ProfileLa guerra in Medio Oriente, 1°giugno 2024 - Il direttore del Mossad Yossi Cohen è personalmente coinvolto in un complotto segreto per fare pressione su Fatou Bensouda (nella foto) affinché abbandonasse le indagini sulla Palestina...    

 

The Guardian, 28 maggio 2024 (trad.ossin)
 
 
Il capo dello spionaggio israeliano ha "minacciato" il procuratore della CPI per l'inchiesta sui crimini di guerra
 
Harry Davies
 
 
Il direttore del Mossad Yossi Cohen è personalmente coinvolto in un complotto segreto per fare pressione su Fatou Bensouda affinché abbandonasse le indagini sulla Palestina, dicono le fonti
 
 
Cohen (a destra) è indicato come il "messaggero non ufficiale" di Netanyahu nell'operazione contro Bensouda (al centro). Composizione: Design Guardian
 
 
L'ex capo del Mossad, l'agenzia di intelligence israeliana per l’estero, avrebbe minacciato un procuratore capo della Corte penale internazionale nel corso di una serie di incontri segreti nei quali ha esercitato pressioni su di lei affinché abbandonasse un'indagine sui crimini di guerra, come rivela il Guardian.
 
I contatti segreti di Yossi Cohen con l'allora procuratore della CPI, Fatou Bensouda, hanno avuto luogo negli anni precedenti alla decisione di aprire un'indagine formale su presunti crimini di guerra e crimini contro l'umanità nei territori palestinesi occupati.
 
L'indagine, avviata nel 2021, ha raggiunto il culmine la scorsa settimana quando il successore di Bensouda, Karim Khan, ha annunciato di aver chiesto un mandato di arresto per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per crimini commessi a Gaza.
 
La decisione del procuratore di chiedere alla camera preliminare della CPI mandati di arresto per Netanyahu e il suo ministro della difesa, Yoav Gallant, insieme a tre leader di Hamas, è un evento che l'establishment militare e politico israeliano temeva da tempo.
 
 
Cohen (a destra) è stato nominato direttore del Mossad da Netanyahu nel 2016 dopo aver lavorato per diversi anni come suo consigliere per la sicurezza nazionale. Foto: Gali
 
 
Il coinvolgimento personale di Cohen nell'operazione contro la CPI ha avuto luogo quando era direttore del Mossad. Le sue attività sono state autorizzate ad alto livello e motivate dal fatto che il tribunale rappresentava una minaccia di procedimenti giudiziari contro il personale militare, secondo un alto funzionario israeliano.
 
Un'altra fonte israeliana informata sull'operazione contro Bensouda ha detto che l'obiettivo del Mossad era quello di compromettere il procuratore o reclutarla perché favorisse le richieste di Israele.
 
Una terza fonte che ha familiarità con l'operazione ha detto che Cohen stava agendo come "messaggero non ufficiale" di Netanyahu.
 
Cohen, che all'epoca era uno dei più stretti alleati di Netanyahu e sta emergendo oggi come una personalità politica a pieno titolo in Israele, ha guidato personalmente le operazioni del Mossad in una campagna quasi decennale del paese per ostacolare le indagini della Corte.
 
Quattro fonti hanno confermato che Bensouda aveva informato un piccolo gruppo di alti funzionari della CPI dei tentativi di Cohen di influenzarla, preoccupata per la natura sempre più persistente e minacciosa del suo comportamento.
 
 
Il procuratore della CPI chiede mandati di arresto per Netanyahu, Gallant e tre leader di Hamas – video
 
 
 
Tre di queste fonti erano a conoscenza delle rivelazioni formali di Bensouda alla CPI sulla questione. Hanno detto che ha rivelato che Cohen aveva fatto pressioni su di lei in diverse occasioni per convincerla a non procedere con un'indagine penale sul caso Palestina.
 
Secondo i resoconti condivisi con i funzionari della CPI, sarebbe stato lui a dirle: "Dovresti aiutarci e lasciare che ci prendiamo cura di te. Non farti coinvolgere in cose che potrebbero compromettere la tua sicurezza o quella della tua famiglia".
 
Una persona informata sulle attività di Cohen ha detto che aveva usato "tattiche spregevoli" contro Bensouda come parte di uno sforzo alla fine infruttuoso per intimidirla e influenzarla. Hanno paragonato il suo comportamento allo "stalking".
 
Il Mossad si interessò anche ai membri della famiglia di Bensouda e ottenne trascrizioni di registrazioni segrete di suo marito, secondo due fonti a conoscenza diretta della situazione. I funzionari israeliani hanno poi tentato di utilizzare il materiale per screditare il procuratore.
 
Le rivelazioni sull'operazione di Cohen fanno parte di un'inchiesta di prossima pubblicazione da parte del Guardian, del periodico israelo-palestinese +972 Magazine e dell'organo di informazione in lingua ebraica Local Call, che rivelano come diverse agenzie di intelligence israeliane abbiano condotto una "guerra" segreta contro la CPI per quasi un decennio.
 
Contattato dal Guardian, un portavoce dell'ufficio del primo ministro israeliano ha dichiarato: "Le domande che ci vengono rivolte sono piene di molte accuse false e infondate miranti a danneggiare lo Stato di Israele". Cohen non ha risposto a una richiesta di commento. Bensouda ha rifiutato di commentare.
 
 
Il caso della CPI risale al 2015, quando Fatou Bensouda decise di aprire un'indagine preliminare sulla situazione in Palestina. Foto: Pacific Press Media Production Corp/Alamy
 
 
Nel tentativo messo in campo dal Mossad per influenzare Bensouda, Israele ricevette il sostegno di un improbabile alleato: Joseph Kabila, l'ex presidente della Repubblica Democratica del Congo, che giocò un ruolo di supporto nel complotto.
 
Le rivelazioni sui tentativi del Mossad di influenzare Bensouda arrivano mentre l'attuale procuratore capo, Khan, ha avvertito nei giorni scorsi che non esiterà a perseguire "i tentativi di impedire, intimidire o influenzare impropriamente" i funzionari della CPI.
 
Secondo esperti legali ed ex funzionari della CPI, le attività poste in essere dal Mossad per minacciare o fare pressione su Bensouda potrebbero configurare un reato contro l'amministrazione della giustizia ai sensi dell'articolo 70 dello Statuto di Roma, il trattato che ha istituito la Corte.
 
Un portavoce della CPI non ha voluto dire se Khan avesse esaminato le rivelazioni del suo predecessore sui suoi contatti con Cohen, ma ha detto che Khan non aveva mai incontrato o parlato con il capo del Mossad.
 
Pur rifiutandosi di commentare accuse specifiche, il portavoce ha detto però che l'ufficio di Khan è stato sottoposto a "diverse forme di minacce e comunicazioni che potrebbero essere considerate come tentativi di influenzare indebitamente le sue attività".
 
 
Bensouda scatena l'ira di Israele
 
La decisione di Khan di chiedere mandati di arresto contro Netanyahu e Gallant la scorsa settimana costituisce la prima volta che la Corte ha preso provvedimenti contro i leader di un paese strettamente alleato con gli Stati Uniti e l'Europa. I loro presunti crimini – che includono attacchi diretti contro i civili e l'uso della fame come metodo di guerra – si riferiscono alla guerra di otto mesi a Gaza.
 
Il caso della CPI, però, risale al 2015, quando Bensouda decise di avviare un esame preliminare sulla situazione in Palestina. Non un’indagine completa, solo una valutazione iniziale delle accuse di crimini commessi da individui a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.
 
La decisione di Bensouda ha scatenato l'ira di Israele, che temeva che i suoi cittadini potessero essere perseguiti per il loro coinvolgimento in operazioni nei territori palestinesi. Israele era stato a lungo trasparente sulla sua opposizione alla Corte Penale Internazionale, rifiutando di riconoscerne l'autorità. I ministri israeliani hanno intensificato i loro attacchi contro la Corte e si sono perfino impegnati a cercare di smantellarla.
 
Poco dopo l'inizio dell'esame preliminare, Bensouda e i suoi procuratori hanno iniziato a ricevere avvertimenti che l'intelligence israeliana si stava interessando molto al loro lavoro.
 
 
Yossi Cohen durante un ricevimento tenutosi presso il ministero degli Esteri israeliano a Gerusalemme, nel maggio 2018. Foto: Amir Cohen/Reuters
 
 
Secondo due fonti, c'erano persino sospetti tra gli alti funzionari della CPI che Israele avesse coltivato reclutato qualcuno all'interno dell'ufficio del procuratore. Un altro in seguito ricordò che, sebbene il Mossad "non avesse lasciato la sua firma", si ritineva che l'agenzia fosse dietro alcune delle attività di cui i funzionari erano stati messi a conoscenza.
 
Solo un piccolo gruppo di figure di alto livello della CPI, tuttavia, è stato informato che il direttore del Mossad aveva personalmente avvicinato il procuratore capo.
 
Spia di carriera, Cohen nella comunità dell'intelligence israeliana viene considerato come un efficace reclutatore di agenti stranieri. All'epoca era un fedele e potente alleato del primo ministro, essendo stato nominato direttore del Mossad da Netanyahu nel 2016 dopo aver lavorato per diversi anni al suo fianco come consigliere per la sicurezza nazionale.
 
In qualità di capo del Consiglio di sicurezza nazionale tra il 2013 e il 2016, Cohen ha supervisionato l'organismo che, secondo più fonti, ha coordinato il lavoro di diverse agenzie contro la CPI, una volta che Bensouda ha aperto l'indagine preliminare nel 2015.
 
Il primo contatto di Cohen con Bensouda sembra aver avuto luogo alla conferenza sulla sicurezza di Monaco nel 2017, quando il direttore del Mossad si è presentato al procuratore per un breve colloquio. Dopo questo incontro, Cohen ha successivamente "teso un'imboscata" a Bensouda in un bizzarro episodio avvenuto in una suite d'albergo di Manhattan, secondo diverse fonti che hanno familiarità con l'incidente.
 
 
Bensouda con Joseph Kabila a New York. Le fonti affermano che l'allora leader della RDC ha svolto un importante ruolo di supporto nel complotto del Mossad contro il procuratore capo della CPI. Foto: ICC
 
 
Bensouda era a New York nel 2018 in visita ufficiale ed ha avuto un colloquio con Kabila, allora presidente della RDC, nel suo hotel. I due si erano incontrati diverse volte in precedenza in relazione all'indagine in corso della CPI su presunti crimini commessi nel suo paese.
 
L'incontro, tuttavia, sembra essere stato una messa in scena. A un certo punto, dopo che allo staff di Bensouda era stato chiesto di lasciare la stanza, Cohen è entrato, secondo tre fonti che hanno familiarità con l'incontro. L'apparizione a sorpresa, hanno detto, ha messo in allarme Bensouda e un gruppo di funzionari della CPI che viaggiavano con lei.
 
Il motivo per cui Kabila abbia deciso di aiutare Cohen non è chiaro, ma i legami tra i due uomini sono stati rivelati nel 2022 dalla pubblicazione israeliana TheMarker, che ha riferito di una serie di viaggi segreti che il direttore del Mossad ha fatto nella RDC nel corso del 2019.
 
Secondo la pubblicazione, i viaggi di Cohen, durante i quali ha chiesto consiglio a Kabila "su una questione di interesse per Israele", e che sono stati quasi certamente approvati da Netanyahu, sono stati molto insoliti e hanno stupito figure di alto livello all'interno della comunità dell'intelligence.
 
Riferendo degli incontri della RDC nel 2022, l'emittente israeliana Kan 11 ha affermato che i viaggi di Cohen riguardavano un "piano estremamente controverso" e ha citato fonti ufficiali che lo hanno descritto come "uno dei segreti più sensibili di Israele".
 
Diverse fonti hanno confermato al Guardian che i viaggi erano in parte legati all'operazione della CPI e Kabila, che ha lasciato l'incarico nel gennaio 2019, ha svolto un importante ruolo di supporto nel complotto del Mossad contro Bensouda. Kabila non ha risposto a una richiesta di commento.
 
 
«Minacce e manipolazioni»
 
Dopo l'incontro a sorpresa con Kabila e Bensouda a New York, Cohen telefonò ripetutamente al procuratore capo e cercò incontri con lei, hanno ricordato tre fonti. Secondo due persone che hanno familiarità con la situazione, a un certo punto Bensouda ha chiesto a Cohen come avesse ottenuto il suo numero di telefono, e lui ha risposto: "Hai dimenticato che mestiere faccio?"
 
Inizialmente, hanno spiegato le fonti, il capo dell'intelligence "ha cercato di costruire un rapporto" con il procuratore e ha giocato a fare il "poliziotto buono" nel tentativo di affascinarla. L'obiettivo iniziale, hanno detto, sembrava essere quello di arruolare Bensouda per cooperare con Israele.
 
Nel corso del tempo, tuttavia, il tono di Cohen è cambiato e ha iniziato a usare una serie di tattiche, tra cui "minacce e manipolazioni", ha detto una persona informata sugli incontri. Ciò ha spinto Bensouda a informare un piccolo gruppo di alti funzionari della CPI su quanto stava accadendo.
 
Nel dicembre 2019, il procuratore ha annunciato di avere i motivi per aprire un'indagine penale completa sulle accuse di crimini di guerra a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Tuttavia, ha voluto chiedere prima una sentenza alla camera preliminare della CPI per confermare che la Corte aveva effettivamente giurisdizione sulla Palestina.
 
 
I manifestanti si radunano fuori dalla CPI per chiedere che il tribunale persegua Israele per crimini di guerra. Foto: Peter Dejong/AP
 
 
Diverse fonti hanno detto che è stato in questa fase, mentre i giudici valutavano il caso, che Cohen ha intensificato i suoi tentativi di persuadere Bensouda a non porre in essere un'indagine completa qualora i giudici le avessero dato il via libera.
 
Tra la fine del 2019 e l'inizio del 2021, hanno detto le fonti, ci sono stati almeno tre incontri tra Cohen e Bensouda, tutti avviati dal capo delle spie. Si dice che il suo comportamento sia diventato sempre più preoccupante per i funzionari della CPI.
 
Una fonte che ha familiarità con i resoconti di Bensouda degli ultimi due incontri con Cohen ha detto che quest’ultimo aveva evocato questioni concernenti la sua sicurezza e quella della sua famiglia, in un modo che l'aveva portata a credere che la stesse minacciando.
 
In un'occasione, si dice che Cohen abbia mostrato a Bensouda fotografie di suo marito, che erano state scattate di nascosto quando la coppia era in visita a Londra. In un altro, secondo le fonti, Cohen ha suggerito al pubblico ministero che la decisione di aprire un'indagine completa sarebbe stata dannosa per la sua carriera.
 
Quattro fonti che hanno familiarità con la situazione hanno detto che è stato più o meno nello stesso periodo che Bensouda e altri funzionari della CPI hanno scoperto che tra i canali diplomatici circolavano informazioni relative a suo marito, che lavorava come consulente per gli affari internazionali.
 
Tra il 2019 e il 2020, il Mossad aveva cercato attivamente informazioni compromettenti sul procuratore e si era interessato ai suoi familiari.
 
 
Nel febbraio 2021 è stato confermato che la CPI aveva giurisdizione nei territori palestinesi occupati. Foto: Peter Dejong/AP
 
 
L'agenzia di spionaggio ha ottenuto del materiale, ivi comprese le trascrizioni di un'operazione in tutta evidenza di spionaggio contro il marito.
 
Non è chiaro chi abbia condotto l'operazione, o esattamente cosa vi sia nelle registrazioni. Una possibilità è che sia stata realizzata dall'agenzia di intelligence o da agenti privati di un altro paese che volevano fare leva sulla CPI. Un'altra possibilità è che l'informazione sia stata fabbricata.
 
Una volta in possesso di Israele, tuttavia, il materiale è stato utilizzato dai suoi diplomatici in un tentativo infruttuoso di indebolire il procuratore capo. Ma secondo diverse fonti, Israele non è riuscito a convincere i suoi alleati dell'importanza del materiale.
 
Tre fonti informate sulle informazioni condivise da Israele a livello diplomatico hanno descritto l’operazione come parte di una fallimentare "campagna diffamatoria" contro Bensouda. "Hanno dato la caccia a Fatou", ha detto una fonte, ma non ha avuto "alcun impatto" sul lavoro del procuratore.
 
 
Trump e Netanyahu. L'amministrazione Trump ha imposto restrizioni sui visti e sanzioni a Bensouda nel 2019-20. Foto: Ronen Zvulun/Reuters
 
 
Gli sforzi diplomatici facevano parte di un’operazione coordinata da parte dei governi di Netanyahu e Donald Trump negli Stati Uniti, per esercitare pressioni pubbliche e private sul procuratore e sul suo staff.
 
Tra il 2019 e il 2020, con una decisione senza precedenti, l'amministrazione Trump ha imposto restrizioni sui visti e sanzioni al procuratore capo. La mossa è stata una rappresaglia nei confronti dell’avvio da parte di Bensouda di un'indagine indipendente sui crimini di guerra in Afghanistan, presumibilmente commessi dai talebani e dal personale militare afghano e statunitense.
 
Tuttavia, Mike Pompeo, allora segretario di Stato statunitense, collegò il pacchetto di sanzioni al caso Palestina. "È chiaro che la CPI sta mettendo Israele nel mirino solo per scopi puramente politici", ha detto.
 
Mesi dopo, ha accusato Bensouda, senza citare alcuna prova, di aver "commesso atti di corruzione a suo vantaggio personale".
 
Le sanzioni statunitensi sono state revocate dopo che il presidente Joe Biden è entrato alla Casa Bianca.
 
Nel febbraio 2021, la camera preliminare della CPI ha emesso una sentenza che confermava la giurisdizione della CPI nei territori palestinesi occupati. Il mese successivo, Bensouda ha annunciato l'apertura dell'indagine penale.
 
"Alla fine, la nostra preoccupazione principale deve essere per le vittime dei crimini, sia palestinesi che israeliani, derivanti dal lungo ciclo di violenza e insicurezza che ha causato profonda sofferenza e disperazione da tutte le parti", ha detto all'epoca.
 
Bensouda ha completato il suo mandato di nove anni alla CPI tre mesi dopo, lasciando al suo successore, Khan, il compito di occuparsi dell'indagine. E' stato solo dopo gli attacchi di Hamas contro Israele il 7 ottobre e la conseguente guerra a Gaza che l'indagine della CPI ha acquisito una rinnovata urgenza, culminata nella richiesta di mandati di arresto della scorsa settimana.
 
Era la conclusione che l'establishment politico, militare e dell'intelligence israeliana aveva temuto. "Il fatto che abbiano scelto il capo del Mossad come messaggero non ufficiale del primo ministro è stata una classica forma di intimidazione", ha detto una fonte informata sull'operazione di Cohen. "Ma ha fallito".
 
 
 
LEGGI ANCHE:
 
 
 
 
Ossin pubblica articoli che considera onesti, intelligenti e ben documentati. Ciò non significa che ne condivida necessariamente il contenuto. Solo, ne ritiene utile la lettura

 

Torna alla home
Dichiarazione per la Privacy - Condizioni d'Uso - P.I. 95086110632 - Copyright (c) 2000-2024