Gli Stati Uniti sono uno Stato canaglia
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Madanyia.info, 1° dicembre 2014 (trad. ossin)
Intervista di René Naba a Noam Chomsky
Gli Stati Uniti sono uno Stato canaglia
Noam Chomsky
“Gli Stati Uniti sono uno Stato canaglia, uno Stato aggressore e terrorista e, per l’Arabia Saudita, partecipare ad una coalizione anti-ISIS (Da’ech) assomiglierebbe al racconto di Alice nel paese delle meraviglie”
MIT Cambridge (MA) – L’uomo non si accontenta delle parole e i suoi ragionamenti colpiscono duro: gli Stati Uniti sono uno Stato canaglia e il giorno in cui l’Arabia Saudita parteciperà ad una coalizione contro Da’ech, il mondo vivrebbe in una situazione comparabile a quella di Alice nel paese delle meraviglie”. Il giudizio viene espresso dal linguista Noam Chomsky, uno degli intellettuali più influenti del pensiero critico statunitense, nel corso di una intervista rilasciata a René Naba, per il sito www.madaniya.info, il 17 ottobre 2014.
René Naba: L’ultima offensiva israeliana contro Gaza, nel luglio-agosto 2014, ha spezzato il mito della “purezza delle armi israeliane”, a causa della violazione delle leggi di guerra commesse dallo Stato ebraico. A termine, la fine del mito della purezza delle armi israeliane porrà fine alla impunità di Israele? Il fatto di considerarsi come uno Stato fuori legge non produrrà il risultato che Israele finirà con l’essere considerata dalla comunità internazionale come uno Stato che è fuori dal diritto internazionale?
Noam Chomsky: Il mito della purezza delle armi israeliane è tramontato da tempo. Ogni operazione israeliana di brutale violenza lo erode ancora di più. Gli Stati Uniti costituiscono l’ultimo bastione a difesa di Israele, nonostante che tra i giovani questo sostegno si eroda anche in USA.
René Naba: Gli Stati Uniti hanno optato per una strategia di “carbon democracy”, vale a dire l’appoggio ai regimi dittatoriali produttori di petrolio contro le legittime rivendicazioni dei popoli arabi. Se la “carbon democracy” ha garantito la sicurezza energetica degli USA e la loro espansione economica, garantirà anche la sopravvivenza della democrazia statunitense? Lei pensa che gli Stati Uniti debbano porre fine alle loro relazioni privilegiate con l’Arabia saudita e Israele, che sono i suoi migliori alleati in Medio oriente, ma anche paradossalmente i due paesi che pongono loro i maggiori problemi?
Noam Chomsky: L’espressione carbon democracy è ingannevole. E’ tutto carbon (energia) e niente democrazia. Dura da più di un secolo ed è cominciata quando l’economia si è innestata sull’energia.
(NDA: Carbon Democracy è un’espressione forgiata da Timothy Mitchell per definire il potere nell’era del petrolio. La “Democrazia del petrolio” indica la strategia statunitense diretta a preservare la sicurezza del proprio approvvigionamento energetico attraverso un’alleanza con i produttori di petrolio indipendentemente dal loro regime politico, ivi comprese le dittature, e l’ostilità degli USA verso gli Stati che si opponevano a questa politica, ivi compresi i paesi meno repressivi dei loro alleati)
René Naba: Il fatto che gli Stati Uniti siano alleati con due dei grandi Stati canaglia della zona, l’Arabia Saudita e Israele, non porta in sé il germe del deperimento del credito morale degli USA e quindi della loro leadership? Come spiega questa straordinaria tolleranza degli USA nei confronti di questi due paesi che li trascinano verso il basso? Un accordo tra Stati Uniti e Iran, sul modello della riconciliazione che vi è già stata col Vietnam, non potrebbe costituire un mezzo di pressione indiretto sulle due grandi teocrazie che sono l’Arabia Saudita e Israele, per spingerle a conformarsi di più alle norme internazionali?
Noam Chomsky: Un avvicinamento tra gli Stati Uniti e l’Iran sarebbe assai benefico per i due paesi e per tutta la regione. Però non credo che questo spingerebbe Israele e l’Arabia Saudita a rispettare il diritto internazionale per una ragione molto semplice: gli Stati Uniti stessi non lo rispettano e l'Iran non è piazzato molto meglio.
L’attitudine degli Stati Uniti ad affrancarsi dal Diritto Internazionale è impressionante. Prendete ad esempio il documento della CIA pubblicato dal New York Times nell’ottobre 2014, che elenca gli interventi statunitensi nel Terzo mondo, da Cuba al Nicaragua, all’Angola e alla Somalia. Si è trattato sempre di grandi operazioni terroriste e i soli commenti che hanno suscitato sono stati di pura forma – e non condanne radicali – sul modo migliore di renderle efficaci.
Immaginate un titolone della Pravda sulle azioni terroriste dei russi. Se una storia del genere fosse pubblicata sulla Pravda, solleverebbe grossi problemi. Ma quando sono gli Stati Uniti, nessuno se ne accorge. Io sono certo che in Francia nessuno l’ha notato, perché è evidente che gli Stati Uniti sono uno Stato canaglia che non rispetta il Diritto Internazionale e che non è possibile incriminarli.
In Occidente fatti del genere non sollevano problemi di carattere politico. Gli Stati Uniti sono uno Stato aggressore e terrorista che fa tutto quello che gli aggrada. Il Diritto Internazionale non è per loro altro se non un’amabile battuta. Questo stato di cose potrà cambiare solo se e quando vi saranno costretti dal loro popolo.
Messaggio ai democratici arabi
Noam Chomsky: Il messaggio è che debbono approfittare di tutte le opportunità, senza nutrire alcuna illusione, restando sempre attenti alla realtà delle cose. Che cosa possono fare attualmente i Curdi per proteggersi? Cercare tutte le opportunità per la loro autodifesa, ma tenere a mente il celebre proverbio curdo: Solo le montagne ci sono amiche”.
Gli Stati Uniti, la Turchia, l’Iran e Israele possono sembrare amici in occasioni particolari, quando la cosa coincida coi loro interessi. Possono indebolire i Curdi, se la cosa conviene loro, appena se ne presenti l’occasione e se ciò corrisponda alle loro preoccupazioni. La stessa cosa può accadere ai democratici siriani o a quelli egiziani. I democratici arabi devono andare avanti per la loro strada, analizzando razionalmente le opzioni possibili, senza mai accettare le illusioni.
René Naba: Si può dire che gli Stati Uniti siano stati un vivaio per i terroristi?
Noam Chomsky: Sì, è vero. Prendiamo ad esempio l’Arabia Saudita. Gli Stati Uniti sono loro fedeli alleati. Per il regno, partecipare alla coalizione anti ISIS somiglierebbe al racconto di Alice nel paese delle meraviglie. L’Arabia Saudita è il principale fondatore di questo gruppo: Che cosa significherebbe per essa fare parte di questa coalizione?
D’altra parte l’Iran, che ha interesse a combattere l’ISIS, non è autorizzato a farlo. Il PKK (partito dei lavoratori del Kurdistan, il cui capo, Abdallah Ocalan è in prigione in Turchia), che probabilmente guida la battaglia, viene attaccato sia dagli Stati Uniti che dalla Turchia.
Tutto ciò è un po’ surrealista.