‘Gilet gialli’, week-end V: Il popolo en marche vietato da un presidente En Marche !
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In cauda venenum, 16 dicembre 2018 (trad.ossin)
‘Gilet gialli’, week-end V: Il popolo en marche vietato da un presidente En Marche !
Bruno Adrie
Week-end V: i centri città vengono chiusi ai Gilet gialli. Il popolo en marche viene fermato da un presidente « En Marche! », ma nella direzione opposta. Il popolo vuole gridare la sua rabbia ma si trova imbavagliato da un urlatore da meeting col petto scavato, senza fiato, senza voce. Il popolo ne chiede le dimissioni ma il presidente non vuole. Si aggrappa alla poltrona, tenuto insieme dal suo completo da sartoria, resta aggrappato ai suoi ori, si rifiuta di lasciare il palazzo. Lui è così bravo. Così importante. Lo sguardo fisso sulle decorazioni, gli occhi semichiusi, vorrebbe non finisse mai, restare presidente a vita, adulato, palpato, tutto bene, 14 luglio. Insomma la festa!
Ma vi ricordate? Era così sicuro di sé, talmente certo di essere rieletto nel 2022 che faceva lo spaccone. « Venite a prendermi » gridava agli straccioni, chiuso nella sua inespugnabile fortezza, circondato da deputati automatici e da ministri che non fanno politica ma sono impareggiabili nell’organizzare il saccheggio.
Adesso si sente meno a suo agio. E va bene, ha i suoi battaglioni coi gas lacrimogeni, ma lo scorso week end ha quanto meno pensato all’elicottero. L’elicottero, è sempre bene averne uno in garage.
Perché lo hanno preso alla lettera, i figli del niente. Hanno avuto il fegato di venirlo a cercare, quegli ignoranti. Tutti i fine settimana, per un mese, affrontando le sue tempeste di colpi di manganello, attraversando le sue nebbie di gas lacrimogeno, prendendosi i colpi che fa loro distribuire con gran rinforzo di « complimenti alle forze dell’ordine ».
E di sera, appena tornati a casa – sto parlando di quelli che non sono stati sbattuti in galera - , col volto insanguinato e il corpo ricoperto di ecchimosi, prima ancora di servire la zuppa, gli promettono di tornare. C’è da credere che se ne assumano tutte le responsabilità. Cosa che non fa lui, anche se si vanta di questo. Dalle parole ai fatti, c’è talvolta una distanza… soprattutto quando si vive là in alto.
Deve davvero congratularsi con loro, coi suoi pretoriani allo stremo, giacché, anche quando sono senza più forze, ne resta loro ancora abbastanza per gettarsi in quattro o cinque su di un manifestante che inchiodano a terra, soffocano col gas e pestano mentre uno di loro, col ginocchio ben piantato e sadico, gli schiaccia la faccia sul selciato.
Fondamentalmente, è un dannato pedagogo questo presidente. Perché, per suo merito, anche gli ingenui e i lenti di comprendonio riusciranno a capire che, nella Repubblica, l’unico cittadino è il Denaro, e che noi siamo solo degli schiavi consegnati da lui e dai suoi ministri-clone, viceministri e deputati, al lancio dei gas lacrimogeni, alle botte e ai manganelli.