ProfileLe schede di ossin. 7 luglio 2024 - La cultura del popolo ebraico dopo la morte di Cristo ha dato da pensare ai cristiani per secoli. Come potevano le persone dell'Antico Testamento, che adoravano Dio (anche se in modo imperfetto), persistere nel rifiuto di Cristo e vivere in un modo che appariva così singolarmente amorale?       

 

Unz Review, 10 maggio 2024 (trad.ossin)
 
 
Origine degli ebrei israeliani. Implicazioni religiose della teoria cartaginese
 
Lawrence Erickson
 
 
La cultura del popolo ebraico dopo la morte di Cristo ha dato da pensare ai cristiani per secoli. Come potevano le persone dell'Antico Testamento, che adoravano Dio (anche se in modo imperfetto), persistere nel rifiuto di Cristo e vivere in un modo che appariva così singolarmente amorale? Gli ebrei nel Medioevo erano noti per la crudeltà e l'avidità, e ci sono persino prove che occasionalmente sacrificassero bambini cristiani
 
 
 
 
Alcuni ritengono che gli ebrei ashkenaziti di oggi non siano gli ebrei della Bibbia, ma discendano dai convertiti turchi medievali, in quella che è nota come teoria Khazar. Tuttavia, i test genetici contraddicono questa teoria e gli ebrei sefarditi non sembrano aver goduto di una reputazione significativamente migliore. Aderendo ad  una teoria teologicamente più plausibile, i cristiani medievali credevano che gli ebrei fossero maledetti a causa del loro assassinio di Cristo, e studiosi come San Tommaso d'Aquino e Papa Gregorio IX affermavano che gli ebrei erano stati condannati alla servitù perpetua a causa del loro rifiuto di Cristo. [1] Ma se questa teoria è certamente in grado di spiegare la loro perdita di nazionalità e la distruzione del Secondo Tempio, non chiarisce tutto, perché i costumi corrotti di cui sono accusati precedono l’uccisione di Cristo, altrimenti non lo avrebbero mai crocifisso.
 
Una teoria diversa, avanzata da Ron Unz nell'articolo Prof. John Beaty e la vera origine degli ebrei, potrebbe contribuire a spiegare perché hanno rifiutato Cristo, perché hanno continuato a essere così ostinati nel loro rifiuto e perché sembrano dotati di una tanto singolare vena di immoralità culturale. La teoria afferma che la maggior parte degli ebrei moderni discende da convertiti cartaginesi/fenici, che iniziarono a convertirsi all'ebraismo dopo la distruzione romana di Cartagine nel 146 a.C. Se questo è vero, le implicazioni vanno ben oltre la genealogia.
 
 
Breve riassunto della teoria cartaginese
 
Per chi non ha letto l'articolo, la teoria cartaginese risolve perfettamente uno strano enigma riguardo alle origini ebraiche moderne. Unz riassume l'enigma come segue:
 
 

La maggior parte degli esperti tradizionali sembra ammettere tranquillamente che Sand aveva ragione nel sostenere che, al tempo dell’Impero Romano, la stragrande maggioranza degli ebrei che vivevano lungo le rive del Mediterraneo erano probabilmente di stirpe convertita, con pochi antenati tra gli israeliti di Palestina. Eppure le prove genetiche dipingono un quadro molto diverso per le principali popolazioni ebraiche successive.

 

Come accennato, gli ebrei ashkenaziti sembrano discendere da maschi mediorientali che presero mogli europee nei secoli successivi alla caduta di Roma. Nel frattempo, anche gli ebrei sefarditi della Spagna musulmana sono di origine mediorientale, e sono stati la componente più ricca e numerosa degli ebrei per gran parte del Medioevo, prima della loro espulsione nel 1492 da parte di Ferdinando e Isabella. Quindi, se solo una piccola frazione di ebrei avesse radici in Palestina, sembra abbastanza strano che questi sarebbero diventati i progenitori sia della linea sefardita che di quella maschile ashkenazita. Le prove genetiche sembrano essere in conflitto con le forti prove letterarie e storiche.

 
 
Tutte queste prove apparentemente contraddittorie trovano però una sintesi nell'ipotesi cartaginese. I Cartaginesi/Fenici erano un popolo cananeo, strettamente imparentato con i Giudei, e quindi la differenza tra i due non potrebbe essere  rilevata dai nostri non sufficientemente precisi test genetici. Cartagine aveva anche un enorme impero di circa quattro milioni di persone, e quindi avrebbe fornito un'ampia fonte di convertiti in tutto il Mediterraneo. Dopo la distruzione di Cartagine da parte di Roma, i Cartaginesi sconfitti e apolidi avrebbero trovato la religione dei loro devoti cugini molto attraente, dato che profetizzava un messia che avrebbe salvato il loro popolo. I Cartaginesi erano anche noti per essere eccellenti mercanti e abitanti delle città, simili agli ebrei moderni, ma molto diversi dai contadini della Giudea. Come esamineremo di seguito, questa teoria collegherebbe anche gli ebrei moderni con gli antenati cananei dei Cartaginesi.
 
 
Popolo del Libro?
 
  • “E disse: «Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli».
 
  • Genesi 9:25
 
La Bibbia usa il termine "cananeo" per riferirsi alle tribù pagane indigene nella terra di Canaan (l'odierno Israele e Libano). La storia dei Cananei inizia con il loro omonimo, Canaan. La Bibbia racconta che il padre di Canaan, Cam, vide Noè nudo e lo raccontò ai suoi fratelli, invece di preoccuparsi di coprirlo. Come punizione, Noè maledisse Canaan in Genesi 9:25. I discendenti di Canaan si stabilirono nella terra di Canaan e vennero esecrati per aver praticato incesto, omosessualità, bestialità e sacrificio di bambini (Levitico 18). Alla fine, Dio comandò agli Israeliti di rimuoverli dalla parte meridionale della terra (l'odierno Israele). Mentre alcuni hanno l'impressione che i Cananei siano stati completamente annientati, la Bibbia afferma in Giudici 3 1:4 che ai Cananei nel nord (l'odierno Libano) fu permesso di sopravvivere perché i futuri israeliti potessero esercitarsi in battaglia.
 
Mentre la Bibbia chiama Cananei la gente di questa terra, i Greci attribuivano loro un nome diverso: Fenici. Cartagine fu fondata dai Fenici come colonia nel IX secolo a.C., [2] circa tre secoli dopo che gli studiosi moderni ritengono si sia verificato la cacciata dei cananei per mano degli israeliti. Tuttavia, ci sono poche ragioni per pensare che questi fenici/cartaginesi fossero altro che i discendenti diretti dei cananei biblici. Ephraim Stern, presidente dell'Istituto di archeologia dell'Università ebraica di Gerusalemme, ha affermato che i fenici erano i discendenti dei cananei dell'era biblica, alcuni dei quali furono costretti ad abbandonare la Palestina dagli israeliti intorno al 1200 a.C. [3]
 
Già si presenta un incredibile paradosso. Gli studiosi moderni riconoscono sommessamente che la stragrande maggioranza degli ebrei romani non abbia mai lasciato la Palestina, il che significa che i palestinesi moderni sono i discendenti più prossimi degli antichi israeliti. Altri hanno già sottolineato quanto sia paradossale che l'intero progetto sionista si giustifichi con l'affermazione che essi sarebbero i discendenti degli israeliti, mentre in realtà stanno espellendo i veri discendenti degli israeliti dalla terra santa.
 
La teoria cartaginese approfondisce ulteriormente questo già notevole paradosso. I coloni sionisti non sono solo un'entità straniera che attacca i veri israeliti, ma sono in realtà i discendenti del popolo che fu maledetto e del quale Dio ordinò esplicitamente l’allontanamento da quella terra, secondo le scritture in cui credono gli stessi sionisti religiosi. Hanno un legame con la terra santa, ma non è quella che vorrebbero.
 
Da una prospettiva cristiana, la storia del sionismo moderno è la storia di un popolo rancoroso che tenta di ribaltare il giudizio di Dio su di loro senza Cristo, e di un popolo cui è stato permesso di esistere solo per mettere alla prova gli Israeliti in combattimento. Questo finisce per rimanere vero teologicamente, nel senso che i Cristiani sono i nuovi Israeliti e le società cristiane sono dominate da organizzazioni ebraiche, ed è anche diventato di nuovo vero in senso letterale, perché i discendenti Israeliti sono ora fisicamente in combattimento con i discendenti Cananei nella Terra Santa.
 
 
Definizione dell'ebraismo moderno
 
Si ritiene comunemente che gli ebrei moderni siano seguaci dell'Antico Testamento, e che si differenzino dai cristiani solo per il loro rifiuto di Gesù come Messia. Le scritture ebraiche sembrano indicare chiaramente Gesù come Messia, ciò che ha provocato per secoli un senso di frustrazione nei cristiani, a causa del rifiuto ebraico di accettarlo. Tuttavia, gli studi del Prof. Israel Shahak hanno dimostrato che la moderna religione ebraica include un'ampia varietà di strane pratiche apparentemente pagane. Molti vi intravvedono una diffusa adorazione del diavolo, ma le origini cananee potrebbero fornire maggiori chiarimenti sull'essenza della moderna religione ebraica. Come abbiamo spiegato in precedenza, i cananei nella Bibbia indulgevano ad una serie di inquietanti pratiche pagane, tra cui il sacrificio di bambini. Si potrebbe essere tentati di pensare che tremila anni siano troppi perché rimanga un qualsiasi collegamento; forse la migrazione a Cartagine ha portato a un cambiamento significativo nella cultura cananea, o forse la distruzione di Cartagine e la conversione in massa all'ebraismo hanno portato a una revisione delle loro pratiche religiose. Tuttavia, la documentazione storica mostra che non è così. Nonostante la distanza tra Cartagine e la Fenicia, i Cartaginesi fenici mantennero un legame indissolubile con la loro religione nativa, e questo includeva la pratica del sacrificio dei bambini. Per molti anni si è dubitato che i Cartaginesi sacrificassero effettivamente i bambini, ma recenti scoperte hanno fornito prove schiaccianti del fatto che lo facessero. [4] Un articolo su Haaretz fornisce un utile riassunto:
 
 
“Sebbene si fossero dispersi nel Mediterraneo occidentale, i Fenici rimasero uniti dalle loro pratiche religiose. Per secoli, Cartagine inviò ogni anno una delegazione a Tiro per sacrificare al tempio del dio della città, Melqart. Nella stessa Cartagine, le divinità principali erano la coppia divina Baal-Hammon, che significa "Signore del Braciere", e Tanit, identificata con Astarte. La caratteristica più nota della religione fenicia era la pratica del sacrificio dei bambini. L'area attorno al Mediterraneo occidentale (Cartagine, Sicilia occidentale, Sardegna meridionale) è disseminata di sepolture di bambini sacrificati, ma in verità, la pratica era comune nelle città fenicie in tutto il Levante. Diodoro Siculo riferisce che nel 310 a.C., durante un attacco alla città, i Cartaginesi sacrificarono oltre 200 bambini di nobile nascita per placare Baal-Hammon.” [5]
 
 
Gli studi del Prof. Ariel Toaff dimostrano che questa pratica non è finita con la distruzione di Cartagine e che gli ebrei europei hanno praticato il sacrificio di bambini fino al Medioevo. L'esistenza del sacrificio di bambini cartaginese supporta fortemente i resoconti del sacrificio di bambini cananeo nella Bibbia, così come la ricerca del Prof. Toaff, e mostra un legame significativo tra l'ebraismo rabbinico e il paganesimo cananeo.
 
Un'altra continuità intrigante è il ruolo di Saturno nella cultura ebraica. Lo storico Eusebio registra che la divinità suprema fenicia, El, fu deificata come la stella Saturno. Anche i Romani collegarono Saturno alla divinità suprema cartaginese, Baal-Hammon, forse anche perché Saturno mangiò i suoi figli nella mitologia romana.
 
Fonti ebraiche romane e medievali attestano che almeno una qualche forma di culto di Saturno/Baal-Hammon rimase anche dopo che la massa dei Cartaginesi si convertì all'ebraismo. Shlomo Sela, professore del Dipartimento di pensiero ebraico presso la Bar Ilan University, ha analizzato le opere di Abraham ibn Ezra, un importante commentatore ebreo medievale, che scrisse un lungo lavoro nel tentativo di difendere il legame tra gli ebrei e Saturno. Sela afferma che questo legame è "storicamente garantito in quasi tutte le fonti che sono state presentate più sopra per dimostrare la persistenza del legame Saturno-ebraismo dall'antichità fino al Medioevo. Pertanto, sia Tacito che Sant'Agostino affermarono che gli ebrei fecero del Sabbath il loro giorno di riposo per onorare o adorare Saturno".[6]
 
Affinché nessuno possa pensare che si trattava solo di propaganda romana o cristiana, Sela afferma anche: "Il fatto che la società ebraica del periodo talmudico riconoscesse la stessa associazione è dimostrato dal fatto che il Talmud babilonese (Shabbat 156a) si riferisce a Saturno come Shabbetai, cioè la stella dello Shabbat (sabato)".[7] Lo stesso Ibn Ezra non negò che lo Shabbat (Sabato) fosse correlato a Saturno, ma sostenne in contrario che gli ebrei riposavano per proteggersi dall'influenza maligna di Saturno, che presumibilmente era più forte in quel giorno. Anche il giornale ebraico Forward ammette il collegamento, ma sostiene che gli ebrei diedero successivamente a Saturno il nome di Shabbat, semplicemente perché i Romani credevano che gli ebrei riposassero in onore di Saturno.[8]
 
Entrambe queste spiegazioni sollevano seri interrogativi. L'Antico Testamento afferma chiaramente e ripetutamente che Dio ha benedetto il giorno di Sabato e lo ha reso sacro, e che deve essere dedicato solo a Dio (Esodo 20:8-11). Se gli ebrei devoti riposano per Saturno, anche se dobbiamo credere che sia per proteggersi da Saturno, questo sarebbe quantomeno religiosamente errato. Insieme a ciò, si potrebbe pensare che gli ebrei pii sarebbero profondamente offesi dall'accusa romana di aver dedicato il Sabato a una divinità pagana maligna e avrebbero strenuamente resistito a tale collegamento dati i severi avvertimenti scritturali contro l'adorazione degli idoli. Invece, sembra che non abbiano avuto problemi a chiamare Saturno "la stella del Sabato", mettendo in dubbio che i romani si sbagliassero su questo.
 
Considerando che gli ebrei hanno resistito alla conversione al cristianesimo per duemila anni nonostante le enormi pressioni, e che usano perfino un segno “più” matematico diverso perché il nostro assomiglia troppo a una croce, un termine improprio in questo caso sembrerebbe una vera e propria svista.
 
Insieme alle prove storiche, il Prof. Shahak ha anche sottolineato qualcosa di interessante nel suo libro Jewish History, Jewish-Religion: The Weight of Three Thousand Years :
 
 
  • “Forse la più sacra formula ebraica, 'Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno', recitata più volte al giorno da ogni pio ebreo, può allo stesso tempo significare due cose contrarie. Può significare che il Signore è davvero 'uno'; ma può anche significare che un certo stadio nell'unione delle divinità maschile e femminile viene ottenuto o facilitato dalla corretta recitazione di questa formula.”
 
 
Quando ho letto questa analisi la prima volta, sono rimasto sconcertato e mi sono chiesto come una credenza così strana potesse essere finita nell'ebraismo moderno. Se si accetta l’ipotesi cartaginese, però, acquista un senso perfetto, perché i cartaginesi adoravano una coppia divina, il maschio Baal-Hammon e la femmina Tanit, come menzionato sopra.
 
Supponendo che la teoria cartaginese sia vera, le prove suggeriscono che la moderna religione ebraica è una sorta di ibrido tra il vero giudaismo della Torah e il paganesimo cananeo. Ciò non dovrebbe sorprendere, poiché i Fenici erano un popolo orgoglioso con un impero durato un millennio, ed erano probabilmente riluttanti a sottrarsi totalmente alla propria religione in favore di un’altra proveniente dai loro cugini contadini poveri. E spiega anche l’ostinato rifiuto di accettare il cristianesimo, che il resto dell'Impero romano (persino la Giudea) aveva adottato, a causa dei ricordi amari della conquista romana che consolidavano ulteriormente la loro ostinazione.
 
 
I farisei e la stella di Remfan
 
  • “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.”
 
  • Matteo 23:15
 
Al tempo del conflitto di Cristo con i farisei, quasi due secoli dopo la distruzione di Cartagine, la maggior parte delle conversioni cartaginesi era probabilmente già avvenuta. L'impatto di ciò su Gerusalemme fu probabilmente sostanziale, soprattutto data l'influenza che le popolazioni ebraiche moderne tendono a esercitare sulle aree urbane. L'Enciclopedia Britannica afferma che i convertiti divennero "sempre più numerosi in Palestina" durante questo periodo, e molti di loro "osservavano una o più pratiche ebraiche senza essere completamente convertiti".[9]
 
La preminenza dei farisei potrebbe essere stata essa stessa un esempio di questo impatto, perché si caratterizzavano in gran parte per la loro avversione nei confronti dell'influenza greca e la loro intensa attività di proselitismo all'estero, [10] quindi il loro movimento sarebbe stato strettamente legato ai convertiti cartaginesi che provavano avversione per il dominio della civiltà greco-romana. Il Prof. Shahak ha sottolineato come l'ebraismo moderno sia fissato sui rituali, a volte senza preoccuparsi se si adori Dio oppure Satana. Questa ossessione per il rituale rispetto alla sostanza è anche ciò che Gesù rimproverava ai farisei, e potrebbe essere la prova che essi erano scesi a compromessi con i loro nuovi alleati. Si può facilmente immaginare come i farisei possano avere avviato con buone intenzioni la loro missione di convertire le masse cartaginesi, ma le trovarono più ostinate di quanto sperato. Tentati dalla ricchezza e dal potere che questi potenziali nuovi convertiti avrebbero potuto portare loro, i farisei sostanzialmente fecero un patto faustiano con i cartaginesi, minimizzando le differenze di teologia ed enfatizzando i punti meno controversi, come i rituali superficiali e la speranza del Messia. Di conseguenza, il saturnismo cartaginese contagiò gradualmente i farisei e questa nuova religione sincretica li rese ostili a quel Messia che pure non avrebbe affatto rivitalizzato l'impero.
 
Un simile tragico errore sarebbe in realtà solo una rima della storia, perché l'Antico Testamento racconta molte storie di Israeliti traviati dai vicini pagani. Santo Stefano sembra alludere a questo nel suo discorso al Sinedrio (Atti 7), dove paragona le loro azioni a quelle degli Israeliti disobbedienti nell'Antico Testamento, compresi alcuni che decisero di adorare Moloch e Remphan al posto di Dio:
 
 
  • “Avete preso con voi la tenda di Mòloch, e la stella del dio Refàn, simulacri che vi siete fabbricati per adorarli! Perciò vi deporterò al di là' di Babilonia”.
 
  • Atti 7:43
 
 
Remphan (o Rephan) è il nome egizio di Saturno. [11] Stefano fa riferimento ad Amos 5:26 quando si riferisce alla stella di Remfan:
 
 
  • "E voi portavate il tabernacolo del vostro Moloch, e le figure de' vostri idoli, e la stella del vostro Dio, cose fatte da voi".
 
  • Amos 5:26
 
 
Chiun è il nome ebraico di Saturno e il Commentario biblico di Jamieson-Fausset-Brown su questo versetto afferma che Saturno era probabilmente rappresentato con un simbolo di stella: "Probabilmente c'era una figura di una stella sulla testa dell'immagine dell'idolo, per rappresentare il pianeta Saturno; quindi le "figure" richiamano la "stella" nella frase affiancata".[12] Sembra molto probabile che l'influenza cartaginese abbia portato ad un rinnovato uso di questo simbolo della stella di Saturno, e che sia ciò che ha spinto Santo Stefano a fare riferimento a questo versetto specifico.
 
Quando ci chiediamo che aspetto potesse avere questo simbolo a forma di stella, viene ovviamente subito alla mente la Stella di David. Non molti cristiani sembrano esserne a conoscenza, ma non c'è menzione nell'Antico Testamento di alcun tipo di "stella" di David, un simbolo a forma di stella per David, o qualsiasi altra cosa che potrebbe plausibilmente collegare David al moderno simbolo ebraico. [13] Le teorie sull'origine della Stella di David sono vaghe e variegate, ma la pagina della Jewish Virtual Library sull'argomento afferma curiosamente che "l'esempio più antico e indiscusso si trova su un sigillo del VII secolo a.C. trovato a Sidone".[14] Sidone era una delle principali città cananee/fenicie e il VII secolo a.C. è quello immediatamente successivo a quello in cui sarebbe vissuto il profeta Amos. [15]
 
La pagina afferma anche che fonti arabe ed ebraiche si riferivano all’esagramma come “il sigillo di Salomone” e che ciò collega il simbolo alla magia “giudeo-cristiana” primitiva come quella dell’opera magica del primo secolo [16], il Testamento di Salomone. In quest'opera non canonica, Dio dona a Salomone un anello inciso con una stella a cinque punte che gli consente di tenere a bada i demoni, e la storia termina con Salomone che adora Moloch e Remphan in cambio di sesso. Questa sembra essere la prima fonte documentaria per la Stella di David, che risale al periodo in cui visse Santo Stefano e che collega anche il simbolo a Saturno/Remphan.
 
Amos e Stefano si riferivano alla Stella di David, quando condannavano questo simbolo della stella di Saturno? Potremmo non essere mai in grado di confermarlo, ma dato che l'esempio più antico della Stella di David risale all'incirca all'epoca di Amos, in una grande città di adoratori di Saturno, e le sue prime apparizioni documentate la associano anche a Saturno all'epoca di Stefano, questo sembra altamente probabile. Sembra anche altamente probabile che l'influenza pagana cartaginese abbia avuto un ruolo nella corruzione ebraica che portò alla crocifissione di Cristo, proprio come l'influenza cananea provocò il disprezzo manifestato da Amos.
 
Ciò di cui mi occuperò ora sarà pura speculazione, e potrebbe sembrare stravagante, ma penso che derivi logicamente dalla fede cristiana. Se sei cristiano, credi che Dio abbia parlato e rivelato molte cose agli Israeliti nell'Antico Testamento, e credi anche che Satana sia reale e che interagisca con l'umanità almeno occasionalmente. Tenendo presente ciò, la Jewish Virtual Library segnala un motivo rivelatore dietro l'uso diffuso della Stella di David: "Il motivo principale dietro l'ampia diffusione del segno nel XIX secolo era il desiderio di imitare il cristianesimo. Gli ebrei cercavano un segno semplice ma efficace che "simboleggiasse" l'ebraismo, nello stesso modo in cui la croce simboleggia il cristianesimo". I cristiani hanno a lungo visto il sole come un simbolo naturale di Dio, e se Dio avesse creato un simbolo naturale di Satana, Saturno sarebbe stata una scelta logica. Saturno è il pianeta più distante dal sole di cui gli antichi fossero a conoscenza, ed è anche letteralmente incatenato dai suoi anelli. Nel 1981, la missione Voyager fece la straordinaria scoperta di una gigantesca tempesta esagonale sul polo nord di Saturno, qualcosa di cui gli antichi non potevano assolutamente essere a conoscenza, il che rende molto casuale il fatto che un esagramma abbia finito per rappresentare Saturno.
 
 
 
 
Nella mitologia greca, Saturno era stato incatenato da Giove, [17] ed è un'altra coincidenza, dato che gli antichi non erano a conoscenza degli anelli di Saturno. Satana rivelò aspetti di Saturno per indurre i Cananei all'idolatria? Quindi fece rivivere il simbolo da loro creato, così da poter contrastare la croce dopo la resurrezione di Cristo? Naturalmente si tratta di pura speculazione, ma si tratta di una serie di coincidenze su cui ritengo che qualsiasi cristiano credente debba riflettere.
 
Lungi dall'essere una semplice storia delle origini del popolo ebraico, la teoria cartaginese ricontestualizza migliaia di anni di relazioni cristiano-ebraiche e di storia biblica. I sionisti si troverebbero nelle vesti dei cattivi della loro stessa storia e gli ultimi tre millenni sembrerebbero il racconto della lotta continua tra il popolo di Dio e un malvagio culto saturniano. Piuttosto che il frutto della fedeltà verso le scritture ebraiche, che gli ebrei rabbinici affermano essere la ragione del loro rifiuto di Cristo, la vera ragione di tale rifiuto sembrerebbe piuttosto effetto di una corruzione pagana, combinata con un rancore imperituro contro Roma e la sua Chiesa, che ha rubato loro il loro impero nello stesso modo in cui gli israeliti li hanno banditi dalla loro patria. Roma che succede agli israeliti in questo modo fa della Chiesa romana il nuovo Israele. Invece di unirsi al nuovo Israele, gli ebrei cercano ancora quello vecchio, completamente ignari del fatto che non è mai stato nemmeno loro. Forse, con una migliore conoscenza delle loro origini, potrebbero finalmente trovare l'umiltà di porre fine al loro girovagare nel deserto.
 
 
Note:
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
[10] «L’ascesa dei farisei può essere vista, in un certo senso, come una reazione contro la più profonda ellenizzazione favorita dai sadducei, che erano alleati con gli asmonei filellenici»
 
“L'impegno nel proselitismo dei farisei nel fare proseliti è attestato nel Vangelo secondo Matteo (23:15), che afferma che i farisei avrebbero "attraversato mare e terra per fare un solo proselito".
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ossin pubblica articoli che considera onesti, intelligenti e ben documentati. Ciò non significa che ne condivida necessariamente il contenuto. Solo, ne ritiene utile la lettura

 

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