Una lettera da Gaza
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Lettera da Gaza
Gaza City, 30 dicembre 2008
Un messaggio cordiale di fine anno a tg1, tg2, rete 4, canale 5, italia uno,
Claudio Pagliara su tutti, ma anche il tg3:
ANDATE A FARE IN CULO!
Siamo sotto le bombe a Gaza, e molte sono cadute a poche centinaia di
metri da casa mia. E amici miei ci sono rimasti sotto. Siamo a 160
morti sinora, una strage senza precedenti.
Terroristi? Hanno spianato il porto , dinnanzi a casa mia e raso al suolo le centrali di polizia. Mi riferiscono che i media italiani tutti in toto danno per buono il comunicato militare israeliano di base terroristiche bombardate.
Cazzate!
Li ho conosciuto, questi ragazzi, li ho salutati tutti i giorni
recandomi al porto per pescare coi pescatori palestinesi, o la sera per
recarmi nei caffè del centro. Diversi li conoscevo per nome. Un nome,
una storia, una famiglia. Sono giovani, diciotto ventanni, per lo più
che se ne fottono di Fatah e Hamas, che si sono arruolati nella polizia
per poter aver assicurato un lavoro in una Gaza che sotto assedio ha
l'80 percento di popolazione disoccupata.
Aprite le orecchie, colletti bianchi della disinformazione occidentale.
Queste divise ammazzate oggi (senza contare le decine di civili che si
trovavano a passare per caso, molti bambini stavano tornando a casa da
scuola) sono i nostri poliziotti di quartiere. Se ne stavano tutti i
giorni dell'anno a presidiare la stessa piazza, la stessa strada, li ho
presi in giro solo ieri notte per come erano imbaccuccati per riparsi
dal freddo, dinnanzi a casa mia. Non hanno mai sparato un colpo verso
Israele, ne mai lo avrebbero fatto, non è nella loro mansione. Si
occupano della sicurezza interna, e qui al porto siamo ben distanti dai
confini israeliani.
Ho una videocamera con me ma sono un pessimo
cameraman, perchè non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti
in lacrime. Non ce la faccio. Non riesco perchè sto piangendo anche io.
Ambulanze e sirene in ogni dove, in cielo continuano a sfrecciaree i
caccia israeliani con il loro carico di terrore e morte. Devo correre,
all'ospedale Al Shifa necessitano di sangue.
Non sono umani, credo che non lo siano mai stai.
Vittorio Arrigoni*
*Pacifista dell'Ism