxy per Tel Aviv. Sui social network russi, la folla filo-israeliana è di gran lunga la più numerosa e aggressiva; ottiene anche il supporto della gestione di Facebook. Non sarete sorpresi di sapere che sono stato immediatamente bannato da Facebook.
Una buona parola per Erdogan. Il presidente turco e il popolo turco sono tutti a favore della Palestina. E grandi manifestazioni hanno chiesto a Erdogan a inviare i soldati turchi a liberare la Palestina. Qualcuno dovrebbe farlo: i Palestinesi non possono farlo da soli. Chiunque libererà la Palestina, otterrà fama oltre misura. Ma nel frattempo, i Palestinesi devono sopravvivere.
Quindi a quanto pare questa guerra non è ancora Armageddon. È solo un'altra sordida campagna di Ebrei contro i nativi disobbedienti. Hanno ottenuto la loro porzione di sangue, hanno distrutto gli approvvigionamenti di acqua ed elettricità di Gaza, hanno distrutto le case e ora possono tranquillamente aspettare che le malattie facciano il resto, aiutate dalla fame e da bombardamenti occasionali. E poi continueranno le loro aggressioni. A meno che non li fermiamo.
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