ProfileNicaragua, 7 dicembre 2019 - Dopo il colpo di Stato in Bolivia, gli Stati Uniti hanno definito il Nicaragua una "minaccia alla sicurezza nazionale", annunciando nuove sanzioni. Intanto Trump classifica i cartelli della droga messicani come "terroristi" e non esclude un intervento militare...     

 

The GrayZone, 27 novembre 2019 (trad.ossin)
 
Operazione Condor 2.0: dopo il colpo di Stato in Bolivia, Trump definisce il Nicaragua una "minaccia alla sicurezza nazionale" e prende di mira il Messico
Ben Norton
 
Dopo avere sponsorizzato il colpo di Stato di estrema destra in Bolivia, gli Stati Uniti hanno definito il Nicaragua una "minaccia alla sicurezza nazionale", annunciando nuove sanzioni. Intanto Trump classifica i cartelli della droga messicani come "terroristi" e non esclude un intervento militare
 
I tre campioni: Trump, Pence e Pompeo
 
Un colpo di Stato contro un presidente socialista eletto democraticamente non sembra bastare.
 
Immediatamente dopo avere sponsorizzato un colpo di Stato militare di estrema destra in Bolivia il 10 novembre, l'amministrazione Trump ha nuovamente puntato sul Nicaragua, il cui governo sandinista democraticamente eletto ha respinto un violento tentativo di colpo di Stato di destra nel 2018.
 
Washington ha definito il Nicaragua una “minaccia alla sicurezza nazionale” degli Stati Uniti e ha annunciato che amplierà le sue sanzioni soffocanti contro la minuscola nazione centroamericana.
 
Trump sta anche accrescendo la pressione sul Messico, collegando senza fondamento il paese al terrorismo, e persino accennando a potenziali interventi militari. Tutto questo accade mentre il presidente di sinistra del paese, Andrés Manuel López Obrador, mette in guardia contro tentativi della destra di fare un colpo di Stato.
 
Mentre gli alleati di destra di Washington in Colombia, Brasile, Cile ed Ecuador stanno reprimendo ferocemente le grandi rivolte popolari contro le politiche di austerità neoliberiste e le insopportabili disuguaglianze, gli Stati Uniti accrescono la loro aggressività contro i pochi governi progressisti rimasti nella regione.
 
Tutti questi avvenimenti hanno spinto le forze di sinistra in America Latina a lanciare l’allarme contro la possibilità di una nuova Operazione Condor del 21 ° secolo, la campagna di violenti complotti dell'era della Guerra Fredda, col sostegno degli Stati Uniti alle dittature di destra in tutta la regione.
 
L'amministratore di Trump dichiara il Nicaragua una "minaccia alla sicurezza nazionale"
 
Un giorno dopo il colpo di Stato di estrema destra appoggiato dagli Stati Uniti in Bolivia, la Casa Bianca ha rilasciato una dichiarazione con cui approvava il putsch militare e chiariva che vi sono altri due paesi nella lista di Washington: “Questi eventi mandano un segnale forte ai regimi illegittimi in Venezuela e Nicaragua ", ha dichiarato Trump.
 
Il 25 novembre, la Casa Bianca di Trump ha quindi rilasciato senza grande enfasi una dichiarazione che definisce il Nicaragua come " una minaccia insolita e straordinaria per la sicurezza nazionale e la politica estera degli Stati Uniti".
 
Con ciò prorogando di un altro anno un ordine esecutivo che Trump aveva firmato nel 2018, dichiarando lo stato di "emergenza nazionale" per quel paese centroamericano.
 
La dichiarazione di Trump del 2018 seguì il fallimento di un violento tentativo di colpo di Stato di destra in Nicaragua. Il governo degli Stati Uniti aveva finanziato e sostenuto molti dei gruppi di opposizione che avevano cercato di rovesciare il presidente nicaraguense legittimo Daniel Ortega, incoraggiandone le iniziative eversive.
 
Dopo la dichiarazione di “minaccia per la sicurezza nazionale” del 2018, si è avviata anche una guerra economica. A dicembre, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato la legge NICA senza alcuna opposizione. Essa ha attribuito a Trump il potere di imporre sanzioni al Nicaragua e impedisce alle istituzioni finanziarie internazionali di fare affari con Managua.
 
La nuova dichiarazione di Trump del 2019 ha dato il via ad una bizzarra propaganda contro il Nicaragua, presentando il governo del paese democraticamente eletto – e che, per decenni, è stato vittima di vari tentativi di rovesciamento da parte di Washington - come un "regime" violento e corrotto.
 
 
Questo ordine esecutivo è simile a quello emesso dal presidente Barack Obama nel 2015, che designava il Venezuela una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
 
Entrambi gli ordini sono stati utilizzati per giustificare l'imposizione unilaterale di soffocanti sanzioni economiche. E il rinnovo dell'ordine di Trump apre la strada a un intensificato attacco economico al Nicaragua.
 
Il rinnovo ha ricevuto una copertura trascurabile da parte dei principali media mainstream in lingua inglese, ma è stato ampiamente ripreso da tutti i media di destra di lingua spagnola in America Latina.
 
E gli attivisti dell'opposizione esultano gioiosi per l'intensificarsi della guerra ibrida di Washington contro Managua.
 
Sanzioni statunitensi più aggressive contro il Nicaragua
 
Voice of America (VOA), il principale servizio di radiodiffusione straniera del governo degli Stati Uniti, ha preannunciato che la proroga dell'ordine esecutivo sarà seguita da ulteriori attacchi economici.
 
L'ambasciatore di Washington presso l'Organizzazione degli Stati americani (OAS), Carlos Trujillo, ha dichiarato alla VOA: "La pressione contro il Nicaragua continuerà".
 
Il rappresentante dell'OAS ha aggiunto che Trump annuncerà nuove sanzioni contro il governo nicaraguense nelle prossime settimane.
 
VOA ha affermato con chiarezza che "il Nicaragua, insieme a Cuba e al Venezuela, è uno dei paesi latinoamericani contro i cui governi Trump considera prioritario esercitare pressioni diplomatiche ed economiche che possano provocare un regime change".
 
Questa non è solo retorica. L’8 novembre il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha aggiornato la sezione del suo sito web relativa alle sanzioni contro il Nicaragua.
 
E, a settembre, l'ufficio del Tesoro per il controllo delle attività estere ha annunciato una "serie più completa di regolamenti ", rafforzando le sanzioni esistenti contro il Nicaragua.
 
 
Il reportage di Voice of America citava diversi nicaraguensi di destra che chiedevano apertamente maggiori pressioni statunitensi contro il loro paese.
 
Bianca Jagger, una nota attivista dell'opposizione in passato sposata con il frontman dei Rolling Stones Mick Jagger, ha invitato gli Stati Uniti a imporre sanzioni in particolare contro i militari del Nicaragua.
 
"L'esercito nicaraguense non è stato toccato perché [i funzionari statunitensi] sperano che i militari si comporteranno come in Bolivia", ha detto Jagger, riferendosi ai militari che hanno rovesciato violentemente il presidente democraticamente eletto della Bolivia.
 
Molti di questi capi militari si sono formati alla School of the Americas del governo degli Stati Uniti, una nota scuola di sovversione risalente all'operazione Condor. I media latinoamericani hanno riferito nei giorni scorsi che ai soldati boliviani sarebbero stati corrisposti $ 50.000, e ai generali fino a $ 1 milione, per realizzare il putsch.
 
 
VOA ha aggiunto che "nel caso del governo centroamericano [del Nicaragua], l'effetto che le sanzioni possono avere possono essere maggiori perché è un paese economicamente più vulnerabile".
 
VOA ha citato Roberto Courtney, un eminente attivista di destra in esilio e direttore esecutivo del gruppo di opposizione Ethics and Transparency, che controlla le elezioni in Nicaragua ed è supportato dall’organismo di regime change del governo degli Stati Uniti, il National Endowment for Democracy (NED).
 
Courtney, che pretende di essere un attivista per i diritti umani, ha accolto la prospettiva di una guerra economica degli Stati Uniti contro il suo paese, dichiarando alla VOA: "C'è un po 'di differenza [tra Nicaragua e Bolivia] ... la vulnerabilità economica rende più probabile che le sanzioni abbiano effetto".
 
Courtney, presentato dalla VOA come un "esperto dei processi elettorali", ha aggiunto: "Se c'è un bastone, ci deve essere anche una carota". Ha detto poi che l'OAS potrebbe contribuire ad applicare pressioni diplomatiche e politiche contro il governo del Nicaragua.
 
Queste sanzioni unilaterali statunitensi sono illegali secondo il diritto internazionale, e considerate un atto di guerra. Il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, ha definito la guerra economica degli USA come un "terrorismo finanziario", perché colpisce in modo sproporzionato i civili, per indurli a ribellarsi contro il loro governo.
 
I principali gruppi di opposizione nicaraguensi di destra applaudono Trump per la proroga dell'ordine esecutivo e per aver imposto nuove sanzioni contro il loro paese.
 
 
L'alleanza civica nicaraguense per la giustizia e la democrazia, una eminente organizzazione che riunisce numerosi gruppi di opposizione, molti dei quali finanziati anche dal NED del governo degli Stati Uniti, ha accolto con favore l'ordine.
 
Trump definisce “terroristi” i cartelli della droga in Messico e non esclude attacchi con droni
 
Se prendere di mira il Nicaragua e il Venezuela non è una novità per gli Stati Uniti, lo è il fatto che Donald Trump punti adesso contro il Messico, un tradizionale alleato degli USA.
 
Nel 2018, gli elettori messicani hanno fatto la storia eleggendo il presidente Andrés Manuel López Obrador con una valanga di voti. López Obrador, spesso designato con le sue iniziali AMLO, è il primo presidente di sinistra del Messico da oltre cinquant'anni. Ha fatto una campagna progressista, imperniata sull’aumento della spesa sociale, la riduzione della povertà, la lotta contro la corruzione e, persino, la depenalizzazione delle droghe.
 
AMLO è molto popolare in Messico. A febbraio, ha avuto un record di approvazione dell'86 percento. E ha guadagnato questo ampio sostegno impegnandosi a combattere l'ortodossia capitalista neoliberista.
 
"Il modello economico neoliberista è stato un disastro, una calamità per la vita pubblica del paese", ha dichiarato AMLO. "Il figlio del neoliberismo è la corruzione".
 
Quando ha svelato il suo piano di sviluppo nazionale da miliardi di dollari, López Obrador ha annunciato la fine della "lunga notte del neoliberismo".
 
Le politiche di sinistra di AMLO hanno provocato un’onda d'urto a Washington, che da tempo fa affidamento sui leader neoliberisti messicani che garantiscono una costante base di lavoro sfruttabile a basso costo, e mantengono un mercato affidabile per i beni statunitensi e confini aperti per il capitale e le società statunitensi.
 
Il 27 novembre - un giorno dopo aver dichiarato il Nicaragua una "minaccia alla sicurezza nazionale" - Trump ha annunciato che il governo degli Stati Uniti designerà i cartelli della droga messicani come " organizzazioni terroristiche ".
 
Tale designazione potrebbe aprire la strada all'intervento militare diretto degli Stati Uniti in Messico.
 
Trump ha annunciato tale decisione in un'intervista al conduttore della Fox News di destra Bill O'Reilly. "Definirai quei cartelli in Messico come gruppi terroristici e inizierai a colpirli con droni e cose del genere?", ha chiesto O'Reilly.
 
Il presidente degli Stati Uniti non ha escluso attacchi con droni o altre azioni militari contro i cartelli della droga in Messico.
 
 
L'annuncio di Trump sembra sorprendere il governo messicano, che ha immediatamente richiesto un incontro con il Dipartimento di Stato USA.
 
Si tratta di una designazione alquanto farsesca, se solo si consideri che alcuni dei principali leader dei cartelli della droga in Messico mantengono legami di lunga data con il governo degli Stati Uniti. I leader del famigerato cartello brutale degli Zeta, ad esempio, erano stati in origine addestrati alle tattiche di contro-insurrezione dai militari statunitensi.
 
Durante tutta la guerra fredda, il governo degli Stati Uniti ha armato, addestrato e finanziato squadroni della morte di destra in tutta l'America Latina, molti dei quali erano coinvolti nel traffico di droga. La CIA ha anche usato il denaro della droga per finanziare gruppi paramilitari di estrema destra con compiti contro-insurrezionali in America Centrale.
 
Questa strategia è stata impiegata anche in Medio Oriente e nell'Asia meridionale. Gli Stati Uniti armarono, addestrarono e finanziarono estremisti islamici di estrema destra in Afghanistan negli anni '80 per combattere l'Unione Sovietica. Questi stessi jihadisti salafiti appoggiati dagli USA fondarono poi al-Qaeda e i Talebani.
 
La stessa strategia è stata successivamente ripetuta nelle guerre statunitensi contro la Libia e la Siria. Il comandante dell'ISIS Omar al-Shishani, per fare un esempio, era stato addestrato dall'esercito statunitense e aveva goduto del sostegno diretto di Washington quando combatteva contro l’URSS.
 
L'amministrazione Barack Obama ha anche attuato una campagna chiamata Project Gunrunner e Operation Fast and Furious, attraverso la quale il governo degli Stati Uniti ha aiutato a inviare migliaia di armi da fuoco ai cartelli in Messico.
 
La giornalista messicana Alina Duarte ha spiegato che, con la designazione da parte dell’amministrazione Trump dei cartelli come terroristi, "stanno creando l'idea che il Messico rappresenti una minaccia per la loro sicurezza nazionale ".
 
"Dovremmo iniziare a parlare della possibilità di un colpo di Stato contro Lopez Obrador in Messico?", si è chiesta Duarte.
 
Ha notato che i media mainstream statunitensi hanno avviato una campagna sempre più feroce per demonizzare AMLO, dipingendo il presidente democraticamente eletto come un aspirante dittatore assetato di potere che starebbe distruggendo l'economia del Messico.
 
Duarte ha discusso della questione dell'interferenza USA nella politica messicana in un'intervista a Max Blumenthal e Ben Norton di Grayzone, nel loro podcast Moderate Rebels:
 
 
Attualmente si sta diffondendo in Messico un dibattito a mezza voce sul timore che l'opposizione di destra possa tentare di rovesciare il presidente Andrés Manuel López Obrador.
 
Lo stesso AMLO ha parlato pubblicamente di queste voci, chiarendo che non tollererà alcuna discussione sui colpi di Stato.
 
"Quanto hanno torto i conservatori e i loro falchi", ha scritto su Twitter López Obrador il 2 novembre. Riferendosi all'assassinio del presidente progressista Francisco Madero nel 1913, che era stato un leader della rivoluzione messicana, AMLO ha scritto: "Ora è diverso".
 
"Un altro colpo di stato oggi non sarà consentito", ha dichiarato.
 
 
Negli ultimi mesi, mentre crescono i timori di un colpo di Stato, López Obrador si è spostato ancora più a sinistra, sfidando direttamente il governo degli Stati Uniti e affermando una politica estera indipendente che contrasta nettamente con la subalternità dei suoi predecessori.
 
Il governo dell'AMLO ha respinto i tentativi degli Stati Uniti di delegittimare il governo di sinistra venezuelano, scombinando i tentativi di Washington di imporre l'attivista di destra Juan Guaidó come leader del colpo di Stato.
 
AMLO ha accolto con favore il leader socialista estromesso dell'Ecuador Rafael Correa e ha accolto Alberto Fernández, della sinistra argentina, nel suo primo viaggio all'estero dopo aver vinto le elezioni presidenziali.
 
In ottobre, López Obrador ha persino dato il benvenuto al presidente cubano Díaz-Canel, giunto in Messico per una storica visita.
 
 
L’operazione Condor 2.0 di Trump
 
Per Washington, un Messico indipendente e di sinistra è intollerabile.
 
In un discorso in febbraio a venezuelani di destra che portavano un cappello inneggiante a MAGA, a Miami, in Florida, Trump ha sbraitato contro il socialismo per quasi un'ora, minacciando di regime change i restanti paesi di sinistra in America Latina.
 
"I giorni del socialismo e del comunismo sono contati non solo in Venezuela, ma anche in Nicaragua e anche a Cuba", ha dichiarato, aggiungendo che al socialismo non sarà mai permesso di mettere radici nel cuore del capitalismo negli Stati Uniti.
 
Mentre Trump affermava di volersi ritirare dalle guerre in Medio Oriente (salvo occuparne i giacimenti petroliferi), intensificava la pressione aggressiva degli Stati Uniti in America Latina.
 
Anche se il falco guerrafondaio neoconservatore John Bolton non sta più guidando la politica estera USA, Elliott Abrams rimane saldamente al suo posto nel Dipartimento di Stato, rispolverando il suo manualetto Iran-Contra per decimare il socialismo in America Latina.
 
Al culmine della Guerra Fredda, l'Operazione Condor ha comportato l’assassinio di migliaia di dissidenti, mentre altre centinaia di migliaia sparirono, torturati o incarcerati con l'assistenza dell'apparato di intelligence degli Stati Uniti.
 
Oggi, mentre l'America Latina viene sempre più vista in una logica di nuova Guerra Fredda, si ricorre ad una nuova Operazione Condor attraverso i nuovi meccanismi di sabotaggio e sovversione in atto. Il caos è appena iniziato.
 
Nota dell'editore : questo articolo è stato aggiornato il 29 novembre con ulteriori informazioni sulle sanzioni statunitensi contro il Nicaragua.
 
 
 
Ossin pubblica articoli che considera onesti, intelligenti e ben documentati. Ciò non significa che ne condivida necessariamente il contenuto. Solo, ne ritiene utile la lettura
 
 
 
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