Le radici della demonizzazione statunitense dell'Islam sciita
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Le schede di Ossin, 17 gennaio 2020 - La guerra degli USA contro l'Iran è iniziata con il colpo di Stato contro il governo di Mosaddegh nel 1953, sostituito dalla dittatura dello Shah. Ed è poi cresciuta di intensità oltre 40 anni fa, con la Rivoluzione Islamica...
Unz Review, 17 gennaio 2020 (trad.ossin)
Le radici della demonizzazione statunitense dell'Islam sciita
Pepe Escobar
L'assassinio mirato, con un attacco di droni, da parte degli Stati Uniti del Magg. Gen. Qassem Soleimani, a parte un fiume di cruciali questioni geopolitiche, riporta alla ribalta una verità abbastanza scomoda: l'incapacità congenita delle cosiddette élite statunitensi di tentare persino di comprendere lo sciismo - quindi la sua demonizzazione 24/7, che discrimina non solo gli sciiti ma anche i governi a guida sciita
Washington ha cominciato la sua lunga guerra ancor prima che il concetto fosse reso popolare dal Pentagono nel 2001, subito dopo l'11 settembre: una lunga guerra contro l'Iran. È iniziata con il colpo di Stato contro il governo democraticamente eletto di Mosaddegh nel 1953, sostituito dalla dittatura dello Shah. Ed è poi cresciuta di intensità oltre 40 anni fa, quando la Rivoluzione Islamica l’ha fatta finita con quei bei vecchi tempi della Guerra Fredda, quando lo Scià regnava come il "gendarme statunitense preferito del Golfo (persiano)".
Eppure questo va ben oltre la geopolitica. Non c'è assolutamente alcun modo per chiunque di cogliere le complessità e il fascino popolare dello sciismo senza una seria ricerca accademica, arricchita dalla visita a siti sacri del sud-ovest asiatico: Najaf, Karbala, Mashhad, Qom e Sayyida Zeinab, santuario vicino a Damasco. Personalmente, ho cominciato a percorrere questa strada della conoscenza alla fine degli anni '90 - e rimango ancora solo un umile studente.
Nello spirito di un primo approccio - per avviare un dibattito informato Est-Ovest su una questione culturale cruciale totalmente trascurata in Occidente, o soffocata da tsunami di propaganda, ho cominciato col chiedere a tre eminenti studiosi le loro prime impressioni.
Essi sono: il Prof. Mohammad Marandi, dell'Università di Teheran, esperto di orientalismo; Arash Najaf-Zadeh, che scrive sotto il nome di guerra Blake Archer Williams e che è un esperto di teologia sciita; e la straordinaria principessa Vittoria Alliata, siciliana, tra le migliori islamiste italiane e autrice, tra gli altri, di libri come l'affascinante Harem, che descrive in dettaglio i suoi viaggi attraverso le terre arabe.
Due settimane fa sono stato ospite della principessa Vittoria a Villa Valguarnera in Sicilia. Ci siamo immersi in una lunga e avvincente discussione geopolitica - di cui uno dei temi chiave era USA-Iran - solo poche ore prima che un attacco di droni all'aeroporto di Baghdad uccidesse i due principali combattenti sciiti della vera guerra al terrorismo contro l'ISIS / Daesh e al-Qaeda / al-Nusra: il maggiore iraniano Qassem Soleimani e il secondo comandante iracheno Hashd al-Shaabi Abu Mahdi al-Muhandis.
Martirio vs relativismo culturale
Il prof. Marandi offre una spiegazione sintetica: “L'odio irrazionale statunitense verso lo sciismo deriva dal forte senso di resistenza di quest’ultimo all'ingiustizia: la storia di Karbala e di Imam Hussein e l’enfasi posta dagli sciiti sulla protezione degli oppressi, la difesa degli oppressi e il levarsi contro l'oppressore. Questo è qualcosa che gli Stati Uniti e le potenze egemoniche occidentali semplicemente non possono tollerare".
Blake Archer Williams mi ha inviato una risposta che ora è stata pubblicata come articolo a sé stante. Questo passaggio, che si sofferma sul potere del sacro, sottolinea chiaramente l'abisso che separa la nozione sciita del martirio dal relativismo culturale occidentale:
“Non c'è niente di più glorioso per un musulmano che raggiungere il martirio mentre combatte sulla Via di Dio. Il generale Qāsem Soleymānī ha combattuto per molti anni con l'obiettivo di dare una scossa al popolo iracheno e indurlo a prendere nelle proprie mani il destino del paese. Il voto del Parlamento iracheno ha dimostrato che l’obiettivo è stato raggiunto. Il corpo di Soleimani ci è stato sottratto, ma il suo spirito si è moltiplicato per mille e il suo martirio ha assicurato che frammenti della sua luce benedetta resteranno impressi nei cuori e nelle menti di ogni uomo, donna e bambino musulmano, vaccinandoli contro lo zombi-cancro del relativismo culturale del Satanico Novus Ordo Seclorum”.
[un punto controverso: Novus Ordo Seclorum, o Saeculorum, significa "nuovo ordine dei secoli", e deriva da un famoso poema di Virgilio che, nel Medioevo, era considerato dai cristiani una profezia della venuta di Cristo. A questo punto, Williams ha risposto che “mentre quel senso etimologico della frase è vero e rimane valido, la frase è stata stravolta da un George Bush Jr in quanto rappresentante della cabala globalista del Nuovo Ordine Mondiale, ed è questo il significato oggi predominante".]
Asservito dal wahhabismo
La principessa Vittoria preferirebbe inquadrare il dibattito centrandolo sulla cecità dimostrata dagli Stati Uniti nei confronti del wahhabismo: “Non penso che tutto ciò abbia a che fare con l'odio verso lo sciismo o la non conoscenza di esso. Dopotutto l'Aga Khan è fortemente integrato nel sistema di sicurezza degli Stati Uniti, una sorta di Dalai Lama del mondo islamico. Credo che l'influenza satanica provenga dal wahhabismo e dalla famiglia saudita, che sono considerati da tutti i sunniti del mondo come molto più eretici degli sciiti, ma sono stati l'unico contatto con l'Islam per i governanti statunitensi. I sauditi hanno pagato la maggior parte degli omicidi e delle guerre, dapprima commessi dai Fratelli Musulmani, poi dalle altre forme di salafismo, tutte inventate su una base wahhabita”.
Quindi, per la principessa Vittoria, “Non proverei tanto a spiegare lo sciismo, ma a spiegare il wahhabismo e le sue conseguenze devastanti: ha generato tutti gli estremismi, il revisionismo, l'ateismo, la distruzione dei santuari e tutti i leader sufi del mondo islamico. E ovviamente il wahhabismo è così vicino al sionismo. Ci sono perfino studiosi che hanno prodotto documenti che sembrano dimostrare che la Casa dei Saud fosse una tribù Dunmeh di ebrei convertiti espulsi da Medina dal Profeta, dopo che avevano tentato di ucciderlo, nonostante avessero firmato un trattato di pace”.
La principessa Vittoria sottolinea anche il fatto che "la rivoluzione iraniana e i gruppi sciiti in Medio Oriente sono oggi l'unica forza di resistenza contro gli Stati Uniti capace di vincere, e questo li fa odiare più degli altri. Ma solo dopo che tutti gli altri avversari sunniti sono stati eliminati, uccisi, terrorizzati (basti pensare all'Algeria, ma ci sono dozzine di altri esempi) o corrotti. Questa ovviamente non è solo la mia posizione, ma quella della maggior parte degli islamologi di oggi. "
Il profano contro il sacro
Consapevole dell'immensa conoscenza che Williams ha della teologia sciita e della filosofia occidentale, l'ho spinto letteralmente ad “affondare la lama". E lui ha detto: "La domanda sul perché i politici statunitensi non sono in grado di comprendere l'Islam sciita (o l'Islam in generale) è semplice: il capitalismo neoliberista sfrenato genera l'oligarchia e gli oligarchi "scelgono" i candidati che rappresentano il loro interessi prima che essi vengano "eletti" dalle masse ignoranti. Eccezioni populiste, come Trump, occasionalmente possono venir fuori (o non ci riescono, come nel caso di Ross Perot, che è stato costretto a ritirarsi), ma anche Trump viene poi tenuto sotto controllo dagli oligarchi attraverso minacce di impeachment, ecc. Quindi il ruolo del il politico nelle democrazie non sembra essere quello di cercare di capire qualcosa, ma semplicemente di eseguire l'agenda delle élite che ne sono proprietari”.
La risposta "affondare la lama" di Williams è un lungo e complesso saggio che mi piacerebbe pubblicare per intero solo quando approfondiremo il nostro dibattito (raccogliendo anche opinioni contrarie). Per riassumere, egli delinea e discute le due principali tendenze della filosofia occidentale: dogmatici contro scettici; spiega come "la santa trinità del mondo antico fosse in effetti la seconda ondata dei dogmatici, che cercavano di salvare le città-stato greche e il mondo greco più in generale dalla decadenza del pensiero sofista"; si addentra poi nella "terza ondata di scetticismo", che iniziò con il Rinascimento e raggiunse il culmine nel XVII secolo con La Montaigne e Cartesio; e poi traccia connessioni "con l'Islam sciita e il fallimento dell'Occidente nel comprenderlo".
E questo lo porta al "nocciolo della questione": "Una terza opzione e una terza corrente di pensiero oltre i dogmatici e gli scettici, ed è la tradizione dei tradizionali (in contrapposizione ai filosofici) studiosi sciiti di religione. "
Paragonateli adesso all’ultima offensiva degli scettici, "come lo stesso Descartes ammette, col "demone" che gli è venuto in sogno e che lo ha indotto a scrivere il Discorso sul metodo (1637) e le Meditazioni sulla prima filosofia (1641). L'Occidente non si è ancora ripreso dal colpo, e sembrerebbe che abbia deciso di mettere da parte i suoi trampoli di ragione e i sensi (che Kant ha cercato invano di riconciliare, rendendo le cose mille volte peggiori e più contorte e scomposte), e sguazzando in quella specie di autocompiacimento verso l’irrazionale noto come postmodernismo, ma che dovrebbe giustamente essere chiamato ultra-modernismo o iper-modernismo poiché non è meno radicato nella "svolta soggettiva" cartesiana e nella "rivoluzione copernicana" kantiana di quanto non lo siano l’età moderna e i moderni veri e propri".
Per riassumere una contrapposizione piuttosto complessa, “quello che tutto ciò significa è che le due civiltà hanno due visioni completamente diverse di ciò che dovrebbe essere l'ordine mondiale. L'Iran crede che l'ordine del mondo dovrebbe essere quello che è sempre stato e che realmente è, che ci piaccia o no, o che crediamo o meno nella realtà (come alcuni occidentali non fanno). E l'Occidente secolarizzato crede in un nuovo ordine mondano (in contrapposizione ad un altro mondo o a un mondo divino). E quindi non è tanto uno scontro di civiltà quanto uno scontro del profano contro il sacro, con elementi profani in entrambe le civiltà schierati contro le forze sacre in entrambe le civiltà. È lo scontro tra l’ordine sacro della giustizia contro l'ordine profano dello sfruttamento dell'uomo da parte dei suoi simili; della profanazione della giustizia di Dio a beneficio (a breve termine o in questo mondo) di chi si ribella contro la giustizia di Dio".
Dorian Gray rivisitato
Williams fornisce un esempio concreto per illustrare questi concetti astratti: “Il problema è che, sebbene tutti sappiano che lo sfruttamento del terzo mondo da parte delle potenze occidentali nel XIX e XX secolo era ingiusto e immorale, lo stesso sfruttamento continua ancora oggi. La persistenza di questa ingiustizia oltraggiosa è la ragione ultima della differenza esistente tra Iran e Stati Uniti, che continuerà inevitabilmente finché gli Stati Uniti insisteranno nelle loro pratiche di sfruttamento e fintanto che continueranno a proteggere i loro governi di protettorato, che riescono a sopravvivere contro la schiacciante volontà dei popoli che governano solo a causa della presenza prepotente delle forze statunitensi che li sostengono perché possano continuare a servire i loro interessi piuttosto che quelli delle loro popolazioni. È una guerra spirituale per l'istituzione della giustizia e dell'autonomia nel terzo mondo. L'Occidente può continuare a sembrare bello ai propri occhi perché controlla la costruzione della narrazione dominante (a livello mondiale), ma la sua vera immagine è evidente a tutti, anche se l'Occidente continua a vedere se stesso come Dorian Gray faceva nell'unico romanzo di Oscar Wilde, come una persona giovane e bella i cui peccati imbruttivano solo il suo ritratto. Dunque è la verità del ritratto che il terzo mondo vede ogni giorno, mentre il Dorian Gray occidentale vede se stesso, come viene rappresentato dalla CNN, dalla BBC e dal New York Times nel mondo”.
“L'imperialismo occidentale nell'Asia occidentale è di solito simboleggiato dalla guerra di Napoleone Bonaparte contro gli ottomani in Egitto e Siria (1798–1801). Dall’inizio del XIX secolo, l'Occidente ha succhiato la vena giugulare del corpo politico musulmano come un vero vampiro la cui sete di sangue musulmano non è mai soddisfatta e che rifiuta di lasciarsi andare. Dal 1979, l'Iran, che ha sempre avuto il ruolo di leader intellettuale del mondo islamico, si è levato per porre fine a questo oltraggio contro la legge e la volontà di Dio e contro ogni decenza. Si tratta quindi di un processo di revisione di una visione falsa e distorta della realtà, per tornare a ciò che la realtà è effettivamente e dovrebbe essere: un ordine giusto. Ma questa revisione è ostacolata sia dal fatto che i vampiri controllano la costruzione della narrazione, sia dall'inettitudine degli intellettuali musulmani e dalla loro incapacità di comprendere anche i rudimenti della storia del pensiero occidentale, antico, medievale o moderno”.
C'è una possibilità di cambiare questa narrazione? Forse: “Ciò che deve accadere è che la coscienza del mondo passi dal paradigma in cui le persone credono che un maniaco come Pompeo e un buffone come Trump rappresentino il paragone della normalità, a un altro in cui le persone capiscano che Pompeo e Trump sono solo una coppia di gangster che fanno tutto ciò che vogliono, non importa quanto disgustoso e depravato sia, in una situazione di impunità quasi completa e totale. Ed è un processo di revisione e un processo di risveglio verso un nuovo e più alto stato di coscienza politica. È un processo di ripudio della narrazione dominante e di adesione all'Asse della Resistenza, il cui leader militare era il generale martire Qāsem Soleymānī. Ciò comporta, non solo il ripudio di quell’assurdità che è la relatività della verità (e anche della relatività del tempo e dello spazio; scusa, Einstein); ma anche l'abbandono dell'assurda e nichilista filosofia dell'umanesimo, e il risveglio alla realtà che esiste un Creatore effettivamente responsabile. Ma ovviamente, tutto questo è troppo per la mentalità moderna così illuminata, che sa meglio”.
Ecco qua. E questo è solo l'inizio. Contributi e critiche benvenuti. Appello a tutte le anime informate: il dibattito è aperto.
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