La complicità della Francia
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L’Expression, 5 maggio 2010
Parigi accusa Ban Ki-moon
di Mohamed Touati
“Il rapporto annuale del segretario generale dell’ONU sul Sahara Occidentale non faceva specifici riferimenti ad un controllo internazionale per il rispetto dei diritti umani”, ha dichiarato domenica il portavoce del ministero francese degli affari esteri
Il Consiglio di sicurezza, stando alla “messa a punto” fornita da Bernard Valéro, non avrebbe fatto altro che seguire alla lettera il rapporto di Ban Ki-moon. Il comunicato del ministero francese degli affari esteri rappresenta infatti una risposta alle critiche del presidente saharawi che aveva denunciato senza mezzi termini il ruolo negativo giocato dalla Francia nel conflitto del Sahara Occidentale. La Francia si è soprattutto opposta all’allargamento delle prerogative della Missione delle Nazioni Unite per l’organizzazione di un referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO). Ha contrastato con forza la rivendicazione saharawi di dotare la Minurso di poteri di sorveglianza sul rispetto dei diritti dell’uomo. “Un paese culla dei diritti dell’uomo, che non più tardi di ieri (il 30 aprile) in seno al Consiglio di sicurezza si è fatto avvocato dell’occupante per difendere le violazioni dei diritti umani da parte del Marocco in Sahara Occidentale”, aveva dichiarato Mohamed Abdelaziz, all’indomani dell’adozione della risoluzione 1920 da parte del Consiglio di sicurezza. E come per giustificarsi, il portavoce del Quai d’Orsay ha tenuto a precisare che la nuova risoluzione, denunciata dal presidente della Rasd perché trascura i diritti dell’uomo, contiene di fatto “un appello alle parti perché rispettino i loro impegni internazionali in relazione alla dimensione umana di questo conflitto”. Una ben magra consolazione per il Fronte Polisario, che reclamava la messa in opera di un meccanismo di supervisione sul rispetto dei diritti dell’uomo.
Una quarantina di prigionieri politici marciscono nelle galere marocchine e il loro stato di salute si deteriora giorno dopo giorno. Sei militanti per i diritti dell’uomo sono stati incarcerati al loro ritorno, il 13 ottobre 2009, da una visita effettuata nei campi profughi di Tindouf… Questa superamento di ogni limite, e la repressione esercitata dalle forze di occupazione marocchine, non sono un punto di vista. Sono di pubblica notorietà e regolarmente denunciati da ONG e da organizzazioni di difesa dei diritti umani. “La comunità internazionale deve dotarsi di mezzi per proteggere la popolazione civile saharawi,
ampliando il mandato della Minurso alla sorveglianza effettiva sul rispetto dei diritti dell’uomo e imponendo al regno del Marocco di rispettare, sia sul territorio metropolitano che in Sahara occidentale, gli impegni internazionali assunti”, ha dichiarato in un comunicato, l’11 marzo 2010, l’ONG francese degli amici della Rasd (Aarasd). Un appello cui è rimasto sordo il Consiglio di sicurezza con la benedizione della Francia. “Come l’ONU, noi abbiamo considerato un progresso la proposizione di autonomia depositata dai Marocchini sul tavolo del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon”, ha confidato il ministro francese degli affari esteri Bernard Kouchner, nel corso dell’ultima audizione davanti alla commissione esteri di palazzo Bourbon. Il sostegno del governo francese al progetto marocchino di larga autonomia dei territori occupati del Sahara occidentale muterà qualcosa nella lotta del popolo saharawi? “La posizione assunta dalla Francia non può che prolungare nel tempo la tragedia del popolo saharwi, senza però intaccare la sua determinazione a lottare per difendere il diritto legittimo all’autodeterminazione e all’indipendenza”, ha assicurato il segretari generale del Fronte Polisario. E allora, in mancanza di tordi bisognerà mangiare merli? E’ molto probabile che la sortita mediatica della diplomazia francese, che copre il senso di colpa per il partito preso in favore della proposta marocchina, non resterà a lungo senza appropriata risposta.