Dopo Syriza, l’Europa ha gli occhi puntati su Podemos
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L’Humanité, 29 gennaio 2015 (trad. ossin)
Dopo Syriza, l’Europa ha gli occhi puntati su Podemos
Cathy Ceibe
Un anno dopo la sua nascita, Podemos festeggia il compleanno organizzando, sabato a Madrid, una manifestazione nazionale. Il partito, che sconvolge i sondaggi, vuole mobilitare una maggioranza sociale per il “cambiamento”
Madrid (Spagna) – L’onda d’urto della vittoria di Syriza divide l’Europa in due campi, dichiara a l’Humanité il nuovo ministro della funzione pubblica, Georges Katrougalos, tra “quelli che restano fedeli alle politiche di austerità e la sinistra europea. Quest’ultimo campo può allargarsi anche a qualche socialdemocratico, che comprenda che l’identificazione totale con le politiche della destra porta alla rovina”. E aggiunge: “Noi non riconosciamo alla politica di François Hollande un carattere di sinistra. Ma riteniamo che occorra trarre profitto da ogni incrinatura nel fronte dell’austerità, per trovare appoggi e dare forza alle nostre posizioni”.
Ad Atene, l’immagine delle donne delle pulizie che applaudono Georges Katrougalos rivela lo stato d’animo dei salariati dopo quattro anni di sofferenze sociali. Ma Jean-Calude Juncker, il presidente della Commissione europea, sembra non comprenderne la portata quando mette sull’avviso che, “se sono possibili dei ritocchi, essi non modificheranno in modo rilevante quello che già è stato stabilito”. Stesso tono fermo, stessa inquietudine in Emmanuel Macron, che respinge “ogni deroga, altrimenti quale segnale daremo agli altri governi”? Tanto vale dire che la mobilitazione contro l’austerità organizzata da Podemos, sabato a Madrid, sarà attentamente osservata. Il vento di Atene toccherà le coste spagnole?
Il fiume è in fiamme. Il titolo della pièce teatrale del Monte-charges (compagnia teatrale, ndt) illustra lo smarrimento crescente in Spagna. Assomiglia alla tragedia greca interpretata dai piromani di Bruxelles e dagli incendiari ancora ieri al governo di Atene. Tutto brucia, dunque, sul piano sociale da quando è cominciata la crisi economica nel 2008.
In un centro culturale alternativo, nella parte ovest della capitale, il circolo di Podemos del quartiere di Puerta des Angel tiene la riunione settimanale. Gli attivisti del gruppo, nato giusto un anno fa, mettono a punto gli ultimi preparativi della manifestazione nazionale per il “cambiamento”, che avrà luogo sabato a Madrid. Alex Olalde ha quindici anni. E’ il più giovane militante di questa struttura di base. A onta della giovane età, la sua certezza sbalordisce. “Vogliamo dimostrare con questa marcia che noi non siamo una minoranza ma una maggioranza sociale che chiede il cambiamento: bisogna voltare la pagina dell’austerità”, afferma questo liceale. Decine di migliaia di manifestanti da tutta la Spagna sono attese alla Puerta del Sol, epicentro delle mobilitazioni sociali. Podemos vuole contarsi, misurare in qualche modo la sua base.
In dodici mesi di vita, questo partito ha avuto l’effetto di una bomba nella vita politica spagnola. Il discorso semplice, emotivo, talvolta caricaturale dei suoi leader ha sedotto una popolazione stanca, ma soprattutto sfinita per le politiche antisociali che hanno tagliato con l’ascia la spesa pubblica. Le contestatissime “recortes” (tagli di bilancio) si riassumono in una parola: un “austericidio”. Oramai imprescindibile attore del paesaggio politico, Podemos ha stravolto il bipartitismo politico quasi istituzionalizzato che ha visto, dall’istaurazione della democrazia, il Partito Socialista (PSOE) e il Partito Popolare (PP di destra) alternarsi al Palazzo della Moncloa, senza distinguersi sul piano della politica economica. Da questa estate i sondaggi sono impazziti e collocano la formazione “né di sinistra né di destra”, come amano precisare i suoi leader, nei primi posti tra le intenzioni di voto. Podemos è il sintomo della crisi, ma soprattutto delle risposte neoliberiste date dai governi socialisti e conservatori che si sono smarriti nel neoliberismo, trascinando il paese sul ciglio del baratro sociale.
Nel locale delle associazioni di quartiere a La Latina, Pablo Carralerro sta disegnando con cura i cartelli della manifestazione. A ventinove anni, questo ex studente di Belle Arti è disoccupato come il 60% dei giovani Spagnoli con meno di venticinque anni. Prima non si era mai organizzato anche se - riconosce – “si è sempre interessato di politica”. Poi “ha partecipato attivamente al 15 maggio”, il movimento degli Indignati del 2011. Per poi entrare a far parte di Podemos, di cui è oggi uno dei responsabili del Consiglio civico di Madrid.
Questo paese va in rovina con una disoccupazione che supera il 25%
“Rimborsiamo milioni di euro per un debito illegittimo, mentre la gente ha fame – spiega – Vogliamo continuare a sperperare tutto questo denaro solo perché il PP e il PSOE hanno cambiato la Costituzione?”, si chiede retoricamente riferendosi alla riforma dell’art. 135 che impone al governo, quale priorità assoluta, il rimborso del debito. “Gente di sinistra, come di destra, pensa che si possa derogare a questa disposizione. E’ una questione di senso comune e di razionalità. Come Syriza, noi pensiamo che la dignità del popolo venga prima dei mercati finanziari – continua -. Le nostre condizioni di precarietà sono intollerabili. La nostra generazione è la più preparata e la più attrezzata, ma in mancanza di modelli produttivi, ci troviamo in una catastrofe sociale. Questo paese va in rovina, con una disoccupazione che supera il 25%”.
Il trionfo della Coalizione della sinistra radicale è su tutte le labbra. Ha forti ripercussioni in Spagna dove, quest’anno, vi sono importanti scadenze elettorali, con elezioni municipali, regionali parziali e, soprattutto, le legislative di novembre. Alcuni parlano di un possibile effetto Syriza anche se, negli organismi dirigenti di Podemos ma anche di Izquierda Unida, ci si guarda da facili trasposizioni, sapendo bene che si tratta di realtà sociopolitiche differenti.
“Il trionfo di Syriza è una cosa buona per la sinistra in Spagna”
“I termini della questione, questo 25 gennaio, data delle elezioni greche erano: difendere il disastroso memorandum dell’austerità sostenuto dalla destra e dalla socialdemocrazia, o scommettere su un’altra opzione. Quest’ultima è incarnata da Syriza, la sinistra greca, simile a Izquierda Unida, ma con la stessa spinta elettorale di Podemos, capace di rappresentare l’indignazione popolare in modo democratico e pacifico”, sostiene Agustin Moreno in una editoriale “La Grecia non ha più paura”, apparso su Cuarto Poder. Secondo questo professore e animatore di “Marea verde”, una piattaforma nata per difendere l’educazione pubblica, “il trionfo di Syriza è una cosa buona per la sinistra in Spagna (…) ma anche Syriza ha bisogno di una vittoria della sinistra in Spagna nel 2015, per rafforzare la sua voce e la sua posizione nei confronti dell’Unione Europea e dimostrare che c’è una alternativa all’austerità”.
Ma, al momento, le convergenze sono parziali e la sinistra lontana dall’essere unita. La manifestazione di Podemos, per Alex, il liceale, è l’occasione per “festeggiare il primo anniversario di Podemos e la vittoria di Syriza in Grecia”. Coi suoi compagni.