La finta rivoluzione iraniana è fallita
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La guerra in Medio Oriente, 11 febbraio 2023 - In una conferenza a domande e risposte con giornalisti stranieri ieri sera, l'analista strategico Dr. Mostafa Khosh-Cheshm ha riassunto la storia e lo stato attuale di quella che ha descritto come la guerra ibrida degli Stati Uniti contro l'Iran (nella foto, manifestazioni a Teheran celebrative del 44° anniversario della Rivoluzione Islamica in Iran)
Unz Review, 7 febbraio 2023 (trad.ossin)
La finta rivoluzione iraniana è fallita
Kevin Barrett
L'Impero era pronto a perdere su due fronti contemporaneamente, ma almeno abbiamo abbattuto quel Pallone cinese!
In una conferenza a domande e risposte con giornalisti stranieri ieri sera, l'analista strategico Dr. Mostafa Khosh-Cheshm ha riassunto la storia e lo stato attuale di quella che ha descritto come la guerra ibrida degli Stati Uniti contro l'Iran. Ha affermato che la campagna statunitense si è bloccata a causa dei contrattacchi e dei deterrenti riusciti dell'Iran, ma prevede una possibile escalation in nuovi campi di battaglia nonostante l'incapacità della parte statunitense di compiere progressi verso il raggiungimento dei suoi obiettivi.
L'apparente fallimento della guerra ibrida statunitense contro l'Iran, ispirata da Israele, arriva nel momento peggiore possibile per l'impero statunitense, che deve affrontare un'imminente catastrofe militare in Ucraina, come ha ammesso tardivamente anche il New York Times. Gli storici del futuro potrebbero guardare indietro alla decisione dei neoconservatori di prendere di mira contemporaneamente Russia, Cina e Iran come uno dei più grandi errori della storia, sulla scala di quelli analizzati in The March of Folly: From Troy to Vietnam di Barbara Tuchman. Scrivendo dello sciocco re goto Recared, che inavvertitamente aprì la Spagna alla conquista musulmana, Tuchman osserva che "per un sovrano contrastato da due gruppi nemici, è follia continuare a inimicarsi entrambi contemporaneamente" (p.16). Abbastanza vero; e quanto è più sciocco inimicarsi simultaneamente tre di questi gruppi!
L'errore più grande, dal punto di vista geostrategico, degli Stati Uniti è farsi nemico l'Iran. La Cina e, in misura minore, la Russia sono, a causa delle loro dimensioni e risorse, concorrenti alla pari le cui aspirazioni gli Stati Uniti hanno motivo di voler contenere. L'Iran, da parte sua, è un paese grande e importante dotato di notevoli risorse naturali e umane, ma non è un concorrente naturale degli Stati Uniti. Anzi, occupando una posizione strategica di fondamentale importanza al crocevia dell'isola mondiale Eurasia-Africa, ha storicamente sofferto dell'espansione verso sud della Russia. L'Iran e gli Stati Uniti avrebbero quindi tutte le ragioni per mantenere relazioni amichevoli e concludere accordi reciprocamente vantaggiosi. Il problema, dal punto di vista dell'Iran, è che gli Stati Uniti sembrano incapaci di concludere accordi reciprocamente vantaggiosi (e di attenervisi) rispettando la sovranità dei propri partner. Invece, annullano arbitrariamente ogni accordo che abbiano solennemente concluso e insistono aggressivamente nel soggiogare economicamente e militarmente altre nazioni, mentre esportano la propria decadenza sotto forma di ossessioni "woke" per la sessualità deviante, attacchi alle strutture familiari tradizionali, rivolte nichiliste finanziate da Soros contro ogni forma di autorità tradizionale e altri bizzarri feticci che il mondo non occidentale non intende accettare.
Secondo il dottor Khosh-Cheshm, gli Stati Uniti stanno attaccando l'Iran con una guerra ibrida su più fronti. Ha elencato i seguenti campi di battaglia:
Guerra di percezione. Gli Stati Uniti e i loro vassalli, in particolare l'Arabia Saudita, mantengono e finanziano generosamente i media di propaganda in lingua farsi, che lavorano in tandem con i media mainstream Mockingbird di proprietà dei sionisti per condurre una guerra psicologica contro l'Iran. Tra le loro mendaci operazioni di gestione della percezione, questi media armati hanno creato false impressioni secondo cui "gli iraniani si stanno ribellando contro il loro governo", il che ci porta alla seconda categoria:
Istigazione di rivolte/rivoluzioni colorate. La CIA e i suoi alleati (Soros, ecc.) tentano regolarmente di rovesciare i governi che non amano, fomentando rivolte e cercando di trasformarle in sanguinose guerre civili. Il trucco è trovare un modo per portare una folla in strada a protestare contro il governo preso di mira. È abbastanza facile creare una tale folla di "manifestanti" utilizzando agenti pagati (rent-a-mob) e trascinando i creduloni coi social media. (Si noti che quasi tutti i principali social media sono controllati dalla CIA, come ha rivelato Twitter Files). Una volta che una folla è scesa in strada, agenti pagati istigano alla violenza rompendo finestre, bruciando negozi, auto e stazioni di polizia, attaccando la polizia, e generalmente incitando al caos. Quando la polizia risponde cercando di controllare la folla e arrestare i colpevoli di violenza, cecchini sui tetti e/o infiltrati armati di pistole sparano sia alla polizia che ai manifestanti, incolpando le forze dell’ordine. Inoltre, gli attacchi con i coltelli alla polizia sono una nuova strategia che sembra la CIA stia sperimentando in Iran. 60 agenti di polizia sono stati assassinati dai reclutati dalla CIA in tre mesi, usando le armi che Mike Pompeo si vantava di contrabbandare ai terroristi sostenuti dagli Stati Uniti in Iran. Secondo il dottor Khosh Cheshm, i manifestanti che affrontavano la polizia venivano spesso colpiti alle spalle con pistole con silenziatore. Altri passanti occasionali estranei alle proteste, a volte a sei o più isolati di distanza, sono stati assassinati dagli stessi professionisti dell'Operazione Gladio addestrati dalla CIA. I resoconti dei media occidentali hanno falsamente accusato di questi omicidi la polizia iraniana. «Si chiama 'avere il suo costo', ha spiegato il dottor Khosh Cheshm. Il numero di vittime effettive degli scontri è stato assai inferiore, ma è cresciuto molto a causa di quelle prodotte dagli agenti di Gladio, dando l’impressione di una stravagante repressione governativa, quando in realtà, ad essere stravagante, è piuttosto la moderazione del governo di fronte all'assassinio da parte dei terroristi della CIA di 60 manifestanti in tre mesi.
La vera campagna antisommossa della CIA in Iran è stata clamorosamente infruttuosa. Il picco dei "manifestanti" non ha mai superato le 600 persone, mentre cortei molto più numerosi hanno sostenuto il governo. (La commemorazione annuale dell'anniversario della rivoluzione islamica, compresa quella di questo fine settimana, attira sempre milioni di persone). Ma le proteste organizzate dalla CIA in dozzine di città iraniane, nonostante abbiano attirato folle ridotte, hanno fornito immagini, citazioni sonore e altro foraggio per la guerra inventata dai media.
L'Iran è vulnerabile a queste tattiche perché si fa in quattro per proteggere il diritto di protestare pacificamente. Sotto il regime dello Shah, uomo della CIA, le proteste vennero bandite e sistematicamente represse con estrema violenza dalla polizia e dai soldati. I manifestanti venivano trascinati nelle camere di tortura costruite dalla CIA e torturati da torturatori addestrati dalla CIA. La Repubblica islamica ha reagito a questa triste storia sancendo nella costituzione il diritto di protestare. Quindi le proteste sono frequenti in Iran, e lo sono sempre state dal 1979. La normalità delle proteste rende più facile per la CIA portare nelle strade folle di almeno qualche centinaio di persone, molte delle quali sinceri manifestanti ingannati dalla propaganda dei social media, per fornire copertura alla violenza degli agenti dell'Operazione Gladio.
Il governo iraniano ha neutralizzato la rivoluzione colorata della CIA principalmente attraverso la flessibilità e la misericordia (sebbene la "guerra iraniana al terrore" abbia sfortunatamente incluso un certo grado di violenza extragiudiziale come sempre accade in questi casi). Diversi mesi fa il governo ha ordinato alla polizia di interrompere l'applicazione dell'hijab obbligatorio, e ora è normale vedere alcune donne in pubblico con i capelli completamente scoperti. Ma la stragrande maggioranza, ben oltre il 90%, si copre ancora il capo, dimostrando che non c'è un sostegno di massa per la campagna anti-hijab della CIA.
L'approccio di “misericordia e flessibilità” del governo include anche l'annuncio di lunedì del Leader Supremo che ha concesso la grazia a decine di migliaia di prigionieri, una frazione dei quali sono manifestanti. Tutti i manifestanti, tranne gli agenti e i terroristi pagati dalla CIA-Soros, vengono perdonati, insieme a un numero molto maggiore di criminali comuni. Vale la pena notare che i resoconti dei media occidentali sui manifestanti giustiziati sono false dichiarazioni. In realtà, i "manifestanti" giustiziati erano assassini che hanno accoltellato o sparato agli agenti di polizia. Le loro esecuzioni sono arrivate dopo condanne per omicidio.
Finanziare gruppi terroristici separatisti. Accanto ai movimenti di protesta artificiali incentrati sul velo e sulle questioni economiche, gli Stati Uniti, i sauditi e gli israeliani hanno armato, finanziato e incitato i terroristi separatisti in Kurdistan e specialmente nel Khuzestan di lingua araba. Quest'ultima regione ospita gruppi in stile ISIS indottrinati, reclutati e pagati dai sauditi per creare il caos. Sebbene rappresentino un problema e una tragedia per le singole vittime e le loro famiglie, questi gruppi sono troppo piccoli e il loro consenso è troppo limitato per dare un contributo decisivo alla guerra ibrida.
Guerre cibernetiche. Gli Stati Uniti e Israele, non necessariamente in quest'ordine, hanno lanciato quelli che il Dr. Khosh Cheshm chiama “vasti attacchi informatici” alle infrastrutture dell'Iran. La scorsa primavera sono state prese di mira dozzine di entità iraniane. Poco dopo, l'intero database del governo albanese "è svanito nel cloud". Al suo posto è apparso un messaggio: “Noi amiamo il popolo albanese, ma il MEK (il più grande gruppo terroristico anti-Iran sostenuto dagli Stati Uniti) sta facendo terrorismo informatico e fisico. Siamo spiacenti che i tuoi dati siano stati rimossi”. La NATO ha minacciato ritorsioni ma non ha fatto nulla di efficace. Nel frattempo Israele lancia regolarmente attacchi informatici contro l'Iran, ma la capacità dell'Iran di reagire e la sua crescente capacità di sviluppare software propri quasi inattaccabili, ha limitato l'efficacia della guerra informatica contro l'Iran.
Ingerenza in valuta estera. il governo degli Stati Uniti e gli oligarchi che lo gestiscono, in particolare persone come George Soros, sono esperti nell'attaccare il valore delle valute delle nazioni prese di mira. Hanno avuto solo un modesto successo minacciando attacchi di questo tipo, che infliggono dolore economico agli iraniani medi, nel caso l’Iran rifiutasse di arrendersi nei negoziati con gli Stati Uniti.
Assassini. un numero significativo di scienziati e funzionari governativi iraniani è stato assassinato, principalmente dal Mossad israeliano, ma anche dagli Stati Uniti, come nel caso del generale Soleimani. La politica dell'Iran è normalmente una vendetta occhio per occhio. Ad esempio, in risposta all'assassinio del massimo fisico iraniano Mohsen Fakhrizadeh, lo scienziato missilistico israeliano Aby Har-Even, fondatore e capo dei programmi missilistici e spaziali israeliani, "è morto per le ferite riportate quando i rivoltosi hanno incendiato l'Efendi Hotel (di proprietà dell'agenzia aerospaziale israeliana) al culmine della violenza arabo-ebraica” (nel maggio 2021, ndt) secondo il Times of Israel. Le cento esatte coltellate che hanno posto fine alla vita di Har-Even hanno inviato un messaggio sullo smodato assassinio di Mohsen Fakhrizadeh da parte di Israele e la minaccia di Netanyahu contro l'Iran di "omicidi con mille pugnalate". Si noti che tali presunti omicidi iraniani sono negabili e non sono stati pubblicizzati da nessuna delle due parti.
Nel caso del generale Soleimani, l'Iran ha organizzato una vendetta su più fronti, cominciata con il noto attacco missilistico alla base statunitense di Ain al-Assad, in Iraq; ha minacciato l'assassinio di tutti i principali funzionari statunitensi coinvolti nell'omicidio, mettendo taglie su tutte le loro teste (inclusa una taglia di un milione di dollari su Trump); e la finale eliminazione dell’entità sionista che occupa la Palestina e l'espulsione degli Stati Uniti dalla regione.
Sabotaggio. Dopo il secondo attacco israeliano all'impianto nucleare iraniano di Natanz, il centro del programma di missili balistici israeliani è misteriosamente esploso. Il fungo atomico era visibile a chilometri di distanza. Un leader israeliano del programma è stato menzionato dai media per avere implorato "per favore smettetela, stiamo perdendo più degli iraniani". Quella storia dei media era in realtà un messaggio segreto che chiedeva una tregua all'Iran.
Guerra dei trasporti. Gli Stati Uniti e in particolare Israele sono intenzionati a interrompere le esportazioni di petrolio dell'Iran e hanno attaccato e sequestrato varie navi iraniane e persino navi non iraniane sospettate di trasportare petrolio proveniente dall'Iran. L'Iran ha risposto, come di consueto, con rappresaglie occhio per occhio. Ad esempio, dopo che una di queste navi è stata sequestrata al largo delle coste greche la scorsa primavera, l'Iran ha sequestrato due navi greche, che sono state trattenute fino al rilascio della nave iraniana. La capacità dell'Iran di reagire ha portato a un cambio di tattica: ora si tenta di corrompere i capitani perché non rispettino gli accordi di consegna. Ma quasi nessuno accetta, forse perché non vale la pena farsi nemico l'Iran per tutta la vita.
Sanzioni/Pressione economica. L'Iran è sepolto sotto strati su strati di sanzioni e ha risposto imparando a eluderle. Durante lo scorso anno, praticamente tutto il mondo, con l'eccezione di una manciata di vassalli statunitensi ultra compiacenti, si è unito al gioco dell'elusione delle sanzioni, grazie alle controproducenti sanzioni alla Russia. Molti chiedono consiglio all'Iran. Sebbene le sanzioni abbiano influenzato negativamente l'economia iraniana, non sono riuscite nemmeno lontanamente a danneggiarla abbastanza gravemente.
Fare pressioni sull'AIEA ONU e su altri organismi internazionali. Gli Stati Uniti stanno facendo pressioni sull'AIEA perché accusi l’Iran di non rispettare gli accordi e lo deferisca all'ONU. Ma una simile procedura richiede due anni. Mentre basterebbero solo due mesi per ottenere obiettivi simili invocando il processo di attivazione dell'accordo nucleare JCPOA. Quindi, ancora una volta, gli Stati Uniti stanno cercando di aumentare la pressione psicologica sull'Iran, ma non hanno i mezzi per realizzare i propri desideri
Accordi di Abramo. Gli Stati Uniti hanno tentato di intensificare la pressione sull'Iran armando i firmatari arabi dei cosiddetti Accordi di Abramo, un falso piano di pace Palestina-Israele che è disprezzato praticamente dall'intera popolazione della regione. Non solo il pubblico arabo è fortemente pro-Palestina, come ha dimostrato la Coppa del Mondo di quest'anno a Doha, ma anche la presunta leadership araba filo-sionista sta voltando le spalle agli USA. Il leader saudita Bin Salman, ad esempio, si è rifiutato di rispondere alle telefonate di Biden e Blinken, ha umiliato Biden trattandolo come un "ospite di seconda classe" e in generale ha chiarito che l'Arabia Saudita non accetta più ordini dagli USA.
Fallimento della guerra ibrida
La guerra ibrida israelo-statunitense contro l'Iran è in fase di stallo, mentre l'Iran contrasta gli aggressori in una situazione di stallo su ogni campo di battaglia. L'Iran ha inviato con successo il messaggio: "Per ogni ferita che infliggi, ci vendicheremo con un equivalente o peggio". Di conseguenza, gli Stati Uniti non sono in grado di costringere l'Iran al tipo di accordo che vorrebbero: un rinnovato "JCPOA" che non fornirebbe all'Iran alcun significativo alleggerimento delle sanzioni. Gli USA vogliono che la promessa sospensione delle sanzioni duri solo tre anni, dopodiché verrebbero ripristinate se l'Iran non accettasse le richieste statunitensi che nulla hanno a che vedere col programma nucleare. Dal momento che nessuna società statunitense o europea investirà in Iran a meno che non gli venga garantito un lasso di tempo di due o tre decenni senza sanzioni, la proposta degli Stati Uniti così com'è non aiuterà l'economia iraniana e quindi non offre all'Iran alcun incentivo ad aderire.
Quindi lo scopo della guerra ibrida è quello di mettere in ginocchio l'Iran e infine costringerlo a smantellare il suo programma missilistico (non nucleare), abbandonare i suoi legami con gli alleati dell'Asse della Resistenza, e quindi compromettere profondamente la sua sicurezza nazionale e la sua sovranità. Per l'Iran, ovviamente, questo sarebbe un fallimento. L'Iran sarebbe felice di conformarsi all'originale JCPOA, limitare severamente il suo programma nucleare, civile al 100%, ed ottenere una vera attenuazione delle sanzioni. Ma questo non è abbastanza per gli Stati Uniti guidati dai sionisti. Perché no? La vera questione di fondo è l'impegno dell'Iran per la liberazione della Palestina. Finché l'Iran sarà al fianco dei Palestinesi, gli Stati Uniti, dominati dagli oligarchi sionisti, faranno tutto il possibile per ostacolare l'Iran e alla fine soggiogarlo e renderlo schiavo.
Ora che la guerra ibrida contro l'Iran si è arrestata, proprio mentre la guerra contro la Russia attraverso l'Ucraina è prossima al collasso, l'Impero potrebbe essere tentato dall’idea dell’escalation. Non c'è da stupirsi che il capo delle Nazioni Unite António Guterres abbia appena avvertito che la terza guerra mondiale potrebbe iniziare.
Il problema è che l'Iran, come la Russia, può resistere a qualsiasi possibile escalation. Proprio come i russi hanno una forte parità nucleare con gli statunitensi, l'Iran ha una formidabile "opzione nucleare" non nucleare: chiudere il traffico di petrolio dal Golfo Persico. Con la sua marina facilmente manovrabile, una costa montuosa disseminata di formidabili missili anti-nave e la capacità di abbattere facilmente (plausibilmente negando, o anche ammettendo) i moli di Ras Tanoura, l'unico porto in acque profonde dell'Arabia Saudita, l'Iran può far saltare in aria l’economia mondiale ogni volta che vuole. Oltre ad una simile “opzione nucleare” non nucleare, l'Iran ha nel mirino tutte le installazioni militari statunitensi nella regione e può devastare Israele con i suoi razzi, in risposta alle escalation nemiche. Ne consegue che l’esito della esperta simulazione di una guerra USA-Iran da parte di Atlantic Magazin del 2004, con la vittoria dell’Iran, è ancora oggi valido.
La mossa intelligente sarebbe che gli Stati Uniti interrompessero la loro guerra ibrida. Per farlo, però, dovrebbero liberarsi dei neocon al potere e riformulare radicalmente le loro politiche. Potrebbe essere più facile a dirsi che a farsi. Ma l'unica alternativa è scrivere un nuovo capitolo per la prossima edizione de The March of Folly.
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