Le radici naziste del conflitto ucraino
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Consortium News, 28 gennaio 2016 (trad.ossin)
Le radici naziste del conflitto ucraino
Jonathan Marshall
Pochi Statunitensi sono al corrente dell’orribile storia che si cela dietro i movimenti neo nazisti che hanno acquisito un peso preponderante nell’attuale regime ucraino sostenuto dagli USA. La propaganda occidentale presenta l’estrema destra come i « bravi ragazzi » contro i « cattivi ragazzi » russi, come spiega Jonathan Marshall in un articolo che risale a due anni fa, ma che è ancora attualissimo
L’ultimo numero della rivista Foreign Policy, una delle più importanti riviste nel suo campo, dedica due pagine di fotoreportage a « quello che c’è da vedere, fare e comprare » a Lviv, una pittoresca città dell’ovest dell’Ucraina. « In mezzo alla tormenta che ha scosso l’Ucraina negli ultimi due anni » l’articolo racconta animatamente la « Lviv [che] ha fermamente resistito come un bastione della cultura nazionale, della lingua e dell’identità ».
E’ uno dei modi di dirlo. L’altro, meno caritatevole, è quello di sottolineare che Lviv è da quasi un secolo il luogo del nazionalismo ucraino estremo, generatore di movimenti terroristi, di un antisemitismo arrabbiato e di organizzazioni politiche schiettamente filo naziste che continuano a inquinare la vita politica del paese.
Sulle belle strade acciottolate, ammirate oggi dai turisti, è colato il sangue dei quasi 4.000 ebrei massacrati dagli abitanti nel 1941, durante l’occupazione nazista. Guidati dall’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN), un’organizzazione radicale, il cui fondatore e capo in tempo di guerra viene considerato oggi un eroe nazionale da molti suoi compatrioti.
Il 28 aprile 2011, 68° anniversario della formazione di una divisione Waffen-SS ucraina, centinaia di persone hanno sfilato a Lviv, col patrocinio di alcuni consiglieri municipali, scandendo slogan come « Una razza, una nazione, una Patria ! ».
Due mesi dopo, gli abitanti hanno celebrato il 70° anniversario dell’invasione tedesca « come una festa popolare, dove famigliole al completo hanno sventolato bandiere durante una rappresentazione con delle uniformi delle SS », secondo il noto storico statunitense-svedese Per Anders Rudling.
Successivamente, nel corso dello stesso anno, alcuni deputati di estrema destra di una città vicina al distretto di Lviv « hanno rinominato una strada che era stata chiamata in epoca sovietica ‘via della Pace’, col nome del battaglione Nachtigall [l’usignolo], una unità nazionalista ucraina coinvolta nella strage degli ebrei del 1941, sostenendo che la ‘Pace’ è un ricordo degli stereotipi sovietici ».
Simili verità sgradevoli si ritrovano raramente nei media occidentali, ma sono importanti per almeno due ragioni. Aiutano a spiegare i recenti sconvolgimenti violenti e antidemocratici che hanno fatto dell’Ucraina il campo di battaglia di una nuova e pericolosa Guerra Fredda tra la NATO e la Russia. E dovrebbero indurre gli Statunitensi a riflettere sul contributo offerto dal loro paese all’estremismo politico recente in Ucraina, che risale all’epoca immediatamente successiva alla Seconda Guerra Mondiale, quando la CIA ha finanziato alcuni ex collaboratori nazisti per aiutare la destabilizzazione dell’Unione Sovietica.
Il gruppo rivoluzionario ultra nazionalista OUN è stato fondato nel 1929 per lottare contro la dominazione polacca e creare una Ucraina indipendente. Ha incendiato le proprietà terriere dei polacchi, saccheggiato quelle del governo per procurarsi fondi e assassinato decine di intellettuali e funzionari, compreso il ministro polacco dell’Interno, nel 1934.
Una fazione ancora più radicale, nota col nome di OUN-B, ha operato una scissione nel 1940, sotto la guida di un giovane energumeno, Stepan Bandera, che aveva studiato a Lviv. Godeva, durante la Seconda Guerra Mondiale, del sostegno di un funzionario della polizia segreta collegata alla Gestapo, Mykola Lebed. Lebed, era stato in precedenza condannato con Bandera dalle autorità polacche per l’uccisione del loro ministro dell’Interno, e diventerà tristemente noto per il suo coinvolgimento nella tortura e nell’omicidio degli ebrei durante la guerra.
L’OUN-B di Bandera ha collaborato strettamente col servizio di informazione tedesco per l’estero, l’Abwehr, allo scopo di formare una legione ucraina sotto comando tedesco. Il 30 giugno 1941, solo pochi giorni dopo l’invasione da parte di Hitler dell’URSS, l’OUN-B dichiarava uno Stato ucraino indipendente, con Lviv come capitale. Lebed è stato ministro di Polizia nel governo di collaborazione.
Nei giorni seguenti, il battaglione Nachtigall dell’OUN-B e i suoi simpatizzanti civili sembra abbiano abbattuto diverse migliaia di ebrei e di intellettuali polacchi per poi spostarsi e raggiungere le forze tedesche sul fronte Est. A Lviv, altri 3.000 ebrei venivano subito dopo assassinati da uno squadrone della morte SS fuori dalle mura cittadine. Le pubblicazioni dell’OUN hanno definito questi come « giorni esaltanti ».
Benché l’OUN, in una lettera indirizzata ad Adolf Hitler, avesse aderito ufficialmente al « consolidamento del nuovo ordine etnico nell’Europa dell’Est » e alla « distruzione dell’influenza sediziosa giudaico-bolscevica », il capo nazista non soddisfò le loro ambizioni nazionaliste, fino a bandire l’OUN.
I Tedeschi arrestarono Bandera. La sua organizzazione entrò in clandestinità, formando l’Esercito insurrezionale ucraino (UPA). Le unità dell’UPA si sono occasionalmente scontrate coi Nazisti, molto più spesso hanno combattuto contro l’Armata Rossa, e si sono dati ad una « pulizia etnica » di migliaia di Polacchi e di ebrei. (Più raramente I membri dell’OUN hanno anche soccorso qualche abitante ebreo).
Hanno dunque ucciso decine di migliaia di compatrioti ucraini per poter dettare il futuro politico della regione. Molti membri dell’OUN si sono direttamente integrati nei gruppi della polizia e della milizia finanziati dalla Waffen-SS. Lo stesso Bandera venne liberato dai Tedeschi nel 1944, e fu rifornito di armi per resistere all’Armata Rossa che avanzava.
Dopo la guerra, l’OUN ha continuato la sua battaglia perduta per l’indipendenza. Le forze sovietiche hanno giustiziato, arrestato o deportato diverse centinaia di migliaia di membri, simpatizzanti o partigiani dell’UPA e dell’OUN. Bandera è stato eliminato dal KGB a Monaco nel 1959. Ma il nazionalismo di destra ha ottenuto un ritorno di popolarità dopo l’indipendenza ucraina nel 1990-1991, alimentata da quelli che erano emigrati in occidente ed erano rimasti fedeli all’OUN-B e alla memoria di Bandera.
In particolare la città di Lviv ha rilanciato il culto di Bandera. Nel 2006, ha sistemato la sua tomba in una zona particolare del cimitero comunale, dedicata alle vittime delle lotte di liberazione nazionale dell’Ucraina. Gli ha eretto una statua e istituito un premio in suo onore.
Infine, nel 2010, il presidente ucraino Viktor Juscenko (che ha preso il potere dopo la rivoluzione arancione sostenuta dagli Stati Uniti), ha fatto di Bandera un Eroe dell’Ucraina per « avere difeso le idee nazionali ed essersi battuto per uno stato ucraino indipendente ». Il Centro Simon Wiesenthal e altri gruppi antifascisti hanno criticato questa onoreficenza, un anno dopo annullato da un tribunale ucraino.
Una delle eredità di Bandera è stata la creazione del Partito social-nazionalista, di orientamento ultra nazionalista, a Lviv nel 1991.
« Come simbolo, venne scelta l’immagine del sedicente Wolfsangel, il chiodo uncinato già utilizzato da diverse divisioni delle SS e, dopo la guerra, da organizzazioni neo naziste, nota Rudling. Il partito ha messo su una guardia paramilitare e reclutato skinhead e hooligan ».
Nel 2004, ha assunto il nome di Svoboda e abbandonato i simboli SS: Tuttavia, il nuovo capo di Svoboda ha esaltato l’OUN e l’UPA per avere resistito contro « gli ebrei e l’altra feccia dell’umanità che volevano impadronirsi del nostro Stato ucraino ». E’ stato anche decorato da alcuni veterani di una divisione Waffen-SS ucraina e ha difeso la causa della guardia ucraina dei campi della morte, Ivan Demjanjuk. Il suo consigliere ideologico ha organizzato un gruppo di riflessione chiamato « Centro di ricerca politica Joseph Goebbels » nel 2005.
Svoboda è diventato il partito più grande a Lviv nel 2010 ed esercita oggi una forte influenza a livello nazionale. Ha ulteriormente esteso questa influenza alleandosi con altri partiti di estrema destra e con partiti fascisti in Europa.
Più importante, per capire l’attuale crisi tra Est e Ovest, il fatto che Svoboda abbia fornito molte truppe d’urto che hanno trasformato le manifestazioni di piazza Maidan a Kiev in scontri violenti con le forze dell’ordine, precipitate alla fine in un colpo di Stato contro il presidente Viktor Janukovyc, all’inizio del 2014. I leader di Svoboda hanno ottenuto posti importanti nel governo post Janukovyc, compreso quello di capo della Sicurezza nazionale.
I militanti di Svoboda di Lviv hanno giocato un ruolo importante nel colpo di Stato violento. In un articolo per Consortiumnews.com, il giornalista Robert Parry ha citato un « profilo di interesse umano » sul New York Times, di un manifestante ucraino di nome Iouri Martchouk, un leader di Svoboda di Lviv, che era rimasto ferito in piazza Maidan. Parry diceva:
« Senza alcuna… contestualizzazione, il Times menziona che alcuni militanti di Lviv hanno saccheggiato un deposito di armi del governo e spedito 600 militanti al giorno a battersi a Kiev. Martchouk ha anche raccontato come questi militanti bene organizzati in brigate paramilitari di 100 uomini ciascuna abbiano lanciato l’attacco fatidico contro la polizia il 20 febbraio, l’attacco nel quale Martchouk è rimasto ferito e nel corso del quale il numero di decessi è improvvisamente balzato a decine di manifestanti e una decina di poliziotti.
Martchouk ha detto poi di aver reso visita ai suoi camerati nella sede del municipio occupata. Quello che il Times non dice è che il municipio era decorato con bandiere naziste e perfino con una bandiera di battaglia dei Confederati, come un omaggio alla supremazia della razza bianca ».
La causa di Svoboda è stata difesa durante le manifestazioni del Maidan dal senatore repubblicano dell’Arizona, John McCain, che ha arringato la folla sotto insegne che celebravano Stepan Bandera. La presenza di McCain non era casuale. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il Partito Repubblicano ha stretto forti legami coi dirigenti in esilio filo nazisti dell’Europa dell’Est. Molti di loro sono stati reclutati e stipendiati dalla CIA e hanno beneficiato di deroghe legali segrete per emigrare negli Stati Uniti nonostante i loro crimini di guerra.
Per esempio, il collaboratore della Gestapo dell’OUN-B e assassino di massa Mykola Lebed si è trasferito in incognito negli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale. La CIA, che apprezzava l’aiuto dallo stesso fornito nell’organizzazione di movimenti di resistenza contro l’URSS, ha esercitato il suo diritto di veto sulle leggi per l’immigrazione anti naziste per legalizzare il suo soggiorno.
Identico aiuto è stato fornito dalla CIA al generale Pavlo Shandrouk, descritto dallo storico Christopher Simpson come « il capo del governo ucraino di collaborazione in esilio, governo creato dal ministro nazista Rosenberg nel 1944 ». Nonostante il suo passato filo nazista, ha ricevuto ricchi sussidi dalla CIA perché desse una mano alla realizzazione di reti di informazione contro l’Unione Sovietica dopo la guerra.
La CIA e il Pentagono hanno anche destinato milioni di dollari in armi e altri aiuti militari alla guerriglia ucraina anti-sovietica della fine degli anni 1940, nonostante si fossero macchiati di atrocità contro gli ebrei e altri civili.
Così conclude Simpson nel 1988 nel suo libro « Blowback » :
« Retrospettivamente, appare chiaro che la scelta della guerriglia ucraina è diventata il prototipo per centinaia di operazioni della CIA nel mondo, che hanno tentato di sfruttare il malcontento della popolazione per realizzare gli interessi politici degli Stati Uniti.
Invece di guadagnare consenso al nuovo movimento ‘democratico’, tutto dimostra che molte persone ordinarie in Ucraina si sono fidate sempre di più di quanto diceva invece il governo sovietico, convincendosi che anche gli Stati Uniti erano davvero nazisti e capacissimi di ricorrere a qualsiasi inganno e violenza, pur di raggiungere i loro obiettivi ».
Simpson osserva anche che l’aiuto fornito dalla CIA ai dirigenti ucraini filo nazisti e ad altri leader etnici dell’Europa dell’Est determinò la nascita di potenti lobbie politiche negli Stati Uniti, che predicavano politiche « liberatrici » radicali verso l’Unione Sovietica e le sue « nazioni prigioniere ». Un esempio è dato dal Blocco delle Nazioni anti-bolsceviche filo nazista, dominato dagli Ucraini, che ha goduto del sostegno del senatore Joseph McCarthy, oltre che di altri politici USA.
Simpson scrive:
« Prima della fine degli anni 1950, le attività delle organizzazioni estremiste europee di emigrati si combinavano con l’anticomunismo indigeno statunitense per produrre gravi effetti negativi sulla politica estera e interna degli Stati Uniti, sia dei governi democratici che repubblicani.
Le operazioni clandestine degli Stati Uniti che si sono avvalse di nazisti non hanno mai prodotto i risultati sperati, ma hanno contribuito a rafforzare certe tendenze, tra le più reazionarie della vita politica statunitense. Collaborando con lobbie private come il Consiglio di sicurezza statunitense pro-armamento, i leader delle nazioni prigioniere hanno agito come influenti provocatori, capaci di ostacolare importanti iniziative di pace Est-Ovest delle amministrazioni repubblicane e democratiche. Continuano, di fatto, a giocare questo ruolo ancora oggi ».
Simpson ha pubblicato questa forte osservazione prima dell’ultima crisi ucraina – precipitata in larga misura ad opera di estremisti di destra che si ispirano all’OUN – che ha sprofondato la NATO e la Russia in una serie di confronti militari ed economici che assomigliano alla guerra fredda di un tempo. Ma ancora oggi lo stimolo politico statunitense all’agitazione anti-russa in Ucraina riflette le politiche dell’epoca della Guerra Fredda, che ha forgiato una sporca alleanza tra gli Stati Uniti e gli assassini di massa nazisti.
Non leggerete questo nel New York Times, o nelle promozioni sdolcinate di Lviv nel magazine Foreign Policy. Ma è scritto con chiarezza nella storia che gli Statunitensi farebbero bene a studiare.