Le Journal Hebdomadaire, n.418


Una strategia stupida


di Aboubakr Jamai

 

Quello che le autorità marocchine hanno fatto all’attivista saharawi Aminatou Haidar è illegale, immorale e stupido. Illegale perché contravviene al Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, che il Marocco ha debitamente firmato e ratificato. Questo patto stabilisce che “nessuno può essere arbitrariamente privato del diritto di entrare nel suo proprio paese” (Articolo 12, comma 4). Immorale perché il regime allontana, contro la sua volontà, una donna dal luogo dove ella e i suoi antenati sono sempre vissuti. Separiamo una madre di famiglia dai suoi due figli. E qui bisogna che noi ci fermiamo un momento a riflettere su noi stessi. Che tipo di nazione siamo? Su quali principi si fonda il nostro contratto sociale? Che tipo di paese vogliamo lasciare ai nostri figli? Le nostre legittime ambizioni sul Sahara possono essere coronate solo a prezzo di sacrificare i nostri principi? Solo a prezzo di ledere i diritti dell’uomo, di quelli che non sono d’accordo con noi? Questo conflitto alla Corneille, tra l’integrità territoriale del nostro paese ed i valori che consideriamo nostri, è un conflitto apparente. Al contrario la nostra vittoria in questa lotta è strettamente legata al rispetto dei diritti dell’uomo, delle libertà religiose, di espressione e di associazione proprio di coloro che non condividono le nostre posizioni sulla questione del Sahara. Ed è proprio qui che questa “applicazione” del discorso del Re del 6 novembre è stupida. Pericolosamente stupida. Questa ennesima spacconata danneggia gli interessi del paese. Aminatou Haidar e i suoi amici attivisti reclamano il diritto dei Saharawi all’autodeterminazione. Se partiamo dal principio che non si può indefinitamente forzare una popolazione ad accettare una sovranità che rifiuta, occorre quindi adottare una strategia che incoraggi i Saharawi ad accettare la loro appartenenza alla Nazione marocchina. In altre parole, non sono gli indipendentisti saharawi a minacciare gli interessi del Marocco, quanto l’adesione di un gran numero di Saharawi alle loro idee.  La stupidità nel comportamento delle autorità sta nel fatto che, violando i diritti fondamentali degli indipendentisti, si promuove l’idea di indipendenza. La strategia della Signora Haidar e dei suoi amici è di convincere i Saharawi che il loro avvenire sarà migliore in uno Stato indipendente, piuttosto che sotto la sovranità marocchina. Mostrando la faccia cattiva del nostro modo di governare, non facciamo altro che confermare i loro argomenti. Noi vinceremo questa sfida solo quando saremo capaci di offrire un avvenire migliore di quello proposto dagli indipendentisti. Ed è quello che non facciamo. Di chi la colpa? Di noi tutti. Gli errori a ripetizioni, certo, sono tipici dei regimi che considerano degradante il fatto di assumersi la responsabilità dei propri atti. Ma questa governance “a stile libero” è stata possibile solo in ragione del fatto che le nostre élite sono troppo corrotte, troppo vigliacche o semplicemente troppo rinunciatarie per chiedere conto al Governo dei propri atti. Essere patriota, significa, se necessario, anche criticare la politica del regime nello spinoso dossier del Sahara. Oggi il nostro collettivo chiudere gli occhi sugli errori del regime danneggia il nostro comune obiettivo di assicurare la sovranità marocchina sul Sahara occidentale.


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